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Autore: Shayleene    18/11/2015    1 recensioni
In una giornata estiva come tante altre, Maka Albarn si infuria (come sempre) con la sua buki Soul Evans che non si presenta alla sessione di allenamento.
Torna a casa credendo di trovarlo lì ad oziare, ma il ragazzo non c'è. E non compare nemmeno nelle ore successive. Svanito nel nulla. E' allora che Maka sente crescere una profonda preoccupazione che la porterà alla ricerca del suo compagno, e alla scoperta di sentimenti di cui non era ancora consapevole.
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Franken Stein, Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anime legate: la vittoria del demone?


"Quel maledetto disgraziato farfallone che non è altro!" pensò Maka stringendo le mani guantate con una forza tale da riuscire probabilmente a frantumare una pietra. La meister scrutò con occhi verdi da falco l'area di allenamento della scuola circondata da alberi, battendo nervosamente il piede a terra. 
Nulla da fare: oltre ad alcuni uccelli appollaiati sugli alti rami scuri non c'era anima viva. Si schermò il viso dalla luce del sole che stava per tramontare, lasciando il posto alla luna inquietante che sembrava perennemente prendersi gioco di chi la guardava. C'era una bella brezza che faceva ondeggiare i suoi codini biondo cenere e rendeva più sopportabile la calura estiva. Sarebbe stato un momento per mettersi a leggere tranquillamente seduta sotto un'albero, e invece doveva starsene lì a braccia incrociate a perdere tempo.
Era ormai più di mezz'ora che stava aspettando la sua buki, Soul Evans, per una delle loro solite sessioni mirate a migliorare le loro tecniche di combattimento. Visto che ultimamente si erano verificati molti allarmi strega, tutti gli insegnanti avevano raccomandato agli studenti di prepararsi al meglio per un possibile attacco, e Maka voleva assolutamente perfezionare il Majogari, una mossa indispensabile per affrontare delle streghe. Ma come poteva farlo se le mancava l'arma con cui esercitarsi?
"Quello scemo se ne sarà dimenticato come al solito! Ma non la passerà liscia, oh no... giuro che gli rifilerò un Maka-chop così devastante da fargli diventare la testa ad U!" pianificò, scrocchiandosi le nocche come se si stesse già pregustando il momento della sua vendetta. Dopo altri dieci minuti passati a marciare furiosa avanti e indietro sempre per lo stesso tratto, Maka lanciò un grido stizzito.
-Ora basta, me ne torno a casa!- E se ne andò dal campo di allenamento infilandosi per le stradine di Death City. Era tutto molto più tranquillo del solito: niente gruppetti di studenti che giocavano nel campo di basket, nessun litigio nel Deathbucks Café per accaparrarsi i tavoli migliori o le ultime fette di dessert disponibili, e nemmeno il miagolio di qualche gatto tormentato dal solito ragazzino perfido.
Maka allertò automaticamente i sensi, cercando di captare ogni minimo rumore sospetto o qualche ombra che non avrebbe dovuto esserci. Tuttavia pareva tutto tranquillo. Giunse a casa quando il sole era tramontato, ed era ora di preparare la cena. "Spero per lui che almeno si sia occupato di quella" rimuginò aprendo il portone.
-Sono tornata!- gridò, e salì gli scalini a due a due fino ad arrivare al pianerottolo. -Soul? Blair?- chiamò, non sentendo alcun rumore. Attraversò il salottino e raggiunse la cucina, completamente vuota. -Questa volta lo strozzo! Inutile pigrone che non è altro!- brontolò, aprendo bruscamente il cassetto vicino al frigo e tirandone fuori una padella. -Io mi chiedo perché ho scelto una buki incompetente come lui... non potevo fare squadra con Tsubaki? Mi sarei risparmiata un sacco di problemi!- borbottò tra sé mentre metteva a cucinare tre bistecche sui fornelli.
-Nyyya, la pappa è pronta?- Blair comparve sul davanzale dopo alcuni minuti sotto forma di gatto, e annusò il profumo di carne leccandosi i baffi. Si trasformò nuovamente in ragazza, stiracchiandosi vistosamente ed evidenziando così il suo petto prosperoso racchiuso da un top piuttosto succinto. Maka doveva ammettere di averla sempre invidiata un po' per il suo corpo, dato che lei era tutto l'opposto. Si girò verso la ragazza dai lunghi capelli viola con una paletta di legno in mano.
-Blair, hai visto per caso quell'idiota di Soul? Dovevamo incontrarci per allenarci, ma non si è fatto vedere per tutto il giorno.- le chiese, rimettendosi a preparare la verdura. 
