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Autore: Hinakura_thebest    27/02/2009    1 recensioni
Una ragazza dal passato strano. Una ragazza che ha sofferto molto ed il tutto è stato causato da Lui. Lui che le ha spezzato il cuore scomparendo improvvisamente, dopo aver raso al suolo il suo villaggio e averla lasciata senza null'altro che ricordi. La cosa che la fa più soffrire è, però, il fatto di amarLo ancora.
Una piccola One-Shot dedicata alla mia Giuly-chan che oggi (facendo finta che oggi sia il 25) compie gli anni. Auguri tesoro mio!
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akasuna no Sasori , Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Prima di alzare qualunque cosa possa far male se lanciata addosso a me, vi prego di scusarmi: ho un sacco (due) di ff da aggiornare, e non lo faccio!!! Ma l’ispirazione mi ha abbandonata ç___ç
Comunque ho fatto questa ff per la mia adorata Giuly-chan, perché le voglio troppo bene e oggi, il 25.2.09 (in realtà oggi è il 27, ma l’intento era di pubblicarla il 25 -.-) è il giorno del suo compleanno!!! Ora vi lascio a leggere xD! Ciaooo!!!

Per la mia Giuly-chan.
Perché lei è un angioletto caduto dal cielo ^^
Perché dire che le voglio benissimo è poco.
Auguri Giulietta mia!

********

Correva a perdifiato tra i cunicoli completamente bui. Ogni passo che compiva verso le profondità della montagna le faceva dubitare che la sua decisione fosse stata quella giusta. Gran parte delle probabilità erano contro di lei. Anzi, quasi tutte. Ma doveva tentare. Non sarebbe morta con il rimpianto di non aver nemmeno provato a vendicare i suoi compagni. Non sarebbe crollata, non dopo aver sopportato tutta quella sofferenza. No, avrebbe distrutto tutti gli ostacoli… Anche se il primo era se stessa.
La sua corsa era quasi giunta al termine. Da lì a poco la grotta sarebbe terminata con un vicolo cieco. Pensò all’addio che aveva dato, pochi attimi prima, alla sua migliore amica, l’unica che l’aveva accettata per quello che era.

Lei e la sua compagna, Kimie, stavano scappando, ormai allo stremo delle forze. O almeno così credevano i loro inseguitori: in realtà due ninja della Sabbia, con le loro sembianze, avrebbero preso il loro posto in un punto specificato in precedenza e li avrebbero condotti nella grotta più grande, dove li attendevano più di tre squadre ninja. Le kunoichi invece sarebbero tornate a Suna, scortando la moglie del Kazekage, loro protetta, rimasta ad attenderle nel bosco poco distante. Svoltarono, dopo la prossima curva la loro missione sarebbe stata quasi conclusa. Ma lei si fermò.
- Cosa fai? Vuoi che ci raggiungano?! – le chiese Kimie, con il fiatone.
- Ho una cosa da fare – rispose semplicemente.
- Stai scherzando?! Muoviti, siamo quasi arrivate! – cercava di strattonarla, ma lei non si muoveva. La luce nei suoi occhi faceva capire una sola cosa: determinazione. Sarebbe arrivata fino in fondo, questa volta. - No! Conosco quello sguardo, so cosa vuoi fare, non ci pensare nemmeno! Sbrigati, vieni con me! – esclamò. Aveva capito e, lentamente, le lacrime cominciarono ad affiorarle agli occhi. - Sei la mia migliore amica, Kimie. Sei come una sorella, per me. Spero di rivederti, prima o poi. – la abbracciò e, con un sorriso, si voltò.
- Giulia, no! – urlò, con le lacrime agli occhi. Ma la sua migliore amica, sua sorella, quella ragazza dallo strano nome che solo lei aveva accettato dopo lo sterminio, era già sparita.

Ecco, era arrivata alla fine. Si girò lentamente verso il suo unico inseguitore: l’altro era caduto nella trappola, mentre Lui l’aveva seguita, proprio come aveva sperato. Con sguardo fermo e deciso lo guardò fermarsi, e uscire dalla sua corazza.
- Come mai esci, questa volta, invece di nasconderti lì dentro come un vigliacco, come fai in ogni battaglia? – gli domandò con scherno.
- È cosi che si saluta una persona che non si vede da tanto tempo? – le chiese con un sorriso.
Quella voce. Così piatta, vuota, eppure capace di colpire al cuore. Quella voce che tanto aveva detestato.
Ma che ancora di più aveva amato
- Non se quella non è una persona – rispose, lo sguardo truce.
- Nemmeno tu, correggimi se sbaglio, sei una persona, vero? – quella frase densa di sottointesi riportò a galla ricordi, milioni di ricordi che aveva cercato di cancellare.
E che al tempo stesso teneva stretti, ricordi dal sapore dolce ma dal retrogusto amaro.
- A quanto ricordo tu odi aspettare. Perché tutto questo tempo sprecato, allora? Combattiamo – esclamò, sfoderando la sua arma migliore, Kyuscichi.
- è per questo che ti amo – disse, rispondendo all’attacco con la marionetta del Terzo – perché mi conosci alla perfezione, e sai darmi esattamente quello che voglio. – Lei non rispose. Ma la sua mente venne catapultata a molti anni prima, quando si erano lasciati…

