Serie TV > NCIS L.A.
Ricorda la storia  |      
Autore: solomonty    11/11/2015    3 recensioni
C’è penombra nella stanza.
Martin tenterà nuove strategie per svegliarla.
Quando lei aprirà gli occhi inizieranno a giocare.
Adorano la mattina e quello che porta con sé.
Loro sono innamorati, complici, assonnati e languidi.
Meglio di così…
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marty Deeks
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Svegliarsi

 

 

«Dai, ti svegli?»
«Hm!»
«Basta hm-hm, svegliati.»
C’è penombra nella stanza e Martin non riesce a vedere il viso di sua moglie nitidamente; lo conosce così bene, però, che se lo immagina mentre fa le smorfie.
Passa un dito sul collo poi sulla clavicola; lei si scuote un po’ e si gira verso di lui.
«Ti svegli? Su, per il tuo maritino…»
Lei mugugna ancora; tenta ma può muoversi molto poco: Marty le blocca il lato sinistro col proprio corpo e ha accavallato una gamba sulle sue.
«Piccola? Tesoro? Mogliettina piena di curve?»
Non accenna neanche ad aprirli gli occhi; allora lui s’appoggia con il viso alla sua spalla, arricciando le labbra in un finto disappunto.
Ci pensa un po’ su, poi muove una mano dando ovvietà a quello che gli è venuto in mente. «Non mi lasci altra scelta» le spiega.
Si accomoda meglio tirandosi su sul gomito e con la bocca le si avvicina all’orecchio. «I bambini!» dice a voce un po’ più alta.
La signora Deeks si sveglia di soprassalto, immediatamente, sbattendo gli occhi grandi. «I miei bambini?» chiede allarmata e confusa.
Martin l’abbraccia felice; «stanno bene, non ti preoccupare.»
«I miei bambini?» ripete intontita.
Le accarezza una guancia teneramente; «è tutto a posto, scherzavo.»
«No, non si fa» bofonchia lei; sbraccia per allontanarlo e tenta di girarsi e dargli le spalle ma lui le impedisce di farlo.
«Scusami, lo so… ma sto qui a farti le coccole e non ti svegli» si giustifica neanche poi tanto convinto.
«Non puoi spaventarmi così!»
«Ah, esagerata.»
«Dammi i bacini e vedrai come mi sveglio.»
«Volevo provare qualche altro modo, stamattina.»
«Vanno bene i classici bacini… su, forza» gli fa cenno con una mano che Marty riesce a intravedere.
Sarà che si stanno svegliando, ma l’oscurità della stanza sembra via via meno forte e i contorni farsi più nitidi.
«Ti do tutti i bacini del mondo.»
«Bravo» passa una mano sulla testa per accarezzargli i capelli; «voglio tutti quelli che puoi» dice languida e poi lo abbraccia forte quando lui si china sul suo collo a pizzicarglielo con la barba.
Ridacchia, la signora, felice come ogni mattina. Per forza, si sveglia con lui!
«Ti voglio sveglia prima dell’arrivo dell’ “Orda Famelica Deeksiana”, per stare un po’ da soli» dice preso.
«Hai fatto bene, sbrighiamoci… prima dell’Orda» ribadisce lei ridendo muovendosi elettrizzata.
«Quanto mi piace svegliarti» Marty parla a voce bassa, come se fosse un segreto tra di loro. Sotto al lenzuolo passa una mano ad accarezzarle il busto, il fianco e poi la coscia; palpa sua moglie soddisfatto. «Sei così calda e poi…» le appoggia il naso sulla pelle in un punto a caso e tira su un lungo respiro; «sai di sogni, di letto, di noi due… che bella che sei.» La voce è quasi flebile, persa dietro a un sacco di pensieri privati.
Emmy gira la testa quel tanto che le basta per perdersi tra i ciuffi di suo marito.
«Mi rendi tu così» gli sussurra all’orecchio. «Sei il posto più bello che c’è» gli parla ancora, con la voce bassa, quasi a non voler spezzare quell’incantesimo.
Sotto al lenzuolo, in quel piccolo micro mondo che è solo loro, s’abbracciano complici e svegli.
Cercano di guardarsi negli occhi e forse un po’ ci riescono, ma non è così importante: loro si guardano sempre, in continuazione. Si beano l’un l’altra da anni e stamattina questo vedo-non-vedo gioca con i loro sensi rendendoli più acuti.


