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Autore: BluCAstle    09/11/2015    3 recensioni
castle cerca di capire perche' beckett l'ha lasciato e prova a riportarla a casa
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Always

 

L’avevo vista uscire.

L’avevo ascoltata dirmi che se ne andava.

Avevo guardato quella valigia appoggiata ai suoi piedi.

Ma non avevo capito.

Perché mi si era fermato il cuore.

Non riuscivo a respirare.

E senza aria non c’erano pensieri.

Era stato un istintivo gesto di autodifesa: smettere di respirare.

Per non sentire.

Nulla di quello che era appena successo aveva senso.

Non avevano senso le parole di Kate.

Non aveva senso la porta spalancata e lei fuori, da casa e dalla mia vita.

Come si passa dall’assoluta, perfetta felicità al buio e al terrore in dieci secondi netti?

Forse era solo un incubo.

Mi sarei svegliato, avrei sentito il peso familiare della testa di mia moglie sul mio petto, avrei socchiuso gli occhi per guardarla dormire abbandonata addosso a me e avrei sorriso.

L’odore delicato della sua pelle nuda mi avrebbe inebriato.

L’avrei respirata, facendole scorrere il dorso della mano lungo la schiena lasciata scoperta dal lenzuolo. E avrei sorriso, prima di alzarmi per prepararle il caffè.

Certo, doveva essere solo un brutto sogno.

Allora perché  non mi svegliavo?

Il dolore al petto si faceva sempre più insopportabile, una morsa che mi spezzava in due.

Mi mancava l’aria.

Sarei morto soffocato facendo il peggior incubo della mia vita.

Un rumore fuori dalla porta mi riscosse.

All’improvviso sentii freddo, un gelo che mi paralizzava.

Il mio mondo era appena andato in pezzi ed io riuscivo solo a pensare che avevo freddo, che non mi sarei scaldato mai più.

Kate mi aveva lasciato.

Il pensiero si fece strada dentro di me a fatica.

Se n’era andata.

Cosa aveva detto: che aveva bisogno di spazio?

Ero confuso, scioccato, paralizzato.

Con lei era sempre stato come navigare a vista in una distesa d’acqua oceanica.

Nessun segno rivelatore all’orizzonte.

Nessuna traccia da seguire.

E quando finalmente pensavi di esserti orientato, di aver tracciato la rotta giusta, ti voltavi un attimo ad ammainare le vele per la notte e lei non c’era più.

Avevo lottato per raggiungerla.

L’avevo osservata, scrutata, ascoltata, spiata, inseguita.

E forse mi ero solo illuso di averla raggiunta e di star navigando insieme.

“Papà” La voce di Alexis mi riscosse da quell’incubo ad occhi aperti in cui Kate mi aveva precipitato andandosene all’improvviso.

“ Ehi Papà, che succede? Hai un aspetto spaventoso. E’ a causa dello scontro nel magazzino?

Pensavo che Kate ti avesse evitato i colpi più duri ma a guardarti si direbbe che sei appena passato sotto un  tritasassi”

Sbattei due volte le palpebre per concentrarmi sulle labbra di Alexis e cercare di capire cosa mi stesse dicendo.

“Papà, stai male?”

Ora la sua voce era allarmata.

Mi costrinsi a risponderle.

“Alexis…” indugiai.

“Tesoro, sto bene” mi sentii dire con un tono lugubre che diceva esattamente il contrario.

“ Papà sembri aver visto un fantasma, hai gli occhi spiritati”

“ Va tutto bene Alexis, sono solo esausto”

“ Ma certo, scusa, ti lascio andare a riposare, ero passata solo per accertarmi che fosse tutto ok .Salutami Kate , Papà “ aggiunse abbracciandomi.

Annuii senza la forza di dire nulla.

“Lascio la porta aperta come l’ho trovata?”

Forse se non avessi più chiuso la porta lei sarebbe tornata senza avvisarmi e avremmo fatto finta di nulla. Avremmo ripreso da li la nostra vita.

“No tesoro, chiudila pure” sospirai guadagnandomi un’altra occhiata stranita di mia figlia che indugiava sulla soglia fissandomi.

Le sorrisi per rassicurarla.

Sentii chiudersi la porta e scoppiai in lacrime.

 

Ero solo.

Davvero solo.

Mia madre era a Los Angeles con la sua compagnia teatrale e non sarebbe  tornata prima di una settimana.

Alexis era tornata al suo alloggio al campus.

Kate mi aveva lasciato.

“Sono solo” dissi ad alta voce.

Mi versai una generosa dose di scotch.

Due dosi. Forse tre.

Ricordo poco di quelle ore.

Mi bruciavano gli occhi.

Per le lacrime, credo.

La mancanza di sonno, anche.

E la testa mi scoppiava.

Non potevo farcela, non questa volta.

Non senza Kate.

 

Mi svegliai sul divano dello studio avvolto  nel plaid che aveva il suo odore.

Di solito Kate lo usava per coprirsi  mentre se ne stava rannicchiata a leggere o a guardarmi scrivere. I nostri momenti perfetti.

Era diventato un nostro piccolo, dolcissimo rito: io alla scrivania perso nel mondo di Nikki Heat , lei sul divano col suo libro da cui spesso sollevava gli occhi per sorridermi .

Quando mi sentivo osservato, mi voltavo a guardarla e finivo irrimediabilmente per raggiungerla sul divano.

Avevamo fatto l’amore molte volte su quel plaid.

Non riuscivo mai a resistere ai suoi magnifici occhi tentatori.

Ero così attratto da lei. La trovavo bellissima.

E la cosa incredibile è che mi eccitava anche quand’era in tuta e spettinata.

Mi piaceva tutto di lei, era irresistibile ai miei occhi.

E ora mi aveva lasciato.

Il pensiero mi piombò addosso come un macigno.

Le lacrime si fecero di nuovo strada lungo il mio viso.

Come potevo vivere senza di lei?

 

Mia madre mi trovò con la barba lunga, in tuta, spettinato e mezzo ubriaco la sera che torno a NY e venne a cercarmi a casa visto che non rispondevo al telefono.

