Videogiochi > Mass Effect
Segui la storia  |       
Autore: Inquisitor95    18/11/2015    0 recensioni
"Shepard era una donna alta rispetto a molte altre della sua età: il fisico slanciato e snello al quale non mancavano le delicate curve femminili, i suoi capelli erano scuri e dopo un'adolescenza in cui li aveva tenuti lunghi aveva deciso di tagliarli fino alle spalle all'età di diciott'anni quando decise di seguire le orme dei suoi genitori arruolandosi. I suoi occhi erano blu come l'oceano, profondi altrettanto e dal delicato taglio." - tratto dal Capitolo primo.
Questa è la mia storia di Jane Shepard: superstite di Akuze, spaziale e dalle potenti abilità biotiche. Si tratta della rivisitazione del primo capitolo di Mass Effect con la mia FemShep. Tra guerra e passione si farà strada per diventare una leggenda per l'intera galassia a partire da Eden Prime.
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Kaidan Alenko, Liara T'Soni, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo terzo:

Arrivo sulla Cittadella






Shepard rivide quelle immagini di morte e distruzione per tutto il tempo in cui era rimasta intrappolata del proprio sonno. Nella sua mente non aveva idea di cosa stesse vedendo, il suo corpo le diceva di alzarsi, le imponeva quell'ordine per continuare a lottare. Fu una voce a richiamarla dal suo stato; qualcuno la stava chiamando ma non collegava la voce ad un viso in quanto era un eco in mezzo alle visioni e alle urla. Poi si disse di aprire gli occhi.
Le sue palpebre batterono leggermente prima di aprirsi del tutto; infastidita dalla luce che le veniva puntata contro, non riuscì a capire dove si trovasse. « Dottoressa! Si sta svegliando. » riconobbe quella voce a fatica in quanto la sua mente era ancora prigioniera delle visioni.
« Comandante stai bene? » il tenente Alenko continuò a parlare all'orecchio della donna che finalmente ebbe la forza di spalancare i suoi occhi azzurri.
Riconobbe subito l'infermeria della Normandy, i colori erano scuri con eccezione dei neon bianchi.
Il letto in cui si trovava era morbido e si adattava alla sua schiena, strinse i pugni e respirò lentamente mentre muoveva gli occhi cercando dei soggetti.
Vide solo il volto di Alenko.
« Comandante? » stavolta fu la voce della dottoressa Chakwas a chiamarla, spostò il volto verso sinistra osservando la giovane donna, ebbe una fitta di dolore alla testa e poi decise di mettersi seduta. Si tenne il viso tra le mani e scosse il volto cercando una spiegazione a quei sogni.
« Comandante... » ancora una volta la voce di Alenko la risvegliò dai propri pensieri, Shepard si voltò verso l'uomo osservandolo composto e dal viso addolorato. « Mi dispiace, comandante. È stata colpa mia. Avrei dovuto fare più attenzione. » la donna tuttavia non credeva che il tenente avesse un'effettiva colpa.
La sonda sembrava essersi attivata da sola. « Non è colpa tua, Alenko. Nessuno di noi poteva immaginare che la sonda avrebbe agito in quel modo. E poi sto benissimo. » mentì, sentiva ancora un leggero dolore alle tempie, il tenente le rivolse un cenno misto a un sorriso smagliante.
« Grazie comunque per avermi salvato! » dette quelle parole uscì dalla porta dell'infermeria, al suo posto però arrivò Anderson con indosso la divisa da diplomatico blu scura, si avvicinò a Shepard nero in volto.
« Come sta il mio secondo in comando? » chiese l'uomo.
Toccò alla Chakwas parlare stavolta. « Clinicamente sta benissimo. Il fisico è un po' affaticato, ho rilevato un'intensa attività durante la fase REM; solitamente questo porta alla creazione di... immagini vivide. » parlò velocemente e quando terminò Shepard alzò il viso scattante.
« Visioni. Non sogni. » la dottoressa annuì, questo ovviamente incuriosì Anderson che scompose la propria postura rigida avvicinandosi a Shepard.
« Cos'è successo? » chiese Anderson.
