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Autore: Gwainel    18/11/2015    5 recensioni
Gandalf il Grigio si sta dirigendo a Lorien per incontrare la dama dei boschi. Eventi oscuri hanno spaventato lo stregone e lo hanno portato a pensare che l'oscurità sia tornata nella Terra di Mezzo. Il drago Smaug, l'invasione di Moira da parte degli orchi e una taglia sopra la testa di Thorin Scudodiquercia tutti indizi che devono essere spiegati. Il destino di una ragazza, una profezia, un'impresa imminente saranno le questioni da chiarire. Lo stregone si affiderà alla saggezza di Galadriel.
“Non esiste più un'alleanza tra elfi e nani, lei riuscirà a cambiare le sorti dei nostri popoli. Insieme vinceremo l'oscurità, soli moriremo." Galadriel.
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Galadriel, Gandalf, Haldir
Note: Missing Moments, Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Insieme vinceremo, da soli moriremo

Lo stregone sospirò, aveva cavalcato per giorni e la stanchezza si faceva sentire. La dama dei boschi lo aveva convocato e lui aveva risposto. Gandalf si fermò un attimo e guardò intensamente gli alberi della foresta; erano così belli, alti e forti, quasi una rappresentazione del popolo che vi viveva. Gli elfi silvani del bosco di Lorien avevano visto e udito la malvagità, le cose del passato vivevano ancora tra quegli elfi che non avevano mai dimenticato cosa il signore oscuro aveva fatto. Gli elfi, più degli uomini e dei nani, erano rimasti molto provati da quella sanguinosa guerra; Sauron aveva infangato la luce così pura e luminosa del mondo e ora loro lo percepivano in ogni cosa; gli uomini, i nani e la gran parte degli esseri e organismi viventi della Terra di Mezzo non potevano percepirlo. Gli elfi avrebbero ricordato il dolore e il sangue versato per tutto il resto della loro vita, per sempre. Gandalf scacciò via i brutti pensieri e scese da cavallo. Un vento forte uscì dalla foresta, esso spaventò il cavallo che nitrì e cerco di liberarsi dalla presa dello stregone; tuttavia egli lo teneva ben stretto e accarezzandogli dolcemente la criniera e poi il muso riuscì a calmarlo; entrò così nella foresta. L'aria era umida e c'era piuttosto freddo, Gandalf non si ricordava quanti anni avesse quella foresta, ma dall'altezza degli alberi e dai loro imponenti tronchi doveva averne molti. Vi era un piccolo sentiero fatto di ciottoli bianchi che riflettevano la luce che riusciva a trapelare dalle foglie. Lo stregone notò che anche se la luce era poca il viottolo riusciva a immagazzinarla e a trasmetterla tutta intorno a quel sentiero. Il sentiero della luce. Dopo aver camminato per un'ora sentì dei movimenti dietro di sé, si voltò ma non vide nulla. Continuò a camminare, con il bastone alzato in posizione di allerta; si guardava attorno senza vedere nulla eppure sentiva di essere spiato.

“La vecchiaia mi fa brutti scherzi, eppure la mia missione in questo mondo non è ancora finita!” Esclamò lo stregone sorridendo al cavallo. Non ebbe il tempo di voltarsi che un gruppo di dieci elfi silvani lo aveva circondato. Uno di loro, si avvicinò a Gandalf.

“Mithrandir” Disse l'elfo dai capelli biondi. Il viso era così pallido ravvivato dalle guance rosee; era molto delicato privo di imperfezioni. Gli occhi castani tendenti al nero fissavano con rispetto lo stregone davanti a lui.

“Haldir” Disse Gandalf chinando la testa in segno di rispetto reciproco.

“Non vi aspettavamo così presto” rispose l'elfo sorridendo.