Era già passata una settimana da quando Kate se n’era andata?

Scoprii che erano passati 10 giorni .

“Richard! Che cosa diavolo  ti è successo? “

“Madre! Che bello vederti. “

Forse essere sarcastico mi avrebbe impedito di scoppiare a piangere  davanti a lei come un ragazzino di 5 anni: volevo evitarmi l’umiliazione.

“Richard! Non scherzare con me. Dimmi che cosa hai fatto. Devi essere dimagrito almeno cinque chili. E hai un aspetto orribile!

E cos’è successo a questa casa? 

Dov’è Katherine?”

Eravamo già arrivati al punto.

Già, dov’era Kate?

Un lungo sospiro desolato mi uscì dalla gola mio malgrado.

“Tesoro!” Ora sentivo l’urgenza nella voce di mia madre.

“Mi ha lasciato.” Singhiozzai.

E tra le lacrime le raccontai che se n’era andata, e che non sapevo perché.

Aveva detto di amarmi e se n’era andata.

“Oh Richard, dev’essere successo per forza qualcosa. Sono partita dieci giorni fa ed eravate in perenne luna di miele, torno e tu non sai neppure dev’è tua moglie…”

Sembrava non capacitarsi di quello che le avevo appena detto.

Marta Rodgers  non trovava l’espressione giusta per guardarmi.

Mia madre, la grande artista, completamente spiazzata.

Ora eravamo in due a non capire cosa fosse successo .

Mi fece ripetere piu’ volte come erano andate le cose.

All fine scosse la testa.

“ Non ha senso Richard. 

E in questa mancanza di senso tu che cosa hai intenzione di fare,di startene qui ad autocommiserarti tra una sbornia e l’altra?”

Non era una brutta idea.

Dovevo farmi mandare dal negozio un’altra scorta di whiskey.

Continuo’ imperterrita a parlarmi

“Devi capire cosa davvero passa per la testa di Katherine.Se ha fatto questa scelta estrema deve assolutamente esserci una ragione valida.O che lei crede tale.

E tu invece di andare a cercarla stai qui in pigiama con la barba incolta!”

Il suo tono era duro e non ammetteva repliche .

“Vai a farti una doccia mentre ti preparo un caffe’ doppio”

Sotto al getto rigenerante dell’acqua bollente pensai che ero in quello stato da dieci giorni .

Mi vergognai  di me. Avevo ricordi confusi dell’ultima settimana  e mezza.

Telefonate a Kate che mi chiedeva di darle lo spazio che mi aveva chiesto.

I monologhi confusi con la sua segreteria quando non rispondeva alle mie chiamate.

Lunghe notti solitarie ed alcoliche. Giorni passati seduti al bar dall’altro lato del distretto solo per vedere la luce accesa nel suo nuovo ufficio da Capitano. O per intravederla correre via verso uno dei tanti casi che ora doveva coordinare.

Chiudevo gli occhi e vedevo lei,c’era sempre e solo lei nella mia testa.

Mia madre mi aveva strigliato a dovere.

Aveva ragione,dovevo sforzarmi di rimettermi in piedi e soprattutto dovevo capire cosa stava succedendo nella testa di Kate.

Lei  mi amava,me lo aveva detto anche prima di andarsene.

Io la amavo. Eravamo sposati.Che cosa stavamo facendo?

Dovevo assolutamente convincerla a tornare da me.

Avevamo promesso che sarebbe stato per sempre…always.

Glielo avevo fatto scrivere anche nel bracciale in platino e diamanti che le avevo regalato la sua prima mattina da Capitano.

Rimasi sotto la doccia almeno mezz’ora.

Mi guardai e mi accorsi che ero davvero dimagrito.

Per la prima volta da anni non avevo nessun accenno di pancia e i rotolini attorno ai fianchi che tanto facevano sorridere Kate erano spariti.Era come se il dolore di quei giorni mi avesse consumato.

Mentre mi asciugavo i capelli fissai le profonde occhiaie che mi cerchiavano gli occhi spenti.

Fatta la barba potei guardare le mie guance incavate.

Ero irriconoscibile.

Chi era quello sconosciuto pallido che mi fissava attraverso lo specchio?

I jeans avevano bisogno di una cintura per stare su e la camicia mi pendeva addosso.

Aprii lo sportello dell’armadio dove tenevo i vestiti di quando avevo conosciuto Kate e che da anni non riuscivo piu’ ad indossare.

Con un sorriso mesto mi infilai nel completo blu gessato con camicia bianca con cui avevo fatto il servizio per Cosmopolitan che tanto aveva fatto infuriare Kate almeno 5 anni prima

Mi stava a pennello.

Era assurdo.

Sentii la voce allegra di Alexis salutare sua nonna

Doveva essere passata a salutarmi. Salvo in calcio d’angolo.Non volevo farmi vedere da mia figlia ridotto ad un vegetale..

Avevo dei doveri nei suoi confronti.

Decisi con un moto di orgoglio che mi sarei ripreso.

E soprattutto che mi sarei  ripreso Kate.

Forte di quella convinzione,profumato e ben vestito andai in cucina ad abbracciare mia figlia.

“Papa’,che hai fatto,sei pallido e dimagrito,stai male?”

Mia madre mi rivolse uno sguardo eloquente 

Ero stato gia’ messo all’angolo

“Tesoro,tuo padre e’ stato lasciato da sua moglie e non sa il perché”

“Madre,tu si che sai condensare una storia in poche battute! Meriti un oscar” reagii piccato

“Che cosa vuol dire che Kate ti ha lasciato? Che cosa hai fatto?” incalzo’ Alexis

Perche’ dovevo essere stato io a fare qualcosa di sbagliato? Non lo sapevano che non avrei mai fatto niente per farla soffrire?

Ero rimasto li a parlare con loro fino a che Alexis mi si era stretta addosso in un abbraccio cosi’ vero che mi ero sentito scaldare il cuore per la prima volta dopo giorni

“Ti voglio bene,Papa’,tantissimo” mi aveva sussurrato all’orecchio prima di andare

Per un attimo ,solo un momento, avevo sentito il mio cuore battere di nuovo.

