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Autore: Blueorchid31    09/11/2015    14 recensioni
Questa mini-long stazionava da tempo immemore nel mio pc, in una cartella di cui non vado molto fiera che porta il nome di "Fan incompiute". Rileggendola, ho pensato che non fosse poi tanto male e ho deciso di revisionarla, finirla e pubblicarla. A livello temporale si colloca subito dopo la morte di Danzō Shimura. Siamo, quindi, in pieno Shippuden. Piccolo avvertimento: questa è una di "quelle" storie (chi mi segue da un po' ha sicuramente capito a cosa mi riferisco) Preparatevi al peggio! Ho messo l'avvertimento OOC per ovvie ragioni.
[SASUSAKU] [Sasori/Sakura]
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akatsuki, Clan Uchiha, Itachi, Naruto Uzumaki, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie ''' Il secondo tragico Sasuke '''
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Atto III


" Sono il blocco intestinale di Sasuke"







« Devo aprire, potrebbe essere importante. »

Sakura, nonostante la tempesta ormonale in atto, riuscì a trovare un briciolo di volontà per divincolarsi dal virile abbraccio di Akasuna no Sasori ed evitare, di nuovo, il contatto tra le loro labbra. Si allontanò a malincuore, davvero a malincuore, ma qualcosa – forse il suono molesto del campanello – le aveva inculcato il presentimento che fuori dall'uscio della sua casa potesse esserci qualcuno capace di spiegarle che diavolo stesse succedendo perché, francamente, lei non ci stava capendo più niente.

« Adesso, per colpa tua, sarò costretto a fare una doccia fredda, lo sai? » dichiarò Sasori, facendo arrossire la ragazza che, tentando di ignorare quella vocina nella sua testa che le stava dicendo "Resta o rischierai di rimanere vergine a vita", lasciò la stanza.

La medesima vocina che, una volta richiusa la porta alle sue spalle, le aveva detto "Sei un'idiota" . E non se la sentì di darle torto.

Nel breve tragitto che dal bagno portava alla porta d'ingresso, Sakura incrociò mentalmente le dita: "chiunque ma non lui, chiunque ma non lui", ripeté come un mantra, conscia di non essere assolutamente pronta, dopo quello che era accaduto in bagno, a sostenere una conversazione con colui che poteva essere stato il fautore di tutto. Il rischio di poterlo defenestrare o, peggio, incastonare in modo perenne in un muro portante della casa era fin troppo alto. Inoltre, con tre infarti già in corso – uno miocardico, uno cerebrale e uno ovarico – era certa che due concentrati di eros puro dentro la sua casa, contemporaneamente, avrebbero potuto decretare la sua prematura dipartita, o peggio, imprevedibili conseguenze. Scosse con violenza la testa per allontanare da lei quell'ultimo pensiero che sarebbe stato in grado di far arrossire l'Erosennin in persona e dopo aver preso un bel respiro volto a ossigenare il suo cervello e ritrovare un minimo di contegno, posò la mano sulla maniglia della porta e l'abbassò lentamente.

La vocina nella sua testa iniziò a sghignazzare sadicamente appena un Sasuke Uchiha in posa plastica, con il gomito poggiato sul montante della porta, la fronte adagiata sull'avambraccio e il dito indice incollato al dannatissimo campanello, si palesò dinanzi a lei. In quell'occasione, Sakura convalidò in toto la tesi secondo la quale "La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità"(1) .

« P-potresti... » Sakura indicò con uno sguardo minaccioso il dito che premeva ancora sul molesto campanello che la stava facendo impazzire – e non solo quello. In realtà si era ormai rassegnata all'idea che si fossero tutti messi d'accordo per farle perdere il senno.

Sasuke, per fortuna, ebbe la bontà di ubbidire immediatamente, interrompendo così l'acustico tormento e, senza chiederle il permesso, si intrufolò dentro casa, sfiorandola accidentalmente passando nel piccolo spazio tra lei e il montante della porta.

