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Autore: bulmasanzo    21/11/2015    1 recensioni
Questo è ciò che succede se in una notte d'estate una fanwriter decide di non seguire più la trama.
Extra de: La 'meravigliosa' avventura.
Raccolta di one shot, tutte rigorosamente prive di un finale.
Possibilità di nonsense e di cross over.
Genere: Commedia, Fluff, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Daisy, Luigi, Mario, Peach, Rosalinda
Note: Cross-over, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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È già buio fuori, l'aria pungente della sera pizzica le gole di tutti coloro che se ne stanno imprudentemente all'aperto senza una sciarpa a coccolargli il collo.

Una sagoma grassa e tonda si affaccia sul cortile, da dietro la porta di servizio dell'ospedale. La testa altrettanto tonda dell'uomo cui tale sagoma appartiene ruota leggermente, prima a destra e poi a sinistra. Con circospezione, egli si guarda intorno, controlla che nessuno badi alla sua presenza, prima di voltarsi e tendere la mano a qualcuno che si trova dietro di lui, ancora avvolto dall'ombra che lo cela a sguardi curiosi.

Un'altra mano si unisce, dopo un attimo di nervosa esitazione, alla sua. La stringe.

Con uno strattone il più possibile delicato, Wario tira Luigi verso di sé esponendolo alla giallastra luce del lampione che c'è di fuori, costringendolo a strizzare gli occhi per non restare abbagliato dal riverbero improvviso.

Poi lo solleva tra le forti braccia. Non solo perché è a piedi nudi, ma anche perché la grande fasciatura sul ginocchio sinistro gli blocca la gamba e gli impedisce di camminare.

Luigi si aggrappa al suo collo, tranquillamente, come un bimbo si attaccherebbe al collo del suo papà. È ancora un po' intontito. Ma uno spiffero gelido gli arriva sulla faccia, e qualcosa nelle sue percezioni alterate dai farmaci che ha assunto inizia a cambiare. Il suo cervello incomincia a risvegliarsi.

Dopo qualche passo, sente che Wario inizia ad accelerare l'andatura, e la cosa lo fa leggermente allarmare.

"Stiamo scappando" dice. Non lo chiede, lo stabilisce.

L'affannato omaccione non risponde, grugnisce. Per lui, in questa serata di eccessi e follie, anche quell'esile peso è ingombrante, un po' difficile da trasportare.

"Dove andiamo?" continua Luigi.

"In un posto sicuro, dove non potrà trovarci" riesce a dire Wario, sbuffando e ansimando.

La conversazione prosegue a singhiozzi, la voce di Luigi risulta come spezzata dai rimbalzi. Ma lui non rinuncia a porre domande.

"Chi non potrà trovarci?"

"Lui"

"Lui chi?"

"Waluigi"

"E chi sarebbe?"

"Era il mio amico, una volta, e adesso..."

"Adesso?"

"Adesso è solo un pazzo assassino"

"È stato lui che mi ha investito?"

"No."

Il minatore fa uno sgraziato salto per superare un dirupo. Riesce a raggiungere l'altra parte, ma atterra malamente sulle ginocchia cicciotte. Si rialza, cercando di non far scivolare il suo ospite chiacchierone.

"Chi è stato, allora?" chiede imperterrito costui.

"Sono stato io." risponde Wario di getto, come se mentire in questo momento gli fosse impossibile.

Luigi ha un sussulto tale tra le sue braccia che Wario rischia di nuovo di farlo cadere a terra.

"Ma non volevo. È stata colpa sua, come se l'avesse fatto lui. Ti spiegherò." si affretta a rassicurarlo stringendolo meglio .

"Spiegami adesso" insiste Luigi. Non è proprio ancora del tutto lucido, ma una sensazione di pericolo gli è caduta d'improvviso addosso, come una coperta o, meglio, come un manto.

Wario è indignato dalla sua impazienza. "No. Basta con le domande. Fa' silenzio." lo rimbrotta. È infastidito, sta cercando di aiutarlo e lui non fa che parlare e parlare. È ansioso e ha paura. Urge raggiungere la miniera, prima che quel satanasso raggiunga loro.

