09/11/2015
2 recensioni- Questa storia partecipa alla challenge "Diamo visibilità a chi non ne ha", indetta sul forum di Efp
"I'd never let anybody hurt him."
[Arthur; 1x02]
Arthur Watson non perde il controllo. Mai.
Arthur osserva, Arthur ragiona. Arthur tratta con alcune persone e ne truffa altre, ma Arthur non perde il controllo.
A meno che non si tratti di Dashiell.
Le parole di Vega gli risuonano ancora in testa - 'Se uccidi lui, uccidi Dash', gli ha detto, e lui sa che ha ragione. Anche se quell'uomo gli ha appena mostrato un dito di suo fratello come prova che è ancora vivo. Arthur cerca di non pensare al dolore che Dash deve aver provato, alla paura che deve avere addosso. Perché lui è il gemello buono, quello che non è abituato a sopportare tutto il marcio che c'è in giro. Ha sempre cercato di tenerlo al riparo dal mondo, Arthur, di proteggerlo dalla sofferenza e dall'angoscia che aveva vissuto per troppo tempo nelle sue visioni. Ma non può competere con la voglia del fratello di fare del bene; ha sempre avuto l'idea di poter salvare qualcuno con le informazioni che gli arrivano con la stessa intensità di pugnalate dritte al cervello. Non è mai riuscito a convincerlo del fatto che meritano di usare il dono che hanno per loro stessi, una volta tanto.
"Adesso conta solo Dash."
Lo dice guardando Vega negli occhi, e sa che finalmente lei ha capito. Ha capito che è pronto a morire per salvare una delle uniche due persone che nella sua vita contano veramente qualcosa.
Ho letto pareri contrastanti su questa serie, ma devo dire che a me non dispiace. E che adoro Arthur e il suo rapporto con Dash.
Quindi eccomi qui, con uno di quei momenti introspettivi che ogni tanto mi vengono in mente - perché io nell'introspettivo ci sguazzo felicemente, purtroppo per voi.
Ovviamente, questa schifezzuola va inserita nella 1x07, nel punto in cui Arthur parte per la sua missione suicida nel tentativo di dare alla polizia il tempo di trovare Dash. E il titolo viene dalla canzone 'It's alright' di Fractures.
Bon, ora vi saluto, ringraziando anticipatamente chiunque leggerà, commenterà e/o inserirà la storia in una delle tre liste.
Alla prossima,
Dada.