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Autore: cristalskies    20/11/2015    1 recensioni
Ambientata dopo la 8x02
Piccola divagazione con finale alternativo...
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L’aveva presa per mano senza aggiungere altro e accompagnata all’auto. Lei non aveva obiettato e, senza dir nulla, erano saliti entrambi. Ora Castle guidava, presumibilmente verso il loft.

La città illuminata sfrecciava sotto i loro occhi che, timidi e silenziosi, godevano di quella vicinanza che era mancata per giorni. Sottili note armoniose arrivavano dall’impianto stereo della ferrari rossa fiammante di Rick, e Kate pensò che, a non avere quell’ultima parte di storia alle loro spalle, questo avrebbe potuto essere uno di quei loro momenti perfetti.

La calda serata autunnale, l’atmosfera luminosa e ipnotica tipica delle prime festività e… Ma chi voleva prendere in giro? A rendere perfetti i loro incontri era lui, col suo solo esserci. Erano loro, insieme.

Da quando era entrato nella sua vita, molti anni prima, poco alla volta aveva iniziato a credere alla magia anche lei. Una magia che accadeva tutti i giorni, che si avverava nelle piccole cose.

Da quando c’era lui al suo fianco, anche la giornata più nera aveva un raggio di sole.

La pervase un senso di gratitudine verso qualsiasi divinità avesse deciso di farli conoscere, o forse semplicemente verso il destino, che li aveva fatti incontrare per poi non staccarsi più. Fino a poco tempo prima, quantomeno…

A spezzare quel momento magico, ora, c’erano mille pensieri vorticosi che le giravano in testa, tutto quello che nei giorni precedenti aveva cercato di analizzare in modo analitico e affrontato un po’ per volta, era ora centrifugato in un uragano che rischiava di farla affogare.

Avere Castle al suo fianco non le permetteva di raggiungere le stesse conclusioni che aveva raggiunto da sola, nella quiete solitaria che si era ritagliata in mezzo alle lacrime e alla disperazione, convinta dell’obbligatorietà della decisione che aveva preso.

La sua sola presenza era quasi tossica per lei che, come un drogato non ancora uscito dal giro, si trovava con la sua droga preferita a portata di mano. Addirittura incentivata ad assumerla.

 

Sembrò un attimo e Rick stava parcheggiando l’auto nella strada attigua a casa.

-Vieni- Le disse andando ad aprirle lo sportello e tendendole una mano.

-Si…- Gli rispose lei, come inebetita.

Salirono le scale mani nella mano e, una volta dentro, come fosse la cosa più naturale del mondo, le prese la giacca e l’appese al muro.

Poi si girò verso di lei e la abbracciò.

Si godette quella stretta affettuosa per qualche secondo, stringendolo a se come se non ci fosse nulla di meglio al mondo, prima di spostare leggermente il capo per vederlo meglio.

Guardandolo vedeva la sua decisione nel seguirla fino in capo al mondo. Una fede incrollabile in lei, o meglio, in loro.

E lei? Aveva forse ragione lui? Doveva avere maggiore fiducia in loro?

Quello che le aveva rimarcato solo poche ore prima aveva avuto un grande effetto su di lei, anche se non glielo aveva dato a vedere.

Su quello aveva ragione lui, gli aveva fatto delle promesse, aveva giurato che sarebbero stati uniti, sia nella vita che nella ricerca della giustizia.

Senza contare che nel giro di poche settimane era passata dal dire -Mai più segreti- al nascondergli una delle cose più importanti che avesse affrontato.

Gli sembrava passato così tanto tempo dall’ultima volta in cui erano stati assieme al loft… e in quel momento, nonostante tutto, era come se nulla fosse mai successo. Era li, tra le sue braccia, tutto era naturale, intimo, perfetto.

Poteva davvero rischiare di perdere quello che avevano per perseguire la sua idea di giustizia?

E poi? Quale sarebbe stato il prossimo obiettivo? La beatificazione?