La miniera è sicuramente il posto adatto, non gli verrebbe mai voglia di andare a trovarli là dentro. E se anche gli venisse... quello è il suo ambiente, saprà per lo meno come muoversi e come difendersi.

Non è che sia sicuro al cento per cento che li stia inseguendo, ma c'è comunque un'alta probabilità. Perché lo conosce.

Non è il tipo che lascia a metà il lavoro che ha iniziato.

Una specie di ruggito si leva nell'aria, tante voci si sovrappongono. Wario con il suo bel 'carico' va più veloce che può, calpestando tutto quello che si trova di fronte, con le suole delle sue scarpe da due soldi bucate e mille volte rammendate, che volano indistintamente sull'erba del prato, sul fango, sulle pietre, sui fiori, sui funghetti, sulle cacchette degli uccelli spiaccicate...

Wario sente Luigi che si sta agitando, non sa se sia per via della gamba che gli fa male o se si stia rendendo conto seriamente del pericolo che corre, sa solo che non può mollarlo.

Se Waluigi gli ha dato quella trappola su quattro ruote c'è stato un motivo. Avrebbe dovuto lasciarla dov'era, non avrebbe mai dovuto mettersi al volante.

Non è stato un incidente. Ha fatto qualcosa a quei freni che non si sono azionati quando li ha premuti, ha fatto qualcosa al vetro di quel parabrezza che ha riflettuto la luce così intensamente da accecarlo e fargli perdere contatto con la realtà, ha fatto qualcosa a quelle ruote perché sbandassero e finissero di traverso trascinandolo fuori strada. Wario è sicuro di questo.

Ed è sicuro anche che Luigi non si trovasse lì in mezzo, pronto per essere messo sotto, per puro caso. Non sarebbe dovuto essere lì.

C'erano i festeggiamenti ed erano all'interno del giardino, perché mai si sarebbe dovuto trovare all'esterno?

Qualcuno ce lo ha spinto, voleva che fosse lì. E voleva che sembrasse un incidente e, soprattutto, voleva che in esso entrambi, investitore e investito, morissero.

Ora, Wario può intuire che Waluigi possa avere del risentimento verso di lui, l'ex amico che lo ha fregato, che è diventato rivale e con cui mai più si è riconciliato, e che l'odio tra loro è scorso e sempre scorrerà... ma verso Luigi?

È solo una vittima casuale o davvero aveva puntato a sbarazzarsi anche di lui? È stato un errore o ha valutato, ritenendo che fosse sacrificabile? C'entra il fatto che i loro nomi sono simili? Gli dava fastidio l'assenza del 'WA' iniziale? È questa una scusa valida per uccidere qualcuno?

Wario sta pensando piuttosto in fretta, l'alcool che gli circola in corpo sta venendo tutto fuori con il sudore, quindi la sobrietà è amica sua, per il momento, e gli permette di ragionare e articolare pensieri che non sono quella pappa disgustosa e senza senso che erano prima... si sente sempre meno stupido. E, paradossalmente, si sente anche in trappola.

"Ci stiamo avvicinando, devo solo superare quella specie di gabbia di vetro e poi, giusto due passi in quella direzione e saremo in salvo dentro la mia amata miniera, solida e sicura"

Sta ancora ponderando quando il fascio luminoso proiettato da una torcia elettrica rifrange sulle pareti della serra e colpisce gli occhi dei due fuggiaschi.

Wario non vede nulla.

Ma sente. Sente il grande ventre contrarglisi verso l'interno.

Sente un colpo, la punta acuminata di un bastone di legno grosso, che prima gli si conficca nello stomaco e che poi gli sbatte violentemente sulla testa, mandandolo a terra.

Luigi gli sfugge dalle braccia, ne sente lo strillo di dolore, quando quello stesso bastone gli viene fracassato con forza dritto sul ginocchio ferito.

"Merda" biascica, sentendo l'umido scendere dalle orecchie, dal naso.