Dolore. Fuoco. Ferro. Sangue. Grida in ogni dove. Il villaggio, il suo villaggio, raso al suolo da Lui. Lui che per due anni in segreto (nessuno lo avrebbe accettato nel villaggio, lui non era normale) era stato il suo maestro, il suo migliore amico, ma anche molto di più. Lui che era stato il suo unico amore. Lui che lo aveva corrisposto. Almeno così aveva creduto fino a quel momento mentre, moribonda e impotente, guardava morire i suoi familiari, i suoi amici, tutti per mano sua, tutti pronti a diventare parte della sua collezione.
Aveva quasi ucciso persino lei, la sua allieva, la sua amante. Ma invece di porre fine alla sua vita con il colpo di grazia, l’aveva semplicemente immobilizzata e costretta a guardare i suoi cari morire.

Si concentrò di nuovo sul combattimento. La loro era una danza di attacchi e parate, una danza mozzafiato, così incalzante da essere difficile da seguire, così delicata come qualcosa di non umano ed eterno può essere. Nessuno era riuscito a colpire l’altro, per ora. L’allieva era degna del genio, ed era arrivata quasi ad uguagliarlo. Ma era sempre un’allieva, e il maestro riuscì a colpirla, a ferirla. La lama della marionetta era affondata nella sua spalla, ma lei non si preoccupò, continuò a combattere, perché quel corpo non poteva sentire dolore.

Il buio nella sua mente era giunto presto, e presto era giunta anche la luce. Ormai la battaglia era finita. Ormai erano tutti morti. Era notte fonda, ed era sola. Non sapeva quanto tempo fosse passato. Si era tirata lentamente a sedere, e si era accorta che il sangue aveva smesso di scorrere. Non… non aveva più alcuna ferita. Si era tastata l’addome, dove una delle Sue marionette l’aveva colpita, e aveva fatto scivolare lo sguardo lungo tutto il corpo. Aveva realizzato che i vestiti erano accanto a lei, non li indossava, eppure non sentiva freddo. Aveva appoggiato la testa tra le ginocchia, sentendo l’impellente necessità di piangere. Ma non poteva. I suoi occhi non avevano più lacrime. La sua mano andò al cuore: le dava un minimo di conforto sentire quel battito costante, che l’aveva accompagnata lungo il corso della sua vita. Doveva aggrapparsi a qualcosa, qualcosa a cui era abituata, in corpo non più umano.

Incredibile, era la danza di chi non può soffrire. Dopo il cedimento, lei aveva ripreso alla perfezione. Ormai era chiaro che i due erano perfettamente allo stesso livello. Anche lei era riuscita a ferirlo (gli aveva trafitto una gamba) ma a nulla era servito. L’ unico punto debole di entrambi era il cuore. Eppure, nessuno dei due mirava a quello dell’altro. Come una coppia di ballerini, eseguivano il loro numero, perfettamente coordinati. Nessuno dei due voleva uccidere l’altro, nessuno dei due voleva porre fine a quella danza.

Impotente, dopo essere stata numerosi giorni e notti senza mangiare ne dormire, perché non ne aveva più bisogno, si era alzata, e aveva testato quel nuovo corpo. Tutte le tecniche le riuscivano alla perfezione. Aveva cominciato il suo viaggio, allora, come un vagabondo che non ha più nulla da vincere, più nulla da perdere. Finchè non si era imbattuta nel villaggio della Sabbia, Suna. Lì c’erano molti marionettisti, nessuno avrebbe trovato strane le sue tecniche. O così credeva. Appena vedeva chi era realmente, la gente fuggiva, la isolava. Tranne una ragazza, una che l’aveva presa per quello che era, l’aveva accettata, l’aveva chiamata amica. Questa era Kimie. Da allora la sua vita aveva cominciato a trovare un nuovo scopo: era riuscita ad abbattere le barriere che le ponevano di fronte gli altri, si era dimostrata un’ottima kunoichi, era riuscita a trovare un nuovo posto nel mondo.

