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Autore: ragazza_innamorata    26/02/2009    7 recensioni
TenTen sorrise appena, uno dei falsi sorrisi che aveva sfoggiato durante tutta la serata.
« Perdonami, Neji. » sussurrò con un filo di voce avvicinandosi a lui, prima di sfiorare con le labbra la bocca del compagno. « Perdonami per aver chiesto te, nel mio immenso egoismo. »
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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;tanabata
I wanna fall from the stars straight into your arms
(Stars - Simply Red)

« Miei giovanili allievi » gorgheggiò Gai, stringendo i tre ragazzi in un abbraccio « è passato un altro anno e la nostra squadra è ancora unita! »
« Che gioia. » mormorò Neji, scostandosi appena per respirare. Il suo tono di voce, annoiato e monocorde, tradiva il fastidio che quelle esagerate manifestazioni d'affetto provocavano in lui. Dannazione, fare tanto rumore era necessario per dimostrare il proprio affetto? Anche lui teneva alla sua squadra, ma lo faceva in modo silenzioso. Perché Gai non ci riusciva?
« Oh Neji » piagnucolò il sensei, esagerando teatralmente il suo dolore « Perché devi sempre essere il guastafeste? Guarda i tuoi compagni come sono felici! »
L'uomo additò convulsamente i due ragazzi comodamente accomodati accanto alla finestra, cercando il loro appoggio. Nel sentire le parole del maestro, Rock Lee balzò in piedi, sfoderando il suo miglior sorriso di gioia, mentre TenTen inarcò appena un sopracciglio, fece un mezzo sorrisetto e tornò a concentrarsi sulla sua tazza di the verde.
« Visto? »
« TenTen non mi pare così allegra. » costatò Neji, lasciandosi cadere a sedere dalla parte  opposta del tavolino rispetto alla compagna « Almeno qualcun altro in questa stanza ha mantenuto un briciolo di buon senso. »
TenTen sorrise appena, posando la sua tazza ormai vuota sul piano del basso tavolino e voltandosi per fissare il buio fuori della finestra.
Mentre Neji era impegnato a fissare il fondo della tazza che aveva in mano, cercando di convincersi che fosse meglio concentrarsi su quello invece che uccidere quei due cosi in calzamaglia verde, Rock Lee gli si sedette accanto, avvicinandosi al suo viso per potergli parlare senza che gli altri udissero.
« Non ti pare che TenTen stasera sia un po' strana? »
Allontanando il proprio da quel liquido chiaro che sciabordava nel piccolo contenitore, lo Hyuga fissò la compagna di fronte a sé, che sedeva con le gambe raccolte contro il petto, la fronte appena corrugata e lo sguardo perso nel buio mordicchiandosi la guancia. , decise distogliendo lo sguardo da lei non appena si voltò, sicuramente TenTen era strana, quella sera.
« Magari la serata la annoia, proprio come nel mio caso. »
Rock Lee ci pensò un po' su, corrugando la fronte nella parodia della concentrazione, poi scosse deciso la testa.
« In tanti anni è sempre stata felice di trascorrere queste serate tutti insieme, le fa piacere stare un po' fuori casa. » abbassando la voce, lo shinobi si avvicinò maggiormente al compagno « Pare che le cose tra i suoi genitori non vadano bene. »
Neji tornò a fissare la compagna, rivolgendole un lungo sguardo indagatore. Poi, fece spallucce e sorseggiò appena il proprio the.
« Non credo che dovremmo preoccuparci, in ogni caso. Se ha dei problemi e ha bisogno di noi, ce lo dirà. Sa che di noi può fidarsi. »
« Ma Neji! Dovremmo aiutarla comunque. »
« Se non vuole il nostro aiuto, non vedo perché dovremmo infastidirla. » borbottò Neji, seccato « In fondo, TenTen è molto riservata per quello che riguarda la sua famiglia, non ne parla mai direttamente. Probabilmente è un argomento che la ferisce, quindi penso che sia meglio che nessuno vi s'immischi senza il suo permesso. Specie qualcuno con la mancanza di tatto che avete te e Gai. »
Rock Lee lo guardò in tralice per un secondo, cercando di decidere se ci fosse il bisogno di offendersi oppure fosse un insulto che potesse passare inosservato.
« Ragazzi, non ditemi che state litigando anche stasera! » TenTen s'intromise a forza tra loro, separandoli.
« Ma...! » Neji sbatté le palpebre più volte, rischiando persino di versare del the sul suo candido kimono. Come aveva fatto fino a quel momento a non accorgersi che TenTen non indossava i suoi usuali vestiti ma uno yukata celeste con ricamato sopra un dragone1?
« Non è nulla TenTen, io e Neji stavamo solo parlando! » esclamò allegro Rock Lee, decidendo che no, la mancanza di tatto non era poi un'offesa imperdonabile. Sempre sorridendo, si allontanò alla ricerca del Maestro Gai per cominciare la cena che, in onore della promozione di TenTen al rango di jonin, era composta esclusivamente da cibi cinesi per la grande gioia della ragazza e la disperazione di neji, che si era chiesto quanto tempo e quanti lavaggi sarebbero occorsi per mandare via l'odore di frittura dal suo immacolato e perfetto kimono della festa.