« Stavamo cercando la sonda, Jenkins è stato ucciso in un'imboscata che abbiamo scoperto essere causata dai Geth. Cercavano anche loro la sonda; quando l'abbiamo trovata dobbiamo averla attivata in qualche modo. » fece una pausa visto che era arrivato il momento di raccontare ciò che l'oggetto Prothean le aveva mostrato. « Ho avuto una visione: immagini di un futuro, distruzione a causa dei sintetici. Non so esattamente cosa fosse, forse un avvertimento... »
Il capitano Anderson guardò la donna con i suoi occhi scuri, annuiva lentamente. « Dovremo presentare queste prove al consiglio... » quelle parole colpirono Shepard.
« Intende dire loro che ho avuto un brutto sogno!? » disse la donna aggressivamente, era assurdo. Forse poteva anche essere una visione, ma non era quello il problema. « Saren è implicato nell'attacco dei Geth. »
« Ho letto il rapporto e parlato con l'artigliere capo Williams. Le ho offerto un posto qui sulla Normandy visto il suo aiuto nella missione. » fece una breve pausa. « Se è vero che Saren è coinvolto questo fa di lui uno Spettro rinnegato. Può essere pericoloso e ora più che mai il Consiglio ha bisogno di saperlo! » guardò fuori dalla finestra, l'immensità dello spazio intorno alla nave spaziale. « Siamo quasi alla Cittadella. Parla con Joker quando sarai pronta. »
Shepard si alzò dal letto ringraziando la dottoressa Chakwas per le cure per poi spostarsi fuori dalla stanza, barcollò un po' all'inizio per poi tornare a camminare normalmente. L'infermeria si trovava al Ponte 2 della Normandy, proprio dove c'erano gli alloggi dell'equipaggio e dove si trovava anche la mensa insieme alle capsule d'emergenza. Seduto al tavolo centrale c'era Alenko, l'uomo diede una rapida occhiata alle spalle vedendo l'arrivo di Shepard; si alzò facendo il saluto militare.
« Sono felice che stai bene, comandante. Perdere Jenkins è stato un duro colpo per l'equipaggio... » disse Alenko.
Shepard si fermò davanti a lui, il tenente non aveva solo un bel fisico e un bel volto, era più alto della donna che già di per sé era molto slanciata e la sovrastava.
« E tu invece? Stai bene? » l'uomo annuì evitando lo sguardo della comandante. « Grazie per l'aiuto su Eden Prime, senza di te non avrei saputo che fare... » era difficile ammetterlo, Shepard non era una donna facile da piegare ma aveva realmente ricevuto un prezioso supporto dal tenente.
« Non credo proprio, comandante. Sono preparato certo, ma non quanto te. Ricevere un addestramento da sentinella forse mi concede minime conoscenze nell'ambito tecnologico... » un frammento di qualcosa comparve negli occhi dell'uomo, si portò le mani alle tempie massaggiandole appena, chiuse gli occhi e respirò lentamente. « Mio padre era fiero di me quando mi sono arruolato... »
« Credo di capirti, Alenko. Anche i miei genitori erano felici quando mi arruolai all'accademia militare. » rispose Shepard incrociando le braccia al petto e sorridendo.
Lo sguardo del tenente mutò, abbassò le mani e riaprì i brillanti occhi castani. « Immagino che per te la perdita di Jenkins sia più dolorosa di tutti. Dopo Akuze... »
Anche Shepard ritornò seria. Il suo incubo peggiore era impresso nella mente.
Evitò lo sguardo del tenente mentre rispondeva: « Sì, è stato brutto. Non voglio parlarne! » si rivoltò in maniera abbastanza scortese senza volerlo.
L'aria si fece improvvisamente imbarazzante tra i due. « Scusa comandante, non volevo. So che ci stiamo dirigendo verso la Cittadella. Puoi dirmi il perché...? »
Se c'era una cosa che Shepard aveva imparato era di non stringersi amicizie, la richiesta di Alenko di sicuro non era concepibile in un qualunque caso. Tuttavia la donna gli rispose: « Un'udienza al Consiglio. » fece una breve pausa per poi riprendere. « Cerchiamo di fermare Saren. »
« Grazie per la sincerità, comandante. Meglio che non ti disturbi oltre. » disse infine il tenente. Shepard rivolse un cenno all'uomo e poi si spostò verso l'ascensore che l'avrebbe portata al piano superiore, appoggiata alla parete c'era Williams, il viso contratto, pensierosa.