"Cosa credevi, di essere invisibile?" dice una voce acuta, sovrastando le urla "È improbabile non accorgersi di un omone obeso come te. Credevi che non ti avrei notato? Credevi di potertene uscire dalla porta di ingresso in tutta tranquillità? Se lo hai creduto, sei davvero un povero troglodita"

Sta per ritornare a vedere normalmente quando un altro colpo gli arriva, stavolta in piena faccia. Stelline colorate gli esplodono di fronte agli occhi insieme a un male assordante e pungente, è come se la faccia gli fosse stata strappata via. Accanto a lui, Luigi comincia a rantolare.

Wario sa perfettamente cosa sta succedendo e sa anche che non può lasciare che accada. E come un ippopotamo quando attacca, sa diventare velocissimo in caso di bisogno.

Si butta a peso morto, cercando di schiacciare l'aggressore con il proprio peso. Sotto i suoi chili di troppo, sotto gli strati di adipe e vigliaccheria, ha trovato giusto un pizzico di follia coraggiosa.

Ma è disarmato. E l'ennesima mazzata lo manda a gambe all'aria e stavolta la ciccia non lo salva ammortizzandolo, la testa batte di nuovo contro il suolo e può sentire il sangue impregnargli i capelli, dandogli l'impressione che si sia spaccata come un cocomero lanciato dalla finestra.

Un lungo piede, chiuso in una scarpa a punta, gli preme sulla guancia come se volesse spanderne sul suolo il contenuto zuccherino, che poi non è altro che il suo cervello.

Wario riesce solo a constatare l'ovvio: ha fallito, Waluigi li ha trovati. E sta per ucciderli e non ne conoscerà mai la ragione.

La faccia del mostruoso essere umano, ma dall'espressione del viso decisamente inumana, compare nel suo campo visivo.

Quanta rabbia, quanto odio che c'è dentro quegli occhi cerchiati di viola.

"Ragiona!" gli urla disperato "Non volevi simulare un incidente? Come potrai mai rimediare a tutto questo macello?"

La faccia di Waluigi cambia. Compare di nuovo l'odiato ghigno che Wario ha imparato a temere. Quello che comunica qualcosa di insano, quello che non vorresti mai vedere comparire sul viso del tuo nemico. Perché quando compare, lo sai nel profondo che è finita.

"Il lago inghiottirà ogni singola prova"

Lo sfintere uretrale di Wario si rilassa all'udire questa terrificante minaccia, i pantaloni gli si bagnano completamente.

Si sente preda della vergogna, si sente impotente, si sente preso in giro dal destino, dalla vita, dall'universo intero che punta il dito contro di lui, che gli dà dell'idiota, dell' egoista, dell'esecrabile, e lo deride.

E poi, comparso dal nulla, un pugno chiuso, luminoso impatta contro la guancia di Waluigi, deformandone il ghigno e capovolgendolo all'istante.

Vere scintille esplodono nel contatto. Esplode anche l'orrenda maschera, il corpo dello scatenato lucifero viene proiettato tutto da un lato e si schianta contro un albero.

Wario si solleva leggermente, stordito, e poi sgrana gli occhi incredulo.

Luigi è in piedi, su entrambi i piedi, come se fosse guarito, e il suo braccio, che ha appena sferrato il cazzotto, è ancora teso.

C'è qualcosa di diverso nel suo aspetto. Ha due strane orecchie extra, a punta e ricoperte di pelo marrone, che gli spuntano dalla cima della testa, sbucando tra i capelli. E una coda striata da procione che gli spunta da dietro.

Il ginocchio ferito è come circondato da un alone magico di lucine sbrilluccicose. Da esso, il sangue scorre ancora copiosamente al suolo, ma non sembra dargli alcun impiccio.

Luigi stesso sembra confuso.

"Ho afferrato una foglia Tanooki che mi è praticamente caduta dal cielo" spiega.

Istintivamente sollevano lo sguardo, in tempo per vedere un grosso elemento fluttuante nell'aria che si allontana in fretta e furia. Potrebbe essere qualsiasi cosa, ma Luigi crede di averlo già visto da qualche parte, ciò che gli si affaccia alla mente è il ricordo di una specie di veicolo a forma di tazza, con l'elica sotto e una spiritosa faccia da clown dipinta sopra...

Luigi non ha nemmeno il tempo di raccogliere la mascella che gli è cascata a terra che Waluigi attacca di nuovo. Allora compie un salto e muove la coda in tondo per restar sospeso in aria.

