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Autore: queensan    13/11/2015    1 recensioni
piccola storia che si svolge dopo che Rick ha ucciso la banda di Joe e quindi ha ritrovato Daryl.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon, Rick Grimes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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“Tu non puoi vederti, ma lui si” disse Daryl a Rick dopo che aveva ucciso un uomo con un morso alla gola e ne aveva squartato un altro. Gli porse il fazzoletto rosso che portava sempre con sé inumidito con un po’ d’acqua. Rick lo prese e iniziò a strusciare il panno su mani e viso mentre l’altro lo guardava. “Sono messo molto male?” chiese allora il poliziotto.
“Da qua” l’arciere tolse il fazzoletto dalle mani di Rick e iniziò a passarglielo sul viso per togliere tutto quel sangue.
“Ero fuori di me” esordì Rick. Daryl continuò il suo lavoro.
“Quel pezzo di merda che teneva Carl e tu che venivi picchiato a morte…”
Daryl si fermò per guardarlo negli occhi come stava già facendo l’altro, ma non disse nulla.
“Ogni grido di Carl e ogni tuo ansimo moltiplicavano la mia rabbia e sono esploso”
I due sopravvissuti continuavano a guardarsi seduti uno davanti all’altro. Lo sceriffo continuò “Avevo il terrore di non rivederti mai più, sapevo che non potevi essere morto, e loro volevano portarti via da me! Di nuovo! Dopo tutto quello che abbiamo passato non avrei mai permesso ai primi 5 stronzi di portarvi via da me!”
Rick parlava con enfasi e si poteva percepire l’adrenalina che ancora gli scorreva in corpo. A quel punto fu Daryl a parlare.
 “Quelli erano dei bastardi pezzi di merda, ero solo quando mi hanno trovato e non potevo far altro che seguirli…me ne volevo andare, ma poi ho visto voi! Credevo di avervi perso per sempre e invece mi hanno condotto da te” dopo qualche momento i due sciolsero gli sguardi e Daryl si alzò, allungando poi la mano verso Rick che l’afferrò e si tirò su.
A quel punto i due si strinsero in un abbraccio, con le mani ancora strette rimaste tra i due corpi, e l’altro braccio che andava a stringere l’uno le spalle dell’altro. L’abbraccio si concluse con Rick che disse “Tu sei mio fratello…”
 
 
 
