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Autore: _Emanuela_3    16/11/2015    3 recensioni
Meredith saluta la lapide di Derek prima di lasciare Seattle.
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Dalla storia:
Ma il destino ha scelto di accanirsi contro di noi, di me, con una cattiveria che non credevo possibile. Sono un medico e ogni giorno della mia vita lotto contro la morte, la combatto e molto spesso vinco. Come medico so anche che la morte è parte della vita, che un cuore può smettere di batte e il cervello di funzionare. So tutto. Eppure, qui su questa collina, guardano i vostri volti non me ne capacito.
Sono una sorella a metà, una moglie a metà.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Derek Sheperd, Meredith Grey
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nona stagione
- Questa storia fa parte della serie 'Grey's Anatomy.'
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Zola e Baily si sono addormentati sul sedile posteriore. Sto per lasciare Seattle, l’avrei dovuto fare molto tempo fa. L’avrei dovuto fare senza mai guardarmi indietro, così come ha fatto Cristina.
Con le mani fisse sul volante vedo la città farsi piccola alle mie spalle mentre salgo la collina. Non sono più in grado neanche di piangere, di provare un qualsiasi sentimento. È come se andando via Derek si sia portato con sé il mio cuore, strappandomelo violentemente dal patto. Lasciandomi in questo stato di apatia, di nuovo cupa e triste.
Parcheggio la macchina al solito posto, lancio uno sguardo ai bambini. Dormono ancora, le loro piccole teste si sfiorano e sembrano così sereni. Vorrei poter fare mia un po’ di quella serenità. Chiudo la macchina e mi incammino verso di voi. Questo posto sta diventando un po’ troppo affollato, penso non appena vi raggiungo.
«Ciao…» dico guardando le tre lapidi davanti a me. Stringo i denti. Non riesco ancora a crederci, non sarebbe dovuto essere così il nostro futuro. Saremmo dovuti essere tutti una grande famiglia felice, con la casa piena di bambini. Una di quelle famiglie che si riunisce per festeggiare insieme ogni piccolo avvenimento.
Ma  il destino ha scelto di accanirsi contro di noi, di me, con una cattiveria che non credevo possibile. Sono un medico e ogni girono della mia vita lotto contro la morte, la combatto e molto spesso vinco. Come medico so anche che la morte è parte della vita, che un cuore può smettere di batte e il cervello di funzionare. So tutto. Eppure, qui su questa collina, guardano i vostri volti non me ne capacito.
Sono una sorella a metà, una moglie a metà.
Sono qui e come una sera di due anni fa non sono sola, anche questa volta ho con me una bustina. Una bustina che dovrebbe testimoniarla più grande delle gioie. Ma non oggi, non così, non questa sera.
«Derek…so che ti ho detto che potevi andare, che saremmo stati bene. » dico sedendomi sul terreno umido accanto alla sua lapide. «Non stiamo bene, io non sto bene. Non posso crede che abbiamo sprecato gli ultimi mesi della nostra vita a discutere, lontani. Non posso credere che abbiamo lottato anni per creare la nostra famiglia e che tutto sia andato in fumo in un attimo. Per poter mettere al mondo Baily ci sono voluti anni e anni e poi…» sorrido amaramente sfiorandomi il ventre «e poi eccomi qua, incinta ma senza di te. Hai capito bene amore mio. Sono incinta, prima di andartene mi hai lasciato il regalo più bello e più inaspettato».
Con le mani stringo la terra sotto di me, come se fosse la sua mano. E finalmente, dopo un mese di silenzio, piango. Piango per i giorni che non abbiamo vissuto insieme e per quelli che ci siamo tolti, per i ti amo, per i momenti in ascensore, per  le nottate alla roulotte e gli incontri nella sala del medico di guardia. Piango per i nostri figli che non vedrai crescere, a cui mancherai ogni girono. Piango per questo piccolino che sta crescendo dentro di me, che non potrà mai essere cullato dalle tue braccia. Vorrei tanto avesse i tuoi occhi.
Piango come non ho mai pianto in tutta la mia vita. Piango ogni perdita, ogni dolore che ho tenuto dentro. Piango e mentre piango la notte lascia spazio al giorno. Un nuovo sole sta per sorgere.
“il sole sei tu”, le parole di Cristina mi tornano in mente all’improvviso. Mi colpiscono forte come uno schiaffo.
Uno nuovo sole sta per sorgere, devo essere io quel sole.
« Dobbiamo andare avanti, io devo farlo. Non per me, perché il tuo amore mi ha dato così tanto da bastarmi per il resto della vita. Ma per loro, avranno bisogno di una mamma forte. Avranno bisogno di sole dopo tutta questa pioggia. Ricordi cosa hai detto quel giorno in ascensore? Quando mi hai fatto la proposta non proposta? Davanti alla tac di Izzie? Devo andare Derek, dobbiamo andare avanti. Ma non posso farlo qui, non ora almeno. Sono sopravvissuta al peggio ma non avrei mai pensato di doverlo fare senza di te. » mi asciugo le lacrime e mi alzo. Sfioro con il palmo la tua foto, Dio che darei per poter toccare ancora il tuo viso e i tuoi cappelli.
« È  tempo di andare amore mio, ti amerò ogni giorno della mia vita. Ti amerò e parlerò di te ai bambini, gli ricorderò ogni giorno quanto meraviglioso e forte, quanto coraggioso sia stato il loro papà. Gli parlerò di che chirurgo formidabile tu sia stato ma soprattutto gli parlerò del meraviglioso uomo che mi ha fatto innamorare. Sarei stata sempre solo una ragazza in un bar, tu mi hai reso straordinaria. Aspettami, perché io ti aspetterò dottor Stranamore».  


Questa storia nasce di getto, per raccontare e raccontarmi un momento che avrei tanto voluto vedere all'interno del telefilm. La morte di Derek a mio parere è stata trattata molto frettolosamente così ho voluto regalarmi questo momento, poco prima che Meredith lasci Seattle. Spero vi piaccia :)
   
 
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