“Starai forse alludendo alla mia vecchiaia? Sono un cavaliere piuttosto veloce!” Sorrisero insieme anche se inizialmente Haldir aveva paura di aver offeso il vecchio stregone. “Lady Galadriel mi sta aspettando, fammi strada, amico mio” lo disse dandogli un pacca sulla spalla. Haldir guardò stranito la mano dello stregone posata sul suo corpo; il contatto fisico, le manifestazioni di affetto in pubblico, tutte cose molte estranee alla cultura elfica. Gli elfi tenevano sempre un atteggiamento pacato e del tutto rispettabile; da molti venivano considerati quasi freddi e apatici, ma in realtà erano tutto il contrario. Haldir fece strada allo stregone, e tra i due calò il silenzio; un silenzio di tomba che l'elfo voleva rompere assolutamente. Non aveva sue notizie ormai da mesi e non sapeva dove fosse finita; aspettava come tutti i soldati fedeli all'unico capitano la sua chiamata; tuttavia provava per lei amore fraterno oltre ogni misura, la considerava come una di famiglia, era la sua migliore amica da più di mille anni ormai. Così prese fiato e si fece coraggio.

“Lei come sta?” gli chiese con un filo di voce. Gandalf era molto più alto di lui, almeno di ben dieci centimetri, così lo guardò dall'alto sorridendo.

“Penso che stia bene, era con Thorin figlio di Thrain fino a qualche mese fa, le ho mandato una lettera per incontrarla”

“Il principe è partito in guerra, lei dov'è?” Haldir continuava insistente nelle sue domande.

“Lo sai come è fatta! - Tuonò lo stregone – E' un elfo solitario e quando prende una decisione non lo fa sapere sicuramente a me o a qualsiasi altra persona in questa terra. Tu la conosci molto meglio di me, dovresti saperle queste cose”

“Vorrei chiedere alla dama dei boschi se mi concede umilmente di andare a Gran Burrone, sicuramente suo fratello sa qualcosa. Se voi dovete incontrarla permettetevi di venire” Quell'ultima pretesa era quasi un urlo di disperazione, l'elfo non se ne era accorto ma le sue emozioni avevano preso il sopravvento e avevano quasi offeso lo stregone davanti a lui. Gandalf sospirò e capì la frustrazione dell'elfo.

“Lei si accorgerà di quel che vale, e solo in quel momento ti chiamerà a combattere”

“Lei è mia amica oltre che il mio capitano. La conosco molto bene, Mithrandir, non accetterà mai più il suo destino non dopo ciò che è successo nella guerra di Mordor. Non permetterà che altri della sua famiglia o altri suoi soldati muoiano.” Lo stregone pensò che Haldir avesse ragione, tuttavia lei sarebbe stata costretta ad accettare il suo destino.

“La rincontrerai presto” Disse appoggiandogli nuovamente la mano sulla spalla. Il cuore dell'elfo riprese a battere normalmente, le guance che erano diventate rosse dalla preoccupazione e dalla frustrazione ritornarono rosee e il viso pallido. Haldir lo scortò fino al cospetto di lady Galadriel. Lo stregone rimase per qualche secondo ammaliato dalla bellezza dell'elfo che gli si presentava davanti. Galadriel era bellissima: i suoi capelli biondi e ricci risplendevano dorati illuminati dalla luce solare e lunare, la pelle candida e bianca paragonabile allo splendore dei diamanti, i suoi occhi erano chiari come di ghiaccio.

“Mithrandir” Disse lei con voce pacata risvegliando lo stregone dai suoi pensieri.

“Mia signora” Disse lui abbassando il capo.

“E' passato molto tempo dall'ultima volta che ci siamo incontrati”

“La vostra bellezza non è mutata, essa è imperitura e magnifica” La dama non arrossì, si limitò a sorridere dolcemente. Versò del vino rosso in una coppa e la porse allo stregone.

“Sei venuto qui a parlarmi di mia nipote, Gwainel. - Lo stregone abbassò lo sguardo capendo che Galadriel lo aveva convocato perchè sapeva le sue intenzioni. - Pensi che ella si debba portare al di sopra di ogni uomo e compiere la profezia che la perseguita da quando è nata”

“Mia signora, forze oscure e sconosciute si stanno muovendo nell'ombra, sia io che voi le abbiamo percepite; e se Gwainel ha ereditato i vostri poteri e quelli di sua madre allora anche lei avrà percepito tutto questo”

“Molto di ciò che era è stato perduto perchè non rimane nessuno che lo ricorda. La guerra è stata vinta, il nemico sconfitto eppure molti di noi hanno vissuto nella paura per tutti questi anni; nella paura che l'oscuro signore ritornasse”

“Ci sono stati molti avvenimenti che mi hanno fatto pensare a ciò” Galadriel continuava a passeggiare avanti e indietro; non riusciva a stare ferma, c'era qualcosa che la tormentava, le parole dello stregone erano la conferma di quello che lei aveva percepito; eppure come tutto il resto degli elfi non voleva ammettere che forse il nemico non era stata sconfitto del tutto.

