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Autore: vali_    21/11/2015    4 recensioni
… si è convinto che tra loro al massimo può esserci un arrivederci, non un addio. Sono legati a filo doppio, forse perché sono fratelli o perché ne hanno passate talmente tante insieme che non possono perdersi senza finire per ritrovarsi, poi, in qualche modo”…
Mentre cerca un’auto per tornare da suo fratello, Sam riflette sulle sue scelte più recenti e si rende conto che, per quanto a volte abbia tanta voglia di fuggire, Dean è la sua famiglia e l’ultima cosa che vuole è separarsi nuovamente da lui.
[Terza classificata al contest “Quando il missing moment diventa importante” indetto da Petunietta nel forum di EFP]
[Seconda classificata al contest “Il pezzo che manca” indetto da AleDic nel forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima stagione
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Personaggi principali: Sam Winchester
Collocazione temporale: Prima stagione, 1x11 “Scarecrow”
Genere: Introspettivo, Slice of life
Avvertimenti: Nessuno 
Note: In attesa dell’ultimo capitolo di “Wash away”, mi affaccio nuovamente nel sito (sì, ho rotto le scatole, lo so XD) con una cosuccia piccolina.
Era tanto che avevo voglia di tornare a scrivere su Sam, perciò ho preso la palla al balzo ed ho sfornato questa piccola OS per il nuovo contest a cui ho preso parte. Sì, anche questa sta diventando una mania, forse, ma i contest forniscono spunti di ispirazione interessanti, perciò perché non approfittarne? :)
Ho provato a immaginare cos’ha fatto Sam prima di raggiungere Dean e salvarlo dallo spaventapasseri nell’episodio 1x11 “Scarecrow” e… beh, ecco cosa ne è venuto fuori :)
Il titolo, una volta tanto (XD), è stato partorito dalla mia fantasia.
Detto ciò, auguro a tutti un buon weekend, a presto! :D
 

Between us there’s no goodbye
 

«What made you change your mind?»
«I didn’t. I still wanna find dad and you’re still a pain in the ass, but…
Jess and mom… they’re both gone.
Dad is God knows where… you and me we’re all that’s left.
So, if we’re gonna see this through, we’re gonna do it together».
 
(Dean and Sam in “Scarecrow”)

 

Il parcheggio antistante la stazione degli autobus è pieno di vetture e Sam si muove circospetto, guardandosi attorno con estrema attenzione.
Non gli piace rubare macchine, così come detesta tutto l’alone di illegalità che circonda la sua vita di cacciatore e la sua famiglia, che a quanto pare, invece, ci sguazza bene in questo modo di vivere, ma l’Impala è rimasta a Dean e l’unico modo per raggiungere suo fratello, adesso, è scegliere un’auto e appropriarsene per un po’.
 
Punta una Ford blu non proprio nuova parcheggiata in un angolo e vi si avvicina a passo svelto, continuando ad assicurarsi di non essere osservato e stringendo forte con le dita di entrambe le mani le bretelle del suo zaino; si ferma quando è davanti allo sportello del guidatore e lo poggia a terra, estraendone dalla tasca posteriore una lama lunga e seghettata. Continua a guardarsi intorno anche quando la infila nel finestrino anteriore di quella macchina – un po’ sporca e visibilmente “vissuta”, ma comunque un validissimo mezzo di trasporto – e riesce a far scattare la serratura. Monta velocemente – l’abitacolo che puzza di fumo e qualche cartaccia sparsa sul sedile del passeggero, segno che il proprietario non è che ci tenga tanto a tenerla in ordine –, buttando rapidamente al suo fianco le due borse e lo zaino che si è portato dietro come bagagli, e si abbassa un po’, apprestandosi a fare una delle tante cose che Dean gli ha insegnato: scegliere i fili giusti per mettere in moto.
 
E’ preoccupato – la mascella contratta e le mani che tremano appena – perché Dean non risponde da tre ore e non è un buon segno, soprattutto se succede mentre sta cercando di capire come rendere innocuo uno spaventapasseri che uccide vittime sacrificali per soddisfare le volontà di una divinità pagana. Ha paura che gli sia capitato qualcosa, perché Dean non è il tipo che spegne il telefono, a maggior ragione sapendo che papà potrebbe chiamare da un momento all’altro – anche se, dopo quello che gli ha detto l’altro giorno, ne dubita fortemente.
 
