Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Mikadoro    16/11/2015    6 recensioni
Prima di una serie di SasuNaru
Oneshot ispirate da parole assolutamente casuali, alla fine di ognuna scriverò la parola che darà origine alla prossima storia!
dal testo:
Naruto è una fata, una fatina. è alto quanto una mia spanna, con due graziose ali da libellula dai riflessi blu. è piccolo, sempre vestito di colori sgargianti, è rumoroso, fastidioso, chiacchierone, solare, mi riempie le giornate e mi scalda il cuore.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Un Amore in Pillole [NARUSASU]'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti! domo secoli di inattività mi è ritonata l'ispirazione! quindi eccomi con una serie di Oneshot SasuNaru e viceversa! per trovare l'ispirazione ho usato la tecnica "apri un libro a una pagina a caso e sciegli la prima parola", e sembra davvero funzionare! La parola di questa volta è FOLLETTO! Ora vi lascio alla lettura, potrebbero esserci degli errorini dato che non l'ho corretta come si deve.. 
E sono ben disposta ad accettare nuovi prompt di tasca vostra, anzi mi farebbe molto piacere!! 
Baci

MIKA


STUPIDO FOLLETTO
«Andiamo Sask’ke non fare lo stronzo.. dammi una mano!»mi chiede insistente e squillante la voce di Naruto.

«Dio.. cosa ho fatto di male?» sussurro svogliato prendendo tutte le nocciole rimaste sul telo e mettendole nella ciotola sul tavolo della cucina. 

«Sas’ke sono piccolo ma non sordo!» mi brontola dietro tirandomi uno schiaffetto sulla mano. Lo guardo scuotendo la testa senza riuscire ad impedire ad un sorriso di sbucare sulla mia faccia alla vista di Naruto che cerca di impilare con ordine le nocciole.

Naruto è una fata, una fatina. E' alto quanto una mia spanna, con due graziose ali da libellula dai riflessi blu. E' piccolo, sempre vestito di colori sgargianti, è rumoroso, fastidioso, chiacchierone, solare, mi riempie le giornate e mi scalda il cuore.

Viveva nel giardino della casa in cui mi sono trasferito cinque anni fa. Ora vive in casa con me. Ha una casetta come quella delle bambole, un piccolo letto a baldacchino e un buffo cappello per dormire.

Mi porta i primi frutti maturi di stagione e fa fiorire prima le piante del giardino. E' bravissimo a preparare gli infusi per il thè e ad addormentare gli animali, quelli erbivori almeno, gli altri a volte cercano di mangiarselo. Gli piace stare su di me, sulla mia spalla, o quando sono sdraiato si siede sul mio petto e mi racconta cosa gli è successo in giornata. 

Mi piace portargli dei regali, anche stupidaggini, come il ditale che usa come tazza per la colazione. Se gli accarezzo le ali diventa prima rosso come un pomodoro, poi si scioglie letteralmente addosso a me in preda al torpore. Lo rilassa e lo fa sentire bene, è un gesto intimo e di affetto.

Lui mi piace, mi piace davvero tanto. Vorrei poter passare il nostro tempo facendo cose insieme come tutte le coppie normali, anche solo tenerci per mano facendo una passeggiata o fare la spesa assieme, anche solo un bacio. Cerco di non fargli pesare questa mancanza che sento, ma so che è così anche lui. Sarebbe tutto più semplice se io mi dimenticassi di lui, se cerassi qualcun’altra con cui stare, ma sarebbe impossibile. Fa parte della mia vita, è una parte grossa della mia vita, importante. A volte lo sorprendo a fissarmi malinconico quando siamo vicini ma senza poterci toccare veramente. Anche lui sicuramente vorrebbe potermi toccare, accarezzare, ma tutto quello che può fare è rifugiarsi contro il mio collo o stringere forte le mie dita.

Si sta avvicinando quel periodo dell’anno, a metà primavera, in cui lui va a trovare la sua famiglia e sta via due settimane. Quando parte la casa mi sembra sempre più fredda e silenziosa, come se fosse arrivato improvvisamente l’inverno. 

Ci salutiamo sulla porta sul retro, dove il giardino dà sulle montagne. Lui si stringe forte al mio collo e mi da un bacio sulla guancia, strusciando il faccino contro di me. Io gli accarezzo piano un’ala. Mi ricorda nuovamente di mangiare anche altre verdure oltre ai pomodori mentre non c’è, svolazza un po all’indietro salutandomi con la manina prima di finalmente voltarsi e volare verso gli alberi scomparendo presto fra essi.

Mi sento triste ora, malinconico e solo. Questa volta mi è sembrato diverso. Era diverso. Non so in cosa, non so perché, ma sono agitato e inquieto. Spero semplicemente che queste due settimane passino il più in fretta possibile e mentre lo aspetto mi getterò nel lavoro per non pensarci.

 

Quando 13 giorni dopo sento suonare il campanello e sto già imprecando contro chi mi ha interrotto a metà della correzione di un articolo. E' Domenica! Diamine, chi è che rompe le palle di Domenica?? Sbattendo i piedi sul parquet mi avvio alla porta a passo di marcia e la spalanco ringhiando un «Chi è?!» che mi muore in gola quando alzo gli occhi su chi mi sta di fronte. E' Naruto, è senza dubbio Naruto. Ma è grande. Davvero grande. Alto poco meno di me.

Non riesco a capire. Apro e chiudo la bocca come uno stoccafisso, passo due volte gli occhi su tutta la sua figura. Poi lo riguardo per essere sicuro di ciò che vedo. Naruto è qui di fronte a me, in piedi, con un improponibile abbinamento di vestiario, uno strano sacchetto di foglie in una mano e un fungo gigante nell’altra. Ha quello che sembra essere un bruco incastrato tra i capelli e della terra su una guancia. Mi guarda di sfuggita da sotto le lunghe ciglia bionde, come se non fosse sicuro del suo aspetto, di quello che ne penso e di come stia così.

Ancora senza dire una parola faccio un passo in avanti, allungo tremante una mano e gli accarezzo piano una guancia. E' morbida e piena, la sua pelle è vellutata e calda. Lui prima spalanca gli occhi sorpreso poi li socchiude, avvolge la mia mano con la sua e preme forte la guancia contro il mio palmo, strusciandosi come un gatto. Mi sorride, ora posso vedere ancora meglio il suo bellissimo sorriso. Rilascio un sospiro tremante, sorrido come un idiota, prendo la sua mano, e lo tiro in casa. Lo avvolgo stretto a me, senza paura di romperlo questa volta. Non gli chiedo cosa è successo, come e perché. Semplicemente lo tengo stretto a me e ringrazio chiunque e qualunque cosa per avermi dato Naruto. E sono certo che quelle che mi stanno bagnando la maglia sono le lacrime del mio dobe. 

LA PAROLA DELLA PROSSIMA FIC SARà GELOSIA

  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Mikadoro