Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Ricorda la storia  |      
Autore: Ace of Spades    20/11/2015    4 recensioni
"La diffusa credenza che accendere tre sigarette di seguito porti sfortuna è nata nella Prima guerra mondiale;
si dava infatti a un eventuale cecchino il tempo di accorgersi della presenza del nemico (prima sigaretta),
aggiustare la mira (seconda sigaretta) e sparare (terza sigaretta)."

fem!Crocodile/fem!Doflamingo
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo
Note: AU | Avvertimenti: Gender Bender
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Three cigarettes


 
La diffusa credenza che accendere tre sigarette di seguito porti sfortuna è nata nella Prima guerra mondiale;
si dava infatti a un eventuale cecchino il tempo di accorgersi della presenza del nemico (prima sigaretta),
aggiustare la mira (seconda sigaretta) e sparare (terza sigaretta)
.











Prima sigaretta

Allungò una gamba tirandosi su il collant nero semi trasparente; sapeva di essere
osservata ma non se ne curò, anzi, era così abituata ad avere lo sguardo di
qualcuno puntato addosso che non ci avrebbe fatto caso, se non che lo sguardo in
questione non apparteneva ad un essere comune, ma alla sua costante rottura di
coglioni.
Uno sguardo di un paio di occhi verdi chiaro che doveva trasmettere una
sensazione di gelo sulla pelle ma che invece sul suo corpo aveva l’effetto opposto,
bruciava come mille soli.
Si sistemò anche l’altra gamba e si allacciò la gonna corta, anch’essa nera.
Si avvicinò alla finestra con un pacchetto di sigarette in mano e ne estrasse una
mettendosela tra le labbra
.

“Non hai freddo?” chiese la proprietaria degli occhi verdi non distogliendo lo
sguardo dal corpo della mora la quale, per tutta risposta, espirò una boccata di
fumo.
Come potrei avere freddo se continui a fissarmi in quel modo?
“No” disse semplicemente. Sentì distintamente la risata di Miss ‘mi piace girare
nuda’ Donquixote e il rumore delle lenzuola spostate bruscamente.
“Perchè non torni a letto? È ancora presto per uscire” commentò avvicinandosi “e
poi stanotte non abbiamo dormito molto” rincarò la dose avvolgendo le braccia
attorno a fianchi di colei che si faceva chiamare ‘Lady Crocodile’ e cominciando a
depositare leggeri baci sulla base del collo.
La mora emise un basso ringhio che doveva sembrare un avvertimento, ma che
non intimorì la bionda, anzi, aumentò la presa e prese un pezzo di pelle tra le
labbra cominciando a succhiarlo.
Quando ebbe lasciato un segno rosso si ritenne soddisfatta e riprese a baciare il
collo vicino alle orecchie, dove il profumo della mora era più intenso.
Solo a sentire quell’odore perdeva lucidità.
Crocodile la ignorò per un po’, poi spense la sigaretta e si voltò velocemente,
coinvolgendo l’altra in un bacio per nulla casto, con denti, lingua e il fumo che non
aveva espirato poco prima, lasciando invece che si liberasse in aria tra le loro
bocche.
Finalmente sta zitta.


