Videogiochi > Monster Hunter
Segui la storia  |       
Autore: Sly thefc    08/11/2015    0 recensioni
"Arrivarono lettere d’infiniti dettagli sui luoghi, ma soprattutto dei loro abitanti. Descritti a volte come alati, a volte come enormi, ma sempre come paurosi e possenti, queste creature governavano le terre sconosciute.
I capi si armarono di forza e buona volontà e istituirono delle scuole per cacciatori esperti.
I più bravi erano scelti e mandati insieme sul campo, in missioni pericolose di pura caccia, mentre i più deboli erano scartati e mandati sul campo solo in ricognizione.
La conquista dei nuovi territori ebbe inizio."
Genere: Avventura, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic

Capitolo 8- Ogni giorno, crescendo più forti.

Non sapevo se Marina credesse davvero di potermi battere o se lo facesse come ultimo disperato tentativo. Si muoveva agile, veloce e le sue braccia e gambe sembravano così forti da poter oltrepassare i più difficili ostacoli. La misi alle strette, ma lo ammetto, di filo da torcere me ne aveva dato, e nemmeno poco.
Era al limite delle forze, quando mi lanciò le sue doppie lame. Ne schivai una, ma l’altra mi colpì in pieno volto, lasciandomi una ferita profonda. Liberai i miei venti, che sbatterono al muro lei e le sue armi. Il rumore di quello schianto fu fastidioso e quasi assordante. Diede una botta forte alla testa, che le cominciò a sanguinare.
“È finita, Marina.”
Cominciò a piangere delicatamente e dolcemente. La guardai per qualche istante, finché non prese una delle sue spade e se la conficcò violentemente nello stomaco.
“Io… Noi… abbiamo già vinto.”
E con quel sussurro flebile e malinconico, chiuse gli occhi per non riaprirli mai più. La sua morte, inaspettatamente, mi lasciò un amaro in bocca, un’insoddisfazione terrificante. Non saprei dire se fosse per il modo in cui si uccise o proprio perché non volessi vederla in quello stato. Un sapore che porto con me tuttora. Credo sia per entrambe le cose.

In quel momento provai un’emozione tutta nuova, che sembrava tristezza, ma era più incompiutezza, mi sentivo vuoto. Non riuscii a pensare a nulla, solo al mio dovere da compiere.
Dovevo dirigermi a Haus per annientare tutto il genere umano. Volai veloce cavalcando le mie stesse tempeste, ma quando arrivai, non trovai l’isoletta in mezzo alle montagne, ma una fortezza vera e propria, con armamenti di difesa distruttivi.
Rimasi sconvolto a primo impatto, ma subito dopo fui stupito. Mi sentii così inferiore a loro, che scesi alla piazza centrale e m’inchinai davanti al capo di quelle genti. Notai anche Veit occhi di Roy. Nessuno di loro si mosse. Mi guardai intorno e vidi gli esseri umani con una luce completamente diversa da quella con cui li conoscevo. Non c’era paura, né rabbia. C’era disgusto e potenza, forza interiore. Loro erano così luminosi ed io così spento. Il loro rappresentante prese un foglio tra le mani e lo lesse.
“Seeland. Freddo. Il loro capo. Difendetevi.
Kushala; Daora.”