La mia bambina.

Era diventata una splendida giovane donna. Ero così orgoglioso di lei.

Lessi lo stesso orgoglio misto ad amore incondizionato negli occhi di mia madre mentre la guardava uscire sorridendo.

Le mie chiome rosse.Ero un uomo fortunato.

Avrei fatto qualsiasi cose per evitare sofferenze alla mia famiglia.

Anche per questo dovevo mettere le cose in ordine.

Lo dovevo a loro.A me. E soprattutto lo dovevo a Kate.

Le avevo promesso che ci sarei stato sempre per lei e non mi sarei tirato indietro adesso.

L’amavo. Come mai avevo amato prima. Il nostro matrimonio era stato come raggiungere un nuovo livello di consapevolezza.

Come era possibile amarla più di quello che la amavo la sera prima,mi chiedevo quando svegliandomi me la trovavo addormentata addosso nuda e profumata.

Il cuore mi scoppiava di felicita’.

 Mi sembrava di essere immerso in una sorgente di luce inesauribile. 

Tutto,con lei,era illuminato.

Prima,nella mia vita,non c’era stata che una nebbia sottile rispetto al sole che era Kate.

Le mie ex mogli erano figure sfocate perse nello sfondo grigio.

Il mio passato scolorito.

Le notti brave,le serate con donne sempre diverse,le mie conquiste annoiate,le feste fino all’alba sembravano appartenere ad un’altra era geologica.

Il sorriso di Kate era la mia bussola in questo nuovo incredibile universo che stavo abitando.

Lei il mio orizzonte più amato.

Scherzando le dicevo sempre che lei era il mio posto preferito al mondo.

Kate sorrideva intimidita e io la stringevo a me felice e senza dubbi

Potevo stare ore a guardarla lavorare senza mai annoiarmi.

Leggevo sul suo viso le impercettibili variazioni d’umore, i sentimenti che tratteneva, le paure profonde, gli entusiasmi celati,la gioia improvvisa.

Era straordinaria,mille donne diverse in una sola ogni giorno.

Forte e fragilissima,decisa nel lavoro e così insicura nei sentimenti, bellissima e ritrosa.

Era l’amore della mia vita .Mia moglie,la mia compagna per sempre.

Sarei andata a riprendermela.E ci sarei andato subito.

“Madre,lei mi ama,lo so.Devo andare.I miei poteri di Jedi mi spingono,la forza e’ potente in me”

Mi voltai a sorriderle mentre,senza aggiungere altro,uscivo di casa.

Se avessi avuto anche l’udito di Spiderman avrei potuto sentire il ‘finalmente’ sussurrato da mia madre mentre si sedeva sfinita sul divano.

Ero un esploratore,adesso.E avrei conquistato la mia meta.

Che era lontana pochi isolati e aveva gli occhi castani screziati di verde come i boschi dopo l’inverno.

 

 

 

Ero seduto nel taxi e all’improvviso mi resi conto che non sapevo dove andare a cercarla 

Dove dormiva mia moglie da dieci giorni?

Incerto diedi all’autista l’indirizzo del 12^ Distretto .

Era tardi,probabilmente lei era già uscita.

Magari avrei trovato Espo ,o Ryan a cui chiedere dove trovarla.

Uscito dall’ascensore non ero pronto a trovarmela davanti.

Ero cosi’ immerso nei miei ragionamenti che finii per andarle addosso .

“ Oh,mi scusi…”le parole mi morirono in gola

Era arrivato prima il suo profumo. Delicato e dolce. Un misto di bagnoschiuma alla ciliegia e pelle di velluto.

Poi ero finito nel lago dei suoi occhi.

Ci eravamo fissati per un momento che sembro’ dilatarsi nel tempo e nello spazio.

Tentavo di trovare una parola,almeno una da dirle.

Ma continuavo a veleggiare in quei suoi occhi infiniti.

“Kate” alla fine mormorai.

Lei aveva ancora la mano appoggiata al mio braccio al quale si era aggrappata per non cadere

Sentivo la pelle sotto la giacca su cui lei aveva stretto le dita andare a fuoco

“Amore” dissi ancora sussurrando

Vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime a quell’appellativo.

Senza pensare la strinsi a me. 

E lei me lo lascio’ fare. Fu solo un attimo.

Appoggio’ il viso nell’incavo del mio collo

“Babe’ sussurro’ talmente piano che pensai di averlo immaginato

La sentivo respirare l’odore della mia pelle

Poi come risvegliandosi da un incantesimo,sbatte’ le palpebre.

Scosse piano la testa e mi spinse via delicatamente puntando i palmi sul mio petto

“Rick…che ci fai qui”

Poi dopo avermi osservato meglio aggiunse :”Che cos’e’ successo tesoro,sei cosi’ dimagrito..”

Vidi passare sul suo viso mille emozioni diverse.

Tristezza,malinconia,senso di colpa.

Aveva un’aria cosi’ affranta,guardandomi,che per un attimo ebbi paura di averla davvero persa.

Poi mi fece una carezza lieve sul viso.

“Scusa Babe,devo andare”aggiunse.

E scappo’ via.

Dal Distretto,da me

Da se stessa più di tutti.

“Kate..” mormorai quando non c’era gia’ più .

La scena non era sfuggita a Ryan ed Espo che mi guardarono straniti.

“ Che succede Castle” mi chiese sospettoso Javier.

“ Non ti fai vedere per quasi due settimane, e sembri uscito da una centrifuga, anzi da un’asciugatrice visto come sei dimagrito. 

Kate e‘ sempre nervosa. E irrimediabilmente triste. 

Che cosa hi combinato?” incalzo’ il detective

Ci risiamo,pensai

“Niente, Espo, non ho combinato niente.Ho passato dieci giorni a ubriacarmi e a commiserarmi  senza capire perché mia moglie se n’e’ andata di casa chiedendomi di darle spazio.”