“Quali eventi, Mithrandir? Parli del drago Smaug che attacca Erebor. I nani avevano troppo oro in un unico luogo e i draghi bramano le ricchezze con ardente desiderio.”

“Gli orchi stanno attaccando i luoghi sacri dei nani e...” Gandalf sospirò e non riuscì a concludere la frase.

“Cosa, Mithrandir?”

“C'è una taglia sulla testa di Thorin” Galadriel si fermò e fissò con quegli occhi di ghiaccio lo stregone. “Mi è arrivata notizia, che Thrain è scomparso, insieme all'ultimo anello dei nani”. Galadriel sembrò ancora più preoccupata, nervosamente giocherellava con la collana che portava al collo. I suoi sentimenti erano contrastanti; aveva paura perchè solo una persona al mondo poteva desiderare tanto quegli anelli. Tuttavia era molto più preoccupata per sua nipote, Gwainel e il principe dei nani erano molto legati, lei lo amava e se avesse saputo della taglia sulla testa di Thorin avrebbe fatto qualsiasi cosa per salvarlo.

“Vuoi mettere mia nipote in pericolo?” Tuonò l'elfo.

“Vostra nipote ha un destino da compiere, mia signora. Una profezia è stata formulata su di lei e non se ne potrà liberare fin quando essa non completerà il suo compito. I Valar l'hanno scelta, ella è già in pericolo”

“Se il signore oscuro è tornato, cercherà di distruggerla. Lei è colei che porterà la pace su questa terra che distruggerà l'oscurità” Quelle parole riecheggiarono all'interno della stanza, ci fu così un attimo di silenzio. “Abbiamo bisogno di prove, Mithrandir” Lo stregone annuì. “Devi andare da lei”

“Le ho già mandato una lettera”

“Dovrai convincerla a intraprendere l'impresa che intendi far fare a Thorin, figlio di Thrain”

“Quale impresa?” Lo stregone chiese cercando di nascondere il suo piano.

“Pensi che sia sciocca?” Lo pronunciò con autorità e quasi arrabbiata del comportamento che stava portando lo stregone “Ci conosciamo da parecchi anni, non credi che ti conosca abbastanza?” Si avvicinò a lui e gli prese una mano, la accarezzò dolcemente. “Penso che il tuo piano sia giusto, ma Gwainel dovrà far parte dell'impresa. Lei sarà un elemento fondamentale, me lo sento”

“Si” Rispose lo stregone alzandosi e dirigendosi verso Haldir che era appena entrato nella stanza, pronto a scortare lo stregone al suo cavallo.

“Non esiste più un'alleanza tra elfi e nani, lei riuscirà a cambiare le sorti dei nostri popoli. Insieme vinceremo l'oscurità, soli moriremo. Rammenta, Mithrandir, Gwainel è la chiave di tutto; è stata addestrata per questo da quando era una bambina. La guerra di Mordor l'ha cambiata, la sua luce si è affievolita, ha perso la fiducia in se stessa.”

“Come potrò farle ritrovare ciò che ha perso?” Le chiese lo stregone confuso. Galadriel sorrise di nuovo dolcemente, si avvicinò nuovamente a lui e gli accarezzò il viso spostandogli una ciocca di capelli dal viso.

“Non sarai tu a rincuorare la nostra prescelta. Colui che lei ama le farà ricordare ciò che è” Gandalf non riuscì a capire le parole dell'elfo; appena alzò lo sguardo lei non c'era più, era scomparsa e non poteva chiederle spiegazioni. Colui che lei ama, ripeté quelle parole nella sua testa, ma non riusciva a trovare alcun nesso. Come poteva un nano riuscire ad amare un elfo? Come poteva Thorin Scudodiquercia riportare la luce all'interno di Gwainel? Una faida esisteva tra elfi e nani, l'amore avrebbe vinto?

   
 
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