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Autore: Alies    12/11/2015    1 recensioni
Un immenso banco di nebbia in cui sembra di affogare, come fosse un mare.
​E come arriva la sera, un'oscurità inquietante discende sui tetti.
È spaventoso, dalla finestra di camera mia, al primo piano, non riesco a vedere il vialetto, la strada.
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Ho i brividi... ma sono in casa.
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Sono al sicuro.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perso nella nebbia. 
Un immenso banco di nebbia in cui sembra di affogare, come fosse un mare.
Ogni luce si affievolisce e si disperde. 
​E come arriva la sera, un'oscurità inquietante discende sui tetti.
È spaventoso, dalla finestra di camera mia, al primo piano, non riesco a vedere il vialetto, la strada. La nebbia è densa come fumo.
Ho i brividi... ma sono in casa. Sono al chiuso e all'asciutto. E niente può entrare attraverso le finestre nuove, né spifferi né freddo, né "acqua".
Sono al sicuro.

Sto guardando un telefilm. Alla fine della puntata controllo l'orologio: sono le 8. Come mai Robi non è ancora tornato? Doveva essere già qui da un pezzo.
La nebbia deve aver bloccato il traffico in tutta la zona, che seccatura.
 

Questo pensiero mi riscuote dal mio torpore, guardo fuori dalla finestra. La nebbia non sembra minimamente intenzionata ad levarsi.
Distolgo velocemente lo sguardo, il solo vederla ha fatto tornare prepotente l'inquietudine.
Faccio un respiro profondo e decido che forse è meglio se gli mando un messaggio su whatsapp, per avere almeno un'idea di quanto tempo impiegherà a tornare.
Mi risponde subito: -Il traffiko è rallentato. Dammi una mezzoretta e sono a kasa...- 
Che razza fu messaggio è? C'è qualcuno con lui?

Sospiro sconsolata; mai una volta che si degni di avvisare quando decide di arrivare a casa con qualcuno.

Neanche 15 minuti dopo sento bussare alla porta d'ingresso. Vado a controllare ed è Robi, da solo. 
-Sei tornato presto, ma non eri con un'amico?-
Lui mi guarda stranito: - Presto? Ma se sono in ritardo di un'ora e mezza?! Il traffico è stato prima rallentato e poi completamente bloccato. Alla fine ho lasciato l'auto in un parcheggio e sono venuto con la metro, è l'unico mezzo che continua ad andare. E poi cos'è questa storia dell'amico? Mi hai detto che non dovevo portare a casa gente senza prima avvertirti.- 
Stupita gli faccio vedere il messaggio. Lui spalanca gli occhi e fissa il cellulare: -Ma.. ma io  non ho mai scritto questo messaggio- E prende il cellulare dalla tasca della giacca per mostrarmi i messaggi inviati: non c'è traccia del messaggio che ho ricevuto.
Un brivido gelido mi scende sulle spalle, e da quello che posso vedere anche Robi lo ha sentito. 
Come può esistere questo messaggio?


All'ora prevista dal messaggio inizio a sentire un raschiare proveniente dalla porta.
Mi giro verso Robi, lo ha sentito pure lui; ci avviciniamo piano alla porta che in precedenza abbiamo chiuso ermeticamente e il raschiare si ferma.
Sentiamo una voce chiamare: - Ehi! C'è nessuno in casa? Rea?- Seguito da un bussare alla porta. La voce è come quella di Robi, ma... chi è? Robi è con me.
Cosa sta succedendo? La testa inizia a girarmi, mi siedo nello sgabello dell'ingresso.
La voce riprende: - Rea ci sei? Ti avevo detto che stavo arrivando, no? Avanti rispondimi!-
poi diventa strascicata e si ricomincia a sentire il raschiare sul legno.
Robi mi fa cenno di alzarmi e di allontanarmi dalla porta mentre lui toglie le mandate alla porta, ma tiene i catenacci. 
La porta si apre quel tanto che basta a permetterci di intravederci a vicenda. 
Fuori dalla porta c'è... Robi.
Robi? Ma... Cos-? 

Un freddo agghiacciante mi penetra nelle ossa in un istante. Se Robi è qui chi c'è lì fuori? e se Robi è fuori chi è che ho fatto entrare?
Guardo terrorizzata i due ragazzi, ma non faccio in tempo a dire "a" che un forte vento entra dallo spiraglio della porta, portando con se uno strano calore.
"Qualcosa" è entrato. Qualcosa è entrato e sta davanti a noi. Il volto di Robi ci sta sorridendo, ma al contempo sembra triste. 
Robi sembra sul punto di parlare:- Ah.. L-
- Ahahah! Alla fine sono arrivato!- dice l'essere.
Non lo vediamo spostarsi, ma subito ci rendiamo conto del suo movimento: ci sta abbracciando. È come... essere abbracciati da un venticello tiepido, come quelli che si sentono alla fine della primavera. 
La primavera era la sua stagione preferita.

Robi inizia a piangere e non riesco a capire il perché, lo sento singhiozzare, ma non riesco a.. lacrime. Lacrime calde iniziano a solcarmi il volto. Perché?
- Mi mancate tanto Rea, Robi- dice "lui"
Un nome mi esce dalle labbra, un sussurro o forse è più appropriato dire un singhiozzo:     -Leo-
I singhiozzi si trasformano in pianto. Leo, Leo, Leo... Continuo a ripetere nella mia mente come una cantilena.
-Scusate se ho fatto tardi, non riuscivo a trovare la strada di casa.- Si scusa Leo con un sorriso. Non lo vedo, ma so che sta sorridendo. - So che non è granché come scusa, ma mi dispiace- L'ultima parola si perde in un singhiozzo. 
- Ma non siate tristi, sto bene! E.. ci rivedremo. - Dice infine sciogliendo l'abbraccio e guardandoci un'ultima volta prima di agitare una mano e svanire.

Io e Robi impieghiamo dieci minuti buoni a riprenderci abbastanza da poterci guardare in faccia senza scoppiare in lacrime. 
È Robi il primo a parlare: - Ehi Rea, anche da grandi saremmo stati identici io e Leo!- dice con un mezzo ghigno il mio fratellino.
- Umpf. Vi avrei comunque distinti lo stesso. Distinguere voi due pesti è sempre stato il mio dovere. Dovevo sapere a chi dare la colpa!- Scherzo pure io. 
Leo.. è il gemello di Robi. È morto a 10 anni investito da un'auto mentre tornava a casa da una visita medica.
È stato bello rivederlo, anche se solo per pochi minuti.

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Doveva essere un racconto spaventoso.... Invece ho finito per scrivere un dramma. 
Quasi non riuscivo a terminarlo per quanto stavo piangendo. 
Ambientato nella nebbia perché qui a Venezia c'è nebbia fissa da 3 [TRE!] giorni e domani sarà il quarto... non ha aiutato il fatto che avessi appena finito di rivedere il secondo episodio di Supernatural con la mia coinquilina.
C'è una storia dietro l'incidente, e la madre è sopravvissuta, ma mi sembrava troppo lungo e stavo iniziando a stufarmi di asciugarmi le lacrime ad ogni riga che scrivevo per cui ho deciso di tagliare e farlo finire brevemente. Spero che vada bene lo stesso!
Spero che non ci siano grossi errori, sono solo le 12 di notte dopotutto.

​Buona notte!

P.S. Il corsivo è per i pensieri di Rea. E non andate a immaginarvi Rea Silvia perché qui è il diminutivo di un altro nome.
  
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