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Autore: Dominil    25/02/2009    8 recensioni
Frank correva, correva a perdifiato lungo i marciapiedi di New York, la città che non dorme mai. Le insegne luminose lo stavano ingannando, presto qualcuno si sarebbe accorto della pistola che aveva ancora in mano ma il ragazzo continuava la sua disperata corsa alla ricerca di un riparo.
And in this pool of blood...
L'aria colpiva le sue braccia nude ma Frank non sentiva freddo. La temperatura interna del suo corpo, era più fredda di quella della città.
Pensò a cosa fare.
Prima di tutto scappare dalla città, ovvio.
I'll see your eyes, and in this pool of blood...
Se solo Mikey sapesse, lo ucciderebbe con le sue stesse mani. Ma il piccolo Way non sapeva tutto il dolore di Frank Iero, del Frank che non fa altro che ridere e saltellare sul palco.
Nessuno si era mai accorto che era solo una fottutissima maschera.
I'll meet your eyes, I mean this forever...
Sottospecie di Frerard.
Genere: Dark, Thriller, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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And in this pool of blood


Frank correva, correva a perdifiato lungo i marciapiedi di New York, la città che non dorme mai. Le insegne luminose lo stavano ingannando, presto qualcuno si sarebbe accorto della pistola che aveva ancora in mano ma il ragazzo continuava la sua disperata corsa alla ricerca di un riparo.
Sentiva l'aria congelarsi non appena arrivava ai polmoni e per questo, poco dopo il bruciore al petto si fece più intenso fino a diventare una voragine che faceva compagnia a quella che pulsava poco più a sinistra, al posto del cuore che aveva lasciato a qualche isolato di distanza.
Appena vide un vicolo, svoltò senza però decelerare. Decise di fermarsi solo alcuni minuti dopo, appoggiando la schiena al muro umido e sudicio. Poi fece per passarsi una mano sulla fronte per asciugare il sudore freddo ma si bloccò non appena notò che questa era ancora macchiata di sangue.
Il suo sangue.
Buttò la pistola nel cassonetto lì accanto e si fermò a pensare.

"Sei sicuro di quello che stai facendo? Voglio dire... mi stai baciando."
"Lo sai che sei più carino quando fai il pensieroso?" rispose il maggiore avvicinando di nuovo le labbra.
Questa volta Frank cedette al bacio, alle mani dell'altro nei suoi pantaloni, e alla lingua che in quel momento gli stava accarezzando il palato.

Il ragazzo sospirò profondamente per nascondere le lacrime e il dolore, come aveva imparato a fare. Si pulì le mani impiastrate di rosso sulla felpa, che poi sfilò e lasciò a terra rimanendo solo con una t-shirt.
L'aria colpiva le sue braccia nude ma Frank non sentiva freddo. La temperatura interna del suo corpo, era più fredda di quella della città.
Pensò a cosa fare.
Prima di tutto scappare dalla città, ovvio. E poi... poi nascondersi e vivere di stenti il resto della sua non-vita. Perchè dio certo, non poteva definire vita, quella che avrebbe condotto in seguito. Aveva ucciso la sua unica fonte di sostentamento: l'ossigeno, la linfa vitale.
I ragazzi però se ne accorgerebbero. La sua fuga non potrebbe mai passare inosservato agli occhi dei suoi migliori ami e poi, tutto il resto del mondo si chiederà dov'è finito Frank Iero.
Jamia.
Nessun biglietto, una telefonata, niente. Solo un bacio d'addio che al suo risveglio non ricorderà.

L'amato si sedette sul letto, piegando leggermente il materasso sotto il suo peso.
"Frank, non possiamo dichiarare al mondo intero la nostra relazione, lo capisci?"
"E cosa dobbiamo fare, condurre vite parallele? Fingerci felicemente fidanzati con delle ragazze quando invece scopiamo come conigli?"
L'altro si stupì del linguaccio sboccato di Frank, non era da lui parlare in quel modo.
"Sì..." Esitò. "E' meglio per tutti."
"Lo spero."
Il minore gli si avvicinò e si sedette accanto. Poggiò la testa sulla spalla, socchiudendo gli occhi.
"Mi ami, vero."
"Certo."

