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Autore: LiliFantasy    08/11/2015    2 recensioni
[ATTENZIONE: FIC IN COMPLETA E RADICALE RIVISITAZIONE]
Dal prologo:
Angeli. Creature potenti e misteriose. Buone e generose. Alcuni timidi...altri piú estroversi.
Diciamo che sono permessi i matrimoni tra angeli, c'è uno ad esempio che mi fa il filo da quando quella stupida di Eva mangió la mela...
Ma, amore tra mortali e angeli...mhm...
...L'ultima volta che degli angeli si sono innamorati degli umani decidendo di aiutarli, sono stati scagliati giú dal cielo... 
***
Ogni persona ha un angelo custode. Gli angeli sono creature misteriose che vivono tra di noi sotto forma di umano, facendo di tutto per aiutare il proprio protetto.
La regola principale?
Non innamorarsi.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castiel, Dolcetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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// CAPITOLO ANCORA NON REVISIONATO \\






CAPITOLO 11

FONTE DI EMOZIONI



Il mio piccolo cervello in quel momento era stramazzato a terra, ridendo di pura gioia (o pura follia): le lezioni erano finite...e quello voleva dire...SI ESCE DA SCUOLAAA!!!
Presi la cartella, ficcandoci dentro l’astuccio e un libro a forma di mattone, che pesava come un mattone.
Poggiai il tutto sul banco, pensando che sarebbe stato più facile da tirare su...mi sbagliavo:
Afferrai saldamente la tracolla, tirando con tutte le mie forze, ma più tiravo più sentivo le mie braccia cedere sotto tutto quel peso...e più le mie braccia cedevano, più mi innervosivo, pentendomi di aver portato con me anche l’elenco delle formule magiche (sì, perché Dio mi aveva ovviamente fatto comparire un libro angelico nella borsa, così da farla diventare più pesante...ovviamente!)
Cominciai a fere leva sulle gambe, per riuscire almeno ad appoggiare quell’incudine sottoforma di borsa sulla spalla.
-Serve una mano?- sentii dire. Alzai lo sguardo.
Rosa aveva appena afferrato il suo zaino, mettendoselo in spalla a rallentatore come in quelle pubblicità di borse, in cui ragazze e ragazzi dal fisico perfetto e vestiti da perfetti campagnoli si caricano in spalla borse e borsette luccicanti, facendo vedere quanto sono fortunati, belli, felici...e LEGGERI...
Tipo la pubblicità della mozzarella: oh la mozzarella, una gustosa bontà! Mhmm...(ironicamente parlando)
Ma non era Rosa colei che aveva pronunciato quelle parole, ma bensì il mio compagno di banco, che se ne stava appoggiato allo stipite della porta con un ghigno sul viso.
Siccome non era difficile notare che il tizio si stava trattenendo con tutte le sue forze dal ridere, decisi di cedere a Mr. Orgoglio seguendo la strada del “chi fa da se, fa per tre”.
Negai con un mugugno, appoggiando le mani sotto alla borsa e tirandola su come si tirano su i bebè.
La presi in braccio e, ondeggiando a destra e a sinistra per il troppo peso, raggiunsi Castiel.
-Rosa- sussurrai.
Lei si avvicinò a me correndo...ma non per aiutarmi, anzi, mi diede un bacio sulla guancia per poi superare il rosso, uscendo dalla classe.
-Dopodomani c’è la sfilata!- gridò -Devo assolutamente prepararmi!!- e detto questo scappò via.
Castiel tornò a guardarmi con quel suo sorriso sghembo, incrociando le braccia al petto -Bene, allora andiamo- si voltò e uscì dall’aula, aspettandomi a qualche metro di distanza con uno sguardo di sfida.
Peccato che io avevo pensato solo ad accettare la “sfida” di Castiel e non al fatto che avrei dovuto portare quel coso fino a casa...sì, sono un’idiota.
“Ah, questo è sicuro!”
Deglutii -E-ecco- feci qualche passo traballante. Riuscii ad arrancare verso la porta e stavo anche per uscire, quando un ciondolo fatto a forma del simbolo della pace, ovviamente applicato alla mia borsa da Mr. Hippy (Dio), si agganciò alla maniglia della porta.
Entrò in atto una specie di effetto fionda: il ciondolo agganciato alla maniglia si allungò poiché era fatto di gomma, per poi spingermi all’indietro, facendomi inciampare e sbattere la schiena contro la porta dietro di me.
Caddi a terra con un gemito di dolore.
Castiel assunse un’espressione preoccupata. Si accucciò accanto a me -Ti sei fatta male??- chiese togliendomi la tracolla di dosso, che essendosi schiantata sul mio petto mi impediva di respirare.
-N-no- risposi insicura. Feci per sollevare la schiena, ma un forte dolore mi fece urlare e ricadere all’indietro.
Il ragazzo storse la bocca, per poi cominciare a ridere -Che ti ridi?!- ringhiai tra smorfie di dolore.
-E’ che ahaha...sei così tonta!-
Sgranai gli occhi -Cosa????!!-
-Se ti fossi fatta aiutare non saresti caduta...sei proprio idiota!- disse ricominciando a ridere.
-E tu invece sei tanto meglio!- risposi ironica, tentando nuovamente di alzarmi invano.
-Vedi?- disse ancora, alzandosi da terra.
-Vedi cosa?- chiesi stanca di quella conversazione.
-Non è più facile dire “Mi aiuti per favore, Castiel?” invece di fare la stupida?-
Ero tentata di rispondere “non sono stupida, brutta idiota!”, ma decisi di arrendermi...tanto non ce l’avrei mai fatta ad alzarmi da sola -Castiel- lo chiamai -Mi aiuti per favore?-
Lui sgranò gli occhi, indietreggiando spaventato -Non ci posso credere!! Tu che dici “Castiel” e ”per favore” in una stessa frase?! Non me lo sarei mai aspettato!-