Il poco casto pensiero di qualche attimo prima ritornò con prepotenza a figurarsi nella mente della povera Kunoichi che scosse nuovamente la testa e questa volta con una forza tale che ebbe il timore che potesse staccarsi di netto.

Alzò gli occhi al cielo, sperando che i Kami si ricordassero della sua esistenza ogni tanto, e , sospirando, chiuse la porta.

« Che ci fai qui? » indagò subito, insospettita e dall'ora tarda e da quel ghignetto divertito stampato sul viso dell'Uchiha.

Sasuke si guardava in giro, come in cerca di qualcosa.

Sakura ipotizzò che fosse più che altro in cerca di "qualcuno": forse si era recato da lei per controllare che il suo piano stesse funzionando. Il dubbio che lui potesse essere in qualche modo la causa di tutto quello che stava accadendo andava appurato, e subito.

In vero, Sasuke aveva preso a guardarsi in giro perché non aveva mai messo piede in casa di Sakura. L'aveva sempre vista solo dal di fuori, forse una o due volte aveva intravisto l'ingresso, ma non aveva mai avuto modo – e desiderio – di entrarci.

« Ti piace la zuppa di gamberetti? » le chiese, di rimando, ignorando completamente la sua domanda mentre il ghigno sul suo viso si allargava ancora – era rimasto di proposito di spalle per mascherarlo, certo che, una volta posta la domanda, l'espressione sul viso di Sakura sarebbe stata talmente buffa che non sarebbe riuscito a trattenersi dal ridere.

"Ok. É impazzito!" decretò la Kunoichi, ormai sull'orlo di una crisi di nervi. Cosa c'entrava ora la zuppa di gamberetti!?

" Forse vuole invitarti a cena? " ipotizzò la "Inner Sakura" , già in preda a convulsioni e film mentali di diversa entità.

" Sì... per avvelenarmi " le rispose la vera Sakura, più realista, più disillusa, sperando in quel modo di placare l'entusiasmo: doveva rimanere lucida.

« C-credo di non aver compreso » ammise, poi, titubante, pensando a quale diabolico piano potesse celarsi dietro quella domanda.

"Zuppa di gamberetti"

Forse si trattava di un anagramma che celava una minaccia di morte – Sasuke era sempre stato molto criptico: era il tipo che ti diceva "grazie" e poi ti tramortiva, che sosteneva di aver bisogno di un nuovo ninja medico e poi tentava di carbonizzarti con un chidori; c'era da fidarsi, insomma – o forse ci aveva beccato al primo colpo e aveva davvero intenzione di avvelenarla. Era impensabile che lui fosse interessato a sapere se il suo palato gradisse la zuppa di gamberetti quando non si era mai disturbato di conoscere nulla di lei.

« Non è una domanda difficile, Sakura » ribatté lui con quell'insopportabile aria di sufficienza con cui aveva sempre guardato tutti dall'alto in basso – in special modo lei « Penso che tu sappia cosa ti piace e cosa no » aggiunse, voltando appena il viso verso di lei, ma rimanendo di spalle.

" Emerito figlio di... " Questa volta Sakura non riuscì a dare per niente torto alla sua vocina interiore.

Lei conosceva perfettamente i suoi gusti, non era piccola e stupida come lui credeva. Come si permetteva quel, quel... pallone gonfiato?

Tanto per fare un esempio, Sakura sapeva con certezza di provare ancora attrazione per lui malgrado fosse un nukenin psicopatico; che le piacevano i suoi occhi, le sue labbra, il suo nasino a punta, il suo fisico scolpito, le sue orecchie, i suoi capelli e sì... anche il suo carattere di merda – aveva ammesso da un po' di tempo di essere affetta da una sorta di masochismo autolesionistico.

L'assurdità, caro il nostro pallone gonfiato, non risiedeva nell'argomento della domanda, ma nella domanda in sé.

