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Autore: Chamelion_    25/02/2009    8 recensioni
Forse a morire un po' lo faceva apposta.
Aveva il vizio di morire,
troppo spesso, troppo a fondo:
il suo gioco preferito.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Scrive frasi sul selciato
prive di significato
in cui qualcuno trova un senso,
ma per lei son vuote e tristi.
E poi ci cammina sopra,
fa la danza della pioggia:
dice sempre che fa caldo,
sente troppo caldo addosso.

Forse a morire un po' lo faceva apposta.


Mischia lo zucchero col sale:
rimane solo il sale,
da cui non nasce niente.



Disegna e soffia la grafite
con cui sfrega i polpastrelli
l'un con l'altro: starnutisce,
sparge polvere sul viso.

Lascia segni del suo sangue,
lascia tracce di respiri:
monumenti fastidiosi,
ingombranti, rumorosi.

Forse a morire un po' lo faceva apposta.


Le dita sempre si mangiava:
non amava nessun gusto,
soltanto il suo sapore.



Non più dèi da bestemmiare,
nuvole da masticare:
solo un corpo da graffiare,
la sua carne da sbranare.

Predatrice di se stessa,
campionessa in questo gioco.
Son le tante cicatrici,
dentro e fuori, i trofei di caccia suoi.
Lei che le mostra con orgoglio,
vulnerabile assassina,
offre l'ossa ad altre fauci,
ché si cibino di lei.

Forse a morire un po' lo faceva apposta.


Rideva nera in mezzo ai denti,
divorata e divorante,
ché ciò che mangi è ciò che ami.

Ciò che mangi è ciò che ami.



Rotolarsi nel catrame
è un'abitudine oramai.

Sputare lacrime piccanti
sopra i fiori, per parlarci.

Forse a morire un po' lo faceva apposta.


Aveva il vizio di morire,
troppo spesso, troppo a fondo:
il suo gioco preferito.

Aveva il vizio di morire
accartocciata sull'asfalto:
le ginocchia sotto i denti.

Aveva il vizio di morire:
lo faceva con passione.
Forse lo faceva apposta.



E solo quando non danzava
compassione avea la pioggia:
la sporcava e cancellava.
Alla morte la strappava
un'altra volta, l'obbligava
a ritornare a camminare

Le vesciche sotto i piedi,
ghiaia e fango nei polmoni
e quel suo vizio di morire.

Lo faceva con passione.
Forse lo faceva apposta.
Forse, un po'.






















___________________________________________________________
...Mah. Che cosa sia, non lo so bene. Ci ho messo un mesetto buono a elaborarlo, eppure il risultato è qualcosa di tutto fuorché complesso. L'ho chiamato "cantico" perché, in alcune parti, è stato pensato come testo musicale accompagnato da una qualche melodia... "stonata", appunto: una sorta di ballata stonata, volutamente o spontaneamente cacofonica.
Quando all'effetto grafico, non sono assolutamente preparata quanto l_s o miss dark o altri -- in realtà, non ci avevo proprio mai provato prima -- e il mio è stato puramente un tentativo di riportare questo esperimento così come suona nella mia testa.
Sono consapevole del fatto che questo esperimento sarà un pugno in un occhio degli amanti della buona poesia, della buona prosa, del buon nonsense e della buona ballata: sarò sorpresa se a qualcuno piacerà un po', sinceramente. Non piace nemmeno a me, e forse è per questo che lo amo di cuore. Ho pensato che uno spazietto tra le mie stanze potevo trovarlo, per un goffo cantico stonato e mordace.


  
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