Wario assiste a una scena patetica: Waluigi che cerca di acchiappare la sua sfuggente preda muovendo le mani nello stesso modo in cui si cerca di prendere una mosca, che ovviamente è troppo veloce e continua a sfuggirti dalle mani e passarti sotto il naso e tu proprio non riesci... beh, ecco, c'è appena riuscito.

Ma non sta giocando in modo leale, lo ha infatti afferrato per il ginocchio e glielo ha stretto, molto forte. Una lieve crosta che stava iniziando timidamente a formarsi si spezza. Nuovo sangue sprizza fuori.

Un altro lampo, ma stavolta Wario non si fa abbagliare. Capisce subito di cosa si tratta. Al gemito prolungato di terrore e dolore di Luigi, si rende veramente consapevole del bagnato nei suoi pantaloni e non accetta la situazione. Non accetta di essere battuto, non accetta che un innocente resti coinvolto nel suo problema. È il momento di andare fino in fondo, ha iniziato una missione di salvataggio e adesso deve portarla a termine. La furia che si scatena in quel momento, nella raffica di pugni che sorprende perfino il suo cervello guasto, fa sembrare quell'omaccione sovrappeso e debole un vero leone, fiero, perfino coraggioso. Waluigi stesso resta sorpreso dalla sua foga, o forse solo dalla sua improvvisa perdita di codardia.

Wario afferra con entrambe le mani il braccio di Waluigi. È veramente un brutto coltellaccio quello che sta reggendo, la lama è poco affilata, seghettata e arrugginita perfino. Se sei un po' impressionabile, non provare nemmeno a immaginare come sarebbe tagliare una gola con quel coso.

Waluigi ha le braccia però molto resistenti, con un singolo scatto lo ritrae, sfregiando la guancia del suo opponente.

Luigi riesce a sgusciar via dalla sua presa, vola via in un guizzo di sangue, cercando in tutti i modi di ignorare l'angolatura stranissima in cui la gamba gli s'è piegata. Usa quella buona per unirsi all'attacco.

Ed ecco che anche il primo giocatore fa il suo ingresso in campo.

Sì, parlo di Mario. Accorso, dopo che una terrorizzata Daisy si è svegliata senza trovare più suo marito nel letto d'ospedale in cui lo aveva lasciato. Mario, che con un potenziamento improvvisato arriva a dar man forte. Si trova a bordo di una nuvoletta sorridente, quella di Lakitù. Trovata a fluttuare appartentemente per caso lungo la via. Come se qualcuno, un angelo custode improvvisato, l'avesse messa lì per aiutarlo.

Uova di Koopistrici piovono sulla testa di Waluigi, poi anche Mario stesso, una volta che ha finito le munizioni, si lancia a peso morto atterrando dritto sul nemico, costringendolo ad abbassarsi in avanti.

Luigi, stupefatto ma grato, unisce piede buono e piede non buono, fa una capriola in aria e, iniziando a roteare come una trottola, comincia a martellare da tutte le direzioni con la coda ritta.

Wario, con il viso sanguinante, fa l'unica cosa che può fare in quel momento: gli afferra una gamba e lo morde nella caviglia. E ancora, più su, nella coscia. E ancora, più su, sul fianco.

Troppi attacchi da troppe parti. L'infernale meccanico non si era aspettato questa ostinatezza.

Il colpo finale, quello che lo manda finalmente al tappeto, però, non è unico: gli arriva da tre punti diversi. Abbattuto. Inevitabilmente.

Wario crolla a terra, esausto e con il cuore che gli strabatte a mille all'ora. Un sorriso gli si affaccia sul viso, ma per poco.

Mario è ancora completamente furioso, in questo momento, e trova in lui il suo capro espiatorio. Gli molla un cazzotto sulla faccia.

A Wario fa però piacere vedere che Luigi sta effettivamente prendendo le sue difese. Urla “No!” e Mario si ferma. “No” ripete Luigi e accenna un passo mentre il suo potenziamento svanisce lasciandolo inerme.

