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Autore: parveth    13/11/2015    0 recensioni
[Pride]
Nel 1984 i minatori scioperano per protesta contro il governo Thacher: un gruppo di ragazzi gay e lesbiche si adopera per sostenerli nonostante il loro iniziale rifiuto, tra loro vi e' Judy, unica etero del gruppo che da' il suo contributo per quella che diventera' un'impresa straordinaria
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Negli ultimi giorni ogni volta che Judy svoltava l'angolo adiacente a casa sua trovava la strada sempre piu' affollata a causa delle manifestazioni per i diritti gay che vi si svolgevano e anche in quel momento mentre tornava da lezione vide un centinaio di ragazzi e ragazze che portavano cartelloni mentre la polizia ed i passanti li insultavano.


Camminando sul marciapiede noto' un'anziana reggere un cartello con la scritta “BRUCIATE ALL'INFERNO” e si trattenne a fatica dallo strapparglielo di mano, in effetti non era da lei avere certi impeti: era sempre stata di carattere accomodante tuttavia quello che vedeva le sembrava profondamente ingiusto: cosa spingeva quella donna a scrivere simili parole contro persone che per la maggior parte vista l'eta' potevano essere suoi nipoti? Qual'era la loro colpa, avere compagni o compagne del medesimo sesso? In fondo erano tutti adulti e consenzienti e tanto bastava almeno secondo lei.


Rientro' in casa e nei giorni successivi non vide piu' quella folla in giro, nel weekend ando' a pranzo dai suoi e in quell'occasione provo' a chiedere cosa ne pensassero ma si senti' rispondere cosi' a male parole che chiuse in fretta l'argomento.


Qualche settimana dopo in un giorno in cui non aveva lezioni decise di uscire presto per fare spese e svoltando vide un pullman giallo allontanarsi mentre un ragazzo sulla trentina puliva energicamente la vetrina della libreria su cui qualcuno aveva scritto con una bomboletta spray rossa “QUEER” a quella vista i suoi occhi presero a fiammeggiare e la cosa doveva essere piuttosto evidente visto lo sguardo che le aveva rivolto il ragazzo: un misto di rassegnazione e timore “ha paura di me!” penso' Judy, va bene che tra loro correvano pochi centimetri di differenza ma non le sembrava di avere un'aria tanto temibile oppure molto piu' probabilmente temeva di essere insultato nuovamente “come ci si sente a doversi sempre nascondere o quasi? Anche io avrei paura di ogni sguardo”.


Serve una mano?” chiese avvicinandosi mentre il timore negli occhi dell'altro mutava in pura sorpresa.


Si grazie, li' c'e' un'altra spugna” rispose indicandole un secchio poco distante lei la raccolse e inizio' a passarla sulla vetrina “come ti chiami?” “Judy” “io sono Gethin”.


Rimasero in silenzio qualche minuto finche' lei gli chiese dove stessero andando gli altri, le venne risposto che avevano deciso di sostenere una piccola comunita' di minatori gallesi raccogliendo fondi: il paese si chiamava Dulais e i suoi amici si recavano la' per conoscerli.


Capisco, io ho dato qualche moneta qualche giorno fa ma non immaginavo niente del genere” rispose “e' stato Mark ad avere l'idea, cosi' adesso facciamo tutti parte dell' LGSM: Lesbiche e Gay Sostengono i Minatori, ho messo a disposizione la mia libreria come quartier generale” disse Gethin.


Hai fatto bene! A proposito: non e' che ti serve una mano in libreria? Cosi' a tempo perso intendo...”

Tu sai che tipo di libri vendo vero?” chiese Gethin sorpreso dalla richiesta “certo ma non c'e' problema e poi io ho ventun anni: non ti accuseranno di violenza su minori o roba del genere” replico' lei con un sorriso “potrei...anche darvi una mano con l'LGSM: sempre che accettiate gli etero ovviamente” “dovremmo chiedere a Mark ma non penso dica di no, anzi, magari festeggerebbe pure: in fondo gia' molti di noi sono rimasti sorpresi quando ci disse di dover sostenere i minatori ma un'etero tra i gay...e' da segnare sul calendario!” ridacchio' Gethin.


Cosi' la ragazza nei giorni successivi si ritrovo' non solo ad essere la seconda donna a bazzicare la libreria ma anche la prima etero, inizialmente molti del gruppo non vedevano di buon occhio la sua presenza ma Judy era cosi' silenziosa gentile e servizievole che presto presero a benvolerla tutti.