Sbuffai -Tu mi hai chiesto di dirlo e io l’ho detto-
Ghignò -E se ti dico “baciami”, tu mi baci?-
Sobbalzai -Eh?!-
-Scherzavo- rispose sorridendo. Mi afferrò la mano, tirandomi in piedi.
Quel movimento, però, mi provocò un forte dolore proveniente dal fondoschiena, zona osso sacro. Inconsciamente un piccolo gridolino mi uscì dalle labbra.
-Ti fa davvero così male?- chiese tornando serio.
-No, no...posso camminare da sola non preoccuparti- e tornai dritta, sopportando le fitte senza dire nulla.
-Dai! Si vede che stai soffrendo! Sei veramente un’idiota!!- esclamò arrabbiato.
Mi voltai verso di lui -Non è vero, Castiel. Sto bene-
Roteò gli occhi -Tu vieni a casa da me- rispose, prendendomi per mano.
-Cosa?? No! E poi perché a casa tua?- chiesi perplessa.
Sorrise malizioso -Ti ricordi quando eri scappata da quell’ospedale? E da allora che dovevi venire a casa mia...e mi devi un debito. Non fare storie- intrecciò la mano alla mia, stringendola forte.
Il mio cuore saltò un battito, aumentando progressivamente la velocità.
Le mie guance si imporporarono. Sentivo una strana sensazione nascermi nel petto, una sensazione che – giuro – non avevo mai provato in vita mia...ma la cosa che mi impauriva di più era il fatto che mi piaceva...
“Angel”
Provai a liberarmi dalla sua presa, ma senza successo -Non.fare.Storie- replicò indurendo lo sguardo.
Sospirai e mi feci guidare fino fuori dal liceo. Mi accompagnò alla sua moto, aiutandomi a salirci sopra. Poi mise in moto e partì.
Mi aggrappai a lui non appena sentii il rombo della moto e il vento nei capelli. Ero terrorizzata, ma cercai ugualmente di non darlo a vedere...quello era l’unico mezzo di trasporto e non potevo certo costringerlo ad andare a piedi lasciando la sua amata moto lì...
Dopo dieci minuti arrivammo davanti ad una villetta a due piani tinteggiata di grigio.
Il cancelletto era ad apertura elettrica e, una volta aperto con l’apposito pulsante, vi ci entrò dentro parcheggiando la moto sul viottolo.
Scese dall’attrezzo infernale avvicinandosi a me, mi prese le mani facendomi discendere con molta cautela.
Poi, sempre tenendo la sua mano stretta alla mia, si avviò verso il portone d’ingresso, inserì le chiavi nella toppa ed aprì la porta.
Avevamo ancora le mani intrecciate ed io ero sempre più paonazza.
“Angel, è importante”
Cominciai ad ispezionare l’ambiente, che a prima vista sembrava normalissimo...ovviamente era normalissimo per gli esseri umani...ma non per me.
Era una bella casa, ampia, grandi finestre...un po’ come in quei cataloghi di mobili.
Una casa perfetta per i mortali ma, ripeto, non per me.
Riuscivo perfettamente a sentire forti emozione aleggiare nell’aria. Emozioni potenti ma malvagie, emozioni che solo una creatura poteva emanare...
No Angel, non pensare subito al peggio...solo ottimismo.
Peccato che di ottimismo ce ne voleva davvero tanto per togliermi quella brutta idea di testa.
Quella che era zompata nel mia testa appena ero entrata in quella casa...era l’unica spiegazione...ma anche la peggiore.
E tutte quelle idee supposizioni facevano crescere in me solo un pensiero: ero arrivata troppo tardi.
Castiel mi fece accomodare sul divano, poi divise le nostre mani dirigendosi in cucina per preparare il pranzo.
Ero preoccupata e mi sentivo in colpa, ero felice di essere lì (strano a dirsi) ma avevo paura, paura di non riuscire a proteggere Castiel, perché quello era un peso troppo grande da portare per me.
...Prima o poi sarei caduta.
Dopo qualche minuto decisi di alzarmi, ero stanca di restare seduta su quel divano freddo in quell’ambiente primo di emozioni...(no, di emozioni ce ne erano pure troppe, ma mi facevano drizzare i peli sulle braccia).
Poggiai una mano dietro la schiena. A quel contatto, un brivido che alloggiava sulla mia schiena cominciò a ballare la samba, salendo e scendendo lungo la spina dorsale.
Recitai a bassa voce una delle Preghiere Angeliche per dolori muscolari, che funzionava un po’ come quella pomata dei mortali...Viamal trauma gel.
Appena mi fui alzata, il dolore era scomparso...lasciando il posto ad una paura che non credevo di riuscire a provare più da quel giorno.
Castiel era ai fornelli, perso ancora una volta nei suoi pensieri.
Non mi andava di leggergli nella mante, ognuno ha i propri segreti...ed era meglio rispettare la legge sulla Privacy...
Mi avvicinai a lui senza l’uso di alcun potere. Una volta arrivatagli accanto, gli toccai lievemente la spalla, facendolo sobbalzare per lo spavento.
-Non mi avevi sentita arrivare?- ed ecco un’altra domanda scema...ovvio che non mi aveva sentita arrivare, altrimenti il suo cuore non starebbe battendo così velocemente...
...Ma...aspettate un attimo...perché in questo momento riesco a sentire i battiti del suo cuore??
Abbassai lo sguardo sulla mia mano, appoggiata delicatamente sul petto del ragazzo.
COME CAVOLO HO FATTO AD APPOGGIARGLI LA MANO SUL CUORE SENZA RENDERMENE CONTO???
La tolsi istantaneamente, abbassando lo sguardo.
Non riuscivo a non pensare a cosa avevo fatto, né avrei potuto dimenticare la faccia del ragazzo, diventata rossa fino alle punte delle orecchie.
Sentii il sangue salirmi verso le guance. L’unica cosa che mi rimaneva da fare era prepararmi al meglio per la mia imminente peperonizzazione.
 
