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Autore: Liceo_3    16/11/2015    0 recensioni
Tale padre tale figlio... ma è davvero così? E' giusto giudicare un ragazzo in base alle azioni dei suoi avi avvenute più di dodici anni prima? E' davvero tutto così come sembra? Rose non la pensa così e cercherà di conoscere il vero Scorpius, anche se il vero Scorpius non sembra avere intenzione di farsi conoscere. Almeno così sembrerebbe...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 1
Binario 9 e 3/4

07:55
Dopo aver guardato l’orologio sul comodino, la ragazzina si girò a pancia in su nel suo lettino, continuando a fissare il soffitto come aveva fatto per la maggior parte della notte appena trascorsa. Era sempre così, ogni volta che doveva aspettare un evento di qualunque tipo, che fosse il suo compleanno o una gita al parco divertimenti, la notte prima non riusciva a prendere sonno, figurarsi in questo caso che si trattava del suo primo giorno di scuola. Aspettava questo momento da tantissimo tempo, aveva passato tutto l’anno scorso a fantasticare con suo cugino Albus su come sarebbe stato camminare tra le mura di quel castello, con la propria bacchetta, entrare a far parte di una vera squadra di Quidditch, in un vero campo da gioco che non fosse il giardino di nonna Molly. I due ragazzini si erano fatti raccontare mille volte come fosse il castello dai loro genitori e poi, non contenti, avevano tormentato tutta l’estate il fratello di Albus che aveva appena finito il suo primo anno e già non ne poteva più. Adesso, finalmente sarebbe toccato a loro affrontare quella nuova avventura, entrare in quella “grande famiglia” come la chiamava con nostalgia suo zio Harry, e nonostante avesse aspettato tanto e adesso mancassero solo poche ore, le sembrò che il tempo si fosse definitivamente fermato. Girò la testa per guardare nuovamente l’orologio.

07:57
Fece un sospiro spazientita e tornò ai suoi pensieri. Sentiva lo stomaco aggrovigliato, era ansiosa di entrare a scuola, ma al tempo stesso era spaventata e imbarazzata. Non le piaceva molto stare al centro dell’attenzione ed era certa che essere la figlia di Hermione Granger e Ronald Weasley e la nipote di Ginny Weasley e Harry Potter, certamente non l’avrebbe aiutata a tenere un profilo basso. Nuovamente si girò a guardare l’orologio.
08:00
 Finalmente era giunto il momento, spazzò via i pensieri negativi e scese dal letto, aprì di corsa la finestra e poi corse a prepararsi senza aspettare che il resto della sua famiglia si alzasse. La famiglia Weasley, rispettava da secoli la tradizione di arrivare in ritardo alla stazione di King Cross, giusto in tempo per non perdere il treno che inesorabilmente partiva alle 11:00 in punto, una volta suo padre e lo zio Harry lo avevano addirittura perso, ma questa è un'altra storia. Hermione Granger invece, prima strega della sua famiglia di babbani, aveva l’abitudine di arrivare sempre in anticipo, non puntuale, in anticipo, giusto nel momento in cui il treno arrivava alla stazione e apriva le porte. La famiglia Weasley-Granger aveva trovato un compromesso, riuscendo per quella volta ad arrivare né in anticipo né esageratamente in ritardo, attraversando la barriera di solidi mattoni della stazione a poco meno di 10 minuti dalla partenza.
“Sempre in ritardo Ron, sempre in ritardo” ripeté Hermione lanciando occhiate di fuoco al marito che spingeva il carrello della figlia.
“Ma che dici? Non sono mai arrivato così presto al binario 9 e ¾” protestó Ron sbalordito.
I due ragazzini gli stavano dietro guardandosi attorno, Rose sprizzava gioia da tutti i pori mentre il suo fratellino Hugo, troppo piccolo per andare con lei, teneva il broncio a braccia conserte.
“Rose, ehi Rose siamo qui!” gridò una voce tentando di sovrastare i fischi del treno.