I due fratelli si vengono incontro, si abbracciano in uno slancio silenzioso di quelli che non hanno bisogno di parole, poi Luigi crolla definitivamente. Wario ha l'impressione che la sua gamba sia a un passo dallo staccarsi...

Mario chiama rinforzi. Una truppa di toad si incarica di trascinar via il pericoloso meccanico. Li farà i suoi conti con la giustizia. Ma per adesso è più importante prendersi cura del ferito.

Quando Luigi torna in ospedale, in sedia a rotelle, Daisy è lì che lo attende.

Dire che la ragazza abbia un aspetto penoso è un eufemismo, fa paura. I suoi capelli sono diventati un groviglio indescrivibile di nodi, le guance sono scavate, le labbra morsicate a sangue. Respira affannosamente e si tiene le mani contratte ad abbracciarsi il ventre.

Luigi ha uno scatto verso di lei, ma la toad infermiera lo ricaccia giù e lo riporta in fretta in sala operatoria.

Daisy si piega sulle ginocchia e butta la testa in giù contro il pavimento. Peach compare lì accanto a lei e cerca vanamente di rimetterla in piedi. Il viso della ex-principessa diventa rosso e blu, le vene spiccano ovunque, ingrossate e pulsanti, sotto la pelle.

Mario si mette dall'altra parte e cerca pure lui di darle il proprio sostegno, ma si accorge che i suoi capelli si sono impregnati di un sudore particolare, quello freddo ma che fa sentire caldo, quello che fa male, quello che viene quando il terrore puro ti attanaglia e ti fa impazzire, quando i neuroni urlano e non puoi bloccare il tuo cervello e nemmeno il tuo cuore...

Nessuno le dirà che a seguito di questo attacco di panico in piena regola, inarrestabile quasi quanto una scossa epilettica, la ragazza sarà sul punto di perdere il suo bambino.

Ma aspettate a sussultare, non succederà, esattamente come Luigi riuscirà a non perdere la sua gamba. La disastrata coppietta se ne tornerà felice e contenta e spensierata (si fa per dire) a casa dopo pochissime settimane di recupero.

Sia Wario che Waluigi saranno processati. Ma solo il secondo verrà infine condannato. Ed è un po' inevitabile che accada, visto che Waluigi si vedrà puntati contro qualcosa come mille capi di imputazione, mentre Wario solo una metà...

La cosa più triste è che mai al mondo qualcuno riuscirà a comprendere a pieno il movente dell'aspirante delitto. Voglio dire, a seguito di un esame psicologico (privato), le ragioni di Waluigi risulteranno essere talmente contorte e folli da effettivamente giustificare a pieno i suoi gesti. E questo farà spaventare talmente tanto il dottore che gli farà prendere l'estrema decisione di non rivelarle ad anima viva.

Da parte sua, Wario sarà piuttosto soddisfatto del verdetto finale. Proverà senza dubbio pena e rimpianto nei confronti del suo ex compare, ma non pietà. No, non dopo il casino che ha combinato.

Si accollerà la sua giusta parte di pena da scontare senza lamentarsene (servizi sociali, in fondo gli è andata bene perché Luigi ha testimoniato a suo favore, quindi almeno l'accusa di rapimento è risultata infondata) e si compiacerà di aver trovato un amico inaspettato, Sic!, proprio un amico, in Mario.

Perché Mario è questo tipo di persona. Quella che capisce, che ascolta, che dà a tutti una seconda possibilità.

Quella che non riuscirà mai a convincere del suo buon cuore celato è Daisy. Lei non lo perdonerà mai per quello che ha fatto. Non mi interessa. Hai comunque messo sotto con la macchina mio marito, scusa tanto se non voglio che tu venga al battesimo di mio figlio, gli ha sibilato, piena di veleno, una volta in cui aveva tentato di scusarsi. La prima e anche l'ultima.

Come biasimarla?

Ma adesso, credo di aver raccontato tutto molto in fretta.

Calmiamoci e allontaniamoci un attimo e riprendiamo quel pezzettino di indizio che vi avevo lasciato prima. Abbiamo detto: una foglia tanooki e una nuvoletta. Chi glieli ha lasciati, vi sarete chiesti? Chi li ha aiutati?

