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Autore: angioletta2901    21/11/2015    2 recensioni
Sophia Cohen è al secondo anno di liceo, dopo essersi appena trasferita a Londra da una cittadina gallese.
Ma all'improvviso tutto cambia: sua madre, la sua migliore amica, il ragazzo che le piace non sono come sembrano, e lei stessa scoprirà di essere parte di un mondo nascosto alla maggior parte della gente. Catapultata nel bel mezzo di una lotta tra angeli e demoni, Sophia si ritroverà a fare una scelta che cambierà per sempre il mondo.
-L'ultimo pensiero della ragazza prima che baciasse Gabriel fu che, se le falene continuano ad essere attratte dalla fiamma pur sapendo che perderanno la vita al primo contatto con essa, allora quell'unico contatto doveva valere una vita.-
Genere: Fantasy, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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La figlia del diavolo

GIORNI DI SCUOLA E RAGAZZI AFFASCINANTI

Il primo giorno di scuola del secondo anno di superiori non è un evento che intimidisce, perché si sa già cosa succederà. Ma se ci si è appena trasferiti in un'altra città con la propria madre e la migliore amica, allora qualunque adolescente normale avrebbe paura.

Ma Sophia Cohen non era decisamente un'adolescente normale. Quindi, quel giorno non si preoccupò minimamente.

Non si guardò allo specchio per controllare che tutto fosse a posto, non fece sfilate di moda per capire cosa indossare. Indossò i suoi soliti abiti, raccolse i lunghi e lisci capelli neri in una coda e uscì.

La sua migliore amica, Safrina Benson, l'aspettava alla fermata dell'autobus. Se Sophia era sarcastica, introversa, solitaria e ombrosa, Safrina era invece timida e dolce, ma capace di tirare fuori testardaggine e determinazione.

In molti si chiedevano come mai Sophia, che tendeva ad allontanare chiunque, avesse scelto proprio lei come amica. Forse perché sentiva che avevano in comune qualcosa, un'affinità impossibile da spiegare a parole. E forse, se Sophia avesse saputo cosa sarebbe successo di lì a qualche giorno, non avrebbe fatto amicizia con Safrina.

Con l'autobus impiegarono poco tempo ad arrivare a scuola. Era un edificio ultramoderno, con vetri e cromature da tutte le parti, e ovviamente senza indicazioni per trovare le aule.

A quell'ora, l'edificio era gremito di gente, quindi alle due ragazze bastò seguire la marea di studenti per trovare la propria classe.

Come ogni anno, si sedettero una di fianco all'altra negli ultimi posti della fila centrale e aspettarono insieme agli altri studenti che arrivasse l'insegnante della prima ora.

Di colpo, Safrina si piegò verso l'amica e bisbigliò- Strafigo al secondo banco verso la finestra. Cavoli, quel tipo è talmente bello che potrebbe far venire un colpo apoplettico anche a una statua di pietra.-

Sophia girò discretamente lo sguardo verso il banco indicatole dalla compagna, e quasi le venne un colpo. Perché il ragazzo seduto lì era sul serio uno strafigo, anche per Sophia, che aveva dei parametri rigidissimi in fatto di ragazzi.

Anche da seduto, si vedeva che il tipo era veramente alto. Aveva capelli corti e di un marrone scurissimo, che ad una prima occhiata poteva essere scambiato per nero. Come se percepisse lo sguardo di Sophia, il ragazzo si girò, e la ragazza si perse nella contemplazione estatica dei tratti del suo volto. In particolare, gli occhi di lui le rimasero impressi: erano di un grigio intenso e burrascoso, come una tempesta sul mare, eppure gentili.

L'improvviso arrivo del prof di italiano la salvò da diverse cose, come ad esempio il perdersi in quegli occhi tempestosi e il sembrare una sfacciata.

Sophia non prestò la minima attenzione alle lezioni, per il semplice fatto che era occupata a cercare di non pensare al tipo. Era così concentrata che non riuscì nemmeno ad afferrare il suo nome quando il prof lesse l'elenco degli alunni.

Non appena suonò la campana che segnalava la fine della giornata scolastica, il ragazzo si alzò e uscì per primo, perdendosi nella calca dei ragazzi che dilagavano fuori dalle varie classi.

Sophia scattò in piedi e cercò di sistemare le sue cose il più velocemente possibile, ma riuscì solo a fare più confusione. Alla fine Safrina le tolse lo zaino di mano, dicendole- Se continui così, resteremo qui tutto il giorno. Dai, faccio io, tu corrigli dietro. Ci vediamo alla fermata tra dieci minuti, ok?-

Sophia non perse tempo e corse via, grata all'amica per averle dato quella possibilità ma contemporaneamente confusa: perché non era neanche riuscita a mettere le cose nello zaino? E perché era rimasta come ipnotizzata dallo sguardo di quel tipo? Lei era una ragazza cordiale ma distaccata. E allora perché quel ragazzo le faceva quell'effetto?

Affannata, si alzò sulle punte per cercare di vedere oltre la marea di teste davanti a lei. Era forse una testa marrone scuro che vedeva laggiù? Sì, ma non era lui. Che se ne fosse già andato? Un attimo... no, eccolo lì!

Sophia si rimise a correre, e questa volta lo raggiunse. Anzi, in realtà andò quasi a sbattergli contro.

Recuperò l'equilibrio e lo chiamò- Ehi, scusami!-

il ragazzo si girò subito e la guardò con fare interrogativo. Lei cercò di reprimere il fiatone e disse- Scusami se ti disturbo. Io sono Sophia Cohen. Volevo...volevo scusarmi per prima. Sai, non era mia intenzione fissarti in quel modo, e non vorrei esserti sembrata sfacciata. E poi...sinceramente, mi è sfuggito il tuo nome.-

Lui la squadrò da capo a piedi prima di risponderle, e poi la guardò dritto negli occhi- Tranquilla, non mi sei sembrata per niente sfacciata. Comunque, mi chiamo Gabriel Sykes. Piacere di averti conosciuta, Sophia. Ora scusami, devo proprio andare. Ci vediamo.- E senza dire altro, si girò e se ne andò.

Sophia rimase lì allibita per un po'. Poi, rendendosi conto che Safrina la stava aspettando, si affrettò verso la fermata.

   
 
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