Al mio sfogo inaspettato Ryan ed Espo si guardarono increduli.

“Te l’avevo detto che qualcosa non andava” disse Ryan.

Javier mi guardo’ fisso negli occhi

“Sicuro di non sapere perché  , all’improvviso , tua moglie ha bisogno di spazio?”

Il suo tono non mi piaceva,soprattutto non mi piaceva quello che sembrava sottintendere.

“Javier,non ti ci mettere anche tu!” sbottai

“Dimmi piuttosto dov’e’ andata “

“Non lo sappiamo” rispose Ryan al posto suo

“Maledizione,ragazzi.Devo assolutamente sapere dov’e’ andata. Devo parlarle”

Poi sentii delle voci concitate. Alzai gli occhi e vidi il detective Carposky fare decenni esagitati per attirare la mia attenzione. Mi mossi in fretta verso di lei

“Si tratta del Capitano Beckett” mi disse tutta d’un fiato ”E’ svenuta davanti al Piantone”

Corsi come un velocista dei cento metri piani.

In un baleno raggiunsi l’ingresso del Distretto e mi feci largo tra i poliziotti assembrati attorno a Kate.

Mi inginocchiai accanto a lei mettendole una mano sotto al collo per sostenerla .

Con l’altra le carezzavo il viso cercando di svegliarla

“Kate,amore,rispondimi” 

Ero terrorizzato. 

Perche’ era cosi’ pallida?

Sentii Ryan dire ad Espo: “Te lo dicevo che stava male,me n’ero accorto..”

Tremavo senza rendermene conto.

“Kate,ti prego,rispondimi. Ti prego tesoro..”

Intanto era arrivata Lanie avvisata da Javier.

Le si accosto’ dal lato opposto al mio e le senti’ il polso 

Poi mi guardo’ e mi disse di stare tranquillo.

Era solo svenuta.

Mi chiese di prenderla in braccio e di portarla in infermeria dove l’avrebbe visitata.

Mentre l’appoggiavo delicatamente sul lettino bianco e freddo Kate socchiuse gli occhi.

“ Babe..” mormoro’

 Era confusa

“ Amore ,non ti affaticare” le sussurrai accarezzandole la fronte e i capelli

Tento’ di alzarsi ma la tenni ferma con delicatezza

‘Kate,calmati e stai giu’” venne in mio aiuto Lanie.

“ E dimmi che cosa ti e’ successo?”

“Non lo so Lanie, stavo uscendo di corsa quando all’improvviso tutta ha cominciato a girare prima di diventare nero” disse a bassa voce

“Kate,da quanto non fai un pasto decente?” la rimprovero’ Lanie con uno sguardo tra loro che non riuscivo a decifrare.

Pensai ai miei dieci giorni ed ebbi un quadro preciso di quello che doveva aver vissuto Kate.

“Io…non lo so…” mormoro’ confusa e con un sentimento di colpa nascosto nella voce.

“Posso portarla a casa?” chiesi deciso a Lanie.

Di nuovo quello sguardo tra di loro.

Che cosa stava succedendo?

 

 

 

Kate guardava Lanie con uno sguardo inquieto, negli occhi una preghiera, e Lanie la fissava quasi a chiederle il permesso di dirmi qualcosa.

Vidi di nuovo l’ansia invadere gli occhi di Kate.

Di che cosa aveva tanta paura?

“Kate,piccola,hai bisogno di riposare e di riprenderti’ le dissi con tutta la calma e il calore possibile.

“Vieni a casa con me”.

“No,Rick…non posso” esito’.

“Che significa che non puoi,Kate.Certo che puoi.Anzi,devi.

Hai bisogno di me. Mi prendo cura io di te amore. Ti rimetto in piedi in un paio di giorni”

notai lo sfinimento che aveva segnato in profondita’ il suo viso.

Un terrore nuovo mi invase la mente.

E se se n’era andata perché aveva qualcosa di serio e non voleva dirmelo?

Con lei tutto era possibile. Pensai a mille malattie terribili in un secondo.

“Kate,cos’hai?Stai male?Ti prego Kate,dimmi che cos’hai!”

Ero isterico. Dovevo calmarmi.Mi tremavano le mani ed ero sull’orlo di una crisi di nervi.

Intervenne Lanie.

“Castle,calmati,Kate e’ solo stanca. Il nuovo lavoro,le responsabilita’,i pensieri di queste ultime settimane…”fece una pausa a farmi intendere che era al corrente della nostra situazione.

“Ha semplicemente dormito poco e mangiato ancora meno”aggiunse

Allora perche’ Kate non mi guardava.

Si era seduta sul lettino,le gambe sospese nel vuoto e lo sguardo ostinatamente basso.

Le strinsi una mano tra le mie

Le sollevai gentilmente il viso per poterla guardare negli occhi.

Erano pieni di lacrime.

“Ti prego Kate,vieni a casa con me finche’ non ti sentirai meglio.

Poi potrai andartene se vorrai ma ora lascia che ti porti a casa,sono cosi’ preoccupato per te tesoro.”

Vidi la battaglia epica che si svolgeva dentro di lei

“Rick,io…”

“No,Kate,non dirlo…”

La strinsi a me facendole appoggiare il viso sul mio petto

“Lascia che io ti porti al sicuro a casa nostra amore” le sussurrai abbassandomi verso il suo orecchio.

All’improvviso le lacrime fin li a stento trattenute cominciarono a scorrerle copiose lungo il viso.

Come se le mie parole avessero aperto una diga

“ Oh Rick..”

“Shhhh,va tutto bene” le sussurrai baciandola tra i capelli 

Ero in piedi davanti a lei che,seduta su quel piccolo lettino dell’infermeria,mi si aggrappava come ad una zattera per non naufragare.

La strinsi  con forza e continui a sussurrarle che sarebbe andato tutto bene fino a che non si calmo’

Sembro’ arrendersi. Come se dentro di lei si fosse aperta una porta.

Ed io ero di nuovo a casa tra le sue braccia.

