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Autore: BrokenSmileSmoke    09/11/2015    1 recensioni
Sequel de "L'Amore È Una Lotta".
Dopo l'incidente, Yumi ed Ulrich hanno voglia di tornare ad una vita normale, cercando di dimenticare tutto quello che è successo fino a quel momento.
Ma è solo l'inizio dei loro problemi: il ritorno di una delle maggiori cause delle paure e dei traumi di Yumi mette a dura prova il loro rapporto, assieme ai fantasmi del passato di Ulrich.
"«Cosa significa?»
«Tranquilla, Yumi. Noi staremo sempre insieme, perché il nostro Amore non è destinato a finire.»
"
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore è una lotta '
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Capitolo BASE L'amore è per sempre
L'Amore È Per Sempre
Capitolo 6
Stand by Me
«Se vuoi puoi restare.»
Ulrich rimase sorpreso. Lo stava dicendo per davvero?
Sorrise.
Prima o poi sarebbe impazzito a causa di quella ragazza.
Nonostante la gioia aveva ancora un dubbio dentro di sè.
«Ne sei sicura?» osò domandare.
Non voleva che Yumi si potesse pentire in futuro della decisione presa, ma non voleva nemmeno farle cambiare idea.
Voleva restare, ma allo stesso tempo pensava che era meglio andarsene per farle avere una vita migliore.
Era in bilico.
La mora annuì, seppur ancora insicura.
Ad Ulrich gli si illuminò il volto.
La abbracciò e la baciò, e nella mente gli balenò un pensiero.
Da quel momento avrebbe smesso di fare cazzate, glielo doveva.
Se l'avesse delusa di nuovo, non se lo sarebbe mai perdonato.

-Segreteria telefonica di Ulrich Stern, lasciate un messaggio dopo il bip..-
«Ulrich, sono Sissi. Volevo dirti che sono fuori, chiamami appena senti il messaggio. Ah, e se stai andando a casa.. Sai già dove sono le chiavi, io sono al centro commerciale.» disse la ragazza per poi spegnere il cellulare e sedersi su una panchina, aspettando William.
Si erano dati appuntamento in quel luogo sapendo che solitamente gli studenti del Kadic, a quell'ora, non girovagavano in quel posto.
Dalla lontananza notò una ragazza che le si avvicinava.
Aveva i capelli biondi ed era un po' bassa.
Quando questa era a pochi passi da lei, il suo volto le sembrò famigliare.
«Ciao Elizabeth» salutò la ragazza.
Sissi la guardò stranita.
«Sono Laura Gauthier, eravamo compagne di classe al primo anno» sbuffò.
«Ah, certo.»
«Per sbaglio prima ti ho sentita mentre parlavi con Ulrich. Ulrich Stern, vero?» domandò, ma senza lasciarle il tempo di rispondere «Immagino che voi state insieme, nonostante l'accademia lo vieti.. Vi vedete ogni giorno.»
La mora la guardò sorpresa e infastidita.
Davvero quella Laura pensava che lei ed Ulrich, per giunta suo fratello, stessero insieme?
Decise di continuare il discorso.
«E con questo a cosa vorresti arrivare?»
«Beh, vedi, io so anche che Ulrich e William sono migliori amici, quindi tu obbliga William a stare con me ed io non dirò a nessuno il vostro piccolo segreto..»
A quell'affermazione sul volto di Sissi si celò un velo di fastidio.
Quella ragazza aveva qualche problema mentale, ne era certa, e poi la sua richiesta non aveva senso.
Il fatto che volesse William era la cosa che più la faceva infuriare.
La guardò come se fosse un'anima in pena.
«Tu devi essere pazza, cosa ti fa pensare che io accetti?»
Laura sorrise maleficamente.
«Ti do tempo fino alle nove di domani, e se non mi dirai nulla.. Ops, sarai espulsa» disse con strafottenza «Il tempo scade..» fece l'occhiolino, e si allontanò.
Sissi rimase perplessa.
Bella figura di merda che farai, pensò.
Non avrebbe fatto proprio nulla.
Di certo non era stupida, e di buttare William tra le braccia di un'altra non ne aveva voglia.
Il fatto che Laura pensasse che c'era qualcosa tra lei ed Ulrich non le faceva ne caldo ne freddo.
Ma in tutto quello c'era davvero qualcosa di negativo: Laura era riuscita ad origliare mentre lei lasciava un messaggio alla segreteria del fratello, e questo le faceva capire che avrebbe dovuto stare attenta a ciò che faceva nei luoghi pubblici.