Scosse la testa. Dopo tutti questi anni, Jamia non si era mai accorta di niente. Erano dei bravi attori, Mikey glielo diceva sempre.
Mikey.
Il dolce e responsabile Mikey non glielo permetterebbe mai.
Se solo sapesse che il colpevole era il suo migliore amico...
E fu in quel momento che iniziò a piangere, scivolando a terra sull'asfalto sporco. Il sudiciume si attaccò ai pantaloni ma davvero, non aveva importanza.
Se solo Mikey sapesse, lo ucciderebbe con  le sue stesse mani. Ma il piccolo Way non sapeva tutto il dolore di Frank Iero, del Frank che non fa altro che ridere e saltellare sul palco.
Nessuno si era mai accorto che era solo una fottutissima maschera.

"Sì, lo voglio."
Quelle tre parole echeggiarono nella chiesa silenziosa ma gremita. Tutti sorrisero soddisfatti, tranne Frank, che si sentì mancare.

Aveva sempre parlato di finzione, mai di matrimonio.
Infilò la fede nell'anulare della donna e il ragazzo credette di sentire delle unghie che graffiavano su una lavagna. Un suono stridente capace di stordirti fino all'inverosimile mentre quello era solo l'anello che veniva infilato, accarezzando il dito della donna.
Tutto era amplificato e Frank si sentì morire.

Riprese a correre uscendo dal vicolo e immettendosi subito su una strada secondaria, arrivando alla stazione. Nonostante l'ora tarda, non era l'unico intenzionato a partire. Mentre faceva la fila per acquistare il biglietto, vide una bambina scendere da un vagone, accompagnata dal padre.
Frank si piegò sulle ginocchia, trattenendo un gemito di dolore.

"Pronto?"
"Frank!" esclamò il 'fidanzato', eccitato.
"Oddio tesoro, ti rendi conto di che ore sono?"
"Scusa Frankie ma... è successa una cosa bellissima."
L'altro non disse niente, troppo assonnato per rispondere.
"E' incinta!" continuò.
Il minore aprì la bocca senza però emettere alcun suono. Era felice o almeno, doveva esserlo.
Solo la gelosia però avvolgeva le sue ossa. Ecco un'altra creatura che gli avrebbe portato via il suo amato.

"Un biglietto."
"Destinazione?"
Ci pensò un attimo. Non c'era nessun posto dove desiderasse andare, gli sarebbe bastato stare accanto a li. Ma lui ormai non c'era più.
"Belleville." rispose infine, consolato dall'idea di rivedere la sua città.
La cassiera annuì e qualche istante dopo gli porse il biglietto. Il ragazzo lo prese e corse sul binario. Fece appena in tempo a salire e poi si accomodò si in sedile. Il vagone era semideserto, per fortuna.
Appoggiò il capo al poggiatesta e chiuse gli occhi.

Entrò in casa sua, per fortuna la moglie non c'era.
"Frank, che ci fai qui?"
"Avevo voglia di vederti." rispose l'altro, molto teso.
L'amato fece un largo sorriso e lo accolse tra le sue braccia. Era bello esservi accolto, ma faceva male da morire sapere che non ci sarebbe potuto rimanere per quanto voleva.
Mentre il maggiore gli baciava la guancia, Frank tastò la tasca dei jeans, prima di estrarre l'arma. Era una pistiola di piccolo calibro, ma sufficiente a soddisfare il suo desiderio.
"Ti amo." mormorò all'improvviso, prima di premere il grilletto.
Bum.
Gli occhi di Gerard si spensero e la sua pelle perse colore. Il corpo cadde inerme in una pozza di sangue.
Era l'unico modo per mettere fine al dolore, alle lacrime, alla follia.

"Addio, Gerard."


Buonasera!
Sì lo so, terzo aggiornamento della giornata ^^
But don't worry, questa è solo una one-shot, o almeno dovrebbe. Non so se continuarla o no, boh, per adesso prendetela come una one.
I hope you enjoyed.

Glo.
   
 
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