Io sapevo che in uno scontro a fuoco avrei vinto io. Ma come potevo competere con la nobiltà d’animo di quei due giovani? Semplicemente, non potevo. Avevano previsto tutto davvero e avevano preso tempo per preparare il paese. Marina aveva ragione. Loro avevano vinto.
“Io sono venuto qui con l’intenzione di uccidervi tutti, per i vostri atti osceni contro le mie genti. Eppure ora mi sto inchinando alla vostra superiorità, o meglio, a quella di Laodra Kushala e soprattutto di Marina Daora.”
Dalla folla una voce si distinse, quella di una donna, che si fece spazio tra tutti e, senza paura alcuna, venne davanti al mio cospetto urlandomi dove fosse suo figlio, che cosa avessi fatto al suo splendido Laodra. Mi sentii male. In realtà, lui l’avevo lasciato svenuto, non sapevo che cose ne fosse stato veramente di lui.
Il capo scese dalla sua postazione e mi chiese di Marina.
“Marina è morta combattendo contro di me, mentre aspettava il tempo necessario per preparare le vostre difese. A Laodra non è accaduto qualcosa di differente. E grazie a loro se ora io mi sottometto a tutta Haus, proponendovi un accordo. Se questa battaglia fosse stata mai combattuta, avrei vinto io a mani basse, ma oggi ho perso una battaglia ben più importante, contro l’animo di Marina. Per questo, nessuna delle mie creature, me compreso, attaccherà o invaderà voi e i vostri territori, se nessuno di voi attaccherà o invaderà le mie creature, me compreso, e i miei territori.”
Fu incredibile quanto gli umani chiacchierarono tra loro. Loro avevano solo da guadagnare in termini materiali e per questo il capo accettò senza indugi. Mi rivolsi a lui.
“So qualcosa che lei vuole sicuramente sapere, ma in cambio, voglio portare i nomi dei due nobili con me.”
Mi guardò con occhi tranquilli e interrogativi.
“I loro nomi?”
“Mi chiamerà Kushala Daora, quando avrà bisogno di aiuto e io sarò qua. Questo solo se lei accettasse la mia proposta. Se dovesse rifiutare, di me, non vedrete l’ombra, finché l’accordo durerà.”
La madre di Laodra si arrabbiò a morte. Il nome della sua famiglia sarebbe stato accostato a me. Ma poi, la mia promessa di protezione e anche un po’ di pena nei confronti del suo superiore, la convinsero ad accettare, non prima di avermi dato un monito.
“Portare i loro nomi, non ti renderà nobile quanto loro. Tienilo a mente e promettimi di non scordare mai i loro volti, le loro parole, i loro sorrisi. Puoi utilizzare il nome della mia famiglia.”
“Allora dimmi, Kushala Daora, cos’è che voglio sapere?”
Appena sentii quel nome, posso giurarlo, mi vennero i brividi, come se un fantasma mi fosse passato accanto. Magari, chissà, era l’addio di Marina.
“Non so quanto io abbia il diritto di dirlo, qui e ora. Keura non ha sentito niente. Non ha sofferto, si metta l’anima in pace, non è stato lei ad ucciderlo.”
Rimase spiazzato e cadde a terra, piangendo. Non erano le lacrime che rigavano il volto dei cacciatori i cui compagni erano appena morti. Erano differenti, liberatorie. Dopo quel pianto, giuro di averlo percepito più leggero.

“Portami almeno dal suo corpo, se non è stato dilaniato dalle tue spade.”
Mi disse solenne il padre di Laodra. Scongelai il mare e col vento trainai un traghetto, trasportante la famiglia di Laodra e il rappresentante, verso Seeland. Non sapevo dove potesse essere il prodigio, quindi, li condussi dove doveva essere il corpo di Marina, ma questo non c’era. C’era il suo sangue sul muro e una lunga scia di questo. Il suo corpo era stato mosso. Sentii un ramo scricchiolare e mi voltai. Vidi un ragazzo coperto di sangue e non ci misi molto a capire chi egli fosse. I suoi genitori erano rimasti indietro, non li vide inizialmente e per questo mi corse incontro, senza armi, senza niente con cui difendersi addosso pregandomi in ginocchio di ucciderlo. Appena sentirono le sue urla, i suoi genitori si precipitarono da lui.
“Cosa ci fate qui? Scappate! Questa creatura è più pericolosa delle altre! Dovete correre via, io lo tengo occupato!”
Sua madre lo avvicinò e gli carezzò una guancia, dicendogli “è pace, Lao, come hai sempre voluto”.
“Pace?! Non può esistere pace! L’ha uccisa, li ha uccisi tutti!”
Arrivò anche il comandante, che subito chiese dove fosse Marina.
Laodra scoppiò a piangere, gridava, sbatteva i pugni per terra, impotente.
“Intendi il suo corpo forse. È morta! L’ha uccisa questo bastardo! E voi chiedete la pace!”
“Lo so bene, sì, intendevo il suo corpo.”
Intervenni.
“L’ho chiesta io la pace. Il tuo paese era pronto a difendersi, ma contro di me non ce l’avrebbe fatta. Ma dato che Marina aveva sacrificato se stessa per prendere tempo, ho deciso di sottomettermi al suo coraggio.”
“Ti sottometti perché non sarai mai come lei!”
Ed io come potevo dargli torto?

Il capo mise la mano sopra la spalla del giovane, cercando di calmarlo e chiedendogli di portarli da lei e il ragazzo ubbidì.
L’aveva cosparsa di fiori viola e bianchi, lasciando scoperti il viso sfregiato e le braccia. Vederla in quello stato così indifeso e puro allo stesso tempo distruggeva.
Non avrei mai potuto rovinare quella pace che sembrava circondarla, così decisi di fare per lei e per il suo popolo, un ultimo atto di gentilezza.
“Penso che lei debba rimanere qui. Seeland è vostra.”
Laodra si avvicinò a me affranto e disperato.
“Tutti questi atti caritatevoli nei nostri confronti non riporteranno indietro tutte le vittime del tuo ego! A quale scopo fai tutto questo?”
“Sto cercando di andare avanti, Laodra. Voglio crescere, ogni giorno, sempre più forte.”
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Monster Hunter / Vai alla pagina dell'autore: Sly thefc