Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: NoOneFromNowhere    15/11/2015    1 recensioni
Non c'è niente che riesca ad essere ,al tempo stesso ,dolce e terribile più di un ricordo.
Di sicuro, la memoria della gioia passata è un ottima consolazione, ma quando si vive in un presente che non offre né speranze né felicità, i ricordi fanno anche male.
E Jean lo sa bene. Adesso che Marco non è più al suo fianco, può solo perdersi in un fiume di dolci e malinconici ricordi.
Ma cosa troverà alla fine del filo? Può la speranza aspettare nascosta in mezzo al passato e nelle parole di Marco?
Una serie di ricordi, piccole storie di vita, amore e dolore, unite da un'unica catena per formare qualcosa di più grande e meraviglioso, lo aspetta.
E aspetta anche voi.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jean Kirshtein, Marco Bodt, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Jean ricordava perfettamente com'era essere una recluta.
Era una vita dura,eppure quasi nessuno osava lamentarsi .E come potevano quando le loro aspettative proponevano solo un futuro decisamente più oscuro e temibile di quel che vivevano?
Non avevano molte scelte.

Fra tutte, quella di occuparsi del muro, sembrava essere la più probabile. Almeno in teoria, avrebbe garantito una certa tranquillità e uno stipendio sufficiente a vivere in modo più che dignitoso.
Eppure, non era esattamente un destino piacevole. Essere costretti a osservare i Titani tutto il giorno, mentre quelli muovevano grottescamente il loro corpi deformi in infiniti vagabondaggi privi di senso, era deteriorante a lungo andare. Come lo era ascoltare i loro passi rimbombanti o le loro voci oscene, che di tanto in tanto si alzavano in lugubri versi.
Nei volti dei soldati addetti al muro il senso di sconfitta,di inutilità e fallimento era lampante, lo indossavano con la stessa costanza di un uniforme e aumentava a pari passo con l'esperienza. Un'esperienza che non portava consapevolezza alcuna, se non quelle d'essere costretti a guardare il mondo cadere senza poter fare nulla, meri spettatori della loro sconfitta.
Un idea che si manifestava appieno col ritorno delle truppe d'esplorazione.
Erano sempre di meno quando tornavano.
Durante i loro tetri rientri avevano sempre nuovi orrori da raccontare e nuovi feriti da curare. Raramente dei caduti restava abbastanza da poter restituire qualcosa alle famiglie. Fra tutti loro erano quelli che se la passavano peggio, non c'erano dubbi. Niente garanzie di successo o di fare ritorno. Un gruppo per i coraggiosi diceva la propaganda.
Un gruppo fer i folli e i suicidi, sussurravano tutti gli altri, che fossero cittadini o soldati.

Nessuna di queste due strade era appetibile, più che altro apparivano inevitabili.Perché, se In teoria c'era un'alternativa, non si trattava di un futuro aperto a tutti .
La guardia del Re.
Solo i migliori,i primi dieci, avevano il vanto di potere scegliere una carriera simile. Rientrare in quel podio era così arduo che la maggioranza delle reclute rinunciavano e basta, puntando alla manutenzione del muro, il modo migliore per sopravvivere.
Ma non lui.
Fin dal primo giorno di accademia ,Jean aveva avuto un unico obbiettivo : scalare le classifiche ed unirsi alla guardia del Re. Un obbiettivo considerato nobile. Ma in realtà i motivi che lo spingevano non erano nulla di cui essere orgogliosi e lui lo sapeva bene . Paura, desiderio di protezione, ecco cosa lo muoveva. Voleva solo allontanarsi il più possibile dai giganti, e se questo voleva dire sputare sangue in accademia, lui era disposto a sopportare il sacrificio.
A consolarlo c'era il fatto di non doverlo fare in solitudine. Altre reclute avevano lo stesso obbiettivo e, lui ne era certo, erano mosse dagli stessi pensieri. Alcuni lo ammettevano sfacciatamente, altri tentavano di nascondersi dietro una sfilza di nobili motivi. Ma difficilmente ingannavano qualcuno : la maggior parte dei loro compagni era capace di vedere attraverso questa coltre di menzogne.
Jean si era abituato ad affrontare tutti a testa alta ,a lottare per  mantenere quel po' di dignità che si era guadagnato. Riteneva d'avere acquisito una certa esperienza, di aver imparato a distinguere che tipi fossero le persone con un semplice sguardo. Nessuno avrebbe potuto stupirlo.
O almeno così credeva.
Perché aveva scoperto che c'era chi riusciva a vedere ancora più in fondo di lui. Qualcuno che, lo conosceva meglio di quanto avrebbe ritenuto possibile.

Marco.

Bastava il nome a trascinarlo indietro in una serie inarrestabile di ricordi ed emozioni impresse a fuoco nella sua memoria. Ricordava ancora come era iniziato. In un giorno come gli altri, con una semplice conversazione tra reclute. Con fare pensoso,Jean socchiuse gli occhi osservando l'orizzonte,mentre una serie di ricordi vividissimi invadeva la sua mente.

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NA. Questa è la prima FanFiction che pubblico dopos secoli di silenzio ed è una soddisfazione pubblicarla ! Il prologo è un po' corto, ma vi prometto che i capitoli saranna molto più lunghi...
Fatemi sapere che ne pensate :)
   
 
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