POV CASTIEL
Non potevo credere a quello che stavo provando.
Angel se ne stava seduta sul divano dietro di me, mentre io sorridevo come un ebete solo ripensando al fatto che lei era a casa mia...già, sono proprio un idiota.
Cercai di concentrarmi sull’acqua che avevo messo a bollire, ma era tutto inutile...quello stupido sorriso continuava a farmi capolino sulle labbra.
Alla fine mi arresi, lasciandomi trasportare da quel vortice di pensieri che stavano facendo la fila nella mia mente...
Ad un tratto comparve l’immagine di Angel davanti ai miei occhi...i capelli neri come la pece che ondeggiavano al vento, i suoi occhi gialli e azzurri risplendevano alla luce del sole...il suo viso così perfetto e così...
Ma quel sogno ad occhi aperti, così come tutti i sogni, sparì, portato via da una strana sensazione...come se qualcuno mi avesse appena toccato la spalla...
Sobbalzai...in effetti...qualcuno mi aveva appena toccato la spalla...e, siccome eravamo in due in quella casa, quella persona era Angel.
Mi voltai verso di lei -Non mi avevi sentita arrivare?- chiese, appoggiandomi una mano sul petto. Trasalii a quel contatto, diventando completamente rosso.
Il mio cuore aumentò i battiti...e cominciai a sentire una strana sensazione allo stomaco...
Possibile che io mi stia...