«Ma è pazza?» domandò William.
Sissi sospirò.
Non capiva perché Laura le aveva detto quelle cose. Lei non le aveva mai fatto nulla.
«Non ci voglio più pensare, andiamo?» domandò al ragazzo.
William la prese per mano, ed insieme si diressero fuori da quel centro commerciale, per evitare che altri allievi dell'accademia li riconoscessero.

Yumi era preoccupata sin dall'inizio dell'ora di lezione di storia, eppure non sapeva cos'era a turbarla così tanto.
Sentì il suono della campanella e si alzò quasi immediatamente, dirigendosi fuori dalla classe.
Ulrich, così come gli altri ragazzi della sua classe, doveva allenarsi nel campo della scuola per un torneo di calcio che si sarebbe tenuto a breve.

Arrivò al campo mentre i ragazzi si allenavano a calcio, compreso Ulrich, e andò a sedersi sugli spalti.
Oltre a lei c'erano altre quattro ragazze che osservavano la partita. O meglio, i giocatori.
«Ma avete visto Ulrich? Quel ragazzo è maledettamente bello..» esclamò una ragazza alle sue amiche.
A Yumi gli si contorse lo stomaco. Sentire le altre adulare il suo fidanzato le dava fastidio. Ma non poteva farci nulla. Nell'accademia erano vietate le relazioni fra studenti, perciò non avrebbe mai dovuto far capire che tra lei ed Ulrich c'era qualcosa.
Continuava a seguire l'andamento della partita.
Ulrich giocava bene, doveva ammetterlo. In meno di trenta minuti fece due gol, ed i suoi compagni non facevano altro che congratularsi con lui.
Pochi minuti dopo si sentì un fischio che annunciava la fine della partita.
Tutti i ragazzi andarono negli spogliatoi, e le ragazze che prima erano sugli spalti assieme a Yumi gli seguirono.
Ulrich restò all'interno del campo, e Yumi aspettò che tutti se ne fossero andati per avvicinarsi ad Ulrich.

«Cosa ci fai qui?» le domandò sorridendole.
«Volevo sapere come andava la partita, e poi.. Sono preoccupata per te, non so per quale motivo.»
«Andrà tutto bene» disse Ulrich abbracciandola.
«Cosa sta succedendo qui?»
Ulrich si staccò immediatamente, era Jim, il loro insegnante di educazione fisica, nonché allenatore della squadra di calcio di cui lui era capitano.
«Non è come sembra.»
«Sei il capitano della squadra di calcio, e sai meglio di chiunque altro che non ci devono essere relazioni tra i ragazzi e le ragazze dell'istituto. Rischiate l'espulsione, entrambi.»
«Cosa? Ma.. Lei è la migliore amica di mia sorella, mi spieghi come posso avere una relazione con lei?» mentì Ulrich.
Jim li squadrò «Per questa volta farò come se non vi avessi visto, ma se dovesse succedere ancora prenderò provvedimenti personalmente.»
Yumi e Ulrich annuirono, fin quando il professore non se ne andò.
La ragazza aspettò che l'uomo si allontanasse abbastanza da non vederli, per poi parlare a Ulrich.
«Non può continuare così, è quasi la seconda volta che per poco non ci scoprono, e io non voglio essere espulsa da un'accademia nella quale mia madre fatica per farmi stare.»
«Stai tranquilla, Yumi. Non lo scopriranno mai.» disse rassicurandola.
«Lo spero.»
«Aspetta, la seconda volta? Quando è stata la prima?»
«Quando sei stato ad un passo così dal coma etilico, te lo ricordi?»
«Ah, già. "Ulrich! Ulrich, svegliati!"» disse prendendola in giro.
Yumi rise «Maddai! Non dirmi che sentivi tutto!»
«Beh, in un certo senso sì.»
Yumi lo guardò male.
«Ma non succederà più nulla del genere, vero?» disse Ulrich accarezzandole una guancia, in cerca di approvazione.
«Se ci beccano un'altra volta, ci perdiamo l'anno.»

Alcuni giorni dopo..

Yumi si diresse verso la camera da letto, alla ricerca di qualche abito da mettere quella sera.

Ulrich le aveva detto che l'avrebbe portata in un ristorante fuori città, in occasione del loro secondo mese da fidanzati.
Ma oltre questo, era il loro primo vero appuntamento ufficiale.
Sono già passati due mesi, si disse Yumi sorridendo.
Sì. Erano passati due mesi, eppure già vivevano insieme. Condividendo tutto.
La loro situazione era strana.
Vivevano insieme da quando erano solo amici.

