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Autore: FrecciaJones    12/11/2015    0 recensioni
Quando gli opposti si attraggono è impossibile impedir loro di fare scintille.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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                ‹‹ Hai idea di quanto fastidioso sia vederti costantemente masticare quella gomma come se non avessi altro da fare tutto il giorno? ››

Queste furono le ultime parole ad uscire dalla mia bocca prima che Ryan usasse la sua per zittirmi.

Era una delle persone più fastidiose che avessi mai conosciuto eppure ero ferma lì, immobile, a ricambiare il suo bacio. Più pensavo alle volte in cui mi aveva infastidito, irritato, dato fastidio, disturbato col suo atteggiamento saccente e più non riuscivo a staccarmi da lui. Sentivo il suo fiato, le sue mani, la sua bocca toccare la mia pelle e mi sentivo viva.

Ero solo una ragazzina che stava conoscendo a modo suo il mondo fuori dal college quando ottenni il mio primo lavoro come assistente alla produzione di un film. La scuola di Cinema dava la possibilità ogni anno a 4 studenti di svolgere uno stage interamente spesato direttamente negli studi di Hollywood ed io, grazie ad un saggio sulla storia del cinema italiano, avevo avuto la fortuna di essere stata scelta.
L’interamente spesato, spesso, si riferiva esclusivamente alle spese di vitto e alloggio e vitto e alloggio, nella maggior parte dei casi, consistevano in pasti scandenti dopo le riprese e motel vicino il set da dividere con altri stagisti stressati. In questo modo ci guadagnavano un po’ tutti. La scuola ne guadagnava in fama spacciando lavoro non retribuito per “grandi opportunità di crescita”, la produzione rifilava a noi ultime ruote del carro i lavori di cui nessuno aveva il tempo di occuparsi ripagandoci con nomi ed esperienze da inserire nei nostri curriculum ancora vuoti e privi di referenze.  

Io ero stata promossa da porta ciambelle ad assistente personale di regia nel giro di una settimana, ma se mi chiedete quale fosse la differenza principale tra i due ruoli ancora oggi non riesco a spiegarvela segnando una chiara linea di confine, perché, spesso, le due mansioni si limitavano ad essere le stesse. Dormivo poco, mangiavo male e nessuno mi considerava più di tanto. Correvo da una parte all’altra degli studi per ragioni sconosciute, altre volte, invece, per motivi che avrei preferito non sapere, come quando venni mandata all’alba in uno degli hotel dove alloggiava la coprotagonista del film per recuperare uno stupido carica batteria (senza il quale le sarebbe stato possibile postare il buongiorno ai suoi fans sui social).

Del coprotagonista, Ryan, avevo sentito solo parlare fino a quel momento. Non era un tipo a cui piaceva socializzare e di tanto in tanto chiacchierava col registra o con uno degli attori con il quale avrebbe dovuto girare la scena successiva. Sembrava all’apparenza un tipo molto discreto, professionale, intento solo a fare un buon lavoro. Non era bello ma aveva un atteggiamento che non lo faceva passare di certo inosservato, ed inizialmente, facendo parte anche io di quelle che subivano vergognosamente il suo fascino, passai le notti a guardare le sue interviste su YouTube, cercando di ricavarne qualche informazione utile da usare  a mio favore se e quando si sarebbe deciso a rivolgermi la parola. Bastarono però pochi giorni in sua compagnia per cambiare subito idea.

Poiché la maggior parte delle volte mi muovevo tra i camerini come se fossi invisibile, riuscivo ad entrare ed uscire da una stanza senza che nessuno se ne accorgesse, per questo motivo avevo avuto l’occasione di ascoltarlo più e più volte mentre parlava a telefono o discuteva con qualcuno e vi assicuro che, lontano dai microfoni accesi,  di profondo e brillante nelle sue conversazioni non c’era niente. Era un pallone gonfiato che prendeva parte a feste e cene esclusive riservate a pochi eletti e parlava solo con chi riteneva essere alla sua altezza. Avevo sentito dare dei voti alle modelle con cui era stato, prendere in giro attori che non erano riusciti a reggere la scena come lui invece aveva fatto, vantarsi di essere la parte centrale e più interessante dei film a cui aveva preso parte.  Era un bullo consapevole di aver un bel faccino, e usava il suo sex appeal per raggirare le persone.

                ‹‹ Quella sbava per me ›› disse una volta riferendosi ad una conduttrice ‹‹ mi basta farle due occhi dolci dietro le quinte per evitare le domande scomode durante la diretta ››.

Eravamo nello stesso stanzino dove gli avevo sentito pronunciare queste parole quando ci siamo baciati la prima volta e saremmo andati pure oltre se la costumista non ci avesse interrotto. Era una donna sulla cinquantina, con degli occhiali enormi poggiati sulla punta del naso e un altro paio con lenti più sottili sistemati in testa tra i folti capelli mossi. Quando aprì la porta la mano di Ryan si stava facendo strada sotto la mia gonna e, nonostante ciò, la cosa sembrò non sorprendere per niente la signora . Mi domandai subito se non fosse perché era semplicemente abituata a vedere scene del genere in quel camerino e la cosa divenne quasi una certezza quando, prima di lasciare piena di vergogna la stanza, Ryan mi lanciò il suo sorriso beffardo quasi come in segno di vittoria, dovevo essere solo una delle tante da aggiungere alla lista di quelle che c’erano cascate dopo aver giurato di non farlo.

Ero  così arrabbiata con se stessa e furiosa per quello che era appena successo che promisi a me stessa di fare in modo che niente di tutto ciò mai più accadesse.
Inutile dirvi che con le promesse non sono mai stata brava ….


 
  
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