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Autore: Zenya Shiroyume    21/11/2015    4 recensioni
[Song-fic: Magical Mirror, Mirror's Magic]
La vita è fatta di opposti e anche la fortuna si muove secondo questa legge...
Rin aveva una vita perfetta, fino a quando una malattia non l'ha costretta sulla sedia a rotelle; da allora tutto è andato peggiorando.
Len era il figlio di un facoltoso imprenditore che la sfortuna aveva portato alla rovina, fino a quando le cose non hanno iniziato a migliorare.
La ruota del destino spesso è crudele, ma se qualcuno decidesse di andare contro e spezzare il suo equilibrio? Cosa succederà?
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Tratto dal testo
“Come, non lo sai? Con il nostro accordo, la ruota della fortuna ha ripreso a girare in tuo favore... Ma non può andare bene per tutti! E lei non fa eccezione.”
“S-Stai insinuando che il suo dolore sia... C-Colpa mia?” chiese titubante.
“Lo specchio rappresenta le due facce di una medaglia, luce e oscurità, bene e male... Fortuna e sfortuna. Cosa hai intenzione di fare? Lasciare che le cose procedano così, oppure vuoi metterti contro lo stesso scorrere del destino per salvarla? La scelta è solo tua!
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Len Kagamine, Rin Kagamine | Coppie: Len/Rin
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Tematiche delicate
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Magical Mirror pt.4

Chapter IV - Finale

Il tempo passava con leggerezza nella stanza di Rin. La ragazza non era mai stata così bene, non aveva mai riso così tanto, né aveva mai passato le sue giornate con qualcuno. Era seduta per terra, accanto allo specchio della sua stanza, come ormai faceva da tre settimane a quella parte. Teneva le gambe incrociate, la gonna leggermente mossa dal vento primaverile che si insinuava nella sua stanza, mentre le mani tenevano le braccia di una piccola bambola di pezza che danzava.
La figurina di stoffa, Miku, muoveva i piedini a ritmo con la voce di Rin, che cantava una vecchia canzone della sua infanzia.

Canti veramente bene!” disse Len, seduto accanto alla ragazza, ma allo stesso tempo lontanissimo da lei. Poggiò la mano destra sulla lastra di vetro che li separava e si sporse un po' per vedere le altre bambole, che dondolavano la testa estasiati dalla voce della loro padroncina. Sul viso, gli occhi azzurri brillavano di una luce quasi affascinante e misteriosa, diversa da qualsiasi cosa Rin avesse visto nel suo mondo.
Lo pensano anche loro!”
Rin arrossì e smise di cantare, con il disappunto del suo pubblico che emise un leggero verso di tristezza. Miku la guardò con aria interrogativa, con quei suoi dolci occhietti cuciti da qualche esperto artigiano, e la ragazza rispose con un sorriso sommesso, affinché Len non la vedesse e la bambolina non si abbattesse. Rin non aveva mai cantato di fronte a nessuno, lo faceva solo con sua madre quando era piccina, ma da quando era arrivato lui, le cose avevano iniziato a cambiare, forse anche troppo velocemente perché sembrasse reale.
Aveva riflettuto a lungo riguardo a quel cambiamento, quasi ogni notte sotto le lenzuola, ma continuava a non trovare una risposta; forse semplicemente non ce n'era una e quella era diventata la sua quotidianità. Iniziò a dondolare la testa, continuando a pensare a cosa avesse spinto Len a entrare nella sua vita, mentre intanto i suoi piedi avevano iniziato a compiere lo stesso movimento.

Ti sei incantata? Guarda che la mia magia non fallisce mai!” fece con finta superbia il giovane oltre lo specchio, indicando le gambe di Rin ormai guarite e capaci di sorreggerla. Quanto tempo ci aveva messo per chiedergli di realizzare quel desiderio? Lei non ci aveva fatto caso, voleva solo prima essere certa dell'esistenza di quel misterioso mago.
Lo s-so... E t-ti sono grata per quello che h-hai fatto...”
Piuttosto, perché ora non balli assieme alle tue bambole? Posso mettere della musica!”
Il ragazzo s'era messo in piedi e le tese la mano, sapendo che comunque non avrebbe potuto afferrarla, attendendo che la ragazza si alzasse. Gli sembrò titubante, perciò alzò le mani e una splendida melodia iniziò a riecheggiare per la stanza, come fosse prodotta da quel direttore d'orchestra che Len fingeva di essere. Rin non aveva mai sentito una sinfonia di archi e pianoforte così bella, non credeva che nessun artista al mondo potesse comporre qualcosa di simile, ma poi un pensiero le balenò nella testa.
Magari questa musica appartiene al suo mondo, pensò alzandosi e poggiando le mani sullo specchio per paura di cadere. Chiuse gli occhi e continuò ad assaporare quella melodia e la sua mente iniziò a viaggiare verso quello che le sembrò un sogno.
Alte mura di pietra che al sole parevano d'argento, torri e guglie su cui svettavano stendardi e bandiere; intorno, radure e boschetti verdi e rigogliosi dove poter correre e sentire la brezza tra i capelli.

