Buongiorno
a tutti. Questo è una sorta di capitolo essenziale che
rappresenta la chiave di
volta di tutta la "storia" che state leggendo. E' anche l'unico di
tutta la suddetta storia che è approssimativamente (molto approssimativamente)
legato a qualcosa effettivamente accaduto nella realtà di
tanti anni fa.
AVVERTENZA PER I
LETTORI:
Ogni tanto riemergo con
storie disseppellite da anni di oblio! Sto elaborando una mia
produzione della
maturità, che cambierà fandom (sto buttando
giù una saga familiare a tema The
Lion King, ma prima che veda la luce passeranno mesi), ma per adesso mi
faccio
vedere solo riproponendo vecchie storie, scritte quando avevo
più tempo/più
ispirazione/più dolore da gridare al mondo.
Ho scritto la storia
più
di dieci anni fa, come si può ricostruire dalla data dei
diari.
Questa storiella era
capitolo di una storia più grande, di cui rappresentava
sostanzialmente quello
che adesso si chiama spin-off. Ma mentre la storia generale non ha quel
tocco
di brio che ancora me la fa piacere, questa mi muove ancora dei
sorrisi.
E ho pensato di
condividerla qui, nella speranza che magari possa far sorridere anche
voi.
ALTRA AVVERTENZA: I personaggi umani che
compaiono nella fiction
esistono nella realtà. La storia raccontata, tuttavia, non
ha alcun riferimento
tangibile con avvenimenti svoltisi nella vita reale.
ENNESIMA, MA VI
GIURO ULTIMA, AVVERTENZA: [nota
originale scritta nel 2004]
I Pokémon e tutto
quel
che è ad esso collegato appartengono ai rispettivi
proprietari.
Tutti i personaggi
menzionati in codesto capitolo, ad eccezione dei personaggi
Pokémon, esistono
nella realtà, ho soltanto provveduto a variare di poco i
loro nomi e/o i loro
cognomi e ad aumentare di qualche anno la loro età
effettiva. Posso pertanto
affermare che i personaggi non appartengono a me ma a loro stessi,
fatta la
dovuta eccezione per il personaggio che mi rappresenta (ma non vi dico
qual è).
Ma devo precisare che Yari è in realtà un ragazzo.
Il
Fantasma Del Banki
Dal
diario di Flavius Bacci, 7 novembre 2004/x
Ce
l’ho fatta! L’ho baciata... Cristo, baci
così li ricordi per l’eternità. Sono
stati i baci migliori che ragazza mi abbia mai dato.
Non
credevo si potesse provare una cosa del genere, per quanto ne avessi
sentito
tanto parlare e ne avessi letto assai, in libri antichi e moderni. Sono
rimasto
semplicemente stupito.
Non mi
aspettavo davvero che sarebbe successo. Non era assolutamente
programmato.
Ci
avevo provato, giuro, ad invitarla fuori, offrirle la cena, dirle tante
cose
carine e coglierle dei fiori... giuro che ci avevo provato. Ma mi ha
sempre
fregato la paura.
E poi
Ilarionz mi aveva suggerito che certe cose bisogna lasciarle accadere,
non
stressarle così. Che si tratta a volte di accorgimenti
controproducenti. Che secondo
lui Mira aveva e mostrava verso di me un certo trasporto e che quindi
molto
sarebbe accaduto ugualmente senza che ci agissi in maniera
così entrante.
Quell'obelisco
è fenomenale, anche perché ha sempre ragione.
Spesso
il gruppo di via dei Magnacci mi conduce la sera presso un pub che
risponde al
nome di ' Twister', dove abbiamo il nostro tavolo riservato. Passiamo
le serate
ridendo, scherzando, bevendo ed elaborando quesiti esistenziali.
Anche
ieri sera il programma era quello. Purtroppo una volta giunti al pub
abbiamo
appurato che al posto del tavolo c’era una
televisione in bianco e nero da
cui i gestori seguivano con passione le ultime puntate di 'Un posto al
sole'.