Seconda sigaretta

Lady Crocodile era una donna decisamente bella. Aveva lunghi capelli neri
leggermente mossi, occhi azzurri con all’interno, vicino alla pupilla, una sorta di
corona dorata che rendeva il suo sguardo ancora più fiero; un seno abbastanza
prosperoso e un corpo snello che ben si adattava alla sua altezza nella media.
Era sempre vestita bene - bene è un eufemismo, diciamo pure che era impeccabile - e
ogni suo movimento era calcolato e trasmetteva un’eleganza fuori dal normale. La sua voce era alta, melodica e strafottente; quando perdeva la calma la modulava
senza rendersene conto, facendo in modo che sembrasse dolce e avvolgente, ma
che era invece preludio di uno spargimento di sangue.
Oltre ad essere una donna di gran fascino era anche molto intelligente, qualcuno
direbbe intelligentemente subdola e calcolatrice, e avrebbe ragione.
Essere una femmina non l’aveva fermata dall’ottenere quello che voleva e
prendersi il posto che le spettava, il posto di suo padre.
Era a capo di un’organizzazione criminale estremamente pericolosa e segreta che
nascondeva i suoi traffici poco legali dietro la facciata di azienda immobiliare;
tanto nessuno aveva le palle per mettersi contro di lei.
Primo, perché si era guadagnata quel posto a discapito di quello che pensava la
gente, non preoccupandosi di spargere il sangue di chiunque si mettesse sulla sua
strada.
In quel mondo il rispetto andava ottenuto con la forza e lei non si era fatta il
minimo scrupolo ad usarla.
Secondo, perché circolava la voce che tenesse nella sua villa privata un acquario
con dentro dei coccodrilli e che li nutrisse, nel caso, con quelli che facevano troppe
domande.
“Milady, ecco il suo caffè” disse il suo braccio destro appoggiando una tazzina
affianco ai documenti che stava visionando.
Mescolò in fretta e si godette il suo espresso nero senza zucchero.
Quella giornata era un problema da caffè amaro, segno che si era alzata malissimo.
Dopo che ebbe finito di supervisionare il lavoro dei suoi sottoposti - riuscendo
anche a non piantare una pallottola nel cervello di Bon Clay che continuava a volerle
far provare dei vestiti rosa confetto
 - decise di uscire in auto per cambiare aria.
Salì sull’Audi nera mentre diceva sbrigativa un indirizzo al guidatore.
Passò il viaggio in silenzio, godendosi il viaggio.
Arrivata a destinazione scese e si diresse dentro uno dei suoi casinò,
soprannominati “Rainbase” in quanto la gente scherzosamente diceva che lì dentro
“piovevano soldi”.
Dopo aver fatto un giro ed essersi assicurata che i finanziatori fossero ancora
convinti delle sue idee - e come avrebbero potuto non esserlo? Era talmente brava
nell’arte oratoria che sarebbe riuscita a vendere del ghiaccio ad un eschimese
 - uscì
nuovamente e si accese una sigaretta.
Aveva cominciato a piovere; instintivamente si strinse nel cappotto restando a
fissare la pioggia.“Oggi non avevano detto che sarebbe venuto un diluvio! I meterologi sono tutti
ubriachi!” esclamò una voce di fianco a lei.
Espirò una boccata di fumo per poi guardare di sottecchi la donna al suo fianco.
"Donquixote, se vuole giocare e spendere i suoi soldi deve entrare nel casinò”
commentò distogliendo lo sguardo al sorriso della bionda.
“Oh no, non amo questo genere di passatempi… sai stavo passando di qui e ti ho
vista qui fuori che fumavi quindi mi sono fermata per fare un saluto”
“Molto gentile e non richiesto, ora che lo hai fatto puoi anche togliere il disturbo”
“Quanto siamo acidi~ pensavo che il tuo caratterino fosse un po’ migliorato
dall’ultima volta”
La mora si girò verso di lei ed espiro il fumo direttamente sulla sua faccia
provocando nell’altra una risata divertita.
“Ti do un passaggio, vuoi?”
“Ho un autista”
“Sì, ma al momento è, come dire, indisposto a guidare”
Lady Crocodile socchiuse gli occhi riducendoli a due fessure.
“Piuttosto torno a piedi”
“Ti crederei se solo non sapessi il tuo viscerale odio per la pioggia”
La mora schiacciò il mozzicone di sigaretta con la punta del tacco e si diresse verso
una limousine viola.
Entrambe erano completamente zuppe una accanto all’altra.
Appena l’autista partì, senza aver ricevuto una vera destinazione, la bionda avvolse
il braccio sinistro attorno alle spalle dell’altra e le sollevò il mento facendo
incontrare le loro labbra.
Poco importava se al momento doveva trovarsi a rilasciare una testimonianza alla
centrale di polizia, quando aveva visto una donna fumare al casinò quasi sotto la
pioggia aveva fatto fermare l’auto.
Soltanto lei poteva trasmettere quell’aura di puro istinto omicida mascherandola
con un velo di eleganza.
Portò la mano destra sotto la maglia dell’altra, che rabbrividì al contatto con le dita
gelide della bionda.
“Croco-chan levati i vestiti o prenderai freddo~” sussurrò tra un bacio e l’altro
mentre la mora le rivolgeva uno sguardo scettico.“Hai ragione” riprese Doflamingo guardandola seria “te li toglierai quando sarò
riuscita a farti bagnare completamente~” concluse beccandosi una ginocchiata
nello stomaco.
“Idiota”