Osservando l'amico allontanarsi, TenTen sorrise appena - un sorriso che non conservava che il ricordo di quelli passati - e si mise a sedere accanto al compagno.
« Di cosa stavate parlando? »
Neji scrollò le spalle, sospirando per prendere tempo ed inventarsi una bugia che non sembrasse esageratamente falsa. Lei non era tipo da lasciarsi ingannare dalle sue bugie.
« Parlavamo della situazione del Clan Hyuga. » buttò lì con disinvoltura, sperando che non andasse ad indagare troppo a fondo. « I rapporti tra Casata Principale e Casata Cadetta stanno migliorando notevolmente. Posso persino sperare di diventare Capo della Casata. »
 « Oh. » mormorò lei in tono neutro, rassettandosi delle inesistenti pieghe nel vestito « Sposerai Hinata? »
Neji alzò impercettibilmente gli occhi al cielo. Lei non era tipo da lasciarsi ingannare dalle sue bugie, di solito.
« Kami, no! Capo della Casata Cadetta è il massimo a cui io possa aspirare. Hinata è stata promessa da tempo a Kou, il suo protettore. Confido che saranno felici, insieme. »
Il sorriso di TenTen riprese un po' di vigore a quelle parole, ma Neji era troppo concentrato sul suo the per accorgersene e, prima che lei potesse rispondere, Rock Lee ritornò insieme al Maestro e ad una pila di vassoi carichi di cibo cinese.
« Guarda, TenTen! » gridò il ragazzo, mostrando alla compagna come teneva in equilibrio i molti vassoi.
Poi, in un attimo, il disastro.
Qualcosa, forse il bordo del tappeto, forse – mormorò Neji – quegli assurdi scaldamuscoli arancione scivolati più in basso del solito, fecero inciampare il ninja che, dopo un attimo in cui fu sospeso in aria, cadde sonoramente a terra trascinando con sé la loro cena.
« Rock Lee! » esclamò TenTen preoccupata, inginocchiandosi accanto a lui tenendo sollevato appena lo yukata per non sporcarlo. « Stai bene? »
« Sta benissimo. » sbottò Neji con un filo di fastidio nella voce, osservandolo rialzarsi e contemplare il disastro che aveva causato. « La nostra cena un po' meno. »
« Non è niente di grave! Sto benissimo! » esclamò il ragazzo, esibendosi in qualche giravolta per dimostrare quanto detto.
Sbuffando, TenTen lo scosse con forza per le spalle.
« Niente di grave? Niente di grave? Stai scherzando, spero! » riportando una ciocca di capelli sfuggita agli chignon dietro l'orecchio, la ragazza additò il cibo cinese sparso a terra. « La mia cena! » piagnucolò.
« Mi spiace, TenTen... » mormorò lui chinando la testa di fronte al suo sguardo rabbioso « Giuro che non volevo! »
L'espressione della kunoichi si addolcì appena.
« Questo lo so. » cercando di ripristinare l'atmosfera gioiosa di poco prima, la ragazza sorrise « Dai, visto che ormai la cena è sfumata scriviamo almeno i nostri tanzaku2! »
Il sorriso sul viso del ragazzo si allargò, riconoscendo nella voce di TenTen un'ombra di perdono, e preso da un impeto di gioia abbracciò lei e Neji.
« Staccati immediatamente! » dopo essersi trovati a gridare insieme, TenTen e lo Hyuga di fissarono per un secondo, per poi sorridere in contemporanea e mettersi a sedere.
« Vorrei battere Kakashi. » mormorò Gai, legando con delicatezza la propria striscia di carta al ramo di bambù accanto alla finestra.
« Voglio conquistare Sakura. » esclamò Lee, imitando il proprio maestro.
Neji e TenTen, invece, legarono i propri tanzaku senza proferire una parola, l'uno con la consueta aria impassibile in viso e l'altra con un leggero sorriso che sapeva di speranza.
« E adesso si balla! » esclamò Rock Lee entusiasta, andando ad accendere lo stereo per poi scoprire che sia Neji che TenTen erano scomparsi dalla stanza.
« Non è possibile » piagnucolò appena « Tutti gli anni la stessa storia! »
Ridacchiando, TenTen si sedette sul tetto a fianco del compagno.
« Anche stavolta ci siamo salvati. »
Neji annuì, fissando le luci della fiera che si dipanava attraverso le strette strade di Konoha ai loro piedi.
« Non so se l'anno prossimo l'inganno riuscirà di nuovo. »
« Io dico di sì » ridacchiò la ragazza, gettando indietro il capo nel vento leggero della sera.
Per qualche lungo minuto, un imbarazzante silenzio cadde tra i due, mentre TenTen raccoglieva i pensieri e Neji fissava le stelle.
« Di che parlavate prima te e Rock Lee? Non mi hai ingannato con la tua bugia del Clan Hyuga. »
Neji sorrise, nascosto dal buio. Lei non era tipo da lasciarsi ingannare dalle sue bugie, come sempre. Ma era il caso di dirle la verità? , decise prendendo un profondo respiro, era il caso di parlarne con lei, e che la sua coerenza andasse pure a farsi un giro.