Lenie le sorrise e le disse di chiamarla appena avesse potuto poi mi fece un cenno come a dire:ottimo lavoro e ci lascio’ soli

Kate si allaccio’ a me come se non volesse piu’ staccarsi e mi sussurro’: “Portami a casa babe”

Non me lo feci ripetere.

Chiamai il mio autista  e la sollevai dal lettino.

Era leggera come una piuma e preziosa come un diamante raro.

Si rannicchio’ contro di me e si lascio’ portare a casa senza dire una sola parola.

La sentivo respirare contro il mio collo e tremare lievemente,le mani sotto la mia giacca,seduta sulle mie gambe.La sbirciai,aveva gli occhi chiusi e un’espressione di abbandono sul viso.

Non parlava mentre l’autista davanti si districa nel traffico serale di Manatthan

“Andra’ tutto bene amore,te lo prometto” le dissi piano contro l’orecchio.

Finalmente sollevo’ il viso per guardarmi.

Era uno sguardo cosi’ colmo d’amore. 

E con una luce nuova dentro.

“ Davvero ? ” sussurro’

“ Ma certo tesoro” ribattei stringendola ancora di piu’ a me 

“Sei incinta, non e’ cosi?” osai finalmente dire

Mi rivolse lo sguardo piu’ dolce che mi avesse mai donato.

“Si” disse semplicemente sorridendomi

Una felicita’ profondissima mi invase come una marea.

“Un bambino,Kate.Aspettiamo un bambino…” mi era salito il cuore in gola.

Le sue lacrime si mescolarono alle  mie mentre commossi ci scambiavamo un delicatissimo bacio.

“Oh,amore,quanto mi sei mancata”

“Rick,mi sei mancato tantissimo anche tu. Ma dobbiamo parlare”

Mi gelai

“Non lo vuoi?” mi costrinsi a chiedere

Tremai dentro.

Silenzio.

Nero.

Paura.

“Non e’ cosi’ semplice,Castle..”

Ero di nuovo Castle.

‘Kate non devi avere paura” sussurrai io spaventato a morte

“E’ per questo che sei scappata,che mi hai lasciato?”

“No,ma che dici!” mi interruppe con forza.

“Se avessi saputo di essere incinta non sarei mai andata via.

E stasera quando ci siamo scontrati stavo venendo da te per dirtelo.

Ma rivederti dopo tanti giorni mi ha fatto andare in panico e sono scappata di nuovo.”

“Perche’ continui a farlo,a scappare da me?

  Perche’ ci trascini in questo inferno senza luce e senza colore?”

“Oh babe,e’ complicato..”

La guardai senza capire.

“Non mi ami piu’?”le chiesi con un filo di voce

Lei mi fisso’ e con sicurezza disse:” Ti amo così tanto,non sapevo neppure che si potesse amare così…”

“Allora proprio non capisco Kate” risposi incerto

Sospiro’ contro di me e mi si strinse ancora di più addosso

“Devo raccontarti una storia,ma te la racconto a casa” e mi bacio’ il collo con tenerezza

Era di nuovo qui con me.

Sorrisi sulle sue labbra.

La portai dentro tenendola in braccio,quasi come se fosse il nostro primo giorno di nozze,come quel giorno in quel ranch in Arizona dove ’non’ avevamo passato la luna di miele inseguendo un assassino!

Mi guardo’ con occhi pieni di amore e di paura insieme

La luce che la circondava era la mia forza

Ce l’avremmo fatta anche questa volta,ne ero sicuro.

Se stavamo insieme non c’era nulla che non potevamo affrontare.

Avevo imparato ad andare sulle montagne russe che lei rappresentava da anni ormai.

Avrei fatto anche questo giro se il premio era vederla sorridere accanto a me.

La portai fino in camera e la feci stendere sfilandole il vestito blu che le modellava i fianchi.

Reagii istintivamente al suo corpo coperto solo da un completino di pizzo blu.

Cercai di non sembrare un cavernicolo staccandole gli occhi di dosso e le passai la t shirt oversize che usava per dormire e che avevo tenuto accanto a me in quelle notti senza sonno.

Mi guardo’ dritta negli occhi e scosse la testa.

“Voglio sentire la tua pelle sulla mia,ne ho bisogno” mi disse

Non me lo feci ripetere due volte.

Mi spogliai in un attimo e mi infilai sotto le lenzuola accanto a lei che mi guardava illuminata dalla tenue luce della lampada da lettura.

Improvvisamente ero intimidito.

Dalla distanza.

Dalla gravidanza.

Dalla mancanza di ragioni.

Colmo’ lei tutto lo spazio che c’era tra noi.

Mi si strinse addosso. 

Pelle contro pelle.

Fu questione di istanti.

Il suo profumo.

Il suo calore.

La sua pelle vellutata.

Tutta la rabbia,la paura,il dolore svaniti in un tocco.

Mi persi lungo quella strada,alla prima svolta tra il suo collo e la sua clavicola.

Ero perdutamente innamorato di lei.

La volevo.

Volevo solo quel calore.

Volevo solo quel profumo.

Volevo lei, e lei sola.

“Rick,Stringimi,non lasciarmi andare via” quasi singhiozzo”.

E la strinsi.

La bacia.

La accarezzai.

La amai come non l’avevo ancora amata.

Con tenerezza e ferocia insieme.

Come se fosse la prima e insieme l’ultima volta che la amavo.

Scivolai dentro di lei come nelle profondita’ dell’oceano.

Rimasi in lei fino a naufragare.

E ancora.

E ancora.

Era una notte che non avremmo dimenticato.Mai.

Pioveva e la pioggia batteva contro i vetri come la prima volta che avevamo fatto l’amore.

Sembrava giusto cosi’.

Nella stanza il rumore della pioggia si mescolava ai nostri gemiti,alle parole d’amore sussurrate sulla pelle,alle preghiere,ai sospiri e alle suppliche.

La tempesta fuori e dentro di noi.

Quando un lampo aveva illuminato a giorno la stanza ci eravamo guardati emergendo da quell’abisso di piacere e amore in cui eravamo nascosti intatti e nuovi.