Localizzata la fonte dell'urlo, Rose fece un gran sorriso al suo adorato cugino che aveva richiamato la sua attenzione e con il resto della famiglia si avvicinó.
C’erano proprio tutti: gli zii Harry e Ginny erano intenti a fare le ultime raccomandazioni ai figli maggiori James e Albus, mentre la piccola di casa Lily teneva il medesimo broncio del fratellino di Rose. Le due famiglie si salutarono tra abbracci e sorrisi. La piccola Lily fece un gran sorriso non appena vide Rose e si buttò fra le sue braccia dimenticando per un momento la sua tristezza, le fece promettere di scriverle presto per descrivere in ogni suo aspetto il castello, non si fidava della descrizione certamente superficiale che le avrebbe fatto Albus. Rose le promise di raccontarle tutto accuratamente, poi la discussione degli adulti attirò la sua attenzione, stavano parlando di un ragazzino che poco più in là stava salutando i propri genitori. Poteva avere più o meno l’età di Rose e Albus, aveva un fisico asciutto e magrolino, e da quella distanza riusciva a notare i suoi capelli di un biondo quasi bianco, del tutto identici a quelli del padre che gli stava di fronte. “Chi è?” chiese Rose a nessuno in particolare.
“Quello deve essere il figlio di Malfoy, Scorpius mi sembra” disse Harry sovrappensiero.
“Sembra simpatico” affermò la ragazzina, osservando il modo in cui si guardava attorno, sembrava tranquillo ma il suo sguardo andava sempre a finire a sua madre, come se cercasse sicurezza.
“Non lo dire nemmeno per scherzo piccola” la sgridò Ron guardandola “tu hai il cervello della mamma per fortuna, battilo a tutti gli esami e non dargli confidenza mi raccomando”.
“Ronald non fare il rancoroso” lo riprese bonariamente Hermione e poi, rivolgendosi alla figlia aggiunse: “da piccoli non avevamo un buon rapporto con suo padre Draco Malfoy, ma tu puoi fare amicizia con chi vuoi, non farti influenzare da tuo padre”.
Rose tornò a guardare il ragazzo un po’ confusa, e incrociò proprio il suo sguardo, le vennero i brividi a fissare quegli occhi cerulei, non aveva mai visto uno sguardo simile, la incuriosiva, era ipnotico, non poteva fare a meno di continuare a fissarlo a costo di sembrare maleducata. Quegli occhi sembravano volerle raccontare tante cose, ma prima di riuscire a coglierle il proprietario si voltò e salì sul treno.
“È giunto il momento che saliate anche voi” annunciò zia Ginny, dopo l’ultimo sbuffo del treno. Dopo gli ultimi saluti, James, Albus e Rose trascinarono i loro bauli sul treno e andarono a cercare uno scompartimento libero. Il maggiore li lasciò quasi subito per andare a cercare i suoi compagni, così i due cugini si fecero coraggio e proseguirono trascinandosi dietro i pesanti bauli. “Saremmo dovuti salire prima” disse sconsolata Rose, dopo aver superato l’ennesima carrozza piena. “Guarda che aspettavamo voi, noi eravamo già lì da un po’” si lagnò Albus aprendo un’altra porta.
“Oh finalmente!” sorrise il ragazzo entrando nella carrozza vuota e sistemando i bauli di tutti e due. Si sedettero l’uno accanto all’altro e dopo un momento di silenzio, in cui realizzarono di essere finalmente in viaggio verso Hogwarts, si guardarono e iniziarono a parlare a raffica, eccitati come non mai, nemmeno si accorsero dello scatto che fece la porta dello scompartimento quando si aprì.
“Scusate, ho visto il sedile vuoto e pensavo che non ci fosse nessuno” disse l'intruso, Rose si girò e vide il ragazzino dagli occhi cerulei che stava già richiudendo lo sportello.
“No aspetta” le uscì spontaneamente.