Lo accarezza lungo la schiena nuda; con le dita scivola sotto l’elastico dei boxer e appoggia la mano su un gluteo sodo e muscoloso. Gli restituisce dei bacini leggeri e stringe un po’ le dita della mano strategica; Martin mugugna contento.
«Cosa senti?» gli chiede.
«Il tuo bollore che si impadronisce di me» risponde sospirando. «E tu…» si gira imponendosi su di lei spingendo contro il suo, il proprio bacino; «cosa senti?» domanda con voce calda, provocatoria.
Em ha un sussulto e poi ride cercando di non fare troppo rumore; «la perfezione» sussurra lentamente soffiando sulla pelle di suo marito.
A Martin Deeks basta quella parola per essere contentissimo e riempirsi di brividi. È un uomo, ha voglia di conferme e sua moglie non manca mai di dargliene: gli dice sempre che è un grande amante, che la soddisfa, che la appaga nel migliore dei modi. È attento, premuroso, generoso, intraprendente e lei gli sta al passo creando quell’alchimia fantastica che rende il loro matrimonio pieno di fuoco e passione dove non si stancano mai l’uno dell’altra.
«È per questo che ti amo» dice completamente sedotto.
«Ah, lo so bene» risponde certa.
Ridono insieme con una voglia matta di giocare, divertirsi, fare l’amore e il sesso; concordi nel non riuscire a trovare un modo migliore di iniziare quella giornata e tutte le altre.
Martin scorre un dito sotto la bretellina della “sottoveste da notte”, come la chiama lui, e la guida giù dalla spalla; abbassa la scollatura quel tanto da far scappare fuori un seno tondo e pieno.
«Ciao, meraviglia» sussurra rapito; gli stringe la mano intorno e prende il piccolo capezzolo rosa tra le labbra.
Lei si muove contenta: le piace quel gioco e la barba e i baffi le fanno il solletico.
Marty solleva la testa ed è come se non ci fosse più nessun ostacolo: si guardano negli occhi e si capiscono al volo.
«Oggi tocca a me: lasciati guidare, gatta!»
«Faccio tutto quello che vuoi, capo!»
«Bene… allora buongiorno, amore» e si abbassa di nuovo su quelle colline morbide.
«Buongiorno, bellissimo» risponde lei mentre gli appoggia la mano libera sulla nuca per tenerlo in quella posizione che le piace da impazzire.


Rumore di lenzuola, poi di punto in bianco:
«Buongiorno, mamma; buongiorno, papà!»