Un giorno ti farò conoscere mia madre, le aveva detto Ulrich la sera prima, mentre erano sul divano a guardare un film, con Devil sdraiato sopra di loro.

A differenza di mio padre , lei è una persona dolcissima, aveva continuato.

Aprì l'armadio e si accorse che non aveva quasi nulla da mettere.

Non appena Harlock, il proprietario del Rainbow Coffee, le avrebbe dato lo stipendio sarebbe andata a comprarsi qualche maglietta nuova, e magari anche qualche abito. Se l'era promesso.
Non poteva di certo permettersi vestiti costosi, perciò avrebbe optato per andare da Angelìne, un piccolo negozio situato nel centro di Sceaux.
Frugando a fondo nell'armadio trovò un vestito verde scuro a maniche corte, che le arrivava fin sopra il ginocchio.
Era semplice, senza nessuna cucitura vistosa.
Questo andrà bene, si disse. Poi andò a preparare il resto.

«Yumi, sei pronta?» chiese Ulrich dopo aver aperto la porta di casa.
«Sì, arrivo» disse uscendo dal bagno.
Il ragazzo sorrise.
Yumi era bellissima, ma sopratutto, era la sua ragazza. E non poteva chiedere di meglio.

«Ti piace?» sussurrò il ragazzo togliendole la benda da sopra gli occhi.

La mora rimase senza parole per quasi cinque secondi.
«Oddio Ulrich, è... È fantastico. Non c'era bisogno che facevi tutto questo..» disse Yumi con le lacrime agli occhi.
«Figurati, per la mia ragazza questo e altro» sorrise il ragazzo baciandola e asciugandogli le lacrime.
Yumi ancora non poteva crederci.
Si trovava a Parigi, la città dell'amore per eccellenza, con il ragazzo che Amava.
In meno di un secondo, Joe e tutti gli avvenimenti erano solo un ricordo del passato. Era come se in quel momento esistessero solo lei ed Ulrich.
«Ho giusto prenotato un tavolo con una vista strabiliante, vuoi venire?» le porse la mano.
Yumi l'afferrò, per poi seguire il ragazzo.
E ad ogni passo in avanti le sembrava di sognare.
Si stavano dirigendo verso la Tour Eiffel, ed una volta arrivati verso l'ultimo piano uscirono dall'ascensore.
«Ulrich, è davvero.. Non ho parole per descrivere tutto quello che fai per me» disse Yumi abbracciandolo.
«Te l'ho detto, per te farei tutto.. E questo è solo l'inizio. Ho prenotato un tavolo al ristorante con vista sulla città*, vuoi venire?»
La ragazza annuì.

Era già notte fonda quando quando i due ragazzi decisero di rientrare.
Ulrich aveva già programmato di non rientrare a Sceaux la sera stessa, così lui e Yumi si diressero a pernottare in un hotel.
Nel frattempo aveva iniziato a piovere.
I due corsero a perdifiato per arrivare all'auto del ragazzo, ed una volta dentro si guardarono, scoppiando a ridere.
«Questa è, di sicuro, la serata più bella della mia vita» disse Ulrich sorridendo ed aprendo la porta della camera.
Yumi sorrise di rimando. Poi la invase un senso di nausea.
Ulrich vide sbiancare tutto d'un tratto il volto della ragazza.
«Yumi, tutto bene?» domandò preoccupato.
«Sì, solo che..» Yumi entrò lentamente nella camera, ebbe un giramento di testa «devo vomitare»
Ulrich la accompagnò velocemente la ragazza nel bagno, tenendole i capelli mentre la ragazza rimetteva.
«Stai meglio?»
Yumi annuì, avvicinandosi al lavandino e sciacquandosi il viso.

«Ho saputo che Ulrich ti ha portata a Parigi, com'è andata?» le domandò Aelita sedendosi sul divano.

«Era tutto fin troppo fantastico, e poi la Tour Eiffel.. Non avrei mai pensato che Ulrich avesse fatto tutto questo per me.»
«Ma poi siete tornati qui a Sceaux?»
«No..» disse Yumi sorridendo.
Aelita si incuriosì.
«Avete anche dormito a Parigi?»
La mora annuì.
«Anche se dire che abbiamo dormito è sbagliato, ho avuto la nausea tutta la notte.»

*- Lo ammetto. Non sono mai stata sulla Tour Eiffel, perciò non so com'è strutturata. Tutto ciò descritto nel testo è frutto della mia fantasia 

***
Che dire, finalmente sono riuscita a continuare la storia!
Mi dispiace di avervi fatto attendere tanto, e mi dispiace ancor di più per il capitolo corto.

   
 
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