-Che vuoi farci, probabilmente il poverino sarà andato a cercarsi una compagnia un po' più interessante con cui passare il pomeriggio...- si sentì rispondere, e strinse talmente tanto forte il cucchiaio da farlo piegare leggermente. Fulminò Blair con lo sguardo.
-Ah sì?- sibilò. -E, di grazia, potrei sapere chi sarebbe questa "compagnia più interessante" che è persino più importante di un allenamento?-
La "gatta" non si diede neppure la briga di risponderle, scrollando le spalle e andandosi a stendere sul divano del salotto dopo aver rubato una bistecca dalla padella.
"Andate tutti al diavolo!" pensò Maka. Mangiò da sola la cena che si era preparata, buttando nel cestino la porzione di Soul. Avrebbe preferito trovare Soul per terra che perdeva sangue a causa di Blair che girava per casa quasi nuda piuttosto che non avere la più pallida idea di dove fosse. Era... frustrante.
Sapeva benissimo che con il suo aspetto aggressivo, quegli occhi rossi e i capelli bianchi attirava molte attenzioni tra le ragazze, eppure in fondo sperava che desse più importanza alla squadra che alla sua vita privata.
"Che faccia cosa vuole, non mi riguarda!" Appoggiò le braccia sul tavolino, posandoci sopra la testa. No, non era del tutto vero. Le importava di lui, e anche parecchio. Non era certo un rapporto rose e fiori il loro. Soul spesso la prendeva in giro chiamandola "senzatette" o "secchiona" facendola imbestialire, ma nel momento del bisogno era sempre stato pronto ad aiutarla.
Ma in fondo era normale essere preoccupata per la sua assenza, no? Era pur sempre il suo compagno di squadra, era logico provare un po' di apprensione non vedendolo tornare. Insomma, tra alleati ci si doveva comportare così, giusto?
Quando risollevò la testa si accorse di aver dormito per quasi due ore, crollata probabilmente a causa dello stress e della stanchezza. Fuori dalla finestra era già calata la notte, e la luna ridacchiava in mezzo al cielo. Era... sangue quello che vedeva colare dalla sua bocca? Si passò una mano sul viso, cercando di svegliarsi per bene.
Si alzò in piedi, trascinandosi mogia verso la camera e buttandosi a peso morto sul suo letto. Nulla, nessun biglietto, nessun avviso che spiegava il suo ritardo. Allungò un braccio verso il comodino per prendere il libro che stava leggendo, e le sue dita afferrarono qualcosa di morbido.
-Ma cosa...- mormorò Maka, vedendo che teneva in mano la fascia per capelli da cui Soul non si separava mai. Non poteva essersene dimenticato, se la levava solamente quando si faceva la doccia e per il resto del tempo la considerava quasi una parte di sé. Perché era sul suo comodino?
Sentì scattare dentro di lei un campanello d'allarme che la spinse ad alzarsi in fretta, afferrare il mantello nero che aveva lasciato sulla sedia in cucina, infilare le scarpe ed uscire come un fulmine fuori casa.
C'era qualcosa che non andava, di quello ne era sicura. Blair si sarebbe indignata se Soul se ne fosse andato in giro con qualche altra ragazza, credendo di essere considerata meno sexy di lei. E Soul... certo, a volte sapeva essere davvero irritante, ma non sarebbe scomparso per così tanto tempo senza neppure una parola.
Le stradine silenziose in cui risuonava solo il rumore dei suoi passi veloce la resero ancora più inquieta, spingendola a muoversi ancora più rapidamente fino a quando non iniziò a correre. Il primo luogo dove avrebbe potuto trovarsi era il tanto amato campo da basket, ma quando vi arrivò non c'era nessuno, tranne un gatto rossiccio che le soffiò contro non appena la vide.
"Forse al parco?" si chiese Maka, affrettandosi in quella direzione. Il buio aveva ormai avvolto ogni cosa, rendendo cupa e sinistra la città. Per un istante le sembrò quasi di sentire una risata che conosceva, ma di cui non ne ricordava il proprietario.
"E' solo soggezione Maka, sbrigati a trovare Soul" si redarguì. Quando anche il parco si rivelò un fallimento, si guardò attorno indecisa sul da farsi. Iniziava a provare una strana sensazione al petto, un misto di angoscia, di irritazione e di... sì, paura. Era davvero paura? Lei, che non ne provava neppure verso i suoi nemici tranne quelli più pericolosi? Si mise una mano sul petto per ascoltare il battito accelerato del suo cuore, e in quell'istante l'udì: il suono di un pianoforte che risuonava in lontananza.
   
 
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