Un giorno mentre aiutava Gethin a sistemare alcuni libri sugli scaffali questi le nomino' Judy Garland, una famosa cantante icona della comunita' omosessuale “forse la conosci poco….per fartela breve era la mamma di Liza Minnelli”.


Ah”


Nel frattempo gli altri del gruppo andavano e venivano dal Galles, un giorno mentre erano tutti in libreria qualcuno lancio' un mattone mandando in frantumi il vetro della porta e mancando Gethin di pochi centimetri: Judy che fino a quel momento era rimasta impermeabile agli insulti che venivano rivolti ai suoi amici afferro' il mattone e saltellando per schivare le miccette che nel frattempo qualcuno aveva lanciato dentro al negozio, schizzo' fuori come una furia urlando “VIGLIACCHI!!!!” e lanciando il mattone piu' lontano che pote' anche se la strada era ormai deserta, Jonathan l'afferro' per un braccio ma dovettero intervenire anche Gethin e Mark perche' si calmasse e ci vollero parecchi minuti.


Era ormai sera quando Judy lascio' la libreria e mentre usciva Gethin e Jonathan rimasero sul marciapiedi a seguirla con lo sguardo finche' non fosse entrata in casa sua, ormai da giorni la sorvegliavano a turno temendo che anche da etero potesse essere vittima di aggressioni quanto loro se non con maggiori probabilita' visto che nel quartiere non era certo passato inosservato il fatto che lei frequentasse la loro libreria.


Sull'altro marciapiedi sostava un gruppo di adolescenti, il piu' grande avra' avuto diciotto anni al massimo, Judy li conosceva di vista poiche' anche loro abitavano nei dintorni, chiaccheravano ma quando lei gli passo' accanto quello che sembrava il capo l'apostrofo' “Cosa sei, lesbica?”


E tu cosa sei, l'alternativa?” replico' lei fredda e sarcastica guardandolo dritto negli occhi mentre dall'altra parte della strada a Gethin cascava la mascella dallo stupore e Jonathan dal gran ridere sputava il the nella tazza.



Qualche giorno dopo vennero a trovarli le mogli dei minatori cosi' decisero di andare tutti insieme in discoteca: fu una serata molto divertente e siccome Jonathan e Gethin ospitavano Hefina e le altre proposero anche a Judy di fermarsi da loro, lei inizialmente rifiuto' visto che abitava a pochi metri non le sembrava necessario ma poi accetto' e si porto' dietro un sacco a pelo per precauzione.


I ragazzi cedettero alle donne la camera da letto mentre loro si sistemarono in salotto, quando Hefina trovo' sotto il letto delle riviste porno risero come matte.



Purtroppo quella gioia fu di breve durata: tre settimane dopo Judy correva in piena notte per i corridoi dell'ospedale dove avevano ricoverato Gethin dopo che era stato aggredito da un tizio in strada: quando lo vide attraverso il vetro della terapia intensiva intubato e pieno di lividi scoppio' in lacrime, Jonathan si avvicino' per abbracciarla “era andato a raccogliere fondi da solo dopo che Mark ci aveva comunicato che non voleva piu' aiutare i minatori, eravamo tutti presenti avremmo dovuto fermarlo...” a quelle parole la ragazza ebbe l'istinto di prenderlo a sberle, invece si getto' piangente tra le sue braccia “non e' colpa vostra! Avrebbero potuto farlo in qualsiasi altro momento, anche mentre lavorava, certa gente e' solo vigliacca!” sbotto' piena di rabbia.


Fortunatamente i medici dissero che le sue condizioni erano gravi ma non era in pericolo di vita: in pochi giorni si sarebbe rimesso completamente, l'ultimo a venire a sapere di quanto era accaduto fu Joe che venne a trovarlo con Sian: racconto' che i suoi familiari l'avevano chiuso in casa dopo aver scoperto che della sua omosessualita' insieme al fatto che a causa della sua attivita' da attivista era stato espulso dal college; giunse anche una donna piuttosto anziana con un'aria vagamente familiare “lei e' mia madre” la presento' Gethin, Judy ne fu piacevolmente sorpresa: tempo prima le aveva raccontato che non la vedeva da sedici anni da quando cioe' le aveva confessato di essere gay e lei che era molto credente l'aveva cacciato di casa, la ragazza ne fu molto indignata al momento ma ora vedeva solo amore e sincera preoccupazione negli occhi di quella donna.


Badate a Jonathan finche' non ci saro'” raccomando' Gethin a lei e a Sian “mah, oddio se ha bisogno io ci sono ma non mi sembra che...” inizio' la ragazza “e' positivo all'HIV” la interruppe lui.