“Rick…ti amo.”

“Ti amo Kate,promettimi che da questa sera non ci lasceremo piu’.Promettimelo” insistetti mettendole una mano sul ventre ancora piatto  dove stava gia’ crescendo nostro figlio.

“Te lo prometto tesoro…ve lo prometto” Rimarco’ il pronome plurale.

Una lacrima le scivolo’ dalle ciglia lungo il viso fino alle labbra e io mi chinai per raccoglierla con le mie.

Mi diede un bacio lieve e carico di dolcezza

“Ora devo raccontarti la storia,Rick..”

E parlo’,racconto’ delle ricerche che stava facendo,della paura di coinvolgermi,del pericolo mortale che stava correndo,della decisione imperativa che aveva preso davanti alla morte dei suoi ex-colleghi dell’FBI.

Mi disse tutto con un filo di voce nella stanza in penombra mentre la pioggia continuava a batteva sui vetri e fuori la tempesta infuriava.

Tra noi,la calma

Finalmente la pace.

Aspettavo che concludesse la sua storia tenendola stretta contro di me

“Fino a stamattina ero determinata a stanare chi c’e’ dietro a tutto questo .

Tenendoti lontano perché non diventassi un bersaglio anche tu.

Poi pero’ ho saputo di lui.

E nulla ha più avuto senso..”

“Di lui?”la interruppi curioso

“Certo amore,del nostro bambino”

“O bambina” aggiunsi sorridendole

“No e’ un maschio,lo so..” decisa e testarda come sempre

Dio come l’amavo.

Potevo vedere la luce che irradiava.Ne era circondata.

“Amore…”provai a dire

“Fammi finire Rick”

Mi zittii partecipe

“Stamattina Lanie ha insistito per farmi le analisi perche’ continuavo a stare male.,a rimettere,a sentirmi debole. Ero convinta fosse lo stress e il dolore di stare senza di te.Starti lontana mi stava uccidendo.Lei aveva capito che era altro e senza dirmelo ha fatto anche un test di gravidanza.

Quando mi ha preso la mano per dirmi che ero incinta sono scoppiata a piangere.Sentivo dentro una gioia mai provata prima.E un dolore atroce perche’ tu non eri li con me a dividere quel momento speciale.

Potrai mai perdonarmi Rick?”

“Amore,non c’e’ niente che devo perdonarti,siamo qui,siamo insieme,niente altro importa”

“Sai Rick,appena Lanie mi ha detto del bambino tutto all’improvviso e’ diventato chiaro.

Non volevo piu’ combattere.Non volevo piu’ inseguire nessuno.Volevo solo te.E nostro figlio.

E passeggiate a Central Park.

E calde estati negli Hamptons.

E lunghe notti insonni tra le tue braccia,cullando il nostro piccino che piange per i dentini nuovi.

E favole inventate da te da ascoltare.

Giorni e vita noi tre soli.E il resto del mondo fuori.”

Ero coi’ emozionato nel sentirle dire queste cose.

La guardai e capii che non potevo amarla di piu’.

Eppure sapevo che sarebbe successo.

Che un pomeriggio di ottobre lei mi avrebbe guardato da lontano tra mille estranei sorridendomi complice e io avrei sentito il cuore allargarmisi ancora un po’.

E ancora quando l’avrei guardata allattare il nostro bambino cullandolo serena.

E ancora di piu’ quando,dopo una lunga giornata di lavoro,sarebbe entrata in silenzio in cucina e mi avrebbe abbracciato all’improvviso da dietro  mentre ero impegnato a cucinarle la cena .

Lei mi aveva svelato finalmente cosa significasse amare davvero una donna.

Prima non lo avevo mai capito

La strinsi a me senza parlare.

Finalmente in pace.Completo.

“Bentornata a casa amore mio” le sussurrai nell’orecchio.

Ripresi a baciarla

Non avrei piu’ smesso.

Ne ero sicuro.

 

 

 

quasi 2 anni dopo

 

“E’ tutto pronto Kate,stai tranquilla” le sussurrai  abbracciandola da dietro e mettendo le labbra sul suo orecchio.

Sapevo che effetto le faceva e ne stavo approfittando.

“Rick…non fare cosi’ ” mi rimprovero’ lei rabbrividendo.

“Cosi’ come?” protestai.

“Lo sai!”

“So cosa,che ti piace quando ti sussurro parole dolci all’orecchio?

Ti amo..” mormorai.

Poi spostai le labbra appena sotto al suo orecchio e la baciai.

E più giu’,sul collo mentre lei si era immobilizzata appoggiandomisi contro.

Sospiro’ quando con la lingua tracciai una linea fino alla sua gola facendole ruotare il viso con la mano con cui non la stavo stringendola a me.

“Rick..” mi rimprovero’ di nuovo.

Meno decisa.

“Kate..” dissi con voce roca. Ero cosi’ eccitato.

La volevo. Volevo sentirmela addosso ,nuda,appassionata,selvaggia come solo lei sapeva essere.

“Rick,gli invitati saranno qui tra un’ora e dobbiamo ancora cambiarci.”

“Ti sto aiutando a spogliarti,non sono incredibilmente d’aiuto?” le mormorai slacciandole il nodo dell’accappatoio che aveva indossato dopo la doccia insieme.

“Amore,ti ricordo che abbiamo appena fatto l’amore sotto la doccia,l’hai dimenticato?” rise lei baciandomi il sorriso.

“Tesoro,come potrei dimenticare quello che e’ appena successo la dentro?sarebbe impossibile” , ammiccai malizioso.

“Rick, sei incorreggibile “ disse sorridendo e lasciandosi spogliare.

L’accappatoio era ai suoi piedi e lei era nuda e bellissima contro di me.

Sospiro’ di piacere.

Allungo’ le mani dietro la schiena per slacciare anche il mio accappatoio.

E in un attimo ero nudo anche io,in piedi dietro di lei.

“Tesoro,sei bellissima” le sussurrai contro l’orecchio.