« Parlavamo di te, TenTen. » ignorando l'espressione confusa che si era dipinta sul viso della ragazza, lo Hyuga continuò a parlare « Stavamo parlando di come tu sembri diversa, stasera. »
Presa alla sprovvista, TenTen boccheggiò per un secondo, prima di riprendere il controllo sul proprio corpo.
« Parli dello yukata? Lo so, me lo hanno messo a forza Ino e Sakura, non me la sono sentita di rifiutare... »
« TenTen. » la redarguì severamente Neji « Non prendermi in giro. Stasera non sei te stessa. »
La ragazza sbuffò, chiudendosi in un ostinato silenzio, incrociando le braccia al petto. Capendo che non avrebbe risposto di sua spontanea volontà, Neji giocò l'unica carta che non si era mai augurato di essere costretto ad usare.
« Problemi in famiglia? » buttò lì con disinvoltura, cercando di non apparire colpevole come si sentiva. Dannazione, era stato lui a dire a Lee che era meglio non impicciarsi negli affari familiari della loro compagna.
La gamma di espressioni che attraversò il volto di TenTen - imbarazzo, rabbia, tristezza, delusione - fece capire a Neji che no, non si era sbagliato nel dire che quell'argomento era tabù con lei, e chinò il capo mordendosi appena le labbra.
« Che ne sai tu della mia famiglia? » la voce di TenTen, glaciale e piena di rabbia, non si addiceva al carattere solitamente solare della ragazza.
« Niente. » rispose lui, ed era sincero. Non gli erano mai interessati quei pettegolezzi da donnicciole. « Lee ha sentito dire qualcosa, e voleva la mia opinione. Abbiamo pensato che potesse essere il motivo del tuo... non essere TenTen. »
Lei strinse i pugni, mentre una lacrima le scivolava sulla guancia, dorata alla luce della fiera. Con un gesto nervoso, si pulì gli occhi.
« Se hai problemi in famiglia puoi parlarne con noi TenTen, lo sai. » la incoraggiò Neji, parlando con prudenza per non ferirla di nuovo « Anche se la mia famiglia non è proprio l'esempio di quieto vivere, io e Lee siamo sempre pronti ad aiutarti. »
« Lo so » mormorò lei tirando su con il naso e stringendosi le braccia attorno al corpo come a proteggersi « È solo che mi secca dovervi chiedere aiuto per ogni minima cosa. Non voglio apparire debole di fronte a voi. » con un gesto che tradiva la sua stanchezza, la kunoichi si passò una manica turchina sul volto per asciugare le lacrime « Pensavo di potermela cavare da sola, ma pare non sia così. Sembra proprio che io sia tornata a piagnucolare da te e Lee come una ragazzina di cinque anni. »
« Sono poche le cose che si possono affrontare da soli. » mormorò Neji, sfiorandole leggermente i capelli nella più leggera delle carezze « Avere qualcuno al proprio fianco aiuta in ogni situazione. »
Senza rispondere, TenTen si abbracciò le ginocchia e rimase a contemplare il vuoto di fronte a sé senza parlare.
« Allora è questo che hai chiesto nel tuo tanzaku? » mormorò infine Neji, avvicinandosi a lei e mettendosi a sedere al suo fianco « Che tutto torni alla normalità? »
« No » rispose lei, avvicinandosi maggiormente al compagno per riscaldarsi con il calore del suo corpo. « Non è questo. »
Neji la fissò, confuso.
« E cosa hai chiesto? »
TenTen sorrise appena, uno dei falsi sorrisi che aveva sfoggiato durante tutta la serata.
« Perdonami, Neji. » sussurrò con un filo di voce avvicinandosi a lui, prima di sfiorare con le labbra la bocca del compagno. « Perdonami per aver chiesto te, nel mio immenso egoismo. »
Dopo averlo baciato, TenTen si alzò, allontanandosi da lui.
« Perdonami ancora, Neji. » mormorò, voltandosi per andare via.
« TenTen » la richiamò la voce del compagno, ancora macchiata da una nota di sorpresa « Aspetta. »
Quando la kunoichi si voltò dopo un attimo d'esitazione, Neji era in piedi di fronte a lei.
« Ti ho già chiesto scusa, Neji. Mi dispiace. »
« Vuoi fare silenzio, per un secondo? »
Prima ancora che la sorpresa per quella risposta fosse scomparsa dagli occhi castani di TenTen, Neji si chinò sulle sue labbra, sfiorandole con le proprie.
Sapevano di fresco, di vento, cielo e stelle, sapevano di libertà. Sapevano di tutto quello che aveva sempre cercato.
« Perdonami tu, TenTen. » mormorò, ancora ad un millimetro dalle sue labbra « Perdonami per aver permesso che tu soffrissi. »
Lei sorrise, un sorriso vero questa volta, che le illuminò il viso ed arrivò a bagnare di quella felicità anche i suoi occhi castani, donando a tutta la sua figura una bellezza che nessuna delle altre kunoichi avrebbe mai potuto eguagliare.
Si strinse a lui come se ne dipendesse la sua sopravvivenza, cercando le sue labbra in un altro, leggero bacio che aveva il sapore dei desideri realizzati.
Poco lontano, nella stanza che avevano abbandonato, un ramo di bambù lasciava che i suoi tanzaku dondolassero leggeri nel vento.
Voglio che lei torni a sorridere.