 

Ancora oggi, nonostante tutte le peripezie affrontate assieme, Castle non riusciva a capirla appieno. Quando stava andando tutto bene e la loro vita aveva finalmente acquistato un barlume di regolarità, come un fulmine a ciel sereno ecco che lei lo aveva tagliato fuori.

Pur nella paura che questo gli aveva fatto, era nata subito in lui la consapevolezza.

Lui sapeva chi era lei.

Tante, troppe cose, erano ancora un mistero. Gli andava bene così, ogni giorno era un’avventura alla scoperta di quelle sfaccettature caratteriali che lo facevano innamorare sempre più profondamente di quella Kate Beckett che tanti anni prima aveva fatto irruzione nella sua vita.

In questa sua continua ricerca aveva però imparato cose di cui poteva dirsi assolutamente certo, e una di queste era che il suo amore incondizionato era ricambiato appieno.

Arrivati dove erano non gli sarebbe mai venuto il dubbio del contrario.

Il problema ora era far capire a lei il suo punto di vista sull’intera situazione.

 

Castle mormorò appena il suo nome prima di baciarla.

Pochi baci, allo stesso tempo leggeri ma pieni di desiderio, e si stacco leggermente per osservarla meglio, le mani a stringerle le spalle, lo sguardo fisso nei suoi occhi.

-Kate, non chiudermi fuori, non farlo…-

-Rick- Mormorò lei con gli occhi velati e la voce tremante, con la paura di stare commettendo il più grosso sbaglio della sua vita. -Ci sono delle cose che non sai su quello che è accaduto due settimane fa.-

-Kate, amore, lo so.- rispose subito lui, stringendola di nuovo al petto -Quando tu hai chiuso la tua indagine io non avevo ancora chiuso la mia… So che c’era qualcosa al di sopra, so di Locksat, solo non so bene cosa questo possa significare.-

Tutto quello che aveva temuto stava già accadendo alle sue spalle. Nella sua convinzione di sacrificarsi aveva omesso di verificare quanto lui fosse già coinvolto.

Onestamente, come aveva potuto credere che non si lasciasse coinvolgere? Lo conosceva da quasi 9 anni, ormai. Sapeva bene come funzionava la sua testolina cocciuta.

Soprattutto se era coinvolta lei.

-Rick, questa cosa è più grande di te e me, più grande anche di Bracken, vista la fine che ha fatto. Io avrei potuto non lasciarmi coinvolgere dopo la morte dell’agente Hyde. Avrei potuto fare finta di nulla e tagliarmene fuori. Ma non potevo chiuderla lì. Capisci?

Con la certezza che il vero colpevole è ancora la fuori, che giustizia a tutti i miei amici e colleghi non è stata fatta. Come avrei potuto guardarmi allo specchio, dopo? Come avrei potuto guardare te?-

Lo guardò implorante, sperando che lui capisse. Che potesse almeno comprendere perchè non si era fermata.

Il periodo delle ossessioni era finito da molto tempo, ormai. Lo dimostrava il fatto che lo aveva tagliato fuori. Nessun senso di giustizia avrebbe potuto farle rischiare di perdere Castle. Il problema era che non era più in grado di stare senza di lui, sapendo quanto lo feriva lasciandolo all’oscuro.

Aveva già mancato fede a molte delle sue promesse, forse era il caso di iniziare a rimediare prima che fosse troppo tardi.

-Chiunque sia implicato in questo caso muore, Castle. Io non posso rischiare che succeda qualcosa a te, capisci?-

-Come credi mi sentirei io, se ti succedesse qualcosa?- Gli rispose lui con la voce alterata da emozioni troppo intense da definire, a metà tra amore e rabbia. -Pensi che possa mettermi da parte e lasciare che rischi addirittura la vita mentre io me ne sto comodo in poltrona ad aspettare che tu finisca?

Il nostro rapporto non funziona così.

Se ci sei dentro tu, ci sono anche io. Questo ti deve essere ben chiaro, Kate.-

-Rick, io...- Provò lei, ma fu subito interrotta.