Ci hanno assicurato che sarebbe stato un cambiamento
temporaneo.
Così
siamo stati costretti a spostarci un po’ più in
là e ci siamo sistemati a
sedere su delle poltroncine blu.
Le
poltrone erano due e noi eravamo otto, undici se si considerano
Cassandra,
Crosta e Ilarionz (me l’ero portato dietro perché
è l’unico che sa ascoltarmi e
capirmi veramente): figuratevi il casino.
Inutile
dire che quella ragazza non faceva altro che provocarmi: mi sfiorava,
ritirava
la mano, ridacchiava e mi guardava con una luce maliziosa e divertita
nello
sguardo.
Non
che io disincentivassi il suo comportamento, sia chiaro.
Credo
di essere stato piuttosto esplicito nell'invitarla a continuare.
Questo
gioco di seduzione ed allusioni è andato avanti per un po',
al punto che alla
fine ci eravamo ritrovati solo io e lei su una delle due poltrone.
L'altra
ospitava Ilarionz e Vivian, che è poi migrata ad
appollaiarsi su un muretto tra
Artemide e Mira e ha cominciato a parlare con loro.
Mira aveva
appoggiato una mano sulla mia coscia e sembrava non avesse intenzione
di
staccarvela.
Mi
sono messo a confabulare con Ilarionz: era un invito, quello di Mira?
mi dava
il diritto di provarci? e se sì, come?
Ho
preso coraggio e l’ho chiamata.
Lei
s’è voltata verso di me, così le ho
chiesto:
"Mira,
me lo dai un bacio sulla bocca?" Un po’ troppo ardito, forse,
ma l’ho
mascherata da scherzo. Lei ha soppesato un attimo quella allettante
proposta.
"D'accordo,"
ha accettato.
È
stato un bacio a fior di labbra. Per dirla tutta ci sono rimasto un
po’ male.
Ma in fondo è sempre buono procedere per gradi: lo dice
anche Ilarionz. Subito
dopo quella specie di bacetto, per scacciare l’imbarazzo ho
precisato:
"Era
una scommessa, sai. In palio c’erano due Euro..." Mi ha
guardato ridendo
con lo sguardo.
"Avresti
potuto puntare un po’ di più," ha ridacchiato,
senza far pesare l'ovvietà
che una scommessa con un obelisco ha ben poco senso, soldi o non
soldi.
Si
è
voltata di nuovo verso Vivian ed Artemide che avevano continuato a
parlare
senza accorgersi di nulla.
A
questo punto sono stato in frenesia per qualche minuto. Ho dovuto
chiedere di
nuovo consiglio ad Ilarionz per prendere tutto il coraggio necessario
per
tentarci di nuovo: adoro quell’obelisco!
L’ho
chiamata di nuovo.
"Mira,"
le ho detto. "me ne dai un altro?" Mi ha osservato sconcertata.
"Questa volta ci sono cinque Euro in palio, sai..." ho aggiunto per
scusarmi. Si è stretta nelle spalle e
s’è chinata su di me.
Sono
fiero di poter affermare che questo è stato un bacio serio.
Come si dice: con
la lingua? Abbiamo chiuso gli occhi? Ci siamo quasi abbracciati? Quando
ci
siamo staccati ed abbiamo aperto gli occhi ci siamo accorti che tutti i
nostri
allegri compagni, anche Ilarionz, erano migrati lontano, forse per
lasciarci
l'intimità necessaria a spartire quel magico momento?
E
magico è stato davvero, tanto che la testa mi vorticava
impazzita e il cuore mi
pulsava a mille.
Una
volta che mi sono staccato, piuttosto a malincuore, da lei,
l’ho guardata e le
ho sorriso, un po’ imbarazzato.
Mira
ha ridacchiato.
"Capodanno
è quasi tra due mesi," ha osservato, calma.
Che
coglione che sono!
