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Autore: Sciao_Principesa    09/11/2015    1 recensioni
"Ed eccolo arrivato il fatidico momento che aspettavo da non so quanto tempo.
oggi primo luglio 2015 io, Federica Pellegrini, partirò per le mie bellissime due settimane di vacanza studio a Londra. Si mi chiamo Federica Pellegrini, come la famosa nuotatrice italiana che ha battuto tutti i record sui 200 stile libero. Peccato che io faccia fatica anche ad alzarmi dal divano." tratto dal primo capitolo
Genere: Commedia, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ed eccolo arrivato il fatidico momento che aspettavo da non so quanto tempo.
Oggi primo luglio 2015 io, Federica Pellegrini, partirò per le mie bellissime due settimane di vacanza studio a Londra.
Si mi chiamo Federica Pellegrini, come la famosa nuotatrice italiana, peccato però che a differenza sua io faccia fatica anche ad alzarmi dal divano.
Ma tralasciando la parentesi sul mio nome, non puoi capire quanto sono emozionata.


Eccomi in aeroporto con il mio migliore amico ad aspettare gli altri due soliti ritardatari che, dopo 30 minuti buoni, e dopo un urlo disperato, vedo avvicinarsi a noi.

Passato il chek-in, che sembrava praticamente infinito, ci dirigiamo verso il gate dove ci si avvicinò una ragazza dall'aria incerta, alta, bionda e con un vestitino nero che, quasi inciampando nel bagaglio a mano, ci chiese se fossimo stati tutti assieme. Ovviamente non poteva sapere che razza di domanda ovvia e noiosa avesse fatto. Anche se un po' però avevo capito il motivo della sua domanda: aveva paura, come tutte noi del resto, di finire in camera con la talpa.
Ok chi è questa talpa e perchè nessuno la vuole?
è una ragazza che, non appena siamo arrivati in aeroporto ci si è avvicinata e ci ha detto con una "r" moscia mista ad un accento ligure: ‘ciao piaceve Lucvezia’. Sisi proprio così l’ha detto. Porta anche un paio di occhiali talmente enormi e orrendi, che perfino Arisa in persona rifiuterebbe di indossarli, e poi ho già capito che non sta molto simpatica nemmeno agli altri miei futuri compagni di avventure.
Noi speriamo che dio ce la mandi buona e che nessuna di noi capiti con lei in camera.
***
Saliamo sull’aereo e io cerco disperatamente il mio posto che trovo circa a metà.
Meno male che sono vicino al finestrino, grazie Dio, so che esisti quindi gentilmente fai che di fianco a me non ci sia una vecchietta che russa o un’allegra famigliola con il suo adorato bambino che ogni due secondi piange. Amen.
Mi siedo al mio posto e dopo un paio di minuti vedo due ragazze avvicinarsi e sedersi di fianco a me.
Grazie Dio per avermi ascoltato, mi ricorderò di questo momento in futuro.

Di fianco a me, fortunatamente, si siede una ragazza che si presenta come Giorgia, mi presento anche io e iniziamo a conoscerci un po' meglio. Grazie a Dio ci capiamo anche e abbiamo parecchie cose in comune.
Passiamo il viaggio a parlare e a ridere, in fondo era molto simpatica, ma avrei preferito stare almeno 2 minuti senza sentirla parlare, sarebbe stato un grandissimo sollievo per le mie adorate orecchie.
**

Dopo l’atterraggio un po’ brusco, passiamo velocemente al chek-in e ci mettiamo in coda in un serpentone fatto di sbarre.
Davanti a noi ci sono due cabine con rispettivamente un signore e una signora, la signora ci mette all’incirca 10 minuti prima di far passare le persona mentre il signore continua a sorridere e ci mette meno di due secondi.
A questo punto mi giro verso Ilaria, la ragazza conosciuta in aeroporto, e la faccio partecipe della mia preoccupazione sul fatto di poter capitare dalla signora.
Lei fa una risatina e va avanti, ovviamente capita dal signore che la lascia passare subito. Io, secondo la mia solita sfiga, capito invece dalla signora che, con un sorriso falsissimo sempre stampato sul volto, fissa un paio di volte la foto sul mio passaporto, poi me, poi ancora la foto sul mio passaporto e poi ancora me.

Hei tesoro, ma non vedi che sono io? Certo un bel po’ di tempo fa, avevo ancora gli occhiali e l’apparecchio, ho una faccia da spastica ma sono io, posso giurarlo.