POV ANGEL
Scossi la testa, ignorando l’imbarazzo che stava prendendo possesso di me. Mi scostai da lui.
-Io vado a farmi un giretto...se mi cerchi, sono sopra...- dissi avvicinandomi alla rampa di scale a chiocciola che mi avrebbe portata al piano superiore.
Sentii Castiel annuire e tornare poi a sminuzzare il basilico.
Cominciai a salire, trovandomi pochi secondi dopo davanti ad un corridoio illuminato solo dalla luce fioca che proveniva dalle finestre coperte da tende opache.
Cominciai a tastare il muro come un’idiota, in cerca dell’interruttore.
Lo trovai poco dopo – indovinate – sulla parete opposta a quella che stavo “analizzando” (ma guarda un po’!)
Una volta accesa la luce...il mondo divenne più chiaro e più felicemente luminoso.
“Qua ci starebbe molto bene un coro di angeli...o un coro di Me...per cui o canti tu, o canto io, il che non sarebbe male...eheh”
-Qualsiasi cosa, ma non cantare!- esclamai impaurita.
“Il mio canto è magnifico!!...Comunque...” si schiarì la voce “Dobbiamo parlare di...ehm...di te e del ragazzo”
-No, ora non posso-
“Subito!”
-No, ora non posso...ne parliamo appena torno a casa-
Non diedi al mio interlocutore il tempo di rispondere e aprii una porta a caso, in un millisecondo...
Ok...sturalavandini, mattonelle bianche, water, carta igienica...questo è sicuramente il bagno...
“Tu entri in una casa e la prima porta che apri è...il bagno! Complimenti! Bella scelta”
-Non sapevo che fosse il bagno!- mi difesi, richiudendo la porta dietro di me.
La mia seconda scelta ricadde su un’altra porta...del tutto uguale alla prima...
La aprii...
-Uhm, interessante...è la camera di Castiel...vediamo cosa riesco a trovare...- sorrisi -Dai Angel, mettiti al lavoro-
“Devo ritenermi fortunato di avere una figlia che parla da sola??”
-Assolutamente- risposi entrando nella stanza.
La sua camera era ampia ma, come tutti gli altri luoghi della casa, anonima.
Beh sì...c’erano poster sul muro, calzini sporchi a terra e oggetti che neanche volevo sapere cosa fossero o a cosa servissero...ma per quanto riguarda foto e tutte le altre cose che la maggior parte dei liceali tengono nella loro camera...neanche l’ombra.
Attivai i miei sensi di angelo (tipo quei supereroi che combattono il crimine e vengono acclamati dal popolo...beh, non mi dispiacerebbe un po’ di fama...)
“Angel...tu sei un angel! Ahaha...l’hai capita?? Angel tu sei un angel...ahaha! Ehhh? L’hai capita? Ehhhh?”
Sentii una forte fonte di emozioni positive posta dietro di me, forse accanto alla porta d’ingresso...
Mi voltai lentamente, cominciando a squadrare la parete in cerca dell’oggetto che irradiava quei sentimenti.
Posai la mano sulla maniglia, appoggiandomi ad essa e ricominciando a cercare l’oggetto, anche se fosse stato solo una pantofola.
Mi scostai dalla porta per controllare nel assetto di un mobile e, nel farlo, intravidi in un angolo una specie di casetta...e dall’entrata sbucava una corda ricoperta di pelliccia nera (ok, era una corda un po’ strana...) allungai una mano in avanti e chiusi gli occhi per concentrarmi.
-E’ da quel coso che proviene l’energia positiva...Ah! Deve essere sicuramente quelloo!- esclamai entusiasta della mia genialità.
“Ma la smetti di parlare da sola??”
Mi slanciai in avanti per raccogliere quello strano oggetto, buttandomi a terra, e lo afferrai, stringendolo...
-Hey ma...è...è morbido- notai, palpandolo -Chissà che cos’è...-
“Già, chissà che cos’è...MA LA SMETTI DI PARLARE DA SOLA?? SEMBRI UNA DEFICIENDE SCHIZZATA! Ed infondo è quello che sei...MA SEMBRI COMUNQUE UNA DEFICIENTE SCHIZZATA!!”
-Stai zitto tu!- risposi digrignando i denti...poi emisi un ringhio.
“Perché hai ringhiato?”
-N-non lo so...ma ho una strana sensazione...come se non fossi stata io a ringhiare...-
“Ma se non sei stata tu chi può”
Il Signore fu interrotto da un nuovo ringhio, molto più forte e spaventoso...proveniente da...dietro di me.
L’oggetto peloso che tenevo stretto tra le dita si mosse, sfuggendomi di mano...
Mi voltai -Ma che cos- la voce mi si bloccò in gola...deglutii.
-Oh-oh- mi trovavo davanti ad un muro peloso e nero...sollevai lo sguardo -Oh-oh- replicai come un disco rotto. Una goccia di bava mi cadde sulla fronte.
Sbiascicai un aiuto, indietreggiando e cercando di rialzarmi allo stesso tempo.
Sbattei contro la porta, che si chiuse...non avevo vie di fuga...
Il mostro, che conoscevo bene per un motivo preciso, mi si avventò contro, cominciando a........leccarmi la faccia...
“Ohh...ahaha!”
-Smettila di...di ridere!!- cercai di togliermi Demon di dosso, ma in quel momento era come un gigante in confronto a me...
Quando sentii che un po’ delle sua bava, colando, mi aveva raggiunto la schiena (dove alloggiavano le mie amate ali che, anche se erano invisibili...c’erano) lanciai un urlo.
“Sei ancora così gelosa delle tue ali?”
Grugnii contro il cane -Te lo dico gentilmente...per favore cucciolone adorato potresti togliere le tue bellissime zampotte dalla mia faccia??-
Vedendo e sentendo che il cane, al contrario di quello che gli avevo chiesto di fare, stava cominciando a mangiucchiarmi le dita delle mani, cacciai un altro urlo più potente del primo (chi ha mai avuto le proprie mani sul menù di un cane, potrà capire che dolore stavo provando).
 