Fermano immediatamente le loro faccende sgranando gli occhi, sorpresi; naso contro naso si guardano e insieme girano le teste nella direzione della voce che arriva dalle spalle di Martin.
Lui si sposta così da potersi voltare un po’ e soffia dal naso.
«Buongiorno, Gael» Emily è la prima a parlare e la sua voce non nasconde una risata nascente.
Gael li saluta con la mano e questa volta i signori Deeks la vedono piuttosto bene.
Martin si schiarisce la voce con un colpo di tosse; «Gael?»
«Sì, papà?»
«Tesoro… tu sei un gemello, vero?»
«Vero» risponde allegro.
«Già… e non senti un’irrefrenabile, irresistibile, irrinunciabile voglia di stare appiccicato a tuo fratello?»
«Sì!»
Marty strizza gli occhi: come dire? È deluso di quello stop ma gli viene un bel po’ da ridere.
«E allora cosa stai aspettando? Su, va da lui, asseconda la tua natura di gemello» lo incita con un plateale movimento della mano.
«È vero, papà ha ragione» conferma Emmy, ridendo.
«No, no… non serve, io sono qui.»
E i signori Deeks vedono un’altra mano che li saluta.
«Buongiorno, Gareth» è ancora lei a parlare.
All’improvviso la luce dell’abat-jour si accende e rende visibili gli uni agli altri.
I gemelli sorridono facendo la stessa espressione; si muovono speculari e a guardarli sembra davvero di trovarsi di fronte a uno specchio. Se li conosci, le differenze le vedi anche se sono davvero minime. Scapigliati e sveglissimi, al momento, quello che balza agli occhi di questo strano gioco di riflessi è che uno ha il pigiama blu, l’altro rosso.
«Quanti anni avete voi due?» Marty li indica col dito.
«Dodici» rispondono in coro come fanno molto spesso.
«Esattamente» si sforza di mantenere la faccia seria ma non può smettere di sorridere della situazione; «non siete un po’ grandi per dormire nel letto di mamma e papà?» continua con fare inquisitorio.
«No, la porta era aperta e poi cosa vuol dire? Questo letto è comodissimo, piace anche a noi» risponde Deeks 4 molleggiando.
«Però è nostro!» ribadisce Marty.
«Taccagno! È un letto enorme… non vi siete neanche accorti che eravamo qui» insiste muovendo la testa bionda, con i ciuffi che non fanno mistero di chi sia figlio.
«Infatti…» ammette a malincuore Marty.
«Comunque…» prosegue Gael, guardando i propri genitori.
«Prego, parla pure» acconsente suo padre ormai in balìa della situazione.
«Fate così tutte le mattine?»
«Così, come?» chiede lei.
«Cicci, bacetti, mumù, tesoro, amore, “come sei bella”, “no, sei più bello tu”, “no, tu”, baciami qui, baciami lì» li imita con la voce languida.
«Sì, facciamo come hai detto tu, sempre… siamo buffi?» risponde Marty.
«Beh, un po’, sì» fa una smorfia e ride; «però è divertente» spiega tornando serio. E prima che il padre dica qualcosa, parla ancora. «Cos’è l’“Orda Fam…”» s’interrompe rimuginando; «ehi, Reth, come ha detto?» si gira verso il gemello.
«“Orda Famelica Deeksiana”» risponde Gareth, preciso al suo solito.
«Proprio così, “Orda Famelica Deeksiana”… cos’è?» guarda suo padre, di nuovo.
«Tu e tutti i tuoi fratelli.»
«“Orda Famelica”» dice alzando gli occhi al cielo pensandoci. Fa un gesto con la mano «non sono sicuro di cosa voglia dire… guarderò sul vocabolario.»
«Perché non ti togli questo dubbio subito?» propone suo padre speranzoso.
«No, dopo» alza una spalla; «mamma, prima, sospirando, hai detto “la perfezione”… cosa è perfetto?» chiede guardandola.
«Ah!» le esce un gridolino a voce alta, «il momento, tesoro… il momento» mugugna in imbarazzo agitando una mano come se non fosse importante mentre suo marito ridacchia e le preme addosso “il momento”.
«E cosa vuol dire “oggi tocca a me, lasciati guidare, gatta!” che hai detto a mamma?» chiede Gareth rivolgendosi a Marty.
«Sei piccolo, fatti gli affari tuoi» taglia corto suo padre.
«Perché la chiami “gatta”?»
«Sei piccolo, fatti gli affari tuoi» replica.
«Sono affari miei!»
«E anche miei» ribadisce Gael.
«Non solo terrorizzi mamma per svegliarla, ma la schiacci con il tuo corpo e la comandi pure» Gareth gli spiattella le sue ragioni annuendo serio.
Emily si tira il lenzuolo sulla faccia; Martin brontola a bocca chiusa poi fa una smorfia e parla.
«Tanto per cominciare… non l’ho terrorizzata, stavo giocando.»
«Beh, un po’ di paura me l’hai messa, però» chiarisce lei da sotto il lenzuolo.
«Oh, non ti ci mettere pure tu, eh?» Marty gira lo sguardo in direzione della voce, poi si volta di nuovo verso il figlio; «e non la sto schiacciando» dice facendogli il verso; «sono appoggiato sul mio fianco.»
«Mamma, papà ti pesa?» si informa Gael.
Lei esce da sotto il lenzuolo e fa segno di no con la testa.
«No, tesoro, non mi pesa» lo rassicura.
«Davvero?» chiede quell’altro e quando lo fa sembra proprio Martin Deeks.
«Sicuro… papà è sempre molto attento e carino con me» gli risponde lei con la voce che è più dolce del miele.
«Quindi è una cosa bella?»
«Molto, molto bella» conferma sua madre.
«Però la comandi!» Gareth ritorna a guardare suo padre.
«Secondo te, conoscendola, qualcuno può comandare tua madre?» chiede Martin al più piccolo dei suoi gemelli.
D4 e D5 fanno la stessa smorfia muovendo la testa.
«No» rispondono in coro, di nuovo.
«Ah, bene! Siamo d’accordo su qualcosa, stamattina» sentenzia il padre.
«Ero preoccupato per lei» Gael tira su le spalle.
«Sto bene, piccolo, sul serio» Emmy cerca di convincerlo facendogli grandi sorrisi.
«D’accordo, ok, sei la mia mamma, eh!»
«Grazie, tesoro dolce» e gli manda un bacio.
«Ti pare che faccio del male a mia moglie?» s’intromette Marty.
«No, però lei è la mia mamma.»
«Però è mia moglie.»
«Sì, ma è mia mamma.»
«Sì, ma è mia moglie.»
«Mia mamma!»
«Mia moglie!»
Prima che lei possa intervenire in quel battibecco surreale l’altro gemello si mette in mezzo.
«Fate sesso tutte le mattine?» chiede come se niente fosse.
«Non direi proprio» grugnisce suo padre.
Emily, invece, si tira nuovamente il lenzuolo sopra la testa.
«Oddio, ho troppi figli maschi» dice arresa.
«Secondo me ci avete fatti tutti di mattina» continua Gael.
«Chi può dirlo? Di certo non c’era nessuno a guardarci» ammette Marty.
«Cioè?»
«Niente figli a invadere il lettone!»
I gemelli si guardano, poi guardano lui.
«Volete fare un altro bambino?»
«Di sicuro, con voi qui, no!»
«Per favore, potremmo parlarne tutti insieme prima che facciate un altro bambino?»
«Fammi capire: se voglio diventare padre di nuovo devo indire un Consiglio?»
Il ragazzino agita le mani. “Vi faccio notare che c’è una marea di gente dentro questa casa» puntualizza Gareth.
«Ma senti che impertinente» lo indica il padre con un gesto della testa. «Pensa se i tuoi fratelli maggiori avessero detto la stessa cosa e noi gli avessimo dato retta.»
«Dice solo che siamo tanti… ed è vero, non potete negarlo; abbiamo uno scuola-bus tutto per noi, c’è scritto “solo per la famiglia Deeks”» s’intromette Gael.
«Ma che ti inventi? Lo scuola-bus col nome… che storia» bofonchia il capo famiglia.
«È per fare un esempio; che ci sia un sacco di gente, qui, è vero però.»
«Senti, biondino, “il ragioniere” lì, non ha bisogno di essere difeso!» Marty indica Deeks 5 che fa una smorfia con la bocca, come a snobbarlo.
«Non lo sto difendendo, solo che sono d’accordo con lui.»
«Grande! Vallo a spiegare ai tuoi due fratelli più piccoli: sicuramente capiranno e ne saranno felici» si affretta a dire ironico.
Emily, sotto al lenzuolo, non si cura più di trattenere una risata; suo marito le dà un leggero scappellotto: non ce la fa più a restare serio!
«Stai dicendo che ce ne dobbiamo andare?» chiede Gareth.
Martin schiocca le dita e li indica.
«Idea grandiosa, ragazzo» dice scoppiando a ridere, vinto, mentre accentua il gesto con la mano; «via, sciò… andate a invadere i letti dei vostri fratelli, e che ne so, magari progettate tutti insieme un percorso alternativo al vostro scuola-bus personale. Ciao.»
«Ci stai cacciando sul serio!»
«Mai stato più serio di così.»
«Mamma?» la chiamano in coro.
«Fate come dice papà» risponde solerte.
«E chiudete la porta» aggiunge lui salutandoli.