Dopo cinque minuti buoni mi rivolge un altro dei suoi sorrisi falsissimi e mi lascia finalmente andare.
Dio santo grazie.
**
Bene ma non perfetto, sono le 22 e ci aspetta un’ora e mezza di pullman prima di arrivare alla nostra residenza.
Sparatemi vi prego.
Io sono seduta vicino a Luca, il mio best friendo che è venuto con me e gli altri due miei friendi deficienti qui a Londra.
Luca è veramente un bellissimo ragazzo, dico davvero: occhi azzurri-verdi, capelli rossi, alto e simpaticissimo.
A volte confesso che si comporta un po’ da stronzo menefreghista, ma ormai ci sono abituata. Ci conosciamo dalla prima superiore, ci siamo subito capiti non appena lui, arrivato parecchio in ritardo, si è seduto nell'unico posto libero rimasto, ovvero quello vicino a me, e ha iniziato ad imitare la professoressa in modo così uguale a lei, che non sono riuscita a trattenere le risate e la prof,  accorgendosi di tutto, ha sbattuto entrambi fuori dalla classe.
È stato il primo giorno migliore della mia vita e da quel momento non ci siamo più separati.
  • Oh Fede sveglia siamo arrivati siamo arrivati! – sento il rosso urlare scuotendomi
  • Ma che dici che siamo arrivati se ci stiamo muovendo ancora? Certo che sei stronzo –
  • Siamo arrivati ma sto autista di merda non trova la strada per entrare nel nostro residence –
Mi stai prendendo per il culo?
  • Mi stai prendendo per il culo vero? Abita qui sto deficiente e manco sa la strada? Dio mio dove siamo finiti –
Alle mie lamentele si aggiungono anche tutti gli altri ragazzi che erano sul pullman con noi, quello si è preso i peggio insulti in italiano fino al momento in cui di colpo ha fermato il pullman ed è sceso.
Altri peggio insulti da parte di tutti noi.
Dopo cinque minuti buoni la nostra leader annuncia che eravamo molto vicini al residence, ma che il pullman, per vari motivi, non poteva entrare nella via e che quindi saremmo dovuti andare a piedi. Ci sta prendendo in giro vero? Siamo su scherzi a parte lo so, me lo sento, fate uscire le telecamere ormai vi ho scoperto dai. Niente telecamere? Merda.
Prendo la mia borsa stanchissima e parecchio contrariata per il fatto che avrei dovuto camminare, sblocco il telefono, prima vedo una foto mia e di Luca e successivamente cerco di concentrarmi sull'orologio che segna le 23:30. Scendo dal bus e cerco di prendere la valigia evitando di tirarmela addosso, soprattutto per il fatto che pesasse 20 chili esatti. Ammazzatemi.
  • Ma guarda te sto autista coglione di merda, sono stanca non voglio camminare che palle, non è lontano sto coso vero? – mi rivolgo a Maria, la leader
  • No tranquilla, sono 5 minuti –
Cinque minuti il cazzo, mezz’ora ci abbiamo messo. Se dopo questo capito anche con la talpa mi rimpatrio da sola giuro.
Arriviamo al residence, palloncini rosa dell'associazione con cui ero partita ovunque e uno striscione con la scritta “WELCOME” enorme.
Ma welcome un paio di palle, voglio solo dormire.
**

Eccolo, il momento più temuto da tutte le ragazze sole che erano lì a fare la vacanza-studio.
L’assegnazione delle camere.
Ci fanno sedere nella cosiddetta mensa e iniziano a chiamare i nomi.
Tutti e dico TUTTI tiriamo un enorme sospiro di sollievo, che probabilmente hanno sentito anche in italia, quando il primo nome ad essere stato chiamato è stato quello della talpa. Grazie dio per aver ascoltato le nostre preghiere.
Io capito in stanza con Ilaria e altre due ragazze, mentre Arianna capita in stanza con Giorgia, la ragazza che era di fianco a me in aereo e che non smetteva di parlare, e altre due ragazze che non avevo mai visto, mi dispiace un po’ per lei sinceramente.
Luca e Gianni sono insieme con altri due ragazzi che avevamo incontrato in aeroporto, ma che fino a quel momento non avevo mai visto.

Finalmente andiamo in camera, meno male, ora posso finalmente buttarmi sul letto e dormire per il resto della mia vita.

E invece.
  • È uno scherzo vero? Dai non bastava l’autista ritardato, pure la stanza sfatta?
  • No Fede, io vado a dirlo alla leader, non è possibile
Ovviamente eravamo le uniche due sfigate con la stanza ancora sporca e sfatta delle ragazze che erano state lì prima di noi, e il tutto alle 00.20 quando presumibilmente le ragazze erano andate via al mattino.

Parecchio alterate scendiamo nel lounge e troviamo la nostra leader, spieghiamo la situazione e lei traduce tutto al leader locale, parlano per una decina di minuti buoni per poi ricordarsi di noi.
Il leader locale ci comunica di essere molto dispiaciuto, di non sapere come tutto ciò sia potuto succedere, che ci avrebbe dato volentieri un’altra camera se non fosse stato per il fatto che il residence fosse stato al completo, che quindi avrebbe dovuto per forza mandare qualcuno a pulire la stanza e che questa operazione avrebbe occupato circa 15/20 minuti.
Ma ci volete così male?
Mando un messaggio a Luca incazzatissima "Io odio gli inglesi".
Non mi risponde.
Evidentemente dorme come avremmo dovuto fare anche noi se non fosse stato per questi idioti.
Alla una e mezza ci danno la stanza continuando a scusarsi. Scusa un cazzo.
Alle 2.30 abbiamo finito di sistemare le nostre cose e finalmente dormiamo.




SPAZIO AUTRICE:
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia!
Alcune di queste esperienze le ho veramente vissute in prima persona e spero che la mia idea in generale vi piaccia.
Fatemi sapere qui sotto con un commento o una recensione, ci tengo veramente molto.
Un abbraccio,
- Federica



 
  
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