Note dell'autrice
 
Considerando che l'ho scritta in due ore prima di lasciare definitivamente il mio computer per dieci giorni, penso di potermi ritenere più che soddisfatta. Nel complesso la storia mi piace, è stata un'ispirazione improvvisa ma sono contenta x3
Non mi sono classificata al contest, ma non mi interessa x3 Io adoro questa fanfic con ogni fibra del mio essere NejiTen, e spero che anche voi la apprezziate.
Complimenti a Joan e a Rin_sama, le vincitrici di questo contest, e un complimento speciale alla mia Valychan e alla sua Insania, che per me è la vincitrice nonostante tutto.

Un paio di appunti...

uno yukata celeste con ricamato sopra un dragone1 lo yukata è un indumento estivo giapponese, ed è un tipo molto informale di kimono indossato principalmente durante le feste come gli spettacoli pirotecnici. Il colore celeste ed il dragone sono invece un rimando alla Cina - per cui come sappiamo TenTen ha una particolare predilezione - ed alla leggenda dei Quattro Guardiano Celesti.

tanzaku2 fogli verticali sui quali, in occasione della festa del Tanabata, si scrive un desiderio o una poesia, e che vengono poi attaccati ad alberi o rami di bambù, o arrotolati intorno a bastoncini di bambù. La festa del Tanabata, festeggiata il sette luglio, è la festa che celebra l'incrociarsi delle stelle Vega e Altair nel cielo. Secondo la leggenda, Shokujo (la stella Vega) era una principessa figlia di un re celeste e di una tessitrice: un giorno, mentre tesseva un abito per il padre, alzò lo sguardo e vide un pastore, Kengyu (la stella Altair). I due si innamorarono e decisero di sposarsi, ma il padre di lei decise di separarli, costringendoli a stare sulle due diverse sponde di un fiume (la Via Lattea) e permettendo loro di incontrarsi solo una volta all’anno. La principessa era disperata perché non c’era alcun ponte ad unire le due sponde, ma uno stormo di gazze si affollò tra le due rive consentendo ai due di attraversare il fiume.
  
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