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Autore: Invader_from_Hell    09/03/2005    5 recensioni
L'ultimo sogno, dopo più di un anno dal primo. Come non risparmiare un secondo del tempo concesso. Non credeteci.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sognato di distruggerti [ Catalisi ]

Ho sognato di distruggerti [ Catalisi ]

 

Ieri notte, ho sognato di distruggerti

Crema di nostalgia e sapore lontano di frattaglie

Non bastavano a frenare una fluida voglia di reni

Scioglieva le membra in un  immenso stupore, apriva il petto

Estraeva il dolore, quel cuore pulsante che mai ci abbandona

Strizzato urlava di gioia ed amore, strabuzzava gli occhi

Questo magnifico cuore, piccolo e saldo come un gioiello

Brillava come un diamante madido di sangue e sudore, piccolo fantastico cuore.

 

Ieri notte ho sognato di distruggerti.

Fluide volavano come fiumi le parole, e giudizi di qualità negativa

Aprivano come chiavi universali le porte ad ogni imprecazione

Suonava una dolce musica a quelle parole, come una macabra omelia

L’epitaffio scritto e cantato di un tempo non ancora arrivato

Partiva senza pudore uno schizzo di quel malore che avvolge le mie idee

Si staglierà a giorni sul soffitto della loro benevolenza accennata.

Fluide percuotono l’aria, le parole, e se non osano pronunciarsi

Lo sanno, ed evitano ogni dolore.

 

Ieri notte ho sognato di distruggerti.

Ci fu un lampo, ed ancora un bagliore, non vidi nulla

Ma sentii gridare dalle scale una donna, la vidi e invecchiò

Sentii imprecare a terra un vecchio, morto come una statua

Riluceva di ritrovato splendore, una cera lucida e sporca

Il segreto del mio dolce parlare

Della mia calma solo pensata

Perché, cristo, si dovrebbe notare che è simulata.

 

Ieri notte, credo di aver sognato di distruggerti.

Probabilmente, se sono nel giusto, schizzavi sangue e colore

A questo punto, allora, era fenomeno ciò che vedevo

E il pensiero qui s’ingannava, sognavo di morire

Una coppa di vino riempita da Alceo, un giovinetto imberbe forse moriva

Perdevo quota quando vedevo avanzare una notte vestita di bianco

Talmente bianco era il visto che, al diavolo, mi sembrava nero.

Portavo rose scritte col fuoco, lettere che profumano d’olio.

 

Ieri notte, non sono sicuro di aver sognato di distruggerti

Perché sarei stato più agguerrito

Molto di più avrei tentato, forse mi sarei ribellato

Da questo malore che prende anche i pensieri già sporchi

Che se avvince poi porta alla morte, senza riscatto del corpo vissuto

Passa senza discorsi ad un albero ossuto, è il mio contributo al vivere quieto

All’ignavia più spinta, alla lussuria perversa, perché io sono amaro

Io sono amare, io sono puro cogitare, sono un’alba indolore, un tramonto malato.

Sarei stato più tremendo, se l’avessi sognato, l’avrei ridotto in mille pezzetti

Perché sono parte del nulla e del tutto, ridiamo che sono intero e distrutto

Uno, molteplice o trino, sarei stato una tigre, violentata da diecimila stronzi impazziti

Sono rinoceronti questi pensieri in fuga, in carica verso una meta fallita

Verso dove rischiava di finire, la vita.

 

Stanotte avrei voluto sognare di distruggerti

Che sarebbe stato il più amaro dei piaceri, il più dolce degli strazi

Che non avrei risparmiato un secondo del tempo concesso

Sono connesso, che posso fare, che posso fare

Che posso fare, che posso dire? Che posso trovare?

Un luogo riluce di vita, non sono io

E questa è smarrita.

 

Stanotte non ho sognato di distruggerti.

Infatti,  vedo che sono intero.

 

  
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