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Autore: Bonnie_00    17/11/2015    1 recensioni
in questa one-shot ho voluto ricreare il momento in cui Hagrid va a Godric's Hollow per prendere Harry, dopo che i suoi genitori sono stati uccisi per mano di Voldemort.
Ho voluto scrivere questa storia dopo aver riguardato il primo film della saga, e quando Hagrid è atterrato davanti a Silente con la sua motocicletta per consegnargli il piccolo Harry, mi sono chiesta: chissà cosa sarà successo quando è andato lì a Godric's Hollow?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Rubeus Hagrid
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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31 OTTOBRE 1981
 
Il forte rombo della sua motocicletta rimbombava nell’aria fredda di quella notte di fine ottobre e lui poteva sentire sempre più distintamente i brividi scendergli lungo la spina dorsale a mano a mano che si avvicinava alla sua meta.
Non sapeva di preciso cosa avrebbe dovuto provare in quel momento: certamente era contento (e anche tanto) della scomparsa di Colui-che-non-doveva-essere-nominato, però era anche molto addolorato per la morte di Lily e James Potter, due dei membri più forti dell’Ordine, ma soprattutto due persone eccezionali, su cui si poteva sempre contare e a cui mai avrebbe augurato questa fine; due persone che adesso sembravano dimenticate dal resto del mondo magico, troppo preso dai festeggiamenti, e che invece, a parer suo, andavano ricordate come eroi.
E poi c’era quel bimbo –Silente gli aveva detto che sia chiamava Harry- che, poverino, come avrebbe fatto senza i suoi genitori? Però, Silente gli aveva detto di andarlo a prendere, quindi deve aver trovato qualcuno che può stargli vicino e crescerlo con l’amore di un genitore!
Hagrid era atterrato con un tonfo davanti alle rovine della casa dei Potter, e quando spense il motore poté distinguere, nel silenzio di quella notte cupa, le grida di un bambino che piangeva disperatamente da chissà quanto tempo.
Con movimenti lenti e goffi, era sceso dalla moto, aveva varcato il cancello e la “soglia” di casa e adesso saliva le scale a due a due ma a ogni passo esitava e i brividi aumentavano. In cima alla rampa aveva trovato il corpo esanime di James che lo fissava con quegl’occhi color del cioccolato ormai opachi e senza vita. A questo punto le lacrime iniziavano a farsi strada nella folta barba del mezzo-gigante e le urla dell’infante si facevano più acute, martellandogli i timpani e facendogli venire la nausea. Ancora fermo sulle scale, ai piedi della salma di James, la disperazione iniziava a farsi largo nelle sue vene: aveva il forte desiderio di mettersi a urlare e scappare da lì a gambe levate, mentre il pianto del bimbo stava contagiando anche lui… Invece aveva deciso di farsi coraggio e recuperare una volta per tutte il piccolo Harry. Cercando di non guardare il pavimento, aveva ripreso a camminare, questa volta con passi più decisi, e, finalmente, entrò nella cameretta del piccolo.
Mai spettacolo più orrendo si era presentato ai suoi occhi: Harry, dentro la culla, aveva gli occhietti rossi e gonfi e lucidi per il pianto, le guance, rosse anche quelle, tutte bagnate dalle lacrime che non accennavano a smettere di scendere e il suo corpicino era tutto scosso dai singhiozzi; stesa sul pavimento, poco distante dal piccolo, c’era Lily, con un’espressione tenera, cui gli occhi, fissi al figlio, continuavano a mostrare tutto l’affetto che aveva provato per quella creaturina. A quel punto, tutte le lacrime che Hagrid aveva cercato di trattenere, uscirono e i suoi singhiozzi andarono a fare compagnia a quelli del piccolo Harry, sovrastandoli.
Continuando a singhiozzare, si era diretto verso la culla, aveva preso il bambino e, con gli occhi puntati fissi davanti a sé, aveva rifatto tutta la strada fino alla sua moto.
Stremato da quel pianto disperato, aveva posato il bebè ancora urlante sulla sella e decise di riprenderlo in braccio solo dopo essersi dato un certo contegno. Provava a calmarlo cantandogli una canzoncina che parlava di un piccolo drago che, durante il suo primo volo, si era spinto troppo lontano e aveva perso la via di casa, così, tutto solo e spaventato, si era messo a piangere e a chiamare la sua mamma e alla fine si era addormentato; la mattina dopo si era svegliato con la risata di sua madre, felice perché lo aveva ritrovato, e insieme si erano diretti verso la loro caverna. Alla fine della canzone, Harry sembrava essersi calmato e adesso guardava Hagrid con un’espressione così buffa da farlo sorridere; solo quando il volto gli era tornato di una normale tonalità rosa si era accorto della cicatrice a forma di saetta sulla sua fronte, e a quella vista tornò subito serio.
Forse adesso era meglio andare….





ANGOLO AUTORE
Salve a tutti! Questa è la prima storia che scrivo per efp, spero sia scritta bene e che vi piaccia... Per adesso ho solo questa da pubblicare, ma spero di farvi leggere molte altre mie storie in futuro :)
Fatemi sapere cosa ne pensate e alla prossima xD
   
 
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