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Autore: Laylath    15/11/2015    5 recensioni
(Spin off de La danza spietata della pantera che, tuttavia, può anche esser letto come storia indipendente)
Dal capitolo 1.
“Madre, che vuol dire shi’te?”
“Mosca bianca.”
“Mosca bianca?”
“Sì, ossia una cosa rara e difficile da trovare: le mosche sono scure, no? Quante mosche bianche ha mai visto in vita sua il principe Shao?”
“Nessuna, madre, nemmeno in autunno quando ce ne sono molte. E quindi io sono una cosa rara? Perché?”
“Perché il principe Shao è del clan Ming… e noi siamo diversi da tutti gli altri clan.”
Genere: Avventura, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lan Fan, Ling Yao, May Chang, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 20.
La fine del volo



  
“Ci sono tre verità: la mia verità. la tua verità, e la verità.”
Proverbio cinese
 
Xing, 1923.
 
“… di conseguenza acconsento al matrimonio della mia sorellastra, la principessa May Chang, con l’Amestriano Alphonse Elric. E con questo dichiaro chiusa la questione che, a parer mio, è andata avanti anche per troppo tempo, levando spazio a discussioni che interessano veramente il paese. La seduta straordinaria del consiglio è aggiornata, vi ringrazio per la vostra attenta partecipazione.”
Ling si alzò dal suo trono con un cipiglio autoritario che non ammetteva repliche e iniziò ad avviarsi verso l’uscita riservata all’imperatore. Shao, che per tutta la durata del consiglio era stato diligentemente in piedi accanto al sovrano, si affrettò a seguirlo, sebbene gli sarebbe piaciuto parecchio restare in quella stanza per sentire l’esplodere dei commenti non appena le porte si fossero richiuse.
Tuttavia in certi momenti i piaceri personali andavano tralasciati e le vittorie politiche andavano gustate in maniera più discreta. Per esempio entrando nella stanza dove May Chang aspettava con impazienza e rivolgendole un sorriso che faceva ben capire che esito avesse avuto la seduta del consiglio.
Capendo cosa volesse dire quel gesto, la fanciulla proruppe in esclamazioni di gioia, correndo ad abbracciare l’imperatore.
“Grazie, grazie infinite! – dichiarò commossa – non mi sembra vero… io ed Al finalmente potremo coronare il nostro sogno d’amore.”
“Ringrazia davvero tuo fratello Shao – sorrise Ling – senza il suo genio diplomatico saremo ancora a girare in tondo a questa faccenda, come se tre anni non fossero stati più che sufficienti.”
“Lavorarmi prima i Bei e poi i Chang non è stato uno scherzo – ammise Shao con finta modestia, come se quel suo successo fosse normale amministrazione e non il frutto di grandi fatiche – avrei preferito anche io chiudere prima la faccenda.”
Tuttavia aveva dovuto aspettare le tempistiche giuste e trovare anche le modalità perfette per accomodare i due clan. Con i Bei il lavoro era stato relativamente semplice: era bastato affidare loro qualche incarico di particolare importanza e avevano ripreso una posizione predominante agli occhi del consiglio. Ed inoltre avevano ottenuto un ottimo matrimonio in quanto il promesso sposo di May aveva ottenuto la mano di un’altra principessa imperiale, ben felice di entrare a far parte di quell’antico clan.
Chi era rivelato difficile da domare, come era prevedibile, era stato il clan Chang: a prescindere dalla mancata unione con il clan Bei, c’era ancora l’affronto di vedere la propria principessa desiderosa di andare in matrimonio ad uno straniero senza alcuna nobiltà nelle vene e senza uno straccio di proprietà o rendita da poter presentare. Un volgare vagabondo, approfittatore della dote di una principessa: così Alphonse Elric era stato definito con velenosa rabbia dal nonno di May. Shao aveva cercato con le buone e con le cattive di venire a patti con quella testa dura, ma non c’era stato verso: il vecchio aveva continuato a ribadire che avrebbe preferito tagliare di persona la gola a May piuttosto che vederla disonorata con una simile unione.
Shao si era arrovellato notti e notti alla ricerca della soluzione ideale: ormai era ferocemente determinato a far ottenere a May quelle nozze tanto desiderate. Gliel’aveva promesso e soprattutto l’aveva promesso a se stesso: lei sarebbe riuscita a realizzare quel sogno.
Alla fine, facendo salti mortali tra una legge polverosa e dimenticata ed un precedente che in qualche modo poteva essere applicato al caso, era riuscito  a cucire su misura la soluzione adatta al problema.