“Aiutarli, eh, non esageriamo. Non avevo davvero intenzione di aiutarli” si difende “Facevo pulizia. I tuoi fratelli non vogliono mai sistemare questa cavolo di clown car, ci trovo sempre dentro le cose più assurde, chi lo sapeva che c'erano dei power ups! E quella nuvola? Sarà stata lì nell'angolo da mesi. Chi lo sa quante altre schifezze troverei se mi mettessi a scavare...”

“A me sembra che tu sia intervenuto nel momento cruciale” osserva il piccolo se stesso, rannicchiato comodamente tra le sue ginocchia squamose “Voglio dire, hai praticamente seguito tutta la scena da lontano, perché non venivi fuori prima?”

“Non potevo far questo a Peach” replica lui, mordicchiandosi un artiglio “Quel dannato umano mi ha preceduto rovinando la mia trionfale entrata in scena, se fossi comparso subito dopo di lui le sarebbe venuto un colpo, era troppo per lei. Senza contare che avrebbe potuto fraintedere, credere che fosse tutto organizzato, come se io avessi avuto sul serio a che fare con quello...”

“Ha comunque combinato un bel pasticcio.” osserva il più giovane in tono di rimprovero.

“Ma non a lei!

“Oh, papà, andiamo, sono amici!” si irrita, aggrottando le azzurre sopracciglia.

Il koopa adulto solleva le mani, aprendole di fronte a sé “Suvvia, non erano affari nostri, ciò che ho fatto è già abbastanza!”

“Però così, agendo nell'ombra, come lo capiscono che ci siamo noi dietro?” si imbroncia.

Bowser allunga una zampa ad accarezzare il pennacchio di capelli del suo piccolo dodicenne, trasformando il tocco in una coccola e facendogli il solletico, capovolgendo così la sua faccetta triste “Non sottovalutare la sua intelligenza, non è mica scema.”

Larry fa finta di essere offeso e gira il musetto sfuggendo alla presa, ma in modo giocoso.

“Sei solo seccato perché ci tenevi a rivederla.” osserva il padre.

“Certo che la voglio rivedere!” riprende “Eravamo qua apposta per questo, no?”

“Te lo prometto, te lo prometto che l'andiamo a trovare, non appena 'sta situazione assurda si sistema.”

“Eh.” sbuffa “Hai detto lo stesso prima.”

“Eh.” lo imita “Ma in fondo che ne sapevo di quello che stava per succedere?”

I denti piccolini ma già comunque acuminati del principino si allargano nell'imitazione di un ruggito. Il padre gli ruba un'altra coccola e stavolta lui si lascia stropicciare un pochettino.

Poi si lascia inaspettatamente prendere da un attimo di tristezza.

“Si ricorderà di me, dopo tutto questo tempo? Pensi che le piacerà come sono adesso?” chiede ansiosamente, in un tono carico di attesa.

Bowser lo fissa nel profondo del blu dei suoi occhi in atteggiamento solenne.

“Non devi avere assolutamente nessun dubbio riguardo a questo”

E basta questa insignificante risposta perché lo sguardo del piccolo koopa si accenda di una luce cosmica, formata da un milione di piccole stelline luminose che lo incendiano e gli riempiono il cuore di speranza.


 


 


 


 


 

Spazio autrice:

Questo capitolo è stato molto sfortunato: il supporto mobile da cui normalmente scrivo prima di passare tutto al pc è andato distrutto. Fortunatamente, prima della disgrazia ero riuscita a salvare metà del testo. Ho dovuto però riscrivere tutto da capo la seconda metà. E credo che la prima versione fosse migliore, ma cavolo, non riesco assolutamente a ricordarmela, vorrei averla potuta riscrivere esattamente com'era! Poi, l'ultimo pezzettino è stato riscritto tre volte... Spero che il risultato non sia eccessivamente catastrofico, sono stata davvero impegnatissima in questi mesi, mi sono trasferita all'estero per lavoro e il mio tempo libero è proprio contato... lasciatemi pure le vostre critiche e i vostri consigli, sapete che sono sempre aperta a suggerimenti! A presto e grazie per aver letto!

  
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