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Autore: Giulia dans le noir    18/11/2015    0 recensioni
L'intreccio di amori, ossessioni, gelosie di un gruppo di ragazzi, allenatori e non, che condividono la stessa casa e che si ritroveranno ad affrontare questioni più grandi di loro, quali la morte e il soprannaturale.
"Ma solo dopo la morte di Kekko le ragazze hanno cominciato a comportarsi in modo molto strano," ha detto Flavius.
"Cigolii, rumori nella notte." Li sentivamo anche in quel momento, ma immersi l’uno dentro l’altra com’eravamo, non ci facevano troppa paura. "Frasi gridate come nel vento, frammenti di pensieri... e Vivian e Merrie che sembrano possedute. Qui c’è qualcosa che va nel soprannaturale."
"Fantasmi."
"Fantasmi," ho annuito. E l’ho guardato intensamente nelle palle degli occhi: "Ma di chi?" "
[cit.]
Genere: Comico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: N, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Anime
Capitoli:
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fantasma1

Buongiorno a tutti. Questo è una sorta di capitolo essenziale che rappresenta la chiave di volta di tutta la "storia" che state leggendo. E' anche l'unico di tutta la suddetta storia che è approssimativamente (molto approssimativamente) legato a qualcosa effettivamente accaduto nella realtà di tanti anni fa.

 

 

 

AVVERTENZA PER I LETTORI: Ogni tanto riemergo con storie disseppellite da anni di oblio! Sto elaborando una mia produzione della maturità, che cambierà fandom (sto buttando giù una saga familiare a tema The Lion King, ma prima che veda la luce passeranno mesi), ma per adesso mi faccio vedere solo riproponendo vecchie storie, scritte quando avevo più tempo/più ispirazione/più dolore da gridare al mondo.

Ho scritto la storia più di dieci anni fa, come si può ricostruire dalla data dei diari.

Questa storiella era capitolo di una storia più grande, di cui rappresentava sostanzialmente quello che adesso si chiama spin-off. Ma mentre la storia generale non ha quel tocco di brio che ancora me la fa piacere, questa mi muove ancora dei sorrisi.

 

E ho pensato di condividerla qui, nella speranza che magari possa far sorridere anche voi.

 

ALTRA AVVERTENZA: I personaggi umani che compaiono nella fiction esistono nella realtà. La storia raccontata, tuttavia, non ha alcun riferimento tangibile con avvenimenti svoltisi nella vita reale.

ENNESIMA, MA VI GIURO ULTIMA, AVVERTENZA: [nota originale scritta nel 2004]

I Pokémon e tutto quel che è ad esso collegato appartengono ai rispettivi proprietari. 

Tutti i personaggi menzionati in codesto capitolo, ad eccezione dei personaggi Pokémon, esistono nella realtà, ho soltanto provveduto a variare di poco i loro nomi e/o i loro cognomi e ad aumentare di qualche anno la loro età effettiva. Posso pertanto affermare che i personaggi non appartengono a me ma a loro stessi, fatta la dovuta eccezione per il personaggio che mi rappresenta (ma non vi dico qual è). Ma devo precisare che Yari è in realtà un ragazzo.

 

 

 

Il Fantasma Del Banki

 

 

 

Dal diario di Flavius Bacci, 7 novembre 2004/x

Ce l’ho fatta! L’ho baciata... Cristo, baci così li ricordi per l’eternità. Sono stati i baci migliori che ragazza mi abbia mai dato.

Non credevo si potesse provare una cosa del genere, per quanto ne avessi sentito tanto parlare e ne avessi letto assai, in libri antichi e moderni. Sono rimasto semplicemente stupito.

Non mi aspettavo davvero che sarebbe successo. Non era assolutamente programmato.

Ci avevo provato, giuro, ad invitarla fuori, offrirle la cena, dirle tante cose carine e coglierle dei fiori... giuro che ci avevo provato. Ma mi ha sempre fregato la paura.

E poi Ilarionz mi aveva suggerito che certe cose bisogna lasciarle accadere, non stressarle così. Che si tratta a volte di accorgimenti controproducenti. Che secondo lui Mira aveva e mostrava verso di me un certo trasporto e che quindi molto sarebbe accaduto ugualmente senza che ci agissi in maniera così entrante.

