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Autore: Whatadaph    18/11/2015    3 recensioni
Regulus vorrebbe cacciarsi due dita in gola e vomitare il proprio cuore, così forse smetterebbe di fare tanto male. Ha lasciato che la rabbia lo invadesse per anni, e adesso che il fuoco si è spento si è ritrovato ancora una volta pieno di cenere.
Regulus Black vive in un limbo d'impotente spettatore. Almeno finché non decide di prendere coraggio e affrontare il suo riscatto finale.
Vorrebbe solo aver avuto il tempo di andare da Sirius per abbracciarlo un’ultima volta.
Raccolta di pure!drabble, Angst. Dedicata ad una certa Rana ♥
Questa storia partecipa al contest "Tra pensieri torbidi e occhi a cuoricino" indetto da S.Elric sul forum di EFP.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Regulus Black, Rufus Scrimgeour, Sirius Black, Walburga Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'Fino alla luna e ritorno'
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Titolo: Cuore di cenere
Note: storia partecipante al contest Tra pensieri torbidi e occhi a cuoricino indetto da S.Elric sul forum di EFP;
Nick: daphnea (EFP), Daphne S (forum)
Pacchetto scelto: prompt “Briciole; Azione: stringere i pugni fino a farsi male
Citazione scelta: “Cacciati due dita nel cuore e vomita” (Ministri, Due dita nel cuore)
Coppie e/o protagonista: Regulus Black;
NdA: volevo dedicare questa storia ad una certa Rana, che come me ama i fratelli Black con tutto l’angst annesso e connesso. Per quanto riguarda la storia in sé, ci tenevo a chiarire che in questa raccolta, come in altre, ho giocato nel descrivere il rapporto tra Regulus, Sirius e Walburga in un parallelismo con quello tra Faramir, Boromir e Denethor nel Signore degli Anelli.
All’interno della storia è possibile cogliere dei riferimenti alle altre mie storie sui fratelli Black, che considero tra loro collegate. In particolare ci sono un paio di riferimenti a Cronache di Grimmauld Place.
Ogni Drabble è di 100 parole esatte.
Dopo i miei sproloqui, buona lettura!
 
 
 
 
CUORE DI CENERE
 
 
 
Mia dolce Rana,
questo ammasso di Angst è dedicato a te
 
 
Quando Sirius e la mamma litigano durante la cena, Regulus fissa le briciole sparse sulla tavola – minuscoli frammenti di pane persi nei ricami della tovaglia, smarriti tra l’argenteria, arrampicati sul tovagliolo di seta.
Regulus le fissa per non sentire il proprio stomaco che raschia, per ignorare la propria schiena che sobbalza ad ogni scoppio più violento di voce.
Fissa le briciole e si sente un po’ come loro, inutile spettatore, ascoltatore passivo, osservatore incapace. Può solo cercare di non ascoltare, fingere di non essere lì, mentre la schiena continua a sobbalzare e lo stomaco raschia, sempre più vicino al cuore.
 
 
Il cuore di Regulus sembra troppo pieno e il suo cervello troppo vuoto, mentre sta accucciato sulle scale, seminascosto dal corrimano, aggrappato alle proprie caviglie. C’è qualcosa nel suo cuore che potrebbe ucciderlo se lo lasciasse fare, se non fosse così bravo a contenersi, a trattenere i singulti nel proprio petto –
(o forse è una codardia latente ad ancorarlo lì, a lasciarlo inesploso)
– e la mamma urla, Sirius piange e grida insieme. Regulus vorrebbe andare da lui o scappare via, eppure non emerge dal suo limbo di parziale spettatore. Non può aiutare suo fratello, ma non rinuncia a soffrire per lui.
 
 
Regulus ha solo le proprie mani a cui aggrapparsi e sente in bocca un sapore di cenere, perché Sirius è andato a Hogwarts e lui adesso è solo –
(solo con la rabbia della mamma, solo con i silenzi del padre, solo con la loro delusione)
– solo come un cane, dimenticato in un angolo perché Sirius li ha traditi e Regulus non può fare niente per rimediare. Come sempre può solo assistere alla rabbia e partecipare al dolore.
Si aggrappa alle proprie mani, stringe i pugni fino a farsi male, assapora la cenere perché gli sembra di non avere nient’altro.


È durante il suo Smistamento che Regulus tradisce Sirius, ma neanche questo basta a rendere la mamma felice. Lui ha solo undici anni, ma comincia a rendersi conto già adesso che niente che  possa fare basterà per ripagare degli sbagli di Sirius; già adesso sa che non potrà mai scrollarsi di dosso la colpa di essere il fratello sbagliato.
Sa di essere una creatura inutile, sa di essere impotente, sa di non potere nulla: non può rallegrare la mamma, non può aiutare Sirius o sistemare le cose.
Dunque resta lì, in silenzio, a guardare il proprio cuore riempirsi di cenere.
 
 
A tredici anni e mezzo Regulus scopre qualcosa di nuovo: capisce che la sofferenza si annulla quando viene ingoiata dalla rabbia –
(e così si fa ingoiare anche lui, lascia che la furia lo aggredisca dall’interno, ed è meglio che essere tristi, perché almeno questo lo fa sentire vivo)
– rabbia perché per la prima volta si rende conto che tutta quella situazione sia crudele e ingiusta ed è tutta colpa di Sirius. È stato lui a sbagliare tutto. È colpa di Sirius se adesso la mamma non vuole più bene a nessuno dei due.
Regulus decide che lo odierà per sempre.
 
 
 
Regulus vorrebbe cacciarsi due dita in gola e vomitare il proprio cuore, così forse smetterebbe di fare tanto male. Ha lasciato che la rabbia lo invadesse per anni, e adesso che il fuoco si è spento si è ritrovato ancora una volta pieno di cenere.
Adesso è abbastanza grande da iniziare a intuire come stanno le cose: ha smesso di odiare Sirius da un pezzo, nonostante le promesse; ma quando la sua anima ha abbandonato l’odio sono arrivati i rimpianti.
Non è mai stato così solo in tutta la sua vita, lui che la solitudine l’ha sperimentata in mille modi.
 
 
Il suo riscatto finale gli pare una battuta di spirito. Che destino beffardo! È vitale che il suo primo atto di vero coraggio rimanga inconfessato: il segreto di Regulus morirà con lui.
Ha deciso di accettare che la propria redenzione sia anche una condanna a morte certa: per la prima volta sta per fare davvero la cosa giusta
(uscire dal limbo di impotente spettatore, farsi attore per la prima volta nella sua vita)
– e la cenere nel suo cuore viene soffiata via da un nuovo vento.
Vorrebbe solo aver avuto il tempo di andare da Sirius per abbracciarlo un’ultima volta.
 
 




Note dell’Autrice
Spero che vi sia piaciuta! Se avete tempo/voglia, lasciate pure un segno del vostro passaggio. Un commento rende sempre più felice chi scrive.
Grazie!
Daph
   
 
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