La danza non cessava. Lei non voleva che finisse, avrebbe voluto combattere così per l’eternità, la vera arte che il suo maestro proclamava. Ma non riusciva a sopportare di poter di nuovo sfiorare il corpo di chi aveva amato senza poterlo realmente toccare, senza poterlo abbracciare, baciare. Pose la domanda finale.
- Perché?! – urlò, mentre parava un Suo attacco. – Perché ai distrutto il villaggio?! -
- Mi pare ovvio. Perché volevo impadronirmene. – fu la risposta.
- E perché mi hai salvata?! Perché non mi hai lasciato semplicemente morire?! – se avesse potuto piangere, l’avrebbe fatto. Quante volte, inutilmente, ne aveva sentito il bisogno… Nessuna risposta. La danza immediatamente si fermò. Lui abbassò lo sguardo, poi immediatamente lo alzò e in un attimo fu dietro di lei. Lei non riuscì a reagire, pietrificata da tristezza, rimpianti, e rabbia perché nonostante tutto continuava ad amare colui che era stato quasi tutto per lei.

Prima che Lui potesse fare qualunque cosa, lei si girò di scatto. E, mentre una lama affondava nel Suo petto, nel Suo cuore, le loro labbra si unirono, in un bacio dolce, che sa di tutto ciò che non è potuto essere: tutto ciò che aveva desiderato in sua assenza. Prima che si adagiasse inerme tra le sue braccia, lui sussurrò:
-Perché… -
Lo appoggiò a terra, per poi gettarsi singhiozzante su di lui. Stringendosi le mani in grembo, si accorse di uno strano segno sull’addome: era il kanjii di Amore. ( Quello che ha Gaara sulla fronte… ndMe) Un lampo di comprensione le attraversò gli occhi. Lo abbracciò, appoggiando il viso al suo petto.
- È per questo? Perché mi amavi? – sussurrò. –Anche io ti amo, Sasori… -
Sentì gli occhi umidi. Ma non erano lacrime, era il Suo sangue. Cercò di salvarlo con la Tecnica della Resurrezione, a cui lei stessa aveva lavorato. Per ora non sarebbe morto, ma aveva ritardato il momento solo di qualche ora. Gli fasciò il petto con un lembo della cappa che Lui portava sempre e, come Lui le aveva inciso quella parola, Lei fece la stessa cosa sulla parte destra del petto. In quel momento arrivò Kimie. La abbracciò con foga.
- Sei viva! Noi non siamo riusciti a catturare l’altro… oh, ma che importa! Sei viva! Per un momento ho temuto… - disse, singhiozzando e dandole un bacio sulla fronte. Poi il suo sguardo andò al corpo a terra. – Ci…ci sei riuscita… - Nessun’altra parola uscì dalle labbra di Kimie, ma abbracciò l’amica, la sorella, e così stettero in silenzio. Perché queste sono le vere amiche: quelle che ti sanno dare senza emettere alcun suono ciò che le parole non potrebbero mai esprimere. Dopo qualche attimo, entrambe si alzarono.
- Andiamo. Gli altri ci aspettano. – le disse Kimie.
- Vorrei… Vorrei stare un attimo da sola. – Kimie rispose con un cenno del capo, e si voltò per andare dai compagni.

Appena l’amica fu sparita dalla sua visuale, sollevò il corpo di Sasori, prendendolo in braccio. Poi corse verso l’uscita, aspettando di scorgere la figura del Suo compagno. E lo scorse nel cielo, seduto su un enorme, strano essere bianco ed alato somigliante ad un uccello. Appena Deidara vide il corpo di chi la ragazza teneva in braccio, volò verso di lei.
-Danna?! – esclamò.
-Prenditi cura di lui. – fu l’unica cosa che lei disse, e poi scomparve.

********

Ciaoooooo!!! Ma che gioia scrivere di nuovo una ff!!! Wow, me si sente contenta!!! Allora il mio lato artistico non è ancora morto!
Saku: Ci manca poco… *mentre sistema la flebo al mio Lato Artistico che giace moribondo su un letto d’ospedale*
-.- Beh, vi giuro che è stato sfiancante!!! Ma questo ed altro per la mia adorata Giuly-chan!!!

GIULY CHAN TI ADOROOOOOOO!!!

Dite quello che volete, ma sono fiera di questa one sisi!!! Sarà perché l’ho fatta con il cuore per la mia Giuly-chan!!!!
Saku: Quante volte ancora lo vuoi ripetere?! -.-“
Ora vi lascio perché devo scappare… aggiornerò le altre ff quando la Musa dell’ispirazione si deciderà ad aiutarmi -.- ma prima o poi lo farò!!! *posa stra super eroica* Ciao a tutti!!!

AUGURI GIULY-CHAN!

  
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