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Autore: eleCorti    17/11/2015    6 recensioni
Andrè è morto, Oscar è sopravvissuta, ma non ha potuto continuare la guerra a causa di una scoperta sorprendente: aspetta un bimbo.
Dopo diversi anni dalla nascita di suo/a figlio/a decise di raccontargli/le tutto su suo padre.
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Se lo ricordava come se fosse accaduto ieri; quella notte era stata la più bella della sua vita, poiché aveva perso la sua fanciullezza. Ricordava, infatti, il bacio travolgente che le aveva regalato il suo amato, Andrè, seguito poi dal fuoco della loro passione che si accese come una miccia, facendoli vivere una notte d’amore, di cui la foresta ne fu testimone.
Avevano deciso, dopo la guerra, di scappare e di vivere una vita normale e di mettere su famiglia, ed era per questo futuro che combattevano.
Ma era solo un sogno. Quando vide il suo amato disteso al suolo su una pozza di sangue, si sentì mancare, come se le avessero tolto una parte di sé.
In seguito fu costretta a ritirarsi dalla vita militare a causa di problemi di salute: Oscar non stava bene, aveva nausee, vertigini, e mancamenti, ma non era un principio d’influenza, come pensava lei, bensì qualcosa di diverso. La biondina aspettava un bambino.
Bambino che mai avrebbe conosciuto suo padre, ma questo non scoraggiò la giovane, anzi decise di tenere il bimbo, perché sapeva che se lui fosse stato lì, l’avrebbe accettato e magari le avrebbe chiesto di sposarla.
Quando il bimbo, o meglio la bimba, nacque, era una notte buia e tempestosa, Oscar aveva partorito nella casa del suo ormai vecchio padre, aiutata dalle levatrici.
E quando le comunicarono che il nascituro era una bella femminuccia, un sorriso invase il suo pallido e stanco volto, era contenta che fosse femmina.
Avrebbe potuto chiamarla con un nome femminile, come Charlot o Antoinette, ma non lo fece; decise invece di chiamarla come suo padre: Andrè.
Era un nome da maschio, lo sapeva, ma non le importava niente, poiché anche lei portava un nome maschile, e poi aveva scelto questo nome, in onore del suo amato perduto.
La bambina era bellissima, i capelli erano castani come quelli del padre, ma gli occhi erano azzurri come quelli della madre, e così anche la pelle, candita come la neve, e labbra rosse come le rose.
Era molto aggraziata, nonostante avesse una passione per le spade, e la sua balia, ogni volta le ripeteva che era proprio come la madre: un maschiaccio.
E Oscar era orgogliosa di lei; era proprio come la desiderava: abile nel combattimento, ma allo stesso tempo aggraziata come una vera nobile donna.
Decise anche di insegnarle l’arte del combattere; dalla tenera età le mostrò come usare una spada, ovviamente erano fatte di legno in modo tale che non potesse ferirsi, e la piccola imparava presto.
All’età di dieci anni, infatti, sapeva maneggiare una spada, sempre di legno, e duellava con il suo scudiero vincendo sempre.
E la madre era sempre più orgogliosa di lei, sentiva che un giorno avrebbe potuto prendere il suo posto, magari anche lei entrando nell’esercito reale al servizio del re.
E decise che presto le avrebbe regalato una spada vera, magari intorno ai sedici anni e l’avrebbe addestrata direttamente lei, che era famosa per la sua tecnica perfetta.
Aveva, dunque, un bellissimo rapporto con la sua dolce figlioletta, si dicevano, infatti, tutto, ma solo di un argomento non parlavo: il padre.
La piccola Andrè, una volta, chiese alla mamma chi fosse suo padre, ma Oscar le diede solo delle informazioni generali, ossia che era morto prima della sua nascita e che aveva il suo stesso nome.
Ma la giovane mamma sapeva che non era sufficiente, poiché la sua bimba meritava di sapere chi fosse realmente suo padre e come morì, anche perché non poteva nasconderle a lungo la verità.
Per questo motivo, un giorno, decise di raccontarle tutto e di farle visitare la tomba del padre, che mai la bambina aveva visto.
“Dove stiamo andando mamma?” domandò la castana, mentre camminava insieme alla madre lungo il sentiero.
“A trovare papà” le rispose la biondina, senza troppi giri di parole.
La giovane fanciulla rimase stupita, e non poté fare a meno di chiedersi il perché di questa improvvisa visita, dato che mai erano andate a rendere omaggio al suo defunto padre.
Presto, comunque, i suoi dubbi sarebbero stati appagati.
Una volta giunte al cimitero di guerra, la piccola seguì la madre che sembrava sapere dove andasse, e si domandò se fosse mai stata più di una volta in quel luogo per sapere dove andare con cotanta facilità.
Dopo aver percorso un bel po’ di strada, finalmente giunsero a destinazione: una tomba bianca, sbiadita dall’usura del tempo, le cui scritte erano ancora visibili, ossia la data di nascita e di morte e il nome del defunto.
Però, non vi era nessun ritratto, e la bimba se ne rammaricò: avrebbe tanto voluto guardare il volto del suo papà.
“Andrè non ti ho mai detto la verità su papà, ma ora è giunto il momento di rivelartela. Papà non è morto a causa di una malattia, è stato ucciso durante la rivoluzione di tanti anni fa, prima che tu nascessi. All’epoca non sapevo che ero incinta, l’ho scoperto dopo, ma se lo avessi saputo gli e lo avrei detto, e scommetto che sarebbe stato l’uomo più felice del mondo” disse la biondina, con le lacrime che minacciavano di inondare il suo dolce viso.
La castana si commosse udendo quel triste racconto, ma non era stupita di come sua madre dipinse suo padre, sapeva che fosse un eroe, era una sensazione che aveva sempre avuto.
“Avrei tanto voluto vedere il suo volto” sussurrò la ragazzina, avvicinandosi alla tomba e toccando l’incisione con una mano e osservandola con le lacrime agli occhi.
“Ma l’hai visto” le rivelò la madre.
E Andrè si girò meravigliata da quell'affermazione. Non se lo ricordava per niente.
“Dove? Quando?” riuscì a domandare in preda allo shock.
“Nel quadro appeso in salone” le rispose Oscar.
E la castana rifletté: in effetti, si era sempre soffermata ad osservare quell’immenso quadro appeso nel salone di casa sua, poiché attratta da quel misterioso uomo, ma mai aveva immaginato che potesse essere suo padre.
C’è da dire che non lo aveva neanche chiesto notizie sul dipinto.
Non rispose, anzi sorrise alla madre, poi si riavvicinò alla tomba e la baciò con la mano in segno di saluto e si allontanò un poco, per concedere alla genitrice di avere un momento da sola con il padre.
Oscar, che fino a quel momento aveva trattenuto le lacrime, non ce la fece più, iniziò a piangere, ma in modo silenzioso: non voleva far preoccupare la figlia.
“Mi manchi” singhiozzò tra le lacrime.
“Lei è tua figlia e si chiama come te, in tuo onore” disse, fingendo di parlare con il suo amato.
“Non le ho mai parlato di te, ma ti prometto che lo farò d’ora in poi” gli promise.
“Ora dobbiamo andare. Mi manchi tanto” gli disse, infine, prima di baciare con la mano la bianca lapide.
Poi raggiunse la figlia e in silenzio se ne andarono da quel luogo triste. Da quel giorno Oscar parlò sempre alla piccola Andrè di suo padre, raccontandole tutto, dalla loro infanzia fino alla sua atroce morte, non tralasciando i particolari. 
   
 
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