-E poi come puoi credere che ti giudicherei se anche abbandonassi il caso? Preferisco averti viva che martire. Io so chi sei tu, forse tante cose di te sono ancora un mistero ma so di chi mi sono innamorato, e lo accetto. Se tu non puoi fare a meno di indagare, dovrai accettare di farlo con me. Ci siamo dentro in due. Non esiste che tu faccia questa cosa da sola, e lo sai anche tu.- Interruppe il suo sermone, a cui evidentemente pensava già da un po’, e aggiunse, con un tono più leggero: -Ho tanti punti a favore della nostra riconciliazione, ho perfino fatto una lista. Li ho anche elencati a Lucy, anche se lei mi voleva proporre il miglior avvocato divorzista della città!-

-Rick, questa cosa va definita bene, non voglio che tu sia coinvolto più di quanto lo sia ora e se tu pensi... - Tutto il discorsetto che voleva fargli andò a farsi benedire quando recepì la sua ultima frase. -Chi diavolo sarebbe Lucy? Aspetta… Volevi divorziare? Dopo 2 sole settimane?-

Incredibilmente Castle le sorrise e a lei venne una gran voglia di prenderlo a schiaffi.

Stava quasi per passare dai pensieri all’azione quando Castle si mise ad urlare verso la cucina

-Lucy ci sei? Sei attiva?-

Attiva?? Evidentemente lasciarlo doveva avergli creato qualche problema più serio di quello che pensava. Suo marito era impazzito.

Stava cercando di trovare qualcosa di sensato da dire quando sentì una voce metallica ma dal timbro femminile rispondere -Ciao Ricky, ti stavo aspettando!-

-Castle, che diavolo era?-

-Ricky, sembra tu abbia invitato ospiti!- Sentì di nuovo dire dalla voce metallica.

-Kate, ti presento Lucy. Lucy, questa è Kate Beckett!- rispose lui trascinandola in cucina davanti ad una piramidina nera.

-E’ un piacere conoscerti Kate Beckett, cosa posso fare per te?-

-Io… Veramente… Ma che sono quelle sulla libreria? Frecce?- gli chiese appena si rese conto dello stato in cui volgeva il loft.

In particolare c’era un arco abbandonato sopra il divano e diverse frecce conficcate nei libri della parete divisoria tra lo studio di Rick e il soggiorno.

-Si tratta di una riproduzione casalinga del celebre telefilm Arrow, Kate Beck...- la piramidina non fece in tempo a finire che Rick si affrettò a spegnerla.

-Un... piccolo esperimento balistico, niente di che- tagliò corto lui.

-E così mi avevi già sostituita, eh?- Lo punzecchiò lei.

-Niente e nessuno potrebbe sostituirti. E’ questo il punto.- Era tornato serio ed era di nuovo vicno a lei, col viso chinato su di lei.

-Non ci sarà bisogno di farlo, allora- gli disse posando la fronte sulla sua -non vado più da nessuna parte senza di te.-

 

Non ci fu più bisogno di altre parole per quella sera.




 

Questa storia è nata per caso, per dare sollievo a tutti i pensieri post episodio 8x02.

Un ringraziamento particolare va a Rita, senza di lei probabilmente non avrei scritto un finale, persa com’ero nel cercare qualcosa di più…

Purtroppo per mancanza di tempo l’ho chiusa qui, avrei voluto approfondire di più ma mi sono resa conto che in questo momento non mi era possibile dedicarmici…

Ringrazio moltissimo tutti quelli che hanno letto questa mia prima storia e hanno dedicato un po’ del loro tempo al recensirla, era da moltissimo tempo che non scrivevo e ora tutto sommato sono felice di averlo fatto!

Grazie davvero!

Kristal


P.S. Nel caso ve lo state chiedendo, il caso è stato risolto da Alexis. In questa stagione mi piace molto il suo personaggio e credo lei sia molto in gamba. Purtroppo era una delle cose che avrebbe meritato qualche pagina ma che non sono riuscita a concludere.
   
 
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