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Autore: Anemone Grace    08/11/2015    6 recensioni
«Posso…?»


La voce del capitano è sicura, nonostante la domanda, nonostante il suo stesso imbarazzo che però viene schiacciato dal desiderio di farlo. Akaashi sibila un “sì”, ma non se ne accorge: gli viene spontaneo poi dopo allungare il viso verso quello del ragazzo, tendere le labbra verso le sue in cerca di un contatto.

BOKUAKA || ROMANTICA || ONE SHOT (MOLTO BREVE)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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NOTE AUTORE:
Coppia: BokuAka
Dedicata a: Alla player di Akaashi Keiji su facebook, alias Virginia. Tantissimi auguri!  

Ringraziamenti a: quella barbona di Mapi.
AVVERTENZA&NOTE: Questa è una storia dalle poche, pochissime, pretese. Spero comunque che tu possa gradirla e così anche tutti gli altri che si soffermeranno a leggerla e recensirla(maybe). In futuro posso scriverne un'altra più HOT HOOT B).

 

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Abbracci.

«Sembra stare bene.»
«Hey! Avevi dei dubbi? Sono bravo io sai? Il migliore!»
«Certo, certo…»
«Allora? Per cosa sei venuto? Di certo non per vedere se il mio gufo fosse ancora vivo, spero!»
«Mmh… no, non è per lui. Anche se ammetto che ero preoccupato.»
«Ah-! Che cattivo!»
«Scusa Bokuto-san, è che non sembri il tipo che si potrebbe prendere cura di qualcuno.»
«Tch. Io posso farcela benissimo a prendermi cura di qualcuno! Mi fai sentire triste…dovresti avere fiducia nel tuo capitano, Akaashi.»

«Mi dispiace, non volevo rattristarti. Io ho fiducia nel mio capitano: è il migliore, per me.»
«D-DAVVERO?!?»
«Certo…non c’è niente di strano in tutto questo.»
«Akaashi…mi commuovo! Aaah..!! Sono così felice! Hai appena detto che ti piaccio!»
«N-non ho mai detto una cosa del genere.»
«Akaashi mi ama!»

Le braccia di Bokuto si stringono forti intorno ad Akaashi, avvolgendolo in un abbraccio caldo. Il suo sorriso è largo, felice, proprio come quello di un bambino e come potrebbe essere il contrario? Il suo piccolo Akaashi gli ha appena detto che lo reputa il migliore, che si fida di lui. Lo sa che lo sta mettendo in imbarazzo, ne è consapevole; del resto Bokuto non è stupido, solo che è così: un bambinone. O almeno… quando vuole esserlo.
I suoi occhi si fermano ad osservare i lineamenti delicati del compagno di squadra, così vicino a lui in quel momento; e nota con particolare interesse le sfumature dei suoi occhi color verde petrolio. Hanno queste strisce nere, che si ramificano e li rendono particolari, quasi come se in loro fosse racchiusa la storia di una grande foresta.

«Che stai facendo?»

La voce è bassa, mentre le emozioni che trapelano quel tono sono un mix tra disagio, imbarazzo e impazienza, come se stesse quasi fremendo di agire, di muoversi, di correre. Sente il fiato di Bokuto scontrarsi contro la sua pelle e quasi freme per il piacevole calore che sente. Si scosta, il giusto per guardarlo meglio, voltandosi così col viso totalmente verso di lui. Sente le gambe molli, come se volessero cedere, effettivamente desidera tanto sedersi. Bokuto non accenna un sorriso come suo solito, si limita a fissarlo, proprio come farebbe un animale che sta studiando una creatura simile alla sua o qualcosa che non ha mai visto prima. Una mano del capitano si porta lentamente sul suo viso, accarezzandone i tratti, scivolando piano sulla pelle morbida coi polpastrelli. È così liscia, pensa mentre lo fa, fermandosi quando il palmo è poggiato sulla guancia del ragazzo, avvicinandosi verso di lui col viso e sfregando appena la punta del naso contro quella di lui.
Akaashi sente le guance rosse, calde, ed il cuore accelera veloce, come se fosse un tamburo, come se a momenti potesse esplodere. Non riesce a fare niente, nemmeno a muovere un muscolo e a stento respira, perché averlo così vicino in quel modo è strano. Bokuto è serio, dannatamente serio. La cosa lo spaventa, lo agita. Cosa deve fare? 

Akaashi schiude le labbra, perché sente che col naso non basta l’aria che respira, soprattutto quando il tocco gentile del compagno lo investe. Quelle mani callose, ruvide, grandi, sono così calde, così piacevoli. Socchiude gli occhi e per un attimo si lascia completamente andare a quel tocco, come un bambino a cui viene cantata la ninna nanna, è impossibile non farsi coinvolgere da essa. E lui non riesce, non può non farsi coinvolgere in quel modo da Bokuto.

«Posso…?»

La voce del capitano è sicura, nonostante la domanda, nonostante il suo stesso imbarazzo che però viene schiacciato dal desiderio di farlo. Akaashi sibila un “sì”, ma non se ne accorge: gli viene spontaneo poi dopo allungare il viso verso quello del ragazzo, tendere le labbra verso le sue in cerca di un contatto. Ed è allora che Bokuto lo fa: si tende verso di lui, sfregando il naso contro il suo e facendo lo stesso subito dopo con la guancia, sfregandola contro quella dell’altro.
Ed è a quel punto che si ferma, ripetendo il gesto al contrario e poi di nuovo in avanti, piano, un paio di volte.

«Mmh…sei così morbido Akaashi.»

Si sente uno stupido, un’idiota, davvero. La sua faccia è completamente rossa e ringrazia che Bokuto abbia gli occhi chiusi, mentre è letteralmente spalmato contro la sua guancia destra, perché se lo vedesse in quel momento probabilmente morirebbe per il troppo imbarazzo. Sospira, stringendo forte le labbra una tra l’altra e chiude gli occhi, lasciando che il cuore continui a battere veloce nel suo petto. È così frustrante e bello al tempo stesso, Bokuto in qualche modo è davvero…carino.
Lo abbraccia a sua volta, anche se il suo abbraccio è più un appoggiare le mani sulla sua schiena, in attesa che quell’agonia piacevole finisca, o forse no.

   
 
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