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Autore: SSJD    12/11/2015    5 recensioni
Come ci si sente quando il momento della vendetta è finalmente arrivato?
Quinto clasificato al contest: "One shot per tutti i gusti!" indetto da _Freya Crescent_ sul forum di Efp.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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A VOLTE RITORNANO
 
 
 


Il principe si svegliò, nel cuore di una notte che non sembrava nemmeno tale, vista la quantità di lune che illuminavano quell’assurdo pianeta dalla forma totalmente anti entropica.
Ansimava.
L’organo pulsante all’interno del suo petto batteva ad un ritmo più simile a quello di un colibrì che si libra nell’aria alla ricerca di buon nettare da succhiare, piuttosto che a quello del sayan che riposava pacificamente nel letto a fianco al suo.
Il sudore gli imperlinava la fronte, come premature gocce di rugiada che riflettevano il bagliore lunare, gongolandosi sui fili d’erba che, solo quella mattina, erano stati da lui stesso rasati.
Si mise a sedere sul letto, Vegeta, cercando affannosamente di far arrivare aria ai polmoni, che ne sembravano richiedere sempre di più.
 
Da quando era arrivato su quel pianeta, assieme a Whis, non si era mai sentito così. Nemmeno quando aveva per sbaglio fatto esplodere una sveglia dall’improbabile forma di clessidra, facendo svegliare l’irascibile proprietario di casa, il simpatico uomo dalle fattezze feline che corrispondeva al nome inequivocabile di “Dio della distruzione”. Quella volta se l’era vista davvero brutta e solo l’intervento benevolo del maestro Whis, lo aveva risparmiato da morte certa.
Quando alla sera Vegeta gli aveva domandato perché l’avesse salvato, gli aveva risposto con un sorriso enigmatico e un:
“Sa, Vegeta, nessuno mai ha espresso il desiderio di venire ad allenarsi qui. Diciamo che ammiro il suo coraggio, apprezzo i manicaretti con cui sua moglie continua a deliziarmi e, non per ultimo, ero stanco di dover svolgere tutte le mansioni che questo pianeta richiede. Per non contare l’incommensurabile desiderio che avevo nell’onorarmi della sua compagnia, molto più interessante di quella del suo compagno sayan, rimasto sulla Terra.”
Tanto era bastato, a Vegeta, per convincersi del fatto che, recarsi su quel pianeta ad allenarsi e ad approfondire la sua conoscenza del Ki, era stata una delle scelte migliori che potesse mai fare in vita sua.
La conferma che i suoi sforzi stavano dando i loro frutti era arrivata da chi meno si aspettava, nonostante le previsioni del simpatico pesce oracolo. Tornando da una delle capatine che Whis era solito fare ormai regolarmente sulla Terra, si era portato dietro proprio lui, lo scocciatore numero uno: Kaaroth.
Il giovane sayan, nonostante l’impellente necessità fisiologica di svuotare la vescica, manco fosse un bambino dell’asilo che non riesce a tenerla per un tempo superiore a quello della durata di un cartone animato, lo aveva osservato per qualche istante con lo sguardo più serio del suo repertorio. Poi, abbozzando un sorriso, più per il grazioso grembiulino rosa indossato dal suo principe che per ciò che gli stava per dire, gli aveva confessato con tutta la sua sincera ammirazione che sì, effettivamente la sua potenza, in quei mesi, era cresciuta smisuratamente e che anche lui stesso aveva faticato a riconoscerne la consueta aura.
Il principe aveva alzato un angolo della bocca, impercettibilmente.
Sapeva di essere ormai una spanna superiore a lui.
Finalmente, era una spanna superiore a lui.
Aveva imparato a riconoscere l’aura di Whis solo pochi giorni prima dell’arrivo del suo eterno rivale, ma tanto bastava per magnificarsi di un orgoglio per troppo tempo assopito e sentirsi superiore a lui.
Per essere, superiore a lui.
Già, superiore.
Allora perché ora, seduto su quel letto, nel cuore di una notte non notte si sentiva come se stesse per scoppiare in lui la tempesta del secolo?
Ricordi di dolore, sangue, morte erano riaffiorati improvvisamente in lui in un unico, inconfondibile, istante.
Tutto d’un tratto si era reso conto che, proprio grazie a quei terribili ricordi, era riuscito a superare ogni suo limite e a diventare, prima di Kaaroth e senza il suo aiuto, un super sayan con poteri straordinari, in grado di riconoscere le auree degli dei e ammantarsi di un potere a loro simile.
Un super sayan God, in grado di portare finalmente a termine la propria inattesa e impareggiabile vendetta.

Una calda lacrima scese solitaria a rigargli il volto, schiantandosi sulle labbra incurvate in un sorriso indiscutibilmente sadico.
Voltò lo sguardo verso la finestra non finestra della camera e, schiudendo le labbra in un ghigno malvagio, mormorò:
“Bentornato, Freezer.”
 


 
FINE
 
 
 
 
   
 
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