“Faccio io il primo turno di guardia. Hai una faccia da paura vatti a riposare” lo sceriffo aveva parlato. “Pensa alla tua di faccia, io non ho sonno, resto di guardia con te” rispose l’altro. Michonne uscì dalla macchina, la fedele spada sempre a coprirgli le spalle. “Carl si è addormentato” disse rivolta a Rick che le fece un cenno di assenso in risposta. Poi la donna si rivolse all’altro: “Daryl sei sicuro di star bene?” “Certo!” rispose subito il cacciatore, ma a Michonne non sfuggiva niente “Ah si? E allora cos’è questo?” chiese lei sfiorandogli la nuca e poi mostrando le dita insanguinate. Daryl allora si portò la mano alla parte lesa.
 “E’ solo un graffio”
Michonne e Rick lo guardarono con lo stesso sguardo che rivolgevano a Carl, quando il ragazzino faceva qualche cazzata. Daryl da piccolo non aveva mai ricevuto uno sguardo del genere perché non aveva avuto qualcuno al quale importasse di lui. Solo Merle, ma quando faceva una cazzata, lui gli tirava direttamente una sberla.
Così abbassò le spalle rassegnato e si mise appoggiato al muso dell’auto come gli stava suggerendo Michonne, che poi era andata a prendere la bottiglia d’acqua per inumidire il panno più pulito che aveva e tamponare la ferita dell’arciere.
Rick intanto si era avvicinato a Daryl per vedere l’entità della ferita scostandogli piano i capelli.
Quel tocco lo fece rabbrividire. Daryl non era abituato a essere toccato con gentilezza, lui che al massimo aveva ricevuto qualche pacca sulle spalle, come quella volta quando lo fece la sua vicina, la signora Ericksen, perché sua madre era morta.
Solo stando con tutti loro, col suo gruppo, aveva ricevuto gesti gentili. Per prima da Carol; si ricordava quella volta che, cercando Sophia, si era ferito e Carol per ringraziarlo si era chinata per baciarlo sulla testa e lui per istinto si era scostato come per proteggersi. Era stato un semplice gesto dettato dall’abitudine, la gente con cui stava prima di quella merda zombie non si avvicinava così se non per darle a qualcuno. Ma con loro era diverso. Loro non erano gli zotici drogati che frequentava con Merle, erano persone normali, persone perbene , che di solito lo avrebbero guardato storto e che non si sarebbero mai avvicinati a lui. E così era stato anche all’accampamento i primi tempi, ma poi era cambiato, tutti erano cambiati.
Era stato considerato anche un eroe alla prigione , colui che procurava cibo per tutti grazie alle sue fantastiche doti da cacciatore.
Era difficile abbandonare i suoi modi burberi e un po’ rozzi perché lui era così, lui cacciava anche prima che fosse strettamente necessario, lottava anche prima, era sempre stato un sopravvissuto. Sopravvissuto agli abbandoni di Merle, alle botte del padre, all’indifferenza della madre. Gli ci era voluta una cazzo di apocalisse per trovare persone buone a cui tenere, per cui combattere e che tenessero a lui, che gli volessero bene.
Anche per questo all’inizio era stato difficile, credeva di essere ben voluto solo perché un bravo cacciatore, ma poi aveva capito che quelle persone tenevano davvero a lui. Rick glielo aveva confermato con le parole dette poco prima.
Sapevano entrambi ciò che erano diventati l’uno per l’altro, ma sentirselo dire a parole, occhi negli occhi, aveva fatto provare a Daryl qualcosa di nuovo. Si sentiva completo, sereno e tranquillo come non lo era mai stato. E ora due delle persone a cui teneva erano lì che si preoccupavano per lui, si prendevano cura di lui.
 
Michonne tamponava la ferita.
“Non è grave, vero?” chiese Rick
“No ci vuole molto di più di due bulletti per rompere la testa a mister Dixon!” disse la donna sorridendo.
“Puoi dirlo forte!” fece Daryl e i tre risero insieme, risero come non facevano da quando stavano alla prigione e si ritrovavano sotto quella capanna prima di andare a letto per fare il punto della situazione e scherzare un po’ insieme. Si erano costruiti una vita, e ora non avevano più niente.
Quell’attimo spensierato durò poco, gli occhi dei tre compagni si rabbuiarono al pensiero dei loro amici.
Fu Michonne a porre fine a quel silenzio fatto di pensieri fin troppo rumorosi.
“Per fortuna è solo un taglio superficiale”
“Una volta ha addirittura preso una pallottola di striscio in testa!” fece Rick
“Cooosa??” chiese curiosa Michonne.
“Credevano fossi uno zombie e Andrea mi sparò da lontano..”
Quel nome fece zittire tutti quanti. Andrea. Un’altra vittima del Governatore.
“Faccio io il primo turno di guardia” disse dopo un po’ Michonne sicura.
“Ok .. grazie e appena senti qualcosa chiama” rispose Rick.
 