Judy e Sian lo guardarono a bocca aperta.


Una volta uscite parlarono con Jonathan: lui racconto' che i primi tempi quando l'AIDS era ancora relativamente sconosciuta davano agli ammalati un numero, lui era il due ma poi gl'infetti divennero migliaia “secondo i medici io dovrei gia' essere morto, nessuno capisce come faccio a stare ancora bene, forse e' per l'erba” concluse laconico.


I mesi passarono, Joe aveva affrontato i familiari e se n'era andato di casa, ora viveva da Steph in via provvisoria, i minatori erano tornati a lavoro e tutti loro erano riuniti nella libreria di Gethin a preparare cartelloni e striscioni per la marcia che si sarebbe svolta a Londra qualche giorno dopo.


Dovremmo istituire altre associazioni” propose qualcuno.


Per esempio “etero che sostengono i gay che sostengono i minatori” disse Gethin “beh, quella potrei guidarla io” si offri' Judy , tutti risero approvandola.


Poco dopo sentirono una voce provenire dalla strada: Mark era tornato!


Peccato che Judy fu l'unica a non sapere ancora cosa scrivere sul suo cartello.


Pochi giorni dopo tutti erano pronti per la marcia “strano che Judy sia in ritardo” disse Jonathan.


Eccola!” esclamo' Gethin indicando il fondo della strada dove la loro amica arrivava di corsa con un grosso cartello in mano, peccato che non si riuscisse a leggere cosa vi aveva scritto.


As we come marching, marching in the beauty of the day,
A million darkened kitchens, a thousand mill lofts gray,
Are touched with all the radiance that a sudden sun discloses,
For the people hear us singing: "Bread and roses! Bread and roses!"


canticchio' Judy avvicinandosi.


I due si guardarono increduli “ma gliel'hai insegnata tu?” “no io no!”


Scusate il ritardo ma ieri e' successo di tutto” dichiaro' riprendendo fiato.


Racconto' che il giorno prima dopo aver detto in famiglia che intendeva partecipare alla marcia ebbe con i suoi un tremendo litigio ma grazie al cielo essendo lei maggiorenne non potevano imitare i genitori di Joe chiudendola in casa.


Che succede?” intervenne Bernice, la sua nonna paterna ormai ottantacinquenne ritornando dal bagno: di solito viveva fuori Londra ma quel giorno era venuta a trovarli.


Judy le riassunse il tutto “lei non e'...come quelli! Perche' diamine allora vuoi andare con loro? Sono contronatura!” sbotto' suo padre e mentre lei si tratteneva dal lanciargli qualsivoglia oggetto la nonna lo guardo' negli occhi e disse “uhm, dove l'ho gia' sentita questa? Ah si: lo si diceva del voto alle donne”.


Tutti erano rimasti a bocca aperta: sapevano che la signora ai suoi tempi era stata una suffragetta ma mai Judy avrebbe immaginato che la sostenesse vista la sua eta', suo padre provo' a ribattere ma Bernice lo interruppe dicendo “e cosa significa? Se tutti ragionassero come te saremmo ancora nelle caverne! Per quanto mi riguarda mia nipote ha tutto il diritto e anzi il dovere di sostenere chi le pare purche' non commetta reati quindi tesoro fai pure quello che devi” disse sorridendole “io non so proprio come abbia fatto a crescere un tale imbecille!” esclamo' gettando un'occhiata al figlio che era ormai livido di rabbia mentre la nuora la guardava con gli occhi di fuori e la nipote se ne andava in camera sua cercando di non scoppiare a ridere.


Cosa che invece avevano fatto Gethin e Jonathan anzi era piu' giusto dire che si reggevano ai loro cartelli per non rotolare in terra dalle risate.


Non e' mica finita” sorrise Judy.


Disse che la nonna dopo averla raggiunta in camera le racconto' che da bambina era emigrata assieme ai genitori negli Usa per mancanza di lavoro e che, appena dodicenne venne mandata a lavorare in un'industria tessile “ai tempi non contava l'eta', dovevi solo portare a casa i soldi per mangiare anche se i miei non erano particolarmente convinti, e i lavoratori sotto i quattordici anni fu uno dei motivi per cui s'indisse lo sciopero...” ai tempi di “Bread and Roses” insomma lei c'era.


Ero solo una bambina e non capivo tutti i discorsi degli adulti ma una cosa l'avevo intuita: bisogna sempre battersi per quello che si crede perche' c'e' gente che e' morta per quelli che oggi ci sembrano banali diritti! Io non posso dire che capisco tutto perche' ai miei tempi nessuno avrebbe potuto dichiarare in pubblico che gli piacesse una persona dello stesso sesso senza rischiare la prigione”.