« I-io... » balbettò, prendendo a martoriarsi le mani. Come faceva? Come poteva riuscire ancora a farla sentire un'inutile dodicenne?

Lei era cambiata, era diventata forte, era rispettata da tutti. Perché? Perché non riusciva a dimostrarglielo una buona volta, spaccandogli la faccia e tutte le ossa del corpo?

« Allora? » la invitò a rispondere, spazientito.

« Allora... » ripeté Sakura, stringendo i pugni.

Sasuke si decise finalmente a voltarsi e quel che vide non fu proprio quello che si aspettava : gli occhi di Sakura non era affatto sul punto di esplodere in un fiume di lacrime e le sue gote erano rosse, ma non certo per l'imbarazzo.

A dire il vero, la Kunoichi appariva come una teiera sul punto di esplodere e, infatti... esplose!

« Adesso tu mi spieghi che diavolo ci facciamo qui! Come siamo finiti a Konoha e perché... perché vuoi sapere se mi piace una stramaledettisima zuppa di gamberetti? » tuonò la ragazza, minacciosamente.

Sasuke sbarrò per un attimo gli occhi, disorientato, e quando Sakura iniziò ad avvicinarsi a lui brandendo un pugno che non aveva affatto un aria rassicurante, pensò bene di fare qualche passo indietro fino a toccare il muro con le spalle. Non aveva paura di lei, no di certo; avrebbe potuto tranquillamente metterla ko con un semplice sguardo, ma quella reazione inconsulta lo aveva un tantino stupito – appena appena – e non aveva avuto il tempo di elaborare nessuna frase umiliante, o destabilizzante, che avrebbe potuto riportare la situazione a suo vantaggio – come sempre.

« Mi dispiace per te, Sakura, ma non è ho idea » le rispose, cercando di apparire sincero: il pugno era ormai a pochi centimetri dalla sua faccia e doverla tramortire con lo sharingan non rientrava nei suoi piani – dopotutto non aveva ancora saputo se le piacesse o meno la zuppa di gamberetti.

Sakura abbassò la guardia: non aveva ancora perso il vizio di credere a priori a ogni cosa proferita dalle sue labbra.

Le sue labbra.

Sakura non si accorse di essersi avvicinata un po' troppo a lui – più del solito – e che le labbra, quelle bellissime labbra che aveva sognato di baciare almeno una volta prima di morire, fossero talmente vicine che se qualcuno fosse passato di lì , casualmente, e l'avesse spinta appena, ci sarebbe cascata sopra. Avvampò, guardando Sasuke negli occhi, chiedendosi se anche lui avesse notato la stessa cosa.

L'Uchiha, in effetti, aveva provato un profondo senso di disagio e fastidio nell'averla così vicina, ripensando a quella notte in cui aveva violato le sue labbra – a tradimento – ma riuscì a mantenere il controllo e dissimulare le sue emozioni.

Peccato che oltre loro due, in quella casa, non ci fosse nessuno – o quasi.

Sakura, infatti, come da tradizione, una volta che Sasuke era comparso davanti ai suoi occhi, aveva dimenticato anche il suo nome e di conseguenza Sasori che, sentendo la sua ragazza sbraitare, aveva pensato bene di uscire dalla doccia.

« Non ti credo! » affermò debolmente la Kunoichi, allontanandosi con dispiacere da lui e dal suo inebriante profumo, consentendo così all'Uchiha di poter riprendere a respirare in modo regolare e assumere nuovamente un atteggiamento più consono alla sua natura, di norma, fredda e distaccata.

« Fai come vuoi. »

"Tipica risposta Uchiha" constatò Sakura.

" Che ti aspettavi?" aggiunse la sua vocina interiore.

« Io non riesco a capire...» continuò la ragazza, portandosi una mano alla fronte « Se davvero tu non c'entri niente allora chi... »

« Sakura, chi era alla porta? »

La voce di Sasori, proveniente dalle scale, le ricordò della sua esistenza, facendola irrigidire, mentre Sasuke inclinava da un lato la testa e tendeva un orecchio, accigliato.