Mira s’è
guardata attorno, poi:
"Chissà
dove sono andati gli altri..." ha sbadigliato. L’ho stretta
con più forza
e l’ho baciata sul collo.
"Chissà."
Ho sorriso. "Noi approfittiamone," ho suggerito ridacchiando. Ha
ridacchiato di rimando.
"Sei
pazzo," ha detto scherzosa, e: "Sai, ormai stavo cominciando a
disperare," ha aggiunto.
Stavo
per svenire. Non avevo mai immaginato che creatura femminile potesse
mai farmi
sentire così... una sorta di euforia simile alla pazzia che
avevo provato solo
con Kekko.
Già...
Kekko!
Lui
era là, lui ci aveva visti! Merda!
Mira mi
ha osservato a lungo, tanto da farmi sentire quasi in imbarazzo.
"E
Kekko?" ha chiesto, come mi avesse appena letto nel pensiero. "Per
quello che mi hanno detto, non l’hai mai fatto
così... davanti a lui." Ho
inspirato quasi rabbiosamente.
"Già,"
ho mormorato.
Eppure
sentivo... lo sento ancora che con lei è diverso. Kekko
è e sarà il mio unico
grande immenso amore fino alla morte, questo è
indiscutibile. Ma Mira mi
provoca un’attrazione tale da farmi rabbrividire di
eccitazione anche solo se
penso che potrei toccarla ancora.
"E
cosa farai?" ha incalzato Mira. Le ho preso le mani tra le mani,
impetuosamente.
"Credi
forse che abbia fatto tutto... questo, solo per ingelosire Kekko?" ho
esclamato con passione. "Bé... sì, forse un poco,
ma non è stato il
movente principale. Tu mi piacevi, Mira, mi piaci. Era tanto che volevo
farlo..." Ho sospirato pateticamente.
"Oh."
Mira sembrava incredula. Ha sorriso. "Oh. Bene." Ci siamo alzati e
abbiamo cercato i nostri amici e compagni, ma non ne abbiamo reperito
neppure
una minuscola porzione. Nemmeno Ilarionz, per essere sinceri. Mira
s’è lasciata
fuggire un sospiro.
"Saranno
tornati a casa," ha detto. "Spero solo che si siano portati dietro
pure Cassandra... non mi fido di quel gatto."
L’ho
riaccompagnata tardi in via dei Magnacci. C’era buio e
silenzio, siamo entrati
in punta di piedi. I miei stivali con i tacchi hanno creato non pochi
problemi
per quanto riguarda il camminare in silenzio: ticchettano ad ogni
passo. Ci
siamo fermati di fronte alla porta di camera sua e scambiati
l’ultimo (ma essenziale)
timido bacio sulle labbra.
"Comunque
è stato bello," ho sentito mi sussurrava, ed ho ridacchiato
a bassa voce,
lusingato.
L’ho
guardata scivolare nella sua camera e mi sono avviato verso la stanza
di Kekko,
sentendo il cuore accellerarmi i battiti: ma non so se era
perché avevo baciato
Mira e perché stavo andando da Kekko. Era sdraiato sul
letto, e mi ha lanciato
subito un’occhiata carica di disprezzo.
"Perché
l’hai fatto?" mi ha aggredito, con voce gelida.
"Perché davanti a me?
E con lei?" Ho fatto un passo indietro, intimorito.
"Che
c’è?" l’ho sfidato. Ma la voce mi
tremava. "Piace anche a te?"
"Ti
piace!" ha esclamato Kekko. E ha assunto quella sua solita aria da
cucciolo bastonato derelitto: "Non dovevi farmelo, questo, Flavius...
Ci
sto tanto male. Non dovevi."
"Scusa,"
ho mormorato, e stupendomi mi sono accorto di non pensarlo veramente.
Ho
ancora la gola secca, ma non so se questo è dovuto allo
scambio di baci con
Mira e alla focosa passione condivisa con Kekko dopo questo breve
diverbio.
Forse
Mira. In fondo, con Kekko ci trombo una sera sì ed una no.