Le sfuggi’ un gemito che mi fece eccitare ancora di piu’, se di più era possibile.

Con lei era cosi’.

Mi accendeva come mai mi era successo prima.

Avevo sempre voglia di fare l’amore.

Bastava un suo sguardo.

Il suo corpo sapeva farmi impazzire.

E il modo in cui mi si stava muoveva addosso mi face perdere completamente il controllo.

“Rick..” era una preghiera.

“Non muoverti Kate,resta qui,non ti muovere” le ordinai a bassissima voce mentre con le mani le coprivo i seni e la stringevo ancora di più .

La mia erezione era prepotente e le premeva contro mentre lei ci si strusciava sensuale.

Il gemito che mi usci dalla gola parlava di piacere.

Di voglia di lei.

Di desiderio puro.

“Ti voglio Kate” la incalzai

“Prendimi Rick” mi sfido’  

“Adesso”

Con un colpo deciso scivolai dentro di lei tenendola ferma per i fianchi

Sorpresa si lascio’ sfuggire un gemito roco.

“Amore! Ben arrivato” scherzo’ mentre restavo fermo perche’ si abituasse a me.

Sorrisi.

Riuscivamo a scherzare anche quando facevamo l’amore.

Era magnifico amarla.

Era meraviglioso amare lei.

Avevamo sofferto,attraversato l’inferno per arrivare a stare insieme,superato mille ostacoli ma dalla sera che avevamo saputo di aspettare un figlio non ci eravamo piu’ separati neppure un giorno.

L’amavo.

Completamente.

Senza dubbi.

Senza indugi.

Senza condizioni.

E mi sentivo altrettanto amato.

“Hai detto che avevamo poco tempo e non volevo lasciarti a meta’ strada, so quanto tieni al gran finale” scherzai anche io.

Rick,stai zitto e muoviti” disse con la voce sexy del detective Beckett  che sapeva mi faceva impazzire.

‘Ogni tuo desiderio e’ un ordine!” le sussurrai prima di spingermi fino al fondo di lei

“Oh,siii” sospiro’

“Si amore” le risposi

“Ancora Rick,ti prego,ancora..”

Aveva appoggiato le braccia contro la parete mentre io,aggrappato ai suoi fianchi,non le davo tregua.

“Sii.oh siii…”

Ero eccitato e infuocato.

Avevo smarrito la ragione almeno cinque minuti prima.

Ero solo istinto e desiderio.

E lei rispondeva col corpo,con la stessa audacia.

Nella stanza si sentivano solo i nostri gemiti  sempre piu’ affannati.

“Rick…sto per venire” quasi urlo’ “ Vieni con me”, aggiunse

Sapeva come farlo accadere.

mi stringeva da dentro e io impazzivo di desiderio.

“Oh,sii ,amore”,urlai,”vengo anche io”

“ Si,sii,siiii” la sentii tremare e piegarmisi addosso.

Tremai dentro di lei stringendola a me per sostenerla e la invasi dolcemente gridando il suo nome

Sentivo anche le mie gambe cedere.

“Ti amo,Kate” le sussuraii all’orecchio senza piu’ forze.

“Ti amo,Rick” rispose lei allungando le mani a stringere le mie

“Always” dicemmo all’unisono per poi guardarci increduli e scoppiare a ridere.

Ci succedeva di dire la stessa cosa contemporaneamente anche facendo l’amore.

Eravamo perfetti,insieme.

Non avemmo il tempo di indugiare oltre perché un vagito delicato ci riscosse dalla bolla d’amore e passione in cui c’eravamo rinchiusi.

Ci voltammo verso la culla e ci accorgemmo di due occhi blu curiosi che ci sbirciavano sorridenti.

“Beccati!” scherzai

“Scemo” disse lei col sorriso nella voce e ancora tutta addosso a me

“Eih,campione, ti sei di nuovo messo in piedi!hai visto come si divertono mamma e papa?”

“Scemo!” ripete’ colpendomi alla spalla con un pugno delicato.

“Smettila”

“Lui e’ il campione di papa’.
Dovrà sapere tutto di come si ama una donna , e molto presto, tanto vale cominciare a spiegarglielo..”

“ Smettila subito,Castle! Ha un anno. Cosa stai farneticando”

Sorrise guardando le braccine tese del nostro tesoro.

C’erano giorni che ancora non riuscivo a credere di poter essere tanto felice.

Le pigre mattine in cui Kate non era di turno al Distretto e potevamo indugiare a letto piu’ a lungo mettendo quel frugoletto delizioso in mezzo a noi per guardarlo dormire abbracciati.

O quando uscivamo tutti e tre insieme e io spingevo il passeggino tenendomi vicino Kate allacciando la mia mano alla sua.

O le sere in cui lasciavo che il bambino mi si addormentasse addosso sul divano mentre aspettavo che Kateb tornasse a casa dal lavoro per cenare insieme dopo averlo messo a letto.

Erano i miei giorni perfetti.

Kate scivolo’ fuori dal mio abbraccio e cammino’ fino alla culla.

Nuda con  nostro figlio in braccio si giro’ verso di me.

Ero in estasi.

Erano la cosa piu’ bella che avessi mai visto.

“Ciao Papa’” mi disse maliziosa

Andrew copio’ il suo sorriso e mi si allago’ il cuore.

Allungai una mano verso la scrivania per afferrare il telefono e scattai loro una foto

“Siete stupendi,voi due” dissi emozionato

“Beh,neppure tu sei tanto male,vero Andy?”

Il suo sguardo si incateno’ al mio facendomi  perdere un battito al cuore.

Nei suoi occhi c’era tutto l’amore che mi scaldava,che illuminava i miei giorni e che rischiarava anche la piu’ buia delle notti.

Non avrei mai immaginato che si potesse amare tanto 

Con lei avevo imparato a superare ogni volta il mio limite 

“Venite qui” riuscii a dire nonostante il nodo in gola per l’emozione

Camminarono verso di me e fu come se ultimo velo del senso della mia esistenza si squarciasse.

Vidi gli anni futuri rotolare densi intorno a noi.