« Sa-Sa- Sasori? » balbettò Sakura, imbarazzata, andandogli incontro. Cosa che, se possibile, fece accigliare ancor di più l'Uchiha.

Sasori? Dove aveva già sentito quel nome? E cosa ci faceva in casa di Sakura?

É praticamente impossibile descrivere la faccia che fece Sasuke quando l'ex nukenin, sceso l'ultimo gradino delle scale, apparve in salotto con indosso solo uno striminzito asciugamano stretto in vita. Nonostante fosse sempre stato un asso nel celare le sue emozioni, il suo colorito assunse una tonalità verdognola e le sue labbra si schiusero, assumendo un'espressione vagamente rassomigliante a quella di una triglia morta da svariati giorni.

« Ricordi Sasori, vero Sasuke-kun? » esordì Sakura, con un fintissimo sorriso, tentennando alquanto prima di posare, in modo incerto, una mano sulla spalla dell'Akasuna.

" Ma non gli avevo portato su un asciugamano più grande? " pensò, guardandolo.

« Ma certo. » confermò Sasuke, ormai abituato ad apprendere sconvolgenti rivelazioni e fingere di esserne al corrente.

Sasori aveva poi allungato un braccio e aveva cinto il ventre di Sakura che, abbastanza restia ad avvicinarsi ancora a lui – sopratutto davanti a Sasuke – fu costretta, suo malgrado, ad appoggiare la schiena sul petto nudo del ragazzo – terribilmente caldo e umidiccio.

« É il mio ragazzo » dichiarò lei, paonazza, indicandolo con il pollice « o almeno credo » aggiunse sottovoce.

" Sul serio? Anche se non avessi avuto l'accortezza di dirmelo ci sarei arrivato da solo, nonostante trovi alquanto assurdo che tu possa avere un ragazzo" avrebbe voluto risponderle Sasuke, con un tono che definire acido sarebbe stato eufemistico: in quel gesto non aveva visto solo un modo da parte di Sakura di metterlo al corrente delle ultime novità, ma anche un malizioso tentativo della stessa di provocare il lui una qualsivoglia reazione. Gelosia ad esempio?

" Povera illusa!" ringhiò sadicamente.

Sakura che non aveva la ben che minima idea di dove dimorasse la malizia, si era, invece, premurata di farglielo sapere in virtù del fatto che non dovevano in alcun modo destare sospetti: se Sasuke effettivamente non aveva nulla a che vedere con quella faccenda – e la sua faccia a quel punto era stata una prova più che lampante – dovevano cercare di scoprire chi fosse il responsabile. Come al solito Sasuke aveva capito fischi per fiaschi.

« Uchiha, che ci fai qui? » gli chiese Sasori. il cui sguardo, a occhio e croce, sembrava essere un po' ostile.

Niente di nuovo per Sasuke: era abituato agli sguardi ostili, ma non riusciva a capire perché quel tizio che non aveva mai visto in vita sua potesse avercela su con lui.

« Sono venuto a trovare la mia compagna di Team, qualcosa in contrario? » gli rispose a tono l'Uchiha – che storicamente non si era mai tirato indietro di fronte a una sfida. Non aveva una grandissima esperienza in fatto di "fidanzati gelosi", ma una sfida era pur sempre una sfida e il tono usato da quel tipo era in.con.fu.ta.bil.men.te di sfida.

Come osava?

« A quest'ora? » ribatté Sasori « Doveva trattarsi di qualcosa di importante... » aggiunse, glaciale come la marionetta che era stato.