I due uomini aprirono piano le portiere della macchina per non svegliare Carl. Rick carezzò la testa del figlio e poi si mise sul sedile anteriore, lo stesso fece Daryl.
Lì disteso, mentre Rick sonnecchiava e Carl dormiva, Daryl invece pensava.
Gli tornò alla mente un preciso episodio successo un po’ di tempo fa, quando tornò alla prigione dopo che aveva trovato suo fratello che divorava un corpo.
Distrutto, era tornato subito alla prigione per avvertire gli altri che il governatore avrebbe sicuramente attaccato a breve. Solo quello lo portò a tornare subito perché altrimenti avrebbe voluto vagare senza meta per i boschi e ammazzare un po’ di quei merdosi bastardi così tanto per sfogarsi. Invece era tornato da coloro che erano la sua famiglia. Si ricordava come aveva corso tra gli alberi per lasciare più spazio possibile tra lui e quello che era stato suo fratello. Suo fratello, che aveva la possibilità di redimersi e che finalmente aveva ritrovato, suo fratello che era stato l’unico che a modo suo gli voleva bene. Lui era stata la sua famiglia, suo amico, l’unica cosa che aveva.
Mentre correva tra le fronde degli alberi ricordava le cazzate fatte con Merle; le risate, le sbronze, le fughe dal padre, quelle volte in cui il padre aveva picchiato entrambi o quando invece Merle se le faceva dare al suo posto…ma allo stesso momento voleva scordarsi tutto. Ricordava il senso di vuoto a ripensare alle cose che non avrebbe più fatto in compagnia del fratello. Lui non c’era più, da testardo qual era aveva voluto fare a modo suo ed era stato ucciso dal Governatore. Quel bastardo aveva ucciso quel cazzutissimo di suo fratello, che era sfuggito da un tetto, che si era tagliato una mano, ‘fagli mangiare un martello e cacherà chiodi’ aveva detto, ma ora anche Merle era morto.
Arrivato alla prigione aveva incrociato subito Rick.
 
“Daryl?” aveva sussurrato il poliziotto che aveva capito che qualcosa non andava. L’arciere era scosso; stava a testa basa camminando avanti e indietro, faceva così solo quando era triste e arrabbiato. Ormai Rick lo conosceva, era la persona di cui si poteva fidare ciecamente, che gli guardava le spalle in ogni momento. Quante volte si erano salvati la vita a vicenda?
“Che è successo?” Rick gli aveva messo una mano sulla spalla come per fermarlo e aveva inclinato il capo per cercare di vederlo meglio.
“Merle…” Rick diede tempo al suo amico sapeva bene che non era un chiacchierone. “Il governatore l’ha ucciso! Merle ha ucciso molti dei suoi uomini….era diventato uno di quei merdosi vaganti!” continuò Daryl alzando la voce all’ultima frase e alzando lo sguardo sul compagno.
“Cazzo! Mi dispiace Daryl…mi dispiace”
“Il solito testardo.. quel cazzone ha voluto fare di testa sua ed è morto! Voleva uccidere il governatore per noi!”
“Si ed è stato molto coraggioso Daryl.. mi dispiace” continuava a dire Rick.
“No, non fare finta, non ti dispiace!” fece Daryl allontanandosi.
“No Daryl aspetta! Lo sai anche tu com’era tuo fratello! Ma quello che ha fatto lo ha fatto per noi, e lo riconosco! Sarebbe diventato uno di noi”
Daryl si era fermato per ascoltarlo e poi era ripartito a passo lento. Carol gli stava venendo incontro, si era accorta che qualcosa non andava, così gli afferrò dolcemente l’avambraccio per fermarlo. “Che hai?”
“Lasciami in pace!” Daryl si scrollò la mano della donna di dosso. Ma lei lo conosceva fin troppo, sapeva che aveva bisogno di conforto. Aveva captato frammenti della conversazione con Rick e aveva capito, così non lo face andar via ma lo afferrò con entrambe le mani.
“Lasciami andare” ripetè piano lui e poi crollò. Non l’avrebbe mai fatto davanti a tutti, ma loro erano Rick e Carol, e lui stava soffrendo come un cane. Si lasciò andare appoggiando la testa sulla spalla della donna che gli carezzò i capelli e poi lo abbracciò. L’arciere era inerme con le braccia lungo i fianchi e le lacrime che gli rigavano il volto. Poi Rick si era avvicinato gli aveva poggiato un braccio dietro la schiena e insieme erano andati dentro.
 
Quei pensieri avevano sfinito Daryl che alla fine si era addormentato guardando l’uomo accanto a sé.
  
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