“Sai bene che dovrai andare ad Amestris e vivere lì con Alphonse – le ricordò il principe – non potrai tornare a Xing almeno per qualche anno, fino a quando le acque non si saranno calmate quel tanto per regolarizzare la tua situazione.”
“In altre parole il tuo matrimonio sarà celebrato ad Amestris e non a Xing – continuò Ling – e per tale motivo non verrà considerato proprio valido agli occhi degli altri clan, almeno in maniera ufficiale. Non è proprio essere concubina, stai tranquilla.”
“Non me ne importa nulla di quello che possono pensare i membri del consiglio e mio nonno – disse May con sicurezza – non saranno loro a distruggere i miei sogni. E poi è solo provvisorio, no? Io e Alphonse prima o poi potremmo venire a Xing se ci va.”
“Non possiamo quantificare quanto ci vorrà – annuì Shao – ma faremo in modo che succeda anche questo. Allora, sei pronta per la partenza? Dubito che sia necessario chiedere il permesso al tuo tutore ufficiale dato che è stato proprio lui a permettere tutto questo.”
“Tutore ufficiale – Ling arricciò il naso – non è che mi stia molto bene questo ruolo considerato che May ha superato da parecchio la maggiore età.”
“Non mettere in dubbio tu stesso quello che ti ho creato con tanta difficoltà, mio signore – ridacchiò Shao – puoi immaginare quanto tutto possa crollare se solo il consiglio si mette d’impegno. E questo mi induce a consigliare a nostra sorella la partenza più celere di cui è capace.”
“Avevo già allertato Alphonse in alcune lettere – annuì May – credo si aspetti il mio arrivo a breve! Allora vado a preparare i bagagli!”
“Ti accompagnerò io, sorellina – disse Shao – forza, fai in fretta.”
La principessa uscì con fare emozionato, parlando già col suo piccolo panda di tutte le cose da portare. Solo dopo che la porta si fu chiusa Ling si girò verso il fratellastro e gli parlò con serietà.
“Ovviamente prendendola sotto la mia tutela la sto di fatto togliendo al clan Chang… sono io a doverle fornire una dote. So già che May non accetterà mai, non le sono mai importate le ricchezze; tuttavia ti affiderò una discreta somma da darle: mi voglio assicurare che a lei ed Al non manchi mai nulla.”
“Farò come desideri – approvò Shao – la accompagnerò personalmente da Alphonse Elric e mi assicurerò della sua sistemazione. Mi assumo anche il compito di andare a trovarla periodicamente.”
“Sarebbe un’ottima cosa – annuì l’imperatore. Poi esitò qualche secondo prima di dire – mentre tu sarai via con May prenderò le prime concubine, sai? Clan Shu e Pang, hanno proprio l’età giusta.”
“Sei salito al trono molto giovane – ricordò Shao – potresti ancora attendere: nostro padre è asceso al trono a ventotto anni.”
“No – scosse il capo Ling – è comunque un mio dovere e presumo di dover dare ai vari clan qualcosa in cambio rispetto a tutte queste innovazioni che ho imposto in questi primi otto anni di governo.”
Shao guardò fugacemente Lan Fan che stava in un angolo, pronta ad intervenire come sempre: si ricordò dell’infatuazione che aveva intuito in lei sin da quando aveva iniziato ad interagire con il fratellastro appena salito al trono e si trovò a chiedersi come avesse preso la notizia. Certo, i suoi sentimenti non avrebbero mai cambiato una realtà di fatto come quella del concubinato, senza contare che Ling era sempre stato parecchio vago a livello sentimentale, se non totalmente assente, però il principe ebbe un moto di simpatia nei suoi confronti.
Spero solo che, con gli anni passati a suo fianco da quando è salito al trono, anche tu sia maturata il tanto da stemperare i tuoi sentimenti. Altrimenti è arrivato il momento in cui soffrirai di più.
Ma non lesse niente in quella bella e micidiale statuina che aveva il volto nascosto dalla maschera cerimoniale ed lo sguardo impassibile.
“Comunque su una cosa sono estremamente deciso – disse ancora Ling, distogliendo Shao dalla sua riflessione – non mi comporterò come nostro padre. Seguirò con attenzione la crescita di tutti i miei figli: parlerò con loro, mi assicurerò che abbiano l’educazione giusta e sceglierò quello che mi sembra più appropriato per il trono.”
“Non posso che approvare questa tua decisione – Shao era molto contento di quelle parole – non posso dimenticare il mio periodo di reggenza, quando tutto era in bilico. Sei un sovrano saggio, fratello: il destino ha scelto davvero bene per Xing.”
“Posso solo dire che sono felice che il clan Ming salti la generazione.”
“Oh, pure io lo sono.”
 