POV CASTIEL
Stavo preparando la pasta al pesto...e in quel momento ero intento a tritare una manciata di pinoli, quando sentii Angel urlare.
Mi aveva preso così alla sprovvista, che persi l’equilibrio finendo a terra insieme a tutti i pinoli...
Mugugnai, arrabbiato per aver fatto finire a terra la mia opera d’arte (che poteva essere definita in tutti i modi, tranne “opera d’arte”) e mi alzai di scatto, ignorando il macello che quella mia caduta aveva provocato alla cucina e corsi verso il piano di sopra, rischiando di inciampare sui gradini e rompermi l’osso del collo giusto un paio di volte...
Aprii la porta della mia camera...e quello che vidi mi lasciò di stucco (ed è dire poco)...
-Ciao Castiel!- esclamò Angel, salutandomi con uno mano sanguinante.
Corsi verso di lei, afferrandole la mano -COME DIAVOLO HAI FATTO A FARTI QUESTE FERITE???- chiesi urlando.
-Ah...ehm...- cominciò a balbettare fasi senza senso, poi vidi il suo sguardo illuminarsi e guardarmi fiera di sé -Mi sono chiusa la mano nella spillatrice!- e mi indicò l’attrezzo sulla mia scrivania.
-Non so come puoi anche solo PENSARE che io creda ad una scemenza simile!!- esclamai nero di rabbia -Chi cerchi di proteggere?- chiesi serio.

