Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: MissJB2501    21/11/2015    0 recensioni
"Ci ripetono che l'amore è il sentimento più forte e puro che un essere umano possa provare in tutta la sua esistenza. Non ci credevo, o almeno è quello che mi imponevo di credere. Dopo le mie storielle da quattro soldi ero arrivata a pensare che forse non avrei mai provato amore per qualcuno, che non avrei provato tutte quelle sensazioni che erano scritte nei libri. Adesso posso garantire che mi sbagliavo perchè l'amore, quello vero, è anche meglio di come viene descritto , va oltre l'immaginario. Ma dobbiamo anche ricordare che l'amore è sofferenza e che amare vuol dire distruggere e che essere amati vuol dire essere distrutti."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeremy Bieber, Justin Bieber, Nuovo personaggio, Pattie Malette
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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POV LIV

"Non se ne parla." disse secca mia madre.

"Come sarebbe che non se ne parla?" chiesi molto confusa.

"Sarebbe che non andrai da nessuna parte. Non ti permetterò di andare lì e di ritornare con il cuore spezzato." Rispose aspra.

"Ci ha lasciato per colpa tua, tu rovini sempre tutto." sputai arrabbiata.

"Come ti permetti." Mi sgridò. "Dopo tutti questi anni mi ripaghi così?"

Mi guardava con delusione, non si aspettava un comportamento così da me.

"Tuo padre ci ha abbandonate perchè non ci ha mai amate." continuò dicendo.

"Non so se quello che mi dici è vero, mio padre è sempre stato gentile con me. Se n'è andato perchè tu trovavi sempre un pretesto per litigare, hai sfasciato la nostra famiglia." urlai.

La sua mano colpì il mio viso: mi aveva tirato uno schiaffo.

La guancia mi bruciava e istintivamente ci portai una mano sopra.

"Non volevo, non volevo" cercò di avvicinarsi.

"Non azzardarti a toccarmi." Sbraitai.

Corsi di sopra con l'intento di fare i bagagli. Dovevo andare, dovevo sapere che cosa aveva spinto mio padre a lasciarmi e dovevo farlo adesso.

Presi una valigia dall'armadio e ci buttai dentro degli indumenti a caso, qualunque cosa poteva andare bene, ma non volevo più stare in quella casa.

"Ti prego, non andare." sentii dire da mia madre.

"Non voglio più sentire quello che hai da dire, faccio quello che voglio." andai alla scrivania e presi dei trucchi.

"Liv Tanner, hai solo diciassette anni, sei solo una bambina." mi voltai di scatto.

"Ma ti ascolti? Sei incoerente in tutto quello che dici. Quando ruppi l'ampolla della nonna mi urlasti di crescere, lo sto facendo, lo sto facendo ora. Vado infondo ad una cosa che non hai mai voluto spiegarmi con chiarezza, e per tua informazione avrò diciotto anni tra una settimana." Trascinai la valigia fuori la mia camera.

"Ti ho sempre detto come stavano le cose."

"Non mi sembra."

Scesi di corsa le scale e aprii la porta.

"come sai dove abita tuo padre?"

"Non lo so, lo cercherò." Tagliai corto.

"Liv.."

Era troppo tardi quando parlò, avevo già richiuso la porta.

-POV JUSTIN-

Era stato liberatorio poter vendicare me stesso, l'unica pecca era che avevo i pugni rotti e un labbro gonfio.

Non riuscivo a medicare la mia mano sinistra essendo mancino, ed era fastidioso.

Ero quasi sicuro di aver messo le garze nel modo giusto quando bussarono al campanello.

Sbuffando aprii e mi ritrovai davanti una Liv sudata, con le valigie e cinque dita stampate in faccia.

"Che sta succedendo?" chiesi lasciandola entrare.

"Parto Justin, vado a Miami, cercherò mio padre." rispose abbassando il capo.

Gli alzai il viso con due dita e analizzai il segno rosso che aveva in faccia.

"E questo?"

Non volevo che le facessero del male, non dovevano ferirla.

"Mia madre, non voleva che partissi."

Prese la mia mano e sfiorò il mio labbro.

"Ti prego , non dirmi quello che penso che tu abbia fatto.." guardai da un'altra parte.

"Justin, avevi promesso che non ti saresti vendicato e invece hai fatto a pugni, di nuovo." si coprì il volto con le mani e sospirò sonoramente.

"Io sto bene, ma tu invece? Decidi così su due piedi di partire e di andare dall'altro lato dello stato, litighi con tua madre che è la cosa più importante che hai ..."mi interruppe.

"Justin, ho dovuto farlo, ho dovuto prendere queste decisioni. L'ho fatto per il mio bene, devo avere delle risposte." disse passando una mano tra i capelli.

"Nessuno potrà mai capire quanto sia importante per me." continuò.

"Si invece, so cosa vuol dire vedere tuo padre andare via. Il mio ha fatto lo stesso, solo che non è sparito nel nulla."

"Sul serio?"

Annuii.

"Se per te è importante tutto questo allora è importante anche per me." dissi e dopo due secondi scoppiò a piangere.

"Andrà tutto bene." la tranquillizzai.

La presi tra le braccia e la cullai.

"Stai dicendo che verrai con me?"

"Esatto." Risposi sorridendo.

"Vuoi seguire una pazza come me che non sa nemmeno dove cominciare a cercare suo padre."

"Non ti ho mai detto che ho un debole per le pazze?" Risposi dandole un bacio.

   
 
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