Quell'obelisco è fenomenale, anche perché ha sempre ragione.

Spesso il gruppo di via dei Magnacci mi conduce la sera presso un pub che risponde al nome di ' Twister', dove abbiamo il nostro tavolo riservato. Passiamo le serate ridendo, scherzando, bevendo ed elaborando quesiti esistenziali.

Anche ieri sera il programma era quello. Purtroppo una volta giunti al pub abbiamo appurato che al posto del tavolo c’era una televisione in bianco e nero da cui i gestori seguivano con passione le ultime puntate di 'Un posto al sole'. Ci hanno assicurato che sarebbe stato un cambiamento temporaneo. 

Così siamo stati costretti a spostarci un po’ più in là e ci siamo sistemati a sedere su delle poltroncine blu. 

Le poltrone erano due e noi eravamo otto, undici se si considerano Cassandra, Crosta e Ilarionz (me l’ero portato dietro perché è l’unico che sa ascoltarmi e capirmi veramente): figuratevi il casino.

Inutile dire che quella ragazza non faceva altro che provocarmi: mi sfiorava, ritirava la mano, ridacchiava e mi guardava con una luce maliziosa e divertita nello sguardo. 

Non che io disincentivassi il suo comportamento, sia chiaro. 

Credo di essere stato piuttosto esplicito nell'invitarla a continuare.

Questo gioco di seduzione ed allusioni è andato avanti per un po', al punto che alla fine ci eravamo ritrovati solo io e lei su una delle due poltrone. L'altra ospitava Ilarionz e Vivian, che è poi migrata ad appollaiarsi su un muretto tra Artemide e Mira e ha cominciato a parlare con loro.

Mira aveva appoggiato una mano sulla mia coscia e sembrava non avesse intenzione di staccarvela.

Mi sono messo a confabulare con Ilarionz: era un invito, quello di Mira? mi dava il diritto di provarci? e se sì, come?

Ho preso coraggio e l’ho chiamata.

Lei s’è voltata verso di me, così le ho chiesto:

"Mira, me lo dai un bacio sulla bocca?" Un po’ troppo ardito, forse, ma l’ho mascherata da scherzo. Lei ha soppesato un attimo quella allettante proposta.

"D'accordo," ha accettato.

È stato un bacio a fior di labbra. Per dirla tutta ci sono rimasto un po’ male. Ma in fondo è sempre buono procedere per gradi: lo dice anche Ilarionz. Subito dopo quella specie di bacetto, per scacciare l’imbarazzo ho precisato:

"Era una scommessa, sai. In palio c’erano due Euro..." Mi ha guardato ridendo con lo sguardo.

"Avresti potuto puntare un po’ di più," ha ridacchiato, senza far pesare l'ovvietà che una scommessa con un obelisco ha ben poco senso, soldi o non soldi. 

Si è voltata di nuovo verso Vivian ed Artemide che avevano continuato a parlare senza accorgersi di nulla.

A questo punto sono stato in frenesia per qualche minuto. Ho dovuto chiedere di nuovo consiglio ad Ilarionz per prendere tutto il coraggio necessario per tentarci di nuovo: adoro quell’obelisco! 

L’ho chiamata di nuovo.

"Mira," le ho detto. "me ne dai un altro?" Mi ha osservato sconcertata. "Questa volta ci sono cinque Euro in palio, sai..." ho aggiunto per scusarmi. Si è stretta nelle spalle e s’è chinata su di me. 

Sono fiero di poter affermare che questo è stato un bacio serio. Come si dice: con la lingua? Abbiamo chiuso gli occhi? Ci siamo quasi abbracciati? Quando ci siamo staccati ed abbiamo aperto gli occhi ci siamo accorti che tutti i nostri allegri compagni, anche Ilarionz, erano migrati lontano, forse per lasciarci l'intimità necessaria a spartire quel magico momento?

E magico è stato davvero, tanto che la testa mi vorticava impazzita e il cuore mi pulsava a mille.