POV ANGEL
Non sapevo davvero quali pesci pigliare...mi sarei sentita in colpa se avessi rivelato che ero stata morsa da Demon...ma non potevo fare nient’altro.
-Demon- risposi abbassando lo sguardo, come fossi una bambina che viene sgridata dalla madre.
-Cosa Demon??-
-Mi ha morsa...è stato Demon-
Lo vidi rabbuiarsi in volto e assumere un’espressione differente...come di tristezza.
-E’ stato lui a morderti?- chiese come se non avesse sentito quello che avevo appena detto, cercando conferma nei miei occhi.
-Sì...ma non è nulla di grave...è tutto a posto!- risposi sorridendo...ma lui non poteva sapere che avevo l’abilità di guarire dalle ferite con una sola parola...
Alzò lo sguardo, osservando intensamente la mia mano, che intanto continuava a sanguinare -Cosa vuoi che gli faccia?- chiese intristendo ancora lo sguardo.
E solo allora, osservando quei suoi occhi, capii...
Ecco perché da Demon proveniva quella fonte di positività...era Castiel che la trasmetteva al cane...
Quindi Demon (indipendentemente dal nome che gli aveva dato quello sciagurato) era una fonte di amore...
Gli appoggiai una mano sulla guancia, sollevandogli il viso.
Lo guardai dolcemente e lui arrossì -Non è niente di grave...e tu non punire Demon, non voleva farmi male- tolsi il palmo dalla sua guancia, liberando la mia mano ferita dalle sue -Una fasciatura e torna tutto a posto-
Mi allontanai da Castiel, abbassandomi per accarezzare Demon che nel frattempo si era rintanato nella cuccia, poi uscii dalla camera.
...Tanto sapevo già dov’era il bagno...
 
POV CASTIEL
Volevo che Angel fosse una brutta persona...lo volevo con tutto il cuore...
Volevo odiarla...avrei voluto tante cose, ma in particolare una:
Avrei voluto non innamorarmi di lei...
Se fosse stata una persona malvagia tutto quello che stavo provando non l’avrei provato e avrei tranquillamente potuto rispettare il mio impegno di stare lontano dalle storie serie...ma purtroppo lei è perfetta.
Avevo giurato di non innamorarmi mai più...ero diventato un'altra persona, con un carattere completamente diverso da quello che avevo anni prima...e mi ero promesso che quello che era successo con Debrah non si sarebbe ripetuto...ma, purtroppo, ho incontrato lei.
Dopo qualche minuto cominciai a sentirmi scemo...
Perché in quel momento, invece di farmi complessi esistenziali, non ero con lei ad aiutarla a fasciarsi la mano??
Scossi la testa, dirigendomi verso il bagno.
 
POV ANGEL
Afferrai il libro delle preghiere angeliche. Andai all’indice, scorrendo con il dito in cerca della formula giusta.
-Mhm... “Riparare le ossa”, “Riparare le unghie"...bla bla bla...Eh? “Sputare un dito"??-
“Cosa??”
-Qua c’è scritto come...sputare un dito!-
“Un...dito??”
Perplessa, cominciai a leggere  -Mettere una mano sullo stomaco e allo stesso tempo infilare un dito nella gola e...oddio!...Meglio se mi concentro sulla formula che serve a me...-
“Già...”
-Mhmm...Ah! “Far scomparire le ferite"-
“Ok, bene...ora fai “scomparire” quella ferita ed esci dal bagno”
Annuii, appoggiandomi la mano addentata da Demon sulle gambe. Mi sedetti a terra per stare più comoda.
Ormai ero diventata esperta e, dopo aver trasformato per sbaglio la mia mano in un cocomero (ma solo per due volte), riuscii a far sparire le ferite e a fasciarmela appena prima che Castiel venisse a bussare alla porta.
-E-ecco un attimo!-
Mi alzai con un balzo felino (talmente “felino” che diedi una capocciata al lavandino...ah! Fa pure rima! Potrei scriverci una poesia...)
Aprii la porta, trovandomi davanti un Castiel versione preoccupata (di questi tempi succede molto spesso...strano vero?).
Lui si spostò di lato per farmi passare -Grazie- sussurrai.
Chiusi la porta dietro di me e sorpassai il rosso, dirigendomi in cucina.
-Angel- esordì appena raggiunsi le scale. Mi voltai verso di lui, aspettando che continuasse. Sospirò e si avvicinò a me.
Le mie guance si imporporarono quando posò delicatamente una mano sulla mia spalla, guardandomi dritto negli occhi.
Sentii il mio cuore aumentare i battiti. Non ero mai stata così prima di allora...
Non avevo mai provato quella sensazione provocata dall’aumento della velocità cardiaca...
“Angel...non farmi pensare quello che non voglio pensare..."
Non avevo mai provato quella strana sensazione allo stomaco...
"Angel...tu non stai disubidendo a quello che penso io, vero??...Angel!...ANGEL! MI STAI ASCOLTANDO??"
Quei meravigliosi occhi...quella bocca così vicina alla mia. Il suo respiro mi accarezzava le labbra. Il suo profumo mi inebriava...
"SEI UN ANGELO! HAI DELLE REGOLE DA RISPETTARE...TORNA IN TE!...TU SEI UN ANGELO!!"
Temetti che il mio cervello stesse per scoppiare con tutte quelle grida del Signore...ma non riuscii a distogliere lo sguardo da quei bellissimi occhi, da quel bellissimo viso...
“Angel! Stai disubbidendo alla regola più importante! Torna in te! Corri via da quella casa e da quel mortale...ti assegnerò un altro protetto!”
Scossi la testa, continuando a guardare Castiel...fino a che non mi resi conto che la distanza fra noi era quasi scomparsa...
 