Il ragazzo si fermò e da come la guardò sembrò proprio che l’avesse preso alla sprovvista. Dal canto suo, nemmeno la ragazza sapeva di preciso perché lo avesse fermato, ma quel ragazzo la incuriosiva e voleva scoprire se era davvero come suo padre aveva sempre dipinto tutta la famiglia Malfoy.
“Perché non ti siedi qui con noi? Il treno è tutto occupato, non troverai una carrozza totalmente vuota” spiegò la ragazza, beccandosi ben due occhiate sorprese.
“Siete sicuri?” chiese incerto rivolgendosi in particolar modo ad Albus.
“Ma si certo, di spazio ne abbiamo in abbondanza” rispose Albus ancora incredulo ma cortese, indicando teatralmente il sedile vuoto con la mano.
“Allora grazie” accettó il ragazzo accennando un sorriso, poi entrò e una volta assicurato il baule si sedette di fronte a Rose.
Lei gli tese subito la mano: “Sono Rose comunque, Rose Weasley e  lui è Albus Potter”.
Il ragazzo stette due secondi di troppo a fissarla come se fosse pazza, poi prese la sua mano ricambiando la stretta: “Io sono Scorpius”.
Rose aspettò inutilmente che finisse la presentazione e quando ciò non successe chiese:” E il cognome?”.
“Oh tu lo sai già il mio cognome” la canzonò lui, guardandola furbescamente.
Le sue guance si tinsero lievemente di rosso.
“Che vuoi dire?” gli chiese Albus che non aveva seguito lo scambio di battute tra Rose e gli adulti prima di salire sul treno.
“Vi ho visti poco fa, tutta la vostra famiglia mi guardava come se dal mio baule dovesse uscire il Signore Oscuro in persona” pronunciò le ultime parole alzando gli occhi al cielo.
“Guarda che ti sbagli” provò a dire Albus.
“Ma per favore” esclamò il piccolo Malfoy “Voi piuttosto, come mai mi avete permesso di sedermi? Spirito di ribellione o cosa?”.
“Ma tu non sai cosa sia la gentilezza?” scoppiò Rose piccata “nel caso non te ne fossi accorto noi non siamo i nostri genitori, se hai voglia di farti venire i complessi e le manie di protagonismo non ci coinvolgere, abbiamo di meglio da fare”.
Rose si trovò per la seconda volta due paia di occhi che la guardavano sorpresi, sembrava che Scorpius stesse per dire qualcosa, ma invece di aprire bocca si alzò, prese il suo baule e uscì dalla carrozza sbattendo lo sportello.
“Chi sei tu e che ne hai fatto della mia timida cuginetta?” chiese con gli occhi fuori dalle orbite Albus.
“Non fai ridere Al” disse la ragazza guardandola storto “quello mi fa saltare i nervi è ufficiale, non so come ho potuto pensare che fosse simpatico”.
“Addirittura, ti sei fatta un nemico ancora prima di arrivare a scuola, credo che neanche i nostri genitori ci siano riusciti” rise il cugino.
“Scommetto che suo padre era meno scortese di lui”.
“Cugina, ti ricordo che suo padre era un alleato di Voldemort”.
“Beh ma poi si è pentito ed è stato assolto, non poteva essere così cattivo”.
“Ma dai non esagerare, a me non sembra che abbia detto nulla di offensivo alla fine”.
“Che fai lo difendi anche?”.
“Ma ti sta proprio antipatico”.
“Perché a te no?”.
Albus non rispose, lasciando cadere il discorso e cominciò a chiacchierare per distrarre la cugina, questa ci mise poco a ritrovare l’entusiasmo per il primo giorno di scuola, e la parentesi “Scorpius” fu per il momento sostituita da cose molto più importanti.

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Salve a tutti, è la prima volta che scrivo su questo (e in qualunque altro) sito, ho fatto un piccolo esperimento, fatemi sapere se vi piace, sono aperta a ogni consiglio positivo e negativo... non siate troppo brutali.
Grazie per l'attenzione.
  
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