Le mancanze che ti ammazzano
 
 
 
Ultimamente sei strana. Più di una volta ti ho sorpresa mentre fissavi il vuoto, come se da un momento all’altro dovesse apparire qualcosa dalla parete (o qualcuno, mi ripeto) e non volessi perderti neanche un secondo. Oppure hai gli occhi bassi, occhi spenti e pesanti come un macigno, a volte, invece, ti metti a letto e tiri le coperte in modo da coprirti tutto il viso, fin sopra ai capelli, e resti li delle ore a non fare niente, fredda e immobile, se cerco di entrare in camera tua mi scacci via dicendo che non ti senti bene e che non vuoi attaccarmi un malanno. Menti, lo so. Ci sono delle volte in cui sembra che non ci sei nemmeno, rispondi solo con le parole necessarie, cammini lentamente, hai la faccia costantemente stanca e le occhiaie. Ho notato che allunghi sempre le maniche fino alle dita, anche quando fa caldo, come se il tuo gelo fosse dentro e non sulla pelle. A tavola i tuoi occhi sono lucidi, quando ti accorgi che ti sto osservando mi guardi e mi porgi un sorriso facendo finta di nulla, forse credi che quel sorriso sembri vero, come dovrebbe essere, caldo e solare, ma io lo vedo, vedo che non è così e che quel sorriso è finto, fatto solo per necessità. Perché io lo so come sono i tuoi sorrisi, ne ho visti tanti e posso assicurartelo sono come quando da bambini ricevevamo i regali di Natale. A volte ho quasi paura di te, Ran, perché mi guardi con occhi tristi, troppo, a volte ti vedo quando ti asciughi le lacrime di nascosto, per non essere vista da nessuno, perché tu odi quando gli altri ti vedono piangere. Mi ricordo quando i tuoi genitori si stavano per separare, eri così afflitta, avevi il dubbio che fosse colpa tua. Mi ricordo quando sei venuta da me, scappando dalle grida che c’erano in casa tua e mi hai raccontato tutto, poi sei scoppiata a piangere, ricordo che ti sei girata per nascondere le tue lacrime, odi far vedere che stai piangendo, e io odio vederti piangere. Ci sono volte, quelle peggiori, in cui sorridi durante il giorno, sembri felice, ma appena arriva la notte scoppi in lacrime, sono le volte peggiori perché pur sapendo il motivo del tuo pianto non posso fare niente, so benissimo cosa potrebbe fermarlo ma non posso fare niente, odio non poter fare niente, mi sento piccolo e impotente dopotutto se entrassi in camera tua per consolarti tu vedresti Conan, solo Conan, solo un bambino che hai svegliato con i tuoi singhiozzi, solo questo.
 
 
E poi ci sono quelle mancanze, quelle che ti ammazzano dentro, quelle che appena ci pensi ti si forma un vuoto nel cuore, quelle che non hai il coraggio di ammettere, ci sono le mancanze che ti consumano lentamente e non ce la fai più, le mancanze distanti che non puoi avere vicino tutti i giorni, ci sono le mancanze vere. Mi manchi Shinichi, sappilo.
 
 
 
 
ANGOLO AUTRICE:
si okay forse ho esagerato enfatizzando un po’ troppo la cosa, ma è questo il bello di scrivere fan fiction no? Esagerare come solo una fangirl sa fare :) È da un po’ che non scrivo, oggi mi è presa l’ispirazione, sempre cose malinconiche certo…ma ehy non ho fatto morire nessuno, che gran traguardo! Comunque credo di avere un problema con le virgole, le metto ovunque non posso farne a meno ahahaha. Se la storia vi è piaciuta lasciate una recensione, anche se non vi è piaciuta si intende ;)
 
Alla prossima,
Alaska