Il Distretto
2 sa essere molto inospitale, perfino dopo la guerra.
Sprofondo
nell’apatia osservando l’Osso dalla finestra del
mio monolocale. Ho le membra
doloranti dopo il duro allenamento, ma non ci faccio caso.
Ormai sono
molte le cose a cui non faccio più caso.
Ricordo la
mia proposta di far esplodere i condotti dell’aria per
impedire che gli
Hovercraft di Capitol City ci attaccassero. Avrei tolto la vita a
centinaia di
persone.
Sono passati
diversi mesi dalla fine della guerra, ma i ricordi continuano a tornare
senza
sosta.
E
invariabilmente, mi soffermo ancora una volta su Katniss. I ricordi che
ho di
lei sfrecciano a gran velocità nella testa, senza che io
possa esaminarli
attentamente, ma in modo che possa solo percepirne delle sensazioni:
amarezza,
rimpianto e dolore.
Ricordo
l’abbraccio carico di disperazione dopo la sua prima
Mietitura, ricordo la
paura di vederla morire senza che potessi fare nulla per salvarla.
A volte
spero ancora di poter fuggire nei boschi con lei, lasciare tutto e non
tornare
mai più. Ripenso ai litigi dovuti alla mia testardaggine
nell’unirmi alla
rivoluzione. Come ogni giorno mi chiedo cosa sarebbe successo se non
fossi
stato così irremovibile.
Ma non ho
tempo di darmi una risposta, nella mia mente è
già cominciata la guerra. Mi
torna in mente la missione per salvare Peeta e Johanna. Cercavo di
convincermi
di avervi partecipato solo per il bene della rivoluzione, ma mi
rifiutavo di
ammettere di essere lì solo per lei, pur sapendo che era
questo l’unico motivo.
Gli eventi
si fanno più precipitosi. Ormai ho perso la cognizione del
tempo. I miei
ricordi mi portano agli ultimi giorni della guerra, quei giorni
così carichi di
morte.
La corsa fra
i baccelli di Capitol City, la separazione finale.
E poi la
fine della guerra, quella bomba che esplodendo ha scavato un solco
ormai troppo
profondo tra me e Katniss. C’è un solco anche
dentro di me, ed è il dubbio che
mi dilania: quella bomba era veramente mia?
Quante volte
me lo sono chiesto, al capezzale di Katniss, in attesa che si
riprendesse dal
suo “sonno” tormentato?
Troppe.
È
scesa la
notte sul Distretto 2, e adesso penso che se ci fosse stato un lieto
fine,
magari ora la starei abbracciando.
Ma in fondo
so che la guerra non porta mai un lieto fine. L’unica cosa
che può assomigliargli
è la speranza di tornare al 12, che aleggia sopra di me e
che ancora non oso
sfiorare.
Questa
storia è nata da un event del gruppo facebook “We
are out for prompt”. Il
prompt che mi era stato assegnato è la frase “If
happy ever after did exist, I’d
still be holding you like this”, che dovrebbe significare
qualcosa del tipo “Se
ci fosse stato un lieto fine, ti starei ancora abbracciando”.
Beh, fatemi
sapere cosa ne pensate!