O la castrazione chimica” aggiunse Judy.


Ma se pensi che questi tuoi amici abbiano ragione allora devi aiutarli anche se a te piacciono i maschi...vero?” chiese titubante.


Ma certo! Cos'avresti detto se vi avessi portato a casa una fidanzata?”


Che farmi chiamare nonna da una o da due non mi cambia nulla”.


Mentre parlavano erano arrivati tre pullman con i minatori e le mogli e persino i figli di Maureen, due che a Dulais li avevano pesantemente insultati e anche piu' di una volta ma a quanto pareva il loro lavoro aveva dato frutti.


Poco dopo gli venne comunicato che avrebbero aperto il corteo assieme ai minatori, e Judy si piazzo' esattamente in mezzo alle due categorie “cos'hai scritto alla fine?” chiese Gethin e lei volto' orgogliosa il cartello dove aveva scritto “LOVE IS RIGHT”.


Avrebbero ricordato tutti quella marcia per sempre.


Anche al funerale di Mark, il quale gli aveva comunicato proprio pochi giorni dopo di avere l'AIDS e per lui al contrario che per Jonathan non vi fu alcuna speranza costringendolo a lasciarli ad appena ventisei anni.


Anche quando Judy ando' per la prima volta a Dulais e innaffio' passando con la sua macchina in una pozzanghera Maureen bagnandola da capo a piedi “oh mi scusi non l'ho fatto apposta!” disse in tono pesantemente sarcastico, anni dopo aveva pensato di suonarle al campanello dicendole “sa che la maggior parte degli omofobi sono omosessuali repressi?”.


Fu un pensiero costante anche al suo matrimonio con Joey al quale furono naturalmente tutti invitati “e se qualcuno dice qualcosa o vi guarda male ditelo a me e sara' malauguratamente investito da una macchina in corsa!”


L'unica che non pote' partecipare fu la sua adorata nonna, spentasi proprio l'anno prima.


Il 17 maggio 1990 Gethin e Jonathan ricevettero una telefonata che li avvertiva di correre immediatamente all'ospedale e uscendo avvertirono anche Steph che si era trovata una ragazza, Peggy, con la quale era andata a convivere e Joe che viveva anche lui nel quartiere dopo essersi trovato un lavoro.


All'ospedale li attendevano Joey e Judy che, raggiante, reggeva un fagottino rosa “ragazzi, vi presento Sean” e mentre a turno vezzeggiavano il piccolo dalla televisione accesa nella stanza una giornalista dava una notizia che avrebbe rivoluzionato per sempre la loro vita: L'OMS aveva decretato che l'omosessualita' non era una malattia o una devianza ma un normale orientamento sessuale dell'essere umano quanto lo e' l'eterosessualita'.

Vi volete muovere voi due? Il film inizia tra quaranta minuti”.


Arrivo mamma, fammi allacciare le scarpe!”


Io vi aspetto in macchina”.



Erano passati quattordici anni e Judy, suo marito Joey e il figlio Sean si stavano recando al cinema assieme a Gethin e Jonathan che nonostante tutto stava benissimo anche se cio' comportava che dovesse assumere antiretrovirali ogni giorno per tutta la vita: quando seppero che avrebbero girato un film sulla loro vita tutti erano rimasti a bocca aperta poiche' pensavano che quella misera pagina storica che avevano contribuito a scrivere fosse caduta per sempre nel dimenticatoio anche se ognuno di loro s'impegnava quotidianamente affinche' non accadesse mai del tutto: ora vi era il matrimonio egualitario e sin da quando Sean era piccolissimo aveva frequentato i membri dell'LGSM, i suoi genitori infatti con parole semplici e adatte alla sua eta' gli avevano spiegato che poteva essere che ad alcuni maschi piacessero altri maschi e ad alcune femmine piacessero altre femmine anche se di solito accadeva che ci si piacesse tra persone del sesso opposto, a volte addirittura accadeva che potessero piacere sia maschi che femmine ma non era assolutamente un problema alla faccia di chi faceva credere che lo fosse e che “prima di una certa eta' certe cose non si possono capire ne' sapere”.


Tua madre era molto coraggiosa: rischiava anche piu' di noi ma non ci ha fatto mancare il suo sostegno” soleva ripetere Jonathan.


Sono etero mica rincoglionita” rispondeva Judy provocando immancabili risate da parte di tutti i presenti.






  
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