Sakura, in mezzo ai due, realizzò che in quel momento, nel suo salotto, si stesse svolgendo un vero e proprio scontro tra titani. All'angolo destro: Sasuke Uchiha da Konoha, campione del mondo di indifferenza e presunzione; dotato di orgoglio smisurato e affetto da egocentrismo patologico. All'angolo sinistro: Akasuna no Sasori da Suna, ex marionetta priva di sentimenti umani, freddo e calcolatore; affetto anche lui da uno spiccato egocentrismo, un po' macabro, che lo aveva portato a diventare di legno per raggiungere la perfezione.

Chi l'avrebbe spuntata? Difficile a dirlo.

Avvolta dal braccio di Sasori e con lo sguardo di Sasuke addosso, cominciò a scorgere in quella situazione paradossale, un qualcosa di impensabile, impossibile.

" Shannaro! " esclamò dentro si sé prima di poggiare la mano, fino a quel momento rimasta inerme sul fianco, su quella dell'Akasuna, non per mettere carne sul fuoco, ma semplicemente per la necessità concreta di un appiglio che le consentisse di non svenire.

Ovviamente Sasuke non comprese il vero senso di quel gesto e, scambiandolo di nuovo per uno sciocco tentativo di farlo ingelosire, fulminò la ragazza con lo sguardo, cagionando così un ennesimo fraintendimento. Forse il più grave.

« Mia madre necessitava di sapere se Sakura gradisse la zuppa di gamberetti » dichiarò l'Uchiha, sentendosi un po' stupido, ma in fondo era quello il motivo per il quale era lì.

" Sua madre??? Cosa c'entra sua madre adesso? " si chiese Sakura, traducendo la sua confusione in uno sbattimento convulso di ciglia.

" Sorpresa, eh? " gioì l'Uchiha, conscio di aver guadagnato un punto a suo favore.

« Ah! La cena settimanale a casa dei tuoi genitori. » rammentò Sasori, ghignando « Dal fratello di Itachi mi sarei aspettato qualcosa di meglio. Continui a usare la tua famiglia per tenerla legata a te. » concluse con sdegno.

" Io cosa?"

" Lui cosa?"

L'ultima affermazione di Sasori scatenò un tripudio di palpebre sbattute e face palm di costernazione.

" So che le cose tra voi non sono andate come ti aspettavi"

Quello che sua madre gli aveva detto solo poche ore prima, adesso gli sembrò un po' più chiaro, benché avesse tentato con tutto se stesso di non cogliere il nesso che vi era tra quelle parole e l'affermazione di Sasori.

Sasuke sentì un chiaro brivido di terrore scorrergli lungo la colonna vertebrale, mentre Sakura, al contrario, di eccitazione e gioia. Quel mondo iniziava a piacerle, e molto anche.

« Fatti gli affari tuoi... » sbraitò l'Uchiha, cercando di ricordarsi il nome di quell'individuo che lo stava facendo uscire fuori dai gangheri.

« Sasori » concluse Sakura, vedendolo in difficoltà.

« Sì, appunto... Sasori » ripeté l'Uchiha, sputando fuori il suo nome come un insulto.

« Gli hai risposto? » chiese a quel punto l'Akasuna alla ragazza.

Sakura scosse la testa e lui la invitò con un cenno del capo a rispondere alla domanda dell'Uchiha in modo che si levasse dalle scatole.

« P-puoi rassicurare tua... » le sembrava assurdo proferire quella parola « M- madre. La zuppa di gamberetti mi piace molto. Ringraziala da parte mia. » " E dille anche che, malgrado le apparenze, ho sempre amato suo figlio più della mia stessa vita" avrebbe voluto aggiungere, ma per ovvi motivi preferì stare zitta.

« Bene, ora hai la tua risposta. » decretò Sasori, facendogli gentilmente capire che non avesse più alcun valido motivo per trattenersi.

Sasuke non riusciva a crederci: sconfitto su tutta la linea. Come era potuto succedere?

Digrignando i denti e stringendo i pugni si avviò verso la porta e proprio nel momento in cui ebbe impugnato la maniglia, si ricordò che, di norma, l'ultima parola in qualunque discussione fosse sempre stata la sua.

