Chiarimento
Non era riuscita a godersi la partita
come avrebbe voluto dopo la scenata di Suigetsu.
L’aveva spiazzata e quello che le
dava più fastidio era che praticamente tutti sapevano cosa stava succedendo, ma
nessuno si era preso la briga di renderlo chiaro anche a lei.
Quanto le dava sui nervi avere
addosso lo sguardo saccente di Ino.
Che bell’amica che aveva! Sempre ben
disposta a riportare ogni frivolo pettegolezzo, ma non aveva speso nemmeno una
parola per chiarirle la questione.
Per questo, ora, si trovava sul
cortiletto sul tetto, dove sapeva si recava Suigetsu
quando voleva pensare o voleva stare solo e non essere trovato.
Se fosse stata una ragazza più
sensibile, come Hinata ad esempio, si sarebbe sentita
un’intrusa, imbarazzata per aver invaso la sua privacy.
Ma non era questo il caso. Lei lo
aveva cercato apposta per parlargli.
Così, senza indugi, gli fece sentire
la propria presenza.
«Oh sei tu» l’accolse con tono duro.
Era ancora arrabbiato con lei,
dedusse la ragazza. Questo non l’aveva fermata; sarebbe giunta a capo della
faccenda.
«Sì, sono proprio io» disse
solamente, mentre si avvicinava e gli si sedeva accanto.
Calò un silenzio teso. Suigetsu non sembrava incline a conversare con lei, neppure
a insultarla, come al suo solito. Fingeva che non ci fosse.
La ragazza sbuffò, spazientita. Che
parlasse o che stesse zitto, Suigetsu aveva il potere
innato di innervosirla.
«Avevi ragione» ammise, poi.
Quelle semplici parole catturarono
l’interesse di Suigetsu, che alzò gli occhi e
indirizzò il proprio sguardo sulla compagna di classe.
Non era stato affatto facile dirlo e
non sopportava il fatto che lei non ci fosse arrivata, che non l’avesse visto e che, ad aprirle gli occhi, era
stato proprio lui.
«A
partita conclusa, Sakura è corsa ad abbracciare Sasuke
e lui, in un gesto delicato, ha circondato il proprio braccio intorno alla sua
vita. E lì ho capito.»
Faceva ancora molto male, ma sarebbe
passata, cercò di convincersi.
«Mi dispiace» si sentì in dovere di
dire Suigetsu, imbarazzato.
Sapeva che era stato un duro colpo
per lei e un po’ si sentiva in colpa, dopotutto le aveva sbattuto – poco
galantemente – in faccia la verità.
Karin alzò le spalle, noncurante.
«Tu piuttosto. Cos’era quella scenata?»
Occhi rossi cercarono quelli
violacei.
Suigetsu le rivolse uno sguardo confuso.
Cos’è che voleva sapere, di preciso?
«Ero stanco e arrabbiato, perché non
ho potuto giocare. Davvero, non è nulla.»
«Ne sei sicuro?» incalzò lei.
Da quando era diventata così
stressante?
Il giovane non aveva idea di come
uscirne.
«Perché ti dà così tanto fastidio se
pronuncio il nome di Sasuke?» gli domandò, fissandolo
intensamente negli occhi.
Rimase colpito dalla sua
determinazione.
Lei era così forte e pensò che, per
una volta, voleva esserlo pure lui.
«Per questo.»
Le si avvicinò e la baciò con tutto
l’amore che aveva trattenuto in quegli anni.
La ragazza non se lo aspettava, ma si
lasciò trasportare, dopotutto non era una brutta sensazione.
Suigetsu si meravigliò che lo lasciasse fare;
aveva immaginato un suo allontanamento repentino – o nel peggiore dei casi – di
ricevere uno schiaffo.
Una volta separati, entrambi i
ragazzi avevano le guance di un acceso colore rosato.
«D’ora in poi dalle tue labbra uscirà
solo il mio nome» sottolineò Suigetsu in seguito.
Karin non poté che essere d’accordo.
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Hola a tutti! ^^
Sono tornata con questa flash, che è
il seguito di “Insensibile”. Ho pensato che avrei potuto scrivere di un loro
chiarimento, come mi è stato chiesto. C:
Per questo ringraziate Ryanforever. C: E questa è tutta per te! Spero sia di tuo
gradimento.^^
Spero che piaccia anche a voi, cari
lettori! ♥
Fatemi sapere che ne pensate, ok? ;)
Grazie per l’attenzione. ♥
Alla prossima! ;)
Selly