Una volta che mi sono staccato, piuttosto a malincuore, da lei, l’ho guardata e le ho sorriso, un po’ imbarazzato.
"Farlo a Capodanno sarebbe stato vile," ho buttato lì, stringendola a me. 

Mira ha ridacchiato.

"Capodanno è quasi tra due mesi," ha osservato, calma.

Che coglione che sono!

Mira s’è guardata attorno, poi:

"Chissà dove sono andati gli altri..." ha sbadigliato. L’ho stretta con più forza e l’ho baciata sul collo.

"Chissà." Ho sorriso. "Noi approfittiamone," ho suggerito ridacchiando. Ha ridacchiato di rimando.

"Sei pazzo," ha detto scherzosa, e: "Sai, ormai stavo cominciando a disperare," ha aggiunto.

Stavo per svenire. Non avevo mai immaginato che creatura femminile potesse mai farmi sentire così... una sorta di euforia simile alla pazzia che avevo provato solo con Kekko.

Già... Kekko!

Lui era là, lui ci aveva visti! Merda!

Mira mi ha osservato a lungo, tanto da farmi sentire quasi in imbarazzo.

"E Kekko?" ha chiesto, come mi avesse appena letto nel pensiero. "Per quello che mi hanno detto, non l’hai mai fatto così... davanti a lui." Ho inspirato quasi rabbiosamente.

"Già," ho mormorato.

Eppure sentivo... lo sento ancora che con lei è diverso. Kekko è e sarà il mio unico grande immenso amore fino alla morte, questo è indiscutibile. Ma Mira mi provoca un’attrazione tale da farmi rabbrividire di eccitazione anche solo se penso che potrei toccarla ancora.

"E cosa farai?" ha incalzato Mira. Le ho preso le mani tra le mani, impetuosamente.

"Credi forse che abbia fatto tutto... questo, solo per ingelosire Kekko?" ho esclamato con passione. "Bé... sì, forse un poco, ma non è stato il movente principale. Tu mi piacevi, Mira, mi piaci. Era tanto che volevo farlo..." Ho sospirato pateticamente.

"Oh." Mira sembrava incredula. Ha sorriso. "Oh. Bene." Ci siamo alzati e abbiamo cercato i nostri amici e compagni, ma non ne abbiamo reperito neppure una minuscola porzione. Nemmeno Ilarionz, per essere sinceri. Mira s’è lasciata fuggire un sospiro.

"Saranno tornati a casa," ha detto. "Spero solo che si siano portati dietro pure Cassandra... non mi fido di quel gatto."

L’ho riaccompagnata tardi in via dei Magnacci. C’era buio e silenzio, siamo entrati in punta di piedi. I miei stivali con i tacchi hanno creato non pochi problemi per quanto riguarda il camminare in silenzio: ticchettano ad ogni passo. Ci siamo fermati di fronte alla porta di camera sua e scambiati l’ultimo (ma essenziale) timido bacio sulle labbra.

"Comunque è stato bello," ho sentito mi sussurrava, ed ho ridacchiato a bassa voce, lusingato.

L’ho guardata scivolare nella sua camera e mi sono avviato verso la stanza di Kekko, sentendo il cuore accellerarmi i battiti: ma non so se era perché avevo baciato Mira e perché stavo andando da Kekko. Era sdraiato sul letto, e mi ha lanciato subito un’occhiata carica di disprezzo.

"Perché l’hai fatto?" mi ha aggredito, con voce gelida. "Perché davanti a me? E con lei?" Ho fatto un passo indietro, intimorito.

"Che c’è?" l’ho sfidato. Ma la voce mi tremava. "Piace anche a te?"

"Ti piace!" ha esclamato Kekko. E ha assunto quella sua solita aria da cucciolo bastonato derelitto: "Non dovevi farmelo, questo, Flavius... Ci sto tanto male. Non dovevi."

"Scusa," ho mormorato, e stupendomi mi sono accorto di non pensarlo veramente.

Ho ancora la gola secca, ma non so se questo è dovuto allo scambio di baci con Mira e alla focosa passione condivisa con Kekko dopo questo breve diverbio.

Forse Mira. In fondo, con Kekko ci trombo una sera sì ed una no.

 

 

   
 
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