Terza sigaretta

Donquixote Doflamingo, chiamata amichevolmente “Dofy-sama” dai suoi
collaboratori, era una donna decisamente strana.
Aveva un bel corpo magro con le curve al posto giusto, dei corti capelli biondi e dei
vispi occhi verdi, sempre nascosti dietro un paio di occhiali scuri.
Sul suo volto era sempre dipinto un ghigno per nulla rassicurante e che molti
avrebbero definito con ragione perverso.
Aveva un pessimo gusto nel vestirsi, non abbinava mai i colori, anzi, sembrava
quasi si mettesse d’impegno a creare le combinazioni più fantasiose; unico
elemento ricorrente era il rosa.
Solitamente girava con una giacca completamente di quel colore e una camicia
sotto di esso, non vergognandosi a mettere in mostra le sue curve.
Probabilmente vista da fuori sembrava solo una donna eccentrica, ma tutte le
persone di quella città sapevano che era a capo della famiglia Donquixote, una
delle più influenti nel mercato nero e una delle tre che lo controllavano.
Le altre due erano la Baroque Works di Lady Crocodile e l’organizzazione di Kaido.
La polizia locale ce la metteva tutta a mettere i bastoni tra le ruote alla malavita,
capitanati da marine di prim’ordine quali il Grand’Ammiraglio Sengoku e i famosi
tre Ammiragli, aiutati da una divisione della CIA a cui capo era Edward Newgate.
Era una costante lotta tra bene e male e lei si divertiva un sacco; aveva sempre
amato giocare a guardie e ladri fin da bambina, poi quando sua sorella Roci era
passata dalla parte del nemico e i suoi erano morti in uno strano incidente stradale,
la Miss in rosa non ci aveva pensato due volte a prendere il comando della famiglia
e a portarla verso il successo sbaragliando le piccole imprese locali e diventando
una mini potenza. Omicidi, droga, sesso, traffico di armi, ormai non c'era più niente che non avesse
fatto.
Anche i suoi gusti in ambito sessuale erano particolarmente aperti, non
disdegnando uomini - con cui riusciva comunque ad avere la meglio anche tra le
lenzuola
 - e donne.
Da giovane era un tornado, travolgeva tutto e tutti, non curandosi di ferire gli altri
o dei danni recati.
Con gli anni si era data una calmata ma restava sempre un costante pericolo
pubblico.
Inoltre era da tempo che era diventata monogama, cosa per lei impossibile.
Eppure eccola lì, a scorrere foto fatte a tradimento alla sua personale fissa mentre
sul suo volto svettava un ghigno soddisfatto.
Non avrebbe potuto trovare di meglio.
Crocodile era proprio il suo tipo, aura omicida inclusa.
Da quando l’aveva incontrata in una di quelle riunioni delle famiglie non aveva
smesso di seguirla e di pensare a lei.
E dire che era completamente il suo opposto!
Molti potevano confermalo - lei impulsiva, Crocodile riflessiva; lei senza vergogna
qualsiasi cosa facesse, Crocodile con un orgoglio insormontabile; lei con gusti
particolari, Crocodile con gusti classici ecc. 
- ma la cosa era alquanto evidente in
quel momento, mentre se ne stava seduta sul divano con in mano il cellulare
mentre la mora le passava davanti con in mano uno swiffer, pulendo tutto quello
che vedeva e mettendo in ordine ogni minimo dettaglio.
Lei disordinata, Crocodile maniaca del pulito e della perfezione.
Aveva delle persone che pulivano la sua residenza, ovviamente, ma alle sue camere
private ci pensava personalmente, con risultati disastrosi a parere dell’altra, che
ora stava cantando ‘Dancing Queen’ mentre ondeggiava per casa.
Un’altra cosa che le differenziava era la voce; la sua era sempre strafottente e a
volte bassa, quella della mora invece poteva essere dolce come il miele quando