Quando vide la comandante però si mise composta facendo il saluto.
« Sono felice di sapere che stai bene, comandante. Sono fiera di essere a bordo della Normandy e al tuo fianco. Anche se ammetto di sentirmi un po' una sostituta... come se il mio posto non fosse qui. » la donna chinò i propri occhi mentre parlava, Shepard non riuscì a trattenere le parole.
« Il tuo posto qui è meritatissimo, Williams. La perdita di Jenkins addolora tutti noi, ma il tuo posto è qui! » l'artigliere capo fece un grande sorriso che sciolse la sua facciata di ghiaccio. « L'importante è che tu stia bene... »
Esitò pochi istanti per rispondere. « Sto benissimo. Grazie per l'occasione, comandante. » dette quelle parole Shepard entrò nell'ascensore per andare alla cabina di pilotaggio.
Superò la sala di comando senza fermarsi fino ad arrivare alle spalle di Joker. L'uomo rivolse alla donna un cenno impercettibile. « Ci siamo quasi, comandante. » disse lui.
Alle proprie spalle Shepard sentì arrivare sia il tenente Alenko che l'artigliere capo Williams, entrambi indossavano la divisa militare ed entrambi si misero a guardare fuori dal grande finestrino che si affacciava sull'immensità dello spazio. Una cosa che Shepard invidiava dei piloti delle navi era che si trovavano praticamente immersi nelle stelle visto che solitamente le cabine delle navi erano costruite con pannelli trasparenti.
Il portale galattico comparve improvvisamente e lo fiancheggiarono così da poterlo utilizzare.
Vennero circondati dall'aura azzurra dell'energia oscura provocata dal portale e infine si trovarono in un cielo ben diverso da quello visto fino a pochi istanti prima: l'intera area attorno al colosso della Cittadella era di un colorito violaceo a causa della natura della Nebulosa del Serpente, le cui stelle e i gas nello spazio provocavano una reazione di quel tipo.
La Normandy sfrecciò tra le nubi fino a che la Cittadella non fu visibile: la più grande struttura mai realizzata, e il merito era dei Prothean, coloro che avevano realizzato non solo quel colosso ma anche i portali galattici; la struttura era costituita da un grande anello dove si trovavano i porti e le ambasciate, il Presidium. Poi cinque larghe e immense braccia si aprivano ricordando una stella marina, lì si trovavano gli agglomerati e le abitazioni. La Cittadella: il cuore pulsante del Consiglio.
« Guardate quella nave! È gigantesca! » fu l'esclamazione di Williams mentre si avvicinavano a tutta velocità verso le braccia della Cittadella, Shepard spostò appena lo sguardo verso le navi indicate da Williams.
« È la Destiny Ascension, la nave del Consiglio. » rispose la donna all'altra. Joker fece una smorfia, come se fosse infastidito dall'affermazione dell'artigliere capo.
« Una nave non si giudica in base alle dimensioni ma dalla potenza di fuoco che possiede! » Shepard trattenne a stento una risata vista la battuta in risposta di Williams.
« La prendi molto sul personale con le dimensioni... » persino Alenko fece una risata, solitamente era un uomo abbastanza serio e difficilmente si lasciava andare.
« Qui SSV Normandy SR1, richiediamo il permesso di atterrare sulla cittadella. » Joker ignorò la battuta della donna e si occupò di parlare al microfono per poter accordare l'approdo della nave che gli fu conferito.
Come prima cosa Shepard sapeva che il capitano Anderson l'avrebbe portata dall'ambasciatore così da andare poi all'udienza col consiglio. Non fu necessario portare con sé la corazza o gli altri elementi dell'equipaggiamento anche perché non avrebbe potuto superare il molo. Si disse però di prendere almeno la propria Carnifex, non avrebbe avuto problemi a cederla in caso ci fossero stati problemi.
« Alenko e Williams, voi venite con me. Essendo scesi noi tre penso che la nostra testimonianza varrà qualcosa. » ordinò Shepard agli altri due, quelli annuirono e seguirono il comandante, anche loro vestiti con le sole divise militare.