POV CASTIEL
Non volevo soffrire ancora...non volevo innamorarmi di nuovo...
Tutte quelle mie convinzioni stavano svanendo, così come stavano svanendo i centimetri che mi distanziavano da quelle labbra...così belle e tentatrici...
Non potevo aspettare ancora, continuando a rispettare quelle convinzioni e quelle regole che non volevo rispettare...in quel momento volevo solo baciarla.
Quando tornai in me un solo pensiero mi oltrepassò la mente:
MA QUANTO SONO CRETINO DA 1 A 1000, ESCLUSI I PRIMI 999???
Ma che cavolo sto facendo?? Angel penserà che sono un maniaco...un deficiente...un maniaco!!
Aspettate...mi sono perso qualcosa...DA QUANDO IN QUA MI PREOCCUPO DI CIO’ CHE GLI ALTRI PENSANO DI ME???
 
POV ANGEL
No, no, no...non doveva finire così...io ero un angelo...io...
Non sapevo più cosa pensare...Castiel...non poteva volere ciò che stava dimostrando di desiderare...
...lui non poteva volere...me!
Nonostante tutti i buoni propositi che avevo da quando tolsi l’apparecchio, buttai gli elastici per codini e mi laureai in “Angelica protezione dei mortali” diventando un Angelo a tutti gli effetti e giurando di mantenere le 10 regole fondamentali degli angeli...io volevo quelle labbra...
Mi sentivo attratta da quegli occhi che mi fissavano magnetici.
E io che avrei fatto??
Avrei chiuso anche i miei, abbandonandomi a quella forza maggiore che mi attirava alle sue labbra...
...Oppure avrei ascoltato le urla di Dio, scappando da quella casa e da quel ragazzo??
Ma, proprio quando stavo per riflettere seriamente sulla possibilità di ricambiare il gesto o meno...venni interrotta dall’inaspettato...

*ANGOLO DELLA SCRITTRICE*
Hey!! Ciaooo!
Come state miei cari? Bene?? Ohh che bello! (?)
Ed ecco il nuovo capitolo...eh già.
E sono felice perchè tra due cap. arriverà il Capitolo X!! So che non ve ne importa un fico secco di questa storia del Cap X...ma mi entusiasma dirlo...e mi fa sentire un agente segreto: "Hey, tra poco arriverà il Capitolo X. La mia squadra è pronta per agire" Ahahaha *ride come una pazza isterica* (?)
Questo capitolo, come avrete potuto notare, è incentrato sulla "relazione" tra Castiel e Angel...che anche io reputo essere due stoccafissi.
In questo capitolo più che mai risultano mezzi tonti ed ingnorano i loro sentimenti come deficienti. Questa storia, comunque, si dilungherà (sì, dispiace anche a me) per molti altri capitoli...
Vi dico solo che ho già ideato una specie di fine...sì, proprio la fine finissima di tutta la storia, ma arriverà tra molto mooolto tempo...
Ok! Qui tutto bene Roger...passo e chiudo!
*Si mette gli occhialetti da aviatore, controlla che tutte le cinghie del paracaduete siano a posto, per evitare spiacevoli inconvenienti, e si butta dall'aereo urlando come una pazza appena evasa dal manicomio*
 
 
   
 
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