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Autore: Andy Black    17/11/2015    4 recensioni
Mindfuck totale, con questa shot voglio evidenziare come in un Allenatore i sentimenti di "partenza" ed "arrivo" siano così vicini da poter essere contestualizzati con le stesse parole.
Ho giocato un po' con le parole, con il testo. Spero vi piaccia.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga, Videogioco
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Ora è scesa la notte;
alla fine sono arrivato in alto,
ancora non mi capacito di come possa esser successo ma
rifletto su come possa essere stato,
Il Campione sono diventato io;
la Lega, i Superquattro, la Sala d’Onore.
mi riguardo indietro, la Via Vittoria è lunga,
ho ingaggiato mille e sfide e
lotto e lotto ancora,
cammino finché posso, raggiungendo il primo quel villaggio, quello con la palestra e poi
dal sentiero più lontano del mio villaggio in mente dico “ciao”,
calpesto per l’ennesima volta il terreno di queste strade e  mi sento strano:
dentro di me sono vuoto ma tra poco tutto cambierà,
gli alberi spogli mi sorridono un po’ tristi
ed il mio presente lentamente diventa passato; mi guardo attorno e son felice perché
le porte del mio villaggio sono quasi vicine,
sto abbandonando il mio sentiero; quasi mi sento male quando
ripenso alla mia casa, alla mia mamma, alla mia stanza e mi accorgo che
tutto è sempre stato là, tutto rimarrà là, niente se ne andrà.
Vedo la porta di casa mia, la attraverso e mi vengono in mente tante situazione belle e brutte,
mia madre è lì, non mi ha visto, ma è meglio così.
Ho cambiato mentalità ed è giusto;
basta, a tutto quello a cui sono stato abituato fin ora, basta tutto.
È ora di smettere. È ora di ricominciare.
                                          
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È ora di smettere. È ora di ricominciare.
Basta a tutto quello a cui sono stato abituato fin ora, basta tutto.
Ho cambiato mentalità ed è giusto;
mia madre è lì, non mi ha visto ma è meglio così.
Vedo la porta di casa mia, la attraverso e mi vengono in mente tante situazioni belle e brutte,
tutto è sempre stato là, tutto rimarrà là, niente se ne andrà.
Ripenso alla mia casa, alla mia mamma, alla mia stanza e mi accorgo che
sto abbandonando il mio sentiero; quasi mi sento male quando
le porte del mio villaggio sono quasi vicine,
ed il mio presente lentamente diventa passato; mi guardo attorno e son felice perché
gli alberi spogli mi sorridono un po’ tristi;
dentro di me sono vuoto ma tra poco tutto cambierà,
calpesto per l’ennesima volta il terreno di queste strade e mi sento strano:
dal sentiero più lontano del mio villaggio in mente dico “ciao”.
Cammino finché posso, raggiungendo quel villaggio, quello con la palestra e poi
lotto e lotto ancora;
ho ingaggiato mille e sfide e
mi riguardo indietro, la Via Vittoria è lunga,
la Lega, i Superquattro, la Sala d’Onore.
Il Campione sono diventato io;
rifletto su come possa essere stato,
ancora non mi capacito di come possa esser successo ma
alla fine sono arrivato in alto;
Ora è scesa la notte.

 
   
 
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