Varcarono i moli per poi prendere una navetta che li avrebbe portati insieme ad Anderson direttamente al Presidium, là li stava attendendo l'ambasciatore Udina nelle camere riservate agli Umani; era stato difficile per l'uomo ottenere un posto nelle ambasciate, come per molti altri diritti l'umanità aveva dovuto lottare con le unghia.
Quando arrivarono nelle ambasciate non ebbero modo di vedere il Presidium visto che Anderson li portò subito da Udina così da parlare dell'udienza. L'uomo vestiva di un completo bianco sporco, i capelli grigiastri erano tirati indietro e i suoi occhi scuri erano severamente puntati su Shepard come se la incolpasse di qualcosa.
« Il Consiglio è scontento per questa udienza. Ho parlato con loro da poco, non gli piace che uno Spettro come Saren venga incolpato di qualcosa... » cominciò Udina, la sua voce chiaramente tratteneva la rabbia nei confronti dei consiglieri.
« Dobbiamo comunque fare di tutto per fermarlo. Non possiamo permettere che giri libero per la galassia. » disse Shepard insistendo. « A maggior ragione, essendo uno Spettro ha dei privilegi, è quasi intoccabile. »
« Se tu non avessi distrutto la sonda avremmo potuto avere almeno una prova contro di lui. E il tuo atto non avrebbe messo l'umanità ancor più in cattiva luce... » le parole dell'ambasciatore ferirono Shepard, di certo non era stata sua intenzione attivare la sonda o utilizzarla!
« Ad ogni modo, credo sia meglio che io e Anderson ci dirigiamo verso la sala dell'udienza alla Torre del Consiglio. Shepard, desidero che tu e i tuoi sottoposti ci raggiungiate il più presto possibile. Prendete una navetta. »
A seguire quelle parole sia il capitano che l'ambasciatore lasciarono i tre soldati nel grande ufficio delle ambasciate. Shepard strinse i pugni e i denti, poi si avvicinò al balcone che si affacciava direttamente sul Presidium: un bellissimo spettacolo di tecnologia misto allo spazio naturale, di fatti il Presidium era riempito di vegetazione e di un grandissimo lago di acqua cristallina, altre ambasciate si trovavano dall'altro lato del lago e del ponte anche se Shepard non aveva idea di quali potessero trattarsi.
« Comandante, faremo meglio ad andare. Se l'udienza inizia sai bene che Udina... » Alenko cercava di spronare la comandante che però era troppo intenta nell'osservare e assaporare l'aria del Presidium, così pulita e fresca, perfetta per ogni specie che si trovasse là.
Shepard spostò il proprio sguardo verso il cielo, era stata molte volte sulla Terra, il pianeta natale di ogni Umano, il cielo che aveva trovato là era impossibile da paragonare a qualunque altro, persino questo simulato della Cittadella era evidentemente una brutta copia. Era azzurro ma fin troppo, profondo all'inverosimile; forse lo sentiva diverso solo perché sapeva che non era il cielo ma solo una proiezione.
« Comandante, ti senti bene? » chiese Williams poggiando una mano sulla spalla della donna, Shepard si destò dai propri pensieri quasi sussultando. Era come ritornata in sé.
« Sì, avete ragione. Dobbiamo subito andare all'udienza col Consiglio. » ancora una volta furono costretti a prendere una navetta e quindi non sarebbero ancora passati per il Presidium; Shepard e i due sottoposti si sedettero e si misero comodi anche se il viaggio per arrivare alla Torre del Consiglio fu breve.
Scesero proprio davanti un'apposita area d'arrivo per le navette e si spostarono, somigliava molto ad una piccola stazione dei treni; una volta varcate le porte di vetro si trovarono direttamente davanti la grande piazza arborea e profumata dai fiori che si trovavano nella sala.
Era una zona silenziosa, piena di gente di ogni specie: c'erano dei Salarian poco distanti, riconoscibili per la forma anfibia del loro corpo e dalla strano cranio; alcune Asari stavano discutendo un po' più animatamente dall'altro lato della sala, la loro pelle era blu elettrico così come i loro occhi; c'erano anche degli Umani, in minor quantità però. Infine due Turian sembravano parlare di qualcosa di abbastanza grave, Shepard però fu interessata alla discussione solo quando uno dei due nominò Saren Artemius.