« Dimenticavo... ero venuto anche per un altro motivo. Kakashi-sensei desidera parlarci. »

« Va bene » annuì Sakura « Domani mattina al solito posto? »

« No » le rispose Sasuke, di spalle, con un sorriso trionfante dipinto sul viso « Adesso!»

« Adesso??? » chiesero all'unisono gli altri due.

"Io non perdo mai"

« Deve trattarsi di qualcosa di importante se Kakashi-sensei vuole vederci a quest'ora » si allarmò Sakura, liberandosi dell'abbraccio di Sasori.

« Sicuramente. » le confermò Sasuke, sentendo chiaramente sulla sua pelle lo sguardo straripante di odio che il ragazzo gli stava riservando.

« Andiamo allora, cosa stiamo aspettando? »

"Che genio!"

« Mi dispiace, ci vediamo dopo »

Sakura sentì di dover dire qualcosa a Sasori che, ancora con l'asciugamano in vita, aveva assistito attonito a quella che a naso aveva tutta l'aria di essere una messa in scena. Forse aveva sottovalutato l'Uchiha.

In realtà sembrava diverso dal solito, più sicuro di sé, più determinato, meno farfallone.

« Si tratta di lavoro, dopotutto. Vai, ti aspetterò qui.» le disse, lanciando un'occhiataccia all'Uchiha, il cui ego stava sghignazzando ferocemente « Ma prima... »

Le afferrò la nuca e la baciò con foga – e con la lingua – mantenendo lo sguardo fisso sul rivale, il cui ego aveva smesso contestualmente di sghignazzare, rinchiudendosi in un irreversibile silenzio. E di nuovo il viso di Sasuke si era trasformato in quello di una triglia morta, ma non da svariati giorni... da mesi interi. Una putrescente triglia... ecco a cosa assomigliava con quelle labbra spalancate e gli occhi strabuzzanti.

In tutto questo Sakura aveva rischiato di soffocare un paio di volte e dall'emozione e a causa della lingua di Sasori che aveva, in quei pochi istanti, esplorato per intero la sua cavità orale.

Il suo primo bacio.

Sasori l'aveva baciata e... davanti a Sasuke!

Roba da matti!

Sakura non sapeva se saltare di gioia o sperare che il terreno la inghiottisse.

Quando Sasori le aveva, infine, consentito di respirare, lei d'istinto si era girata verso Sasuke che, riuscendo a riposizionare le labbra e gli occhi in tempo record , aveva ripristinato la sua classica immagine da gufo impagliato.

« A dopo » sussurrò, rossa fino alla punta dei capelli, raggiungendo il compagno di Team sulla porta con una mano poggiata sulle labbra umide.

Sasuke e Sasori si lanciarono un'ultima, eloquente, occhiataccia, il cui significato era pressoché questo: " Non finisce qui " .

Sasuke aveva vinto lo scontro, ma non la battaglia – di questo era consapevole. Sicuramente questa faccenda di Sasori avrebbe complicato ulteriormente la situazione.

Oltre allo stupore, inconsciamente aveva provato anche qualcos'altro quando quel tizio dai capelli rossi aveva baciato Sakura, una specie di fastidio fisico, come un blocco intestinale. La bocca dello stomaco gli si era chiusa e aveva sentito le budella attorcigliarsi. Forse era stato il fatto che lui l'avesse baciata a sfregio, per dimostrargli che era sua: nei suoi occhi aveva visto chiaramente una scintilla di soddisfazione mentre affondava la lingua nella bocca di Sakura.

"Che se la prendesse pure. É tutta sua!" si disse, ma volgendo lo sguardo verso la ragazza che stava camminando al suo fianco, risentì nuovamente quella fastidiosa stretta allo stomaco, notando come continuasse a toccarsi le labbra e a sorridere e ad arrossire.