Martin ride mentre li guarda andar via confabulando tra loro e quando sente il rumore della serratura, lentamente tira giù il lenzuolo e scopre il viso di sua moglie. Si guardano e ridono.
Scuote la testa; «dovrei essere abituato a queste chiacchierate.»
«Eh, ma i gemelli sono in stereo, mica uno scherzo» lo tranquillizza dandogli ragione.
«Sbaglio o sta capitando un po’ troppo spesso, quest’invasione?»
«Però si attengono tutti alla regola… porta aperta, lettone disponibile.»
«Cambierò la regola: porta aperta solo una volta a settimana… giorno da destinarsi.»
«Capirai, ci sarà la coda come sull’autostrada.»
«D5 ha ragione… abbiamo troppi figli» sospira.
«Ne vendiamo un paio?»
«Ne resterebbero comunque un bel po’.»
«Allora tre o quattro?»
Lui finge di prendere in considerazione la proposta, poi fa una smorfia; «no, teniamoli tutti, mi piacciono» il suo tono cambia e diventa dolce.
«Anche a me» risponde lei con lo stesso tono.
«Me li hai dati tu, eh, come posso farne a meno?»
«Sì, ti capisco, tu li hai dati a me e non potrei vivere senza.»
Con la luce dell’abat-jour possono guardarsi; e lo fanno con lo scintillìo negli occhi.
«È bellissimo svegliarsi con te, moglie.»
«Mai quanto svegliarsi con te, marito.»
Si abbracciano e restano così per un paio di minuti.