Resembool era un luogo quasi fuori dal mondo con case isolate e strade di campagna. Si respirava l’aria tipica dell’agricoltura e dell’allevamento ed il tempo sembrava scorrere con un ritmo tutto suo, lento e placido come gli animali che pascolavano sui campi.
Shao si disse che, per quanto quel posto fosse indubbiamente tranquillo e bucolico, non avrebbe resistito molto tempo in simili condizioni: preferiva di gran lunga la vita dinamica che gli offriva il suo essere ambasciatore.
“Sicura che starai bene qui?” chiese dubbioso a May, mentre questa lo accompagnava verso la stazione per prendere il treno.
“Sì – sorrise la fanciulla – non aspettavo altro da tutta la vita.”
“Vorrai avere una casa tutta tua… insomma, ora tu e Alphonse vivete praticamente a casa di suo fratello e lui e sua moglie hanno già due bambini…”
“Oh, nel caso si amplierà la casa – scrollò le spalle lei – e poi sarò felice che eventuali miei figli crescano assieme ai cuginetti. Certo, mi dispiace che non conosceranno Ying-Xi…”
Shao sospirò e cercò di trovare il lato positivo alla situazione, ma era molto probabile che zia e nipote si sarebbero incontrate di nuovo solo tra diversi anni. Lui non aveva intenzione di portare fuori Xing la bambina, non quando era ancora così piccola e May non sarebbe potuta tornare per parecchio, in una strana forma di esilio che in realtà costituiva la sua libertà.
La loro passeggiata, scortata dalla sileziosa presenza dei gemelli, li portò alla piccola stazione ferroviaria.
“Tornerai a Xing?”
“No, ho deciso di approfittare della mia presenza qui per andare ad East City a trovare il generale Mustang e la sua squadra – ammise Shao – è una promessa che feci tre anni fa ed è ora di mantenerla.”
“Allora è un arrivederci…” May cercò di sorridere mentre la separazione si faceva sempre più vicina.
“E’ un arrivederci, sorellina – annuì Shao, abbracciandola con forza – e per qualunque problema non hai che da scrivermi: sai bene che arriverò a salvarti.”
“L’hai già fatto così tante volte – pianse May – ormai abbiamo perso il conto.”
“Beh, a questo punto una in più che differenza fa? Ma sono sicuro che non ce ne sarà bisogno.”
Quel posto avrebbe accolto May meglio di qualsiasi clan di Xing.
 
Qualche mese dopo, nella tenuta dei Ming, la piccola Ying-Xi osservava con attenzione la noce sul palmo aperto della mano di Mio.
Il suo visino si contrasse in una smorfia di concentrazione mentre le sue piccole dita si muovevano con nervosismo, cercando di trovare il momento giusto per scattare in avanti e prendere quel piccolo trofeo. Studiò con attenzione ogni minimo movimento di quel palmo e poi i suoi occhietti scuri si illuminarono di aspettativa e la sua manina scattò in avanti.
“Oh no! – protestò quando la mano di Mio si chiuse sulla sua imprigionandola – Ho perso ancora!”
“Non sei ancora abbastanza veloce, piccola signora – la consolò il guerriero con un sorriso, liberandola dalla presa e sbucciando poi la noce per offrirla alla bambina – ma ogni giorno migliori: presto ci riuscirai.”
Ying fece ancora una smorfia di disappunto, ma poi si consolò con il piccolo premio.
“Mio, in braccio! – esclamò, tendendo le mani – Voglio toccare le nuvole!”
“Forza, arrampicati, piccola signora.” acconsentì Mio inginocchiandosi.
Una volta sollevata Ying rise deliziata, sollevando le manine verso le nuvole e cercando di afferrarle.
“Secondo te sono più bianche le nuvole o le piume del mio ventaglio? – Shao uscì nel cortile e si accostò alla coppia – E riflettici bene, principessina, è una domanda difficile.”
“Le piume! Le piume! – esclamò Ying, sgambettando per scendere dalle spalle di Mio e venir presa in braccio dal genitore – Le piume del ven… ventallo di papà!”
“Risposta corretta – annuì Shao, accogliendola tra le braccia – del resto dal mio piccolo falco non potevo aspettarmi altro. Allora, hai preso la noce?”
“No – il broncio della piccola fu davvero adorabile – Mio è troppo veloce per Ying!”
Poi il visino si rischiarò in un malizioso e seducente sorriso che dimostrava senza alcun’ombra di dubbio come fosse figlia di Shao. Non era l’unica caratteristica che aveva preso dal padre: anche gli occhi scuri e dal taglio leggermente allungato erano di eredità paterna, mentre dalla madre aveva preso i morbidi e lunghi capelli neri che stavano raccolti in due strette trecce.
“Sarà questione di tempo, fidati di me – la consolò il principe – ma adesso ho intenzione di rischiarare la tua giornata ancora di più. Hai presente che ti avevo promesso che presto ti avrei portato in viaggio con me?”
Dacma!” esclamò Ying, battendo le manine.
“Non proprio – la corresse Shao, mettendola a terra – andiamo a sud, principessina, ti porto a trovare una bellissima signora. Quindi corri dalla nonna e dille di prepararti: il viaggio durerà diversi giorni.”
“Solo io e te, papà?” chiese lei, estasiata, aggrappandosi alla sua gamba.
“Concederemo anche a Mio e Sin di accompagnarci, ma solo se per te va bene. Che ne dici?”
Ying scrutò con attenzione Mio che ancora stava lì vicino a loro e poi annuì.
“Va bene, ma solo perché a Ying piacciono Mio e Sin.”
“Ottima motivazione, direi. Coraggio, adesso vai.”
 