Percepì un'inspiegabile sensazione, un misto di rabbia e risentimento – più comunemente denominata "gelosia" – crescergli dentro e diffondersi in tutto il corpo, mentre una serie di domande iniziavano ad affollargli la mente.

Chi era quel Sasori?

Come faceva Sakura a conoscerlo?

Che rapporto c'era stato nella realtà tra quei due?

A Sakura era piaciuto quel bacio?

Quest'ultima domanda si aggiunse alle altre senza un motivo valido – o almeno si convinse che fosse così.

La possibilità che quel tizio fosse stato il fidanzato di Sakura anche nel loro mondo non sembrava poi così remota. Probabilmente, durante la sua assenza, Sakura si era gettata tra le sue braccia per superare il dolore insopportabile cagionato dalla sua mancanza. Doveva aver sofferto davvero molto per aver scelto di stare con un tizio dai capelli rossi e con uno scorpione tatuato sul petto – di pessimo gusto davvero. Di conseguenza, la sua eccelsa mente, aveva trovato anche una ragione valida al perché Sakura si fosse presentata, inspiegabilmente, nel Paese del Ferro con l'intento di eliminarlo: per vivere con serenità la sua nuova storia d'amore senza temere che lui potesse tornare – era sempre stato particolarmente predisposto a giungere a conclusioni affrettate.

"Vipera!" ringhiò dentro di sé, guardandola con odio.

« Dove dobbiamo incontrarci con Kakashi – sensei? » chiese ingenuamente Sakura, davvero convinta che a quell'ora Kakashi non avesse di meglio da fare che organizzare riunioni straordinarie – convintissima.

« Nh! » mormorò Sasuke che, avendo focalizzato tutte le sue energie psichiche per averla vinta su quel Sasori, non aveva pensato al dopo, a cosa avrebbe detto a Sakura per spiegarle che "No, non avevano alcun appuntamento con Kakashi- sensei"

« Non abbiamo nessun appuntamento con Kakashi-sensei, vero? »

Sasuke aveva sottovalutato la sua perspicacia – Che stupido! Sakura era sempre stata molto intelligente, inutile, ma intelligente.

Incassò con eleganza il colpo e scosse con grazia la testa per confermare la sua supposizione e salvare il salvabile.

« Lo immaginavo » dichiarò lei, sospirando.

« Chi era quello? » le chiese Sasuke, di colpo, modulando il tono della voce in modo tale che quella sembrasse una domanda di circostanza, tipo : "Che tempo è previsto per domani?"

« Sasori, dici? »

"Perché ce ne sono altri?" si chiese, in preda a un inspiegabile terrore.

Sasuke si limitò ad annuire e deglutì una litrata di bile.

« Akasuna no Sasori, nukenin di livello S del Villaggio della Sabbia, sconfitto dalla qui presente e da Chiyo- baasama nel covo dell'Akatsuki. » gli spiegò Sakura con un certo orgoglio.

"Sconfitto da lei? Nel covo dell'Akatsuki?"

Non solo Sakura era stata in grado di sconfiggere un temibile nukenin – e di per sé questa cosa aveva dello straordinario, ricordando quanto fosse debole ai tempi dell'Accademia – ma quel che più gli rodeva era che fosse riuscita a trovare il covo dell'Akatsuki prima di lui che, all'epoca, era ancora il "toy- boy" di Orochimaru.

« Quando l'ho affrontato... beh...» continuò Sakura, toccandosi di nuovo le labbra e arrossendo « lui non era proprio com'è adesso.»

« Che intendi? » indagò Sasuke, stranamente incuriosito.

« Lui era... come posso spiegarti...»

"Era?" L'attesa lo stava uccidendo. Perché Sakura non era in gardo di parlare come tutte le persone normali? – come lui, s'intende. Perché doveva metterci tutta quella enfasi, quell'attesa snervante, quell'emozione? – e non usare un linguaggio comprensibile solo per forme aliene dotate di un'intelligenza superiore.