«Colazione, coraggio!»
«No, restiamo ancora un altro po’ qui… tu, io e “la perfezione”, dai» si lagna lei, aggrappata a non lasciarlo andare.
«L’“Orda Famelica” starà invadendo la cucina in cerca di cibo.»
«Dovresti promuovere Noah comandante sostituto dell’Orda, così ci penserebbe lui a mantenere l’ordine quando non ci siamo… abbiamo un primogenito, approfittiamone» propone sfacciata.
Martin le bacia tutto il viso ridendo.
«Stratega determinata… quando entro nel tuo mirino, avvertimi per favore.»
«Sei sempre nel mio mirino, non ti perdo mai di vista.»
«E perché mi punti?» chiede con il tono che cambia ancora e torna languido, intimo.
«Perché mi piaci un sacco, ti voglio toccare, mangiare… sei mio, ti voglio solo per me e sono pronta a balzarti addosso in ogni momento» spiega con lo stesso tono di voce che ha usato lui, con le mani che lo accarezzano leggere in ogni dove, sicure, spudorate.
«Sei una cacciatrice fenomenale… mi sento felicemente in trappola.»
«Oh, sei il mio biondino cavernicolo preferito… non ti faccio male.»
«Lo so… mi piace tantissimo quello che mi fai.»
«Te lo faccio per tutto il tempo che vuoi» contratta speranzosa.
Marty la guarda rassegnato alla situazione e le fa gli occhi dolci, tristi per finta.
«Riprendiamo il discorso stasera, senti cosa mi tocca dire… quando l’Orda dorme, comunque, per sicurezza li chiudo tutti a chiave e bàrrico la nostra porta» le spiega.
«Sì, doppia mandata» cinguetta entusiasta.
«Puoi giurarci, piccola, stasera non mi scappi.»
«Non vedo l’ora!»
«E il comando è ancora mio.»
«No, hai perso il turno.»
«Ma non è giusto… i tuoi figli hanno invaso il letto, te ne sei accorta?»
«Se sapessi quello che ho in mente per te…» sa esattamente cosa fare per mantenere alta la curiosità di suo marito.
«Davvero?» e infatti Martin la segue a ruota.
«Oh, sì.»
«Dimmi cosa?» chiede quasi con la voce stridula, tanta è la voglia di saperlo.
«Stasera!» esclama impuntandosi ed è proprio quello che vuole lui.
«No, adesso.»
«È una sorpresa.»
«Dai, un indizio.»
«Ma…»
«Piccolo, piccolo.»
«Non vale, non sarebbe una sorpresa.»
«Ti ascolto e poi mi dimentico tutto, promesso.»
«Ok, te lo dico all’orecchio» finalmente cede, proprio quando è pronto per ascoltarla.
Anche se il gioco è rimandato, non è detto che non si possa essere contenti un po’ anche adesso. Le labbra si muovono lente a dire cose desiderate, spregiudicate, in un gioco seducente che entrambi conoscono e che sanno usare per stuzzicare l’altro. Martin chiude gli occhi e si lascia andare all’immaginazione. Poi la guarda, le bacia le labbra e sorride.
«Hai ragione, dolcezza, l’ho assolutamente perso, il turno!»

 

 

 

 

Nel mio universo personale, dove Martin è felice, la famiglia Deeks è numerosa, rumorosa, piena di figli, cani e contrattempi. Quello che ho raccontato in effetti potrebbe accadere e la domanda che mi sono posta è quella che mi faccio sempre: cosa farebbe Martin? Battibeccherebbe con suo figlio sulla “proprietà” di una moglie/mamma; avrebbe un risveglio “frizzante” ma normale, senza ricorrere a imbarazzanti canottiere; pianificherebbe strategie per avere un po’ d’intimità con la propria compagna in barba ai figli. Come risposta mi è piaciuta; mi piace lui e non m’importa se questo mio, non è l’universo CBS, meglio: Martin è sempre così vero, vivo, spontaneo, che mi sembra di vederlo. E guarda un po’… dorme a destra, come piace a lui!
Un abbraccio solidale alle mamme che mi leggono: ah, povere noi, obbligate dall’amore a dormire con un orecchio solo!
Alla prox.
Monty
N.B. Lou, questa non l’hai mai letta ma puoi riconoscerla, ne sono certa. Citando il Bardo: “una rosa è sempre una rosa…” Chiaro, no?

 

Disclaimer: Martin Marty Deeks non l'ho inventato io.

  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS L.A. / Vai alla pagina dell'autore: solomonty