« Troverò il modo di fermare quel bastardo, Esecutore Pallin. Ne stia certo! » disse il primo Turian al secondo, indossava una corazza esile che gli copriva tutto il corpo, come ogni Turian anche quel tipo aveva una seconda mandibola e il viso allungato come quello di un uccello.
« Lascia perdere, Garrus. Questo è un ordine. » furono le parole del secondo Turian, a differenza del primo indossava una veste da diplomatico, un operatore della Cittadella.
Il Turian se ne andò via lasciando quello di nome Garrus da solo in mezzo alla grande piazza. Shepard non poté fare a meno di non avvicinarsi a lui. « Ho sentito che parlavate di Saren. » il Turian di nome Garrus si voltò verso la donna osservandola con i suoi profondi e inquietanti occhi azzurri.
« Ebbene sì, signora. Saren e io abbiamo un conto in sospeso, sto lavorando per un'indagine della SSC. Se volete scusarmi, ho necessità di trovare delle prove contro di lui! » il Turian fece un cenno col viso per poi superare Shepard e i due compagni di squadra andando verso l'ascensore della Torre e scomparendo oltre le porte di vetro.
« Un Turian che attacca un altro Turian? Dev'esserci sotto qualcosa... » commentò Williams a bassa voce, Shepard annuì appena, spostò lo sguardo davanti a sé e si incamminò verso la lunga scalinata che portava direttamente nella sala delle udienze del Consiglio.
La sala come il resto della Torre era addobbata di fiori e arbusti, una lunga passerella si trovava di fronte al vuoto, oltre di esso c'era una lastra di vetro sotto il quale si trovava uno splendido giardino nel quale altri diplomatici stavano parlando; l'udienza era già iniziata e Shepard si sarebbe aspettata di vedere Saren in fase di trionfo.
Tuttavia Anderson e Udina stavano in piedi davanti al vuoto, ad alcuni metri di distanza c'erano i tre consiglieri dominanti della Cittadella: Turian, Asari e Salarian. Nessuna traccia di Saren però con l'eccezione di un ologramma che lo rappresentava.
Shepard osservò l'ologramma con una certa rabbia: ovunque si trovasse di certo stava complottando e nascondendo qualcosa di pericoloso. Strinse i pugni per la rabbia limitandosi ad ascoltare le parole del Consigliere Asari che stava analizzando un rapporto tra le mani.
« L'attacco di una colonia da parte dei Geth preoccupa tutti noi, ambasciatore Udina... » il consigliere spostò lo sguardo dal rapporto che le scorreva davanti all'Umano. « Tuttavia non sembrano esserci prove che colleghino Saren a ciò... »
A quel punto Saren intervenne nella discussione in quanto era lui stesso l'incolpato della faccenda. « Respingo tutte le accuse che mi vengono lanciate. Inoltre Nihlus era un mio amico oltre che essere uno Spettro come me... »
Anche Anderson intervenne nella discussione, aveva il volto contratto per l'odio e stringeva i pugni, Shepard non aveva mai visto il capitano in quello stato, come se stesse per perdere il controllo delle proprie azioni. « Per questo è stato più facile per te avvicinarti e ucciderlo. Ci sono testimonianze oculari che lo confermano. »
Fu la volta del Consigliere Salarian a parlare al riguardo. « Abbiamo letto il rapporto della missione: la testimonianza di un portuale in stato di shock e confusione non è il massimo dell'attendibilità capirete bene. »
Ancora una volta Saren parlò, voltandosi verso il capitano Anderson e socchiudendo gli occhi. « Anderson, chissà come mai ogni volta che vengo incolpato di una questione che riguarda voi Umani, tu c'entri sempre qualcosa... » gli occhi abietti del Turian si spostarono poi sul comandante Shepard. « Quella dev'essere la sua protetta, colei che ha distrutto la preziosissima sonda Prothean... » quelle parole colpirono Shepard come un pugno allo stomaco.
« Come fai a saperlo se non eri là? L'intera missione era una questione top secret. Nessuno poteva averne accesso anche col tuo stato di Spettro... » notò la donna, il Turian per un brevissimo istante si trovò contropiede, poi fu pronto a rispondere alle accuse nuovamente lanciate.