“Ti stanno davvero bene queste trecce, lo sai?”
Sun stava chiaramente trattenendo le lacrime mentre accarezzava i capelli della bambina.
L’incontro tra madre e figlia si stava svolgendo nella piccola tenuta della famiglia Yen, sebbene Sun ormai fosse tornata a vivere nel capoluogo della sua provincia e fosse venuta lì solo per quel caso eccezionale. Come del resto era venuta quando Shao le aveva portato la piccola Ying quando questa aveva circa un anno e mezza.
“L’hai già vista questa bella signora – disse il principe, inginocchiandosi accanto alla figlioletta – ma eri piccola per ricordarlo. Però ti parlo tanto di lei, ogni giorno.”
“E’ la mamma, lo so.”
Ying lo disse con estremo orgoglio, come se fosse felice di dimostrare quanto era brava. Sorrise e allungò la manina sulla guancia di Sun, in un gesto carico di curiosità: vedere la bella signora di cui il padre le raccontava sempre era un’esperienza davvero interessante.
“Piccolina… – Sun aveva la voce spezzata dalla commozione – mia piccola Ying…”
“Perché piangi?”
“Non hai pianto anche tu quando sono tornato dal mio viaggio a Drachma, piccolo falco? Non credo fossero lacrime di tristezza, tutt’altro – le ricordò Shao – Anche la mamma adesso piange lo stesso tipo di lacrime.”
Ying fissò il padre e poi annuì, asciugando con le sue piccole dita le lacrime di Sun e poi abbracciandola.
“Hai un bel profumo!” constatò con soddisfazione.
“Ti ringrazio – disse Sun prendendola in braccio e stringendola – ti ringrazio davvero.”
 
Qualche ora dopo Sun e Shao stavano seduti nel pavimento soleggiato che si apriva sul cortile.
Ying, ancora stanca per il viaggio, si era addormentata avvolta in una coperta, la testolina poggiata sul grembo paterno.
“E così tra due settimane ti sposi…” la frase cadde piatta, proprio come quelle ultime foglie di un albero davanti a loro che cedevano al freddo di novembre. Inconsapevolmente la mano destra si posò sul capo di Ying, quasi a proteggerla da una minaccia invisibile.
“L’anno sta per finire – annuì Sun – non potevo rimandare oltre.”
La sua voce era calma e neutrale, come se ormai si fosse arresa al dovere che l’attendeva.
Shao provò a cercare nella sua anima la stessa tranquillità, ma non ci riuscì, non ce l’avrebbe mai fatta.
In quegli anni in cui si erano visti pochissimo, rinunciando a qualsiasi atteggiamento da amanti, i suoi sentimenti non erano per niente mutati. E come poteva? Ogni volta che vedeva Ying si sentiva in colpa perché non c’era sua madre a vederla crescere, a pettinarle i capelli, ad amarla.
“Perdonami se non sarò presente alla cerimonia, ma sarebbe di cattivo gusto…”
“Oh, Shao – sospirò la donna, guardandolo con un sorriso stanco – mi mancavano le tue frasi sarcastiche, non ne hai idea.”
“Te le avrei volute offrire per qualche altra occasione.”
“Ti amo, lo sai? Non ci sarà giorno della mia vita da sposata in cui non penserò a te e a nostra figlia.”
“E’ già così per me, anche se non mi sposerò.”
Le loro mani si strinsero con forza.
“Rimpiangi qualche cosa?” chiese Sun.
“Che per noi non sia finita diversamente, tutto qui.”
 