« Una marionetta » Sakura sputò fuori il rospo, sperando che non la prendesse per pazza.

Sasuke, a stento, riuscì a trattenere una delle sue mefistofeliche risate.

" Quel tizio era una marionetta? Sakura aveva baciato una marionetta?" Ci poteva essere niente di più divertente? "Ti è andata male anche questa volta, cara la mia Sakura."

« Sì, ma adesso... adesso è diverso. É umano! » esclamò la ragazza, stroncando l'ilarità dell'Uchiha « Come può essere accaduto, Sasuke-kun? »

" Già, come può essere accaduto?" ringhiò Sasuke nella sua mente, tentando di trovare il bandolo della matassa in cui si era trasformato di nuovo il suo stomaco.

« Non mi fido di lui. » dichiarò caustico « E neanche tu dovresti. Dopotutto è un nukenin e non sappiamo se c'entri qualcosa con quello che è accaduto. » concluse, notando nella ragazza un moto di entusiasmo dovuto sopratutto all'ultima parte del discorso nella quale inconsciamente aveva mostrato una sorta di preoccupazione, interesse, nei suoi confronti.

« Anche tu sei un nukenin, Sasuke-kun » osservò Sakura con arguzia « Ma io mi fido di te » aggiunse, voltando il viso dall'altro lato, imbarazzata.

"E sbagli! Perché alla prima occasione ti ucciderò, donna." avrebbe voluto dirle, ma preferì evitare: sua madre non avrebbe approvato.

« Sai, vestito così... come dire... normale...»

Eccola che ricominciava con i complimenti. Andava fermata e subito.

« Troviamo un posto tranquillo, dobbiamo parlare di cose serie » E per cose serie Sasuke intendeva "la cena a casa dei suoi genitori".









Note Autrice


Ok, questi sono eventi storici! Non aggiornavo a così poca distanza di tempo da "Voce del verbo amare". Bei tempi quelli! Pubblicavo anche un paio di capitoli al giorno, mentre adesso sono costretta a rieditare vecchie storie per dimostrare di essere ancora viva. Che depressione!

:-(

In questo capitolo abbiamo visto Sasori baciare Sakura ^^

Non ammazzatemi, sono una Sasusaku, lo sapete bene e sapete anche che mi piace da matti far attorcigliare lo stomaco all'Uchiha. L'eterno rapporto di amore e odio tra me e il personaggio di Sasuke mi porta spesso a trattarlo male. Prima o poi si vendicherà! :-)

Come avrete potuto notare, alla fine ho deciso di modificare il sottotitolo: "Il blocco intestinale" mi garbava di più.

Spero che anche questo capitolo, pubblicato prima del previsto, vi sia piaciuto. Non ho ancora risposto alle recensioni che avete lasciato a quello precedente perché mi sono dedicata a rivedere questo, pensando che sicuramente lo avreste gradito di più – o almeno spero. Conto, comunque, di rispondere in serata. Intanto vi ringrazio di cuore per tutte le vostre belle parole che mi spronano a revisionare in fretta i capitoli di questa storia e mi riempiono il cuore di gioia.

Un bacione


Blueorchid31






Spoiler



« Avete mangiato?» chiese loro Shikamaru con un tono fin troppo amichevole, invitandoli a sedersi.

« Sai parlare solo di cibo!» sbuffò Chōji, incrociando le braccia.

« Se il cibo non ti piace, non è un mio problema! » ribatté il Nara « Hey ragazzi, che ne dite se dopo andiamo a ballare? » aggiunse, mimando una specie di danza.

Inutile dire che Sasuke e Sakura rimasero abbastanza sconcertati da quei comportamenti. Sasuke ricordava Shikamaru come un tipo apatico, abulico, mentre Chōji come un ciccione perennemente affamato. Ipotizzò che forse, nel tempo, fossero cambiati. Sakura, invece, che aveva un ricordo di loro un po' più fresco, iniziò seriamente a temere il peggio.
























   
 
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