Forse Sam ha sbagliato a buttarsi così, a partire per la California da solo con un’unica idea in testa, quella di ritrovare papà, convinto che fosse la cosa giusta da fare e ignorando totalmente la volontà di Dean di seguire i suoi ordini, ma è stanco di questa storia, di papà che dice loro qualcosa e lui e Dean che devono per forza obbedire come se fossero scimmie ammaestrate. Hanno dei cervelli, sanno cosa fanno, soprattutto Dean che ha fatto della caccia la sua vita e sa anche meglio di Sam come comportarsi in certe situazioni e gli fa rabbia che proprio lui, che qualche mese fa si vantava di andare a caccia da solo ora che è grande [1], vuole sempre seguire gli ordini di John come un cagnolino.
 
Tutto questo, però, avrebbe potuto dirglielo in modo diverso l’altro giorno, quando ha scaricato i bagagli dall’Impala ed è partito verso Sacramento. Anche perché, poi, è rimasto abbastanza colpito quando Dean gli ha detto quelle cose al telefono, quando gli ha parlato col cuore in mano – perché Sam conosce bene suo fratello e sa che era sincero fino in fondo – e gli ha detto di andarsi a trovare la sua strada.
 
E’ vero, Sam è sempre stato il più combattivo e deciso dei due quando si è trattato di fare certe scelte, soprattutto quelle più drastiche come andare a Stanford e allontanarsi per sempre – o almeno, così credeva lui – dalla caccia e da tutto quello schifo di vita che col passare del tempo l’aveva logorato dentro, ma ha sempre pensato che Dean gli avesse dato contro nella sua decisione, che lo avesse in qualche modo ostacolato. La verità, però – e Sam avrebbe voluto capirlo prima, maledizione –, è che non ne hanno mai parlato fino in fondo, perciò non sa cosa pensava davvero Dean a riguardo ed è rimasto sorpreso quando si è sentito dire tutte quelle cose, soprattutto che è fiero di lui.
Sono parole che valgono più di qualsiasi cosa, per Sam, perché John Winchester sarà anche suo padre, ma Dean è colui che l’ha cresciuto, che gli è stato a fianco nei momenti più difficili, che l’ha sostenuto sempre, anche nelle circostanze più avverse, aiutandolo più di quanto avrebbe fatto un qualsiasi fratello.
 
Ha riflettuto a lungo sulle parole di Dean, su quella telefonata, sul fatto che lui gli abbia detto addio e si è convinto che, invece, tra loro al massimo può esserci un arrivederci, non un addio. Sono legati a filo doppio, forse perché sono fratelli o perché ne hanno passate talmente tante insieme che non possono perdersi senza finire per ritrovarsi, poi, in qualche modo. Glielo ha dimostrato il periodo a Stanford quando, nonostante tutte le sue riserve e i dubbi che aveva, alla fine è andato con lui a cercare papà.
 
Perciò sì, sarà anche un bastardo egoista [2], ma non ha alcuna intenzione di rinunciare a suo fratello. Non adesso che l’ha ritrovato, non adesso che le cose tra loro stanno ricominciando a girare.
 
Stringe i denti cercando di concentrarsi e riesce a trovare i fili giusti, finalmente; li sfrega fra loro e osserva le piccole scintille che scaturiscono da quel contatto e, quando la macchina si accende, Sam tira un sospiro di sollievo.
Fa retromarcia ed esce velocemente dal parcheggio, prima che il legittimo proprietario dell’auto ritorni o che qualcuno lo veda. E soprattutto perché suo fratello potrebbe essere in serio pericolo e lui non ha altro tempo da perdere.  
 


[1] Nel “Pilot”, durante la prima conversazione tra i due fratelli, Sam si stupisce che John abbia mandato Dean a caccia da solo.
[2] «You’re a selfish bastard, you know that?» è ciò che dice Dean a Sam all’inizio dell’episodio. 

  
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