« Ho letto i rapporti quando, alla morte di Nihlus, sono passati direttamente a me. » disse Saren in risposta, subito seguì la sua reazione di nervosismo e rabbia. « Credo che tutto questo sia ridicolo, e noi vorremmo che Jane Shepard entrasse negli Spettri? L'umanità non ha ancora dato prova del suo valore e del posto che tanto brama! »
Da Udina fino ad Alenko i presenti dell'Alleanza erano pronti a controbattere la questione in quanto Saren aveva toccato un tasto fin troppo dolente. Prima che uno qualunque di loro potesse però parlare, il Consigliere Turian intervenne in difesa della questione. « L'ammissione di Shepard tra gli Spettri non è all'ordine del giorno. Se ne parlerà quindi in separata sede! » Shepard non resisteva più, era tutto assurdo e il Consiglio non voleva vedere le prove contro Saren.
Persino l'ammissione di Shepard e la sua carica venivano messi in dubbio adesso!
« Credo bisognerebbe anche parlare della visione donata dalla sonda alla comandante... » in un ultimo disperato tentativo Anderson cercò di mettere in ballo anche quello. Era però ovvio che il Consiglio l'avrebbe ignorato.
« E come posso io difendermi da un'accusa del genere!? Da quando sogni e visioni sono prove da sottoporre? » per quanto le dolesse ammetterlo, Shepard disse a se stessa che Saren aveva ragione, non potevano presentare un brutto sogno come se fosse una prova, per quanto fosse vero.
« In assenza di prove materiali, l'udienza è tolta fino a nuovo ordine, finché prove concrete non verranno sottoposte a noi del Consiglio! » disse in tal proposito il Consigliere Asari, la donna aveva appena messo un punto all'udienza.
I tre consiglieri se ne andarono via mentre l'ologramma di Saren si dissolveva come cenere nell'aria. I primi che indietreggiarono furono Alenko e Williams, subito seguiti da Shepard e Anderson, infine l'ambasciatore raggiunse gli altri nella grande piazza alberata della Torre.
« Questo non è un bene! Dobbiamo trovare delle prove contro Saren così da poterlo incastrare! » Anderson sembrava piuttosto in collera, quasi come se la questione lo riguardasse personalmente, Shepard non poté non notarlo conoscendolo.
« C'è qualcosa che deve dirmi, Anderson? La questione sembra toccarla più del previsto, non è solo un fattore di umanità. » disse la donna, Anderson parve colpito ma come suo solito mantenne la compostezza del proprio ego.
« Vecchi dissapori tra me e Saren in missione. Non è il posto più adatto per parlarne però. Adesso dobbiamo trovare delle prove, Saren è libero di andare ovunque e fare quello che vuole visto lo status che ha. »
Ci fu un lungo attimo di silenzio nel quale Shepard ebbe l'illuminazione. « Poco fa c'era un Turian di nome Garrus, credo che appartenga alla SSC; sembrava voler incastrare Saren. Forse lui ha una pista con delle prove... »
« Il Servizio di Sicurezza della Cittadella? » ripeté l'ambasciatore Udina parlando tra sé e sé. « Qualcuno potrebbe aiutarci a rintracciarlo qui sulla Cittadella. Si chiama Harkin... » sentendo quel nome, il capitano Anderson alzò il volto di scatto evidentemente contrariato.
« Harkin non è una pista affidabile. Passa intere giornata a sbronzarsi ed è stato cacciato dall'SSC per questo. Non possiamo affidarci a lui... » Shepard abbassò appena gli occhi cercando una soluzione alternativa, tuttavia quell'uomo era l'unica opzione che avevano in quel momento.
« Dove trovo questo Harkin? » chiese la donna.
« Probabilmente all'Antro di Chora! » le rispose Anderson, quando incrociò lo sguardo del comandante fece un sospiro. « Fate attenzione. Non è affidabile! »
Shepard annuì, l'unica cosa che contava era trovare le prove contro Saren al più presto possibile. E Harkin era la pista che li avrebbe portati da Garrus.


 

La bellissima Cittadella, la Normandy e in lontananza la Destiny Ascension.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mass Effect / Vai alla pagina dell'autore: Inquisitor95