Circa una settimana dopo il principe con la figlioletta e le sue guardie del corpo ritornava verso casa.
Era silenzioso, taciturno, sentiva che ormai era arrivato il punto di non ritorno per la relazione tra lui e Sun senza che ci potesse fare qualcosa.
“Papà…” lo chiamò Ying che stava seduta davanti a lui.
“Dimmi, tesoro.”
La manina di lei si strinse alla sua.
“Non mi piace se sei triste.”
“Lo sono?”
“Sì, lo sei.”
“Scusa, principessina, adesso papà cerca di riprendersi.”
“Guarda le nuvole… quando Ying è triste guarda le nuvole. Ecco… quello è un cavallino!”
“Sì? – Shao sorrise nell’alzare lo sguardo verso la nuvola indicata – Hai ragione.”
“Oh, guarda! Un uccellino – esclamò Ying estasiata – lo vedi, papà? Vola alto alto… ed è bianco! Come le nuvole… più delle nuvole!”
Shao fissò il cielo sconcertato cercando di individuare il volatile che la vista acuta della bambina aveva notato. Cercò tra le nuvole e dopo qualche secondo lo vide, restando senza fiato.
Che ci fai qui? Non è il tuo territorio!
Ma era indubbiamente il falco bianco: ne ebbe assoluta conferma quando il maestoso rapace scese in una breve picchiata. Le sue piume brillavano sotto i raggi del sole, ricordando uno splendido gioiello.
“Oh, se sei meraviglioso…” mormorò, ripetendo la frase che aveva detto anni prima, quando si era avventurato su quella montagna per raggiungere il nido dove aveva trovato quelle sei piume.
“E’ il falco bianco, papà? E’ lui?” Ying era eccitatissima.
“Sì… è lui…”
Il falco lanciò il suo acuto e orgoglioso richiamo prima di invertire bruscamente la sua rotta e dirigersi verso nord, probabilmente per ritornare nei suoi territori al confine con Drachma.
Shao si stava ancora chiedendo che cosa l’avesse spinto così lontano da casa, quando Ying recuperò il ventaglio bianco e lo strinse a sé con una risatina soddisfatta.
“Falco bianco! Falco bianco!” canticchiò felice.
“Già – sorrise Shao – il falco bianco.”
Un presagio migliore non ci poteva essere.
Come sempre.




______
nda
Ed eccoci arrivati alla fine del volo della nostra mosca bianca, con il nostro Shao che, compiaciuto dell'omaggio del suo amico falco bianco, prosegue per la sua strada, pronto a continuare con le sue paraculate in giro per il mondo. 
So che molti di voi sono un po' sorpresi da non happy ending per lui e Sun, ma non sempre le cose possono andare bene, nemmeno per lui. Alla fine hanno rigirato le loro sorti come meglio potevano e hanno avuto come risultato la piccola Ying, direi che è un bel premio. Confidiamo che la bimba sarà intelligente e paracula come il papà u.u
Quanto a Ling e Lan Fan e il loro mancato pairing, mi sono attenuta a quanto il manga/anime ci dice: ossia a quella foto dove c'è Ling in trono e Lan Fan dietro come guardia del corpo. Non mi andava assolutamente di rivoluzionare lo statuto di Xing per loro: non ho fatto cambiare la realtà nemmeno a Shao e Sun del resto. Invece May è certo che si sposerà con Alphonse quindi non sono andata fuori dal seminato.
E se qualcuno mi viene a dire che nella danza della pantera la royai c'era, rispondo che per Roy e Riza i segnali già nell'anime sono molto molto forti inutile negarlo. Nella mia visione dei fatti se c'è del sentimento è solo da parte di Lan Fan, specie nella prima parte dell'anime.
Comunque!
Sono felice che abbiate apprezzato Shao e la sua paraculaggine. Ammetto che a volte può risultare persino irritante nella sua sicurezza e sfacciataggine, ma rientra nel suo personaggio. Lui, da parte sua, non mancherà mai di privilegiarvi con il suo sguardo affascinante e con il suo ventaglino sbirluccicoso.
Detto questo, vi informo che la mia prossima long sarà sulla cara Riza, seguendo lo schema di The Memory Man e Brothers in arms
E vi ricordo anche che c'è l'evento dei miei OC in prestito a cui adesso potete aggiungere anche tutti quelli di questo spin off (lo trovate nella mia pagina fb... basta andare sul link che c'è sul mio profilo)
Vi aspetto anche lì :)

Bye

Laylath
  
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