cantava.
Aveva diverse registrazioni sul cellulare che potevano provarlo (fatte tutte a
tradimento ovviamente, come le foto che le stava scattando in quei momenti).
Quando si ritenne soddisfatta, si tolse i guanti in plastica e si slegò i capelli neri
sedendosi in terrazza e accendendosi una sigaretta.L’aveva invitata per un caffè e lei appena aveva messo piede in casa si era messa a
pulire dicendo che “non sarebbe rimasta in un posto così disordinato e pieno di
polvere”.
A volte faticava a capire cosa mai la portasse ad avere sempre tutto sotto controllo,
era molto meglio lasciarsi andare.
Prese posto di fianco a lei e la guardò fumare con tutta calma; a volte girava il
cucchiaino nel caffè per assicurarsi che lo zucchero si fosse sciolto, altre si
sistemava delle ciocche di capelli dietro le orecchie.
In quel momento era rilassata e aveva i nervi distesi. Poche volte succedeva che
Lady Crocodile abbassasse la guardia, soprattutto in presenza di un’altra persona,
in particolar modo di fronte a lei.
Per quello si rese conto di essersi incantata solo dopo che si ritrovò un paio di
occhi azzurri a fissarla.
“Ma i vegani nella bestemmia cosa ci mettono?” chiese senza pensare.
La mora si fermò un secondo con gli occhi sgranati e scoppiò a ridere.
Miss Donquixote aveva la brutta abitudine di sparare cavolate quando era in
imbarazzo, ma mai come quella volta ringraziò Madre Natura di averle dato
quella caratteristica.
La risata dell’altra le fece venire caldo.
“Che razza di domande fai?” commentò divertita aspirando dalla sigaretta.
“Per me le pensi di notte”
La bionda si ritrovò ad annuire senza sapere neanche cosa aveva detto l’altra,
l'unica cosa che aveva visto erano le labbra leggermente rosse e carnose
dell’altra piegate in un sorriso sincero.
“Bhe” disse quando riuscì finalmente a connettere i neuroni tra loro “io sono
vegetariana di seconda mano,
la mucca mangia l'erba ed io mangio la mucca.”
“Non credo funzioni così” le rispose la mora alzando gli occhi al cielo per poi
tornare a fissarla ed incontrando quei fastidiosi occhiali da sole.Rimasero in silenzio per quella che sembrò un’eternità, finchè Lady Crocodile
non appoggiò la sigaretta sul bordo del posacenere ed allungò una mano
togliendo di mezzo quell’impedimento.
“Amore e tosse non si possono nascondere” disse monocorde piantando lo
sguardo in quelle iridi verdi smeraldo. “neanche dietro ad un paio di occhiali”
“Ovidio” commentò la bionda sorridendo.
“E io che pensavo avessi un cervello sottosviluppato”
“Come prego”
“Sottosviluppato. Inferiore, subnormale, insufficiente”
“Lo so cosa vuol dire”
“Non si sa mai. Probabilmente hai un’idea geniale una volta ogni primavera.
Non capisci mai i discorsi che faccio e dici cose senza senso ogni due per tre”
“Sei”
“Ti prego estinguiti”
“Ti mancherei”
Durante quello scambio di battute si erano avvicinate ed ora erano fin troppo
vicine.
“Togli la mano dalla mia gamba”
“Ti disturbo?"
“Se togli il punto interrogativo la frase è perfetta”
Non resistette oltre e la mora non fu che d’accordo. Si baciarono come se da
quello fosse dipesa la loro vita, in un modo troppo passionale per essere un
bacio tra semplici ‘compagni di letto’.
La mano era ancora lì, se non più su verso la chiusura della gonna, e la
sigaretta, appoggiata precedentemente sul bordo del posacenere, si consumò
senza che nessuna delle due se ne curasse.



 
Fumare è indispensabile se non si ha nulla da baciare.
Ace of Spades ☆
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Ace of Spades