Immaginai i sorrisi e sentii il calore.

C’erano prati e boschi e oceani da scoprire.Insieme.

Noi tre.

Eravamo una famiglia

Kate,Andrew ed io.

Con Alexis che adorava suo fratello e correva a prenderlo ogni volta che poteva.

Avevano gli stessi identici occhi,i miei.

Ma Andrew aveva ereditato i capelli scuri di sua nonna Johanna.

E il sorriso irresistibile di sua madre.

La mia meravigliosa famiglia allargata.

Il piccolo strinse una manina sul seno di Kate

“Eih,tu,metti giu’ le mani.q

Quella e’ roba mia” scherzai facendola ridere e godendomi i pochi dentini di mio figlio che sorrideva in automatico ogni volta che ci vedeva farlo.

Era adorabile.

“Smettila subito di fare il buffone” mi riprese poco seriamente mia moglie

“Sei nuda,non hai molta autorita’ conciata cosi’,la presi in giro.

“Beh,se e’ per questo lo sei anche tu” ribatte’.

“Si,ma io sono dannatamente sexy,Capitano, e tu non puoi resistermi”.

“Stupido,irresistibile scrittore” disse prima di baciarmi

Andrew partecipava gioioso al bacio aggrappandosi ai miei capelli.

Eravamo felici.

“Vai a vestirti,tesoro. Non vorrei doverti dividere con le mamme degli amichetti invitati al compleanno di Andy” mi sussurro’ maliziosa all’orecchio

“Mi dispiace!Sono lusingato dalle sue avances signora.Ma sono sposato.Ho fatto una promessa a mia moglie,always!Non potrei mai tradirla” ribattei serio nel mio costume adamitico baciandola con intensita’.

“Frena,cowboy.Ho tuo figlio tra le braccia.calma i bollenti spiriti per quando saremo soli stasera..”promise lei

“Scusa,ma e’ colpa tua! Sei così eccitante.Non mi basti mai.

Dovrei chiuderti in casa,non farti più uscire e abusare di te dieci volte al giorno.”

“Smettila Castle!Va a vestirti.

Tra 15 minuti saranno qui 50 persone e noi siamo entrambi nudi!”

“Agli ordini!” reagii scattando sull’attenti

“Vieni Andy,noi maschietti ci vestiamo insieme e lasciamo alla mamma il tempo di farsi bella per noi.”

Kate era davanti al suo armadio indecisa su cosa indossare.

“Vestiti sexy,voglio che tutti i papa’ invitati alla festa mi invidino stasera” le urlai dal bagno facendo il solletico ad Andy che rideva deliziato.

“Castle,muoviti!” rispose lei ridendo .

Dopo dieci minuti noi due eravamo pronti,entrambi con la camicia azzurra che piaceva tanto a Kate perche’ diceva che faceva risaltare il colore dei nostri occhi.

Anche i capelli erano pettinati nello stesso modo.

Andy aveva ereditato il mio ciuffo ribelle e Kate rideva ogni volta che ci svegliavamo entrambi con i capelli dritti in testa.

“Kate,sei pronta? ” Andammo  a cercarla

Era una visione.

Rimasi paralizzato sulla porta

“L’hai detto tu di essere sexy” sussurro’ intimidita del mio sguardo che la accarezzava

Lei era cosi.

Audace,sensuale e appassionata quando facevamo l’amore.

E un attimo dopo timida e insicura se le dicevo che la trovavo bellissima.

Era un mix irresistibile.

“Dio,Kate,piu’ che invidiarmi avranno un infarto quei papa’ oggi”

Aveva messo un vestito blu che le lasciava scoperte le gambe chilometriche e abbronzate e buona parte della schiena.

I capelli era sciolti e mossi e i tacchi vertiginosi completavano la visione.

Mi avvicinai per passarle Andy che reclamava la sua mamma.

E approfittai per affondare il naso nel suo collo baciandola all’attaccatura della gola.

Avrei ricominciato ad accarezzarla in quello stesso momento.

Amavo il suo corpo sottile ed aggraziato.

Ma più ancora amavo la sua anima che somigliava ad un rigoglioso giardino segreto.

Se si aveva il privilegio di venire ammessi ci si perdeva in un paradiso senza fine.

Andrew gorgoglio’ un sorriso.

Era abituato alle nostre effusioni.

“Basta,voi due. Sembrate sempre due adolescenti alla prima cotta e con gli ormoni in fermento.Siete stucchevoli!”

Andy stava sorridendo a sua sorella Alexis che ci aveva colti in flagranza di reato .

Mi dichiarai colpevole di bacio rubato

Kate arrossi’ e io la strinsi più a me intenerito.

“Tesoro,Andy e’ veramente felice di vederti” dissi ad Alexis mentre la tiravo verso di me per un abbraccio guardando il piccolo allungare la manine verso di lei per essere preso.

Era tutto perfetto

“Richard!Non sei ancora pronto col mio adorabile nipotino?” urlo’ mia madre dal piano di sotto

O quasi tutto!

Sorrisi a Kate e pensai che nemmeno due anni prima barcollavo in un vuoto senza fine convinto di aver perso l’amore della mia vita.

E invece eccoci.

Felicita’ e amore e sorrisi  e armonia senza fine.

“Buon primo compleanno amore mio” disse Kate allungando Andy ad Alexis dopo averlo baciato con dolcezza.

“Papa’ ti conviene scendere,ci sono almeno quattro o cinque ospiti di sotto insieme alla nonna e al povero Jim che e’ stato messo alla porta come se fosse il portiere..” disse Alexis sorridendo

Afferrai la mano di Kate e la trascinai verso le scale con me.

Non avevo alcuna intenzione di perderla di vista.

Non con quel vestito addosso e con tutti questi padri insoddisfatti dei loro matrimoni in giro per il loft.

Glielo sussurrai ad un orecchio facendola ridere.

Nel farlo butto’ indietro la testa e io ne approfittai per baciarle delicatamente la gola

‘Ti amo” le sussurai con le stelle negli occhi

“Always”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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