Pare tanto un vecchio ricordo d'infanzia...” fece a bassa voce, avvicinando ancora di più il petto alla lastra di vetro; Len interruppe il movimento delle sue mani e le poggiò su quelle della ragazza. Palmo contro palmo, separati da un sottile strato di vetro che purtroppo per loro rappresentava una barriera invalicabile.
A cosa stai pensando?” chiese il mago, mentre il volume della musica si faceva più flebile, fino a diventare un leggero sottofondo capace di confondersi con il cinguettio degli uccelli e il frusciare delle fronde.
A n-niente!” Solo ad una specie di sogno, in cui io ero la principessa e tu il mio principe... Il principe che mi ha salvata dal drago cattivo e che ora mi sta rendendo felice, concluse nella sua mente, consapevole che quelle parole non gliele avrebbe mai dette.
Rin alzò di scatto la testa e si allontanò, imbarazzata e un po' instabile sulle gambe, cercando di nascondere il viso paonazzo a Len. Intanto, le figurine di Kaito e Luka camminavano a pochi centimetri dai suoi piedi, preoccupati che le gambe della loro padroncina potessero cedere da un momento all'altro; invece, dietro di sé, sentì il mago borbottare qualcosa che la costrinse a voltarsi.
Lo vide sorridere, ma allo stesso tempo sembrava rimproverarla con dolcezza. Rin non seppe come reagire, dentro di lei avrebbe voluto poterlo abbracciare e superare quella barriera che li divideva. Cosa c'è dall'altra parte?

Sai che non puoi mentirmi? Ti conosco più di quanto immagini...”
Il cuore riprese a batterle all'impazzata, il respiro iniziò a farsi corto e irregolare. Ogni suo comportamento e ogni sua azione la lasciavano perplessa e spaesata, non capiva mai come dovesse reagire, ma sentiva che qualcosa mancava, qualcosa che la sua magia non avrebbe mai potuto darle.

Signorina Rin!”
Fuori dalla stanza, probabilmente dalla base delle scale, la ragazza si sentì chiamare dalla domestica, che sicuramente aveva qualcosa da dirle; dal suo tono le sembrò emozionatissima e in fermento, cosa che un po' la preoccupava. Rin incrociò lo sguardo di Len e questo annuì, lasciandola andare da coloro che la stavano chiamando; lui sarebbe rimasto lì ad aspettarla, pronto a realizzare ogni suo desiderio.
Cosa c'è oltre lo specchio? Posso far parte del tuo mondo?
La ragazza si diresse verso la porta della sua stanza con passo incerto, sempre più rapido e sicuro man mano che procedeva sotto lo sguardo soddisfatto del mago dello specchio, che la osservava muovere quei suoi delicati piedini dopo anni di malattia e sofferenze. Ciò che lui era venuto a fare stava dando i suoi frutti.
Non sai quanto ti sono debitrice, fece nella sua testa, senza accorgersi di aver superato la soglia della sua stanza ed essersi ritrovata nel lungo corridoio tappezzato di carta da parati azzurrina. Si fermò un secondo per riprendere fiato, ancora faceva fatica a camminare e i muscoli delle sue gambe non erano più abituati a quegli sforzi. Posso continuare a far affidamento su di lui in questo modo?
Lasciò la domanda in sospeso, non sapeva ancora come rispondere, ma quando i suoi piedi iniziarono a scendere lentamente le scale, si chiese se Len potesse davvero rimanere al suo fianco per sempre. Era vero, lo conosceva da poco, ma si sentiva incredibilmente legata a lui, come se avesse sempre fatto parte della sua vita. Lui aveva fatto veramente moltissimo per lei e la ragazza non sapeva come poter ricambiare, cosa che forse l'avrebbe resa veramente felice o, perlomeno, in pace con se stessa.

Perché sento che manca qualcosa?” fece a voce alta. Rin sapeva già la risposta ed era molto semplice: voleva che quella barriera che prima era un semplice specchio sparisse, per poter sentire, e non solo immaginare, di poter toccare la mano di Len. Lui le aveva dato tantissimo, forse troppo, ma avrebbe rinunciato a tutto pur di poter stare al suo fianco senza quel dannato specchio.
Basterebbe solo quello...”
Le mani si strinsero l'un l'altra all'altezza del petto, che si gonfiò per accogliere un sospiro di rammarico.

R-Rin... Non ci p-posso credere!”
Gli occhi della ragazza si spalancarono e di fronte a lei, poco lontano dalla base delle scale, suo padre la fissava stupefatto, con il suo cappello militare in bilico su due dita. Il viso dell'uomo era contratto in una smorfia che pareva un misto tra felicità e incredulità, mentre gli occhi diventavano sempre più umidi, finché le lacrime non iniziarono a scivolare su quel volto tanto famigliare.
Rin abbassò lo sguardo e si fissò le gambe, un po' come faceva Len e accennò un sorriso, per poi ricambiare l'abbraccio avvolgente del suo papà.
Quello fu il primo passo verso la vita felice che tanto agognava.

*****

Len fissava il piccolo quartetto di bambole, intente a pensare ai fatti propri aspettando che la loro padroncina ritornasse. Queste ridevano e scherzavano, offrendo al giovane mago uno spettacolo piuttosto divertente.
Chissà se Rin avrà ancora bisogno di voi...” fece a voce bassa, passandosi le mani tra i capelli e riflettendo su ciò che sarebbe successo di lì a breve: il tempo, dopotutto, non aspetta nessuno. Tirò infatti fuori l'orologio da taschino e fissò le lancette muoversi lente, ma inesorabili, le une verso le altre, ad indicare la fine del suo soggiorno in quella dimensione dimenticata dal mondo. Ancora un po' di tempo e avrebbe dovuto scegliere se rimanere al suo fianco e abbandonare la sua vita, oppure tornare indietro e sperare che Rin riuscisse a cavarsela senza di lui.
Che ne dici?”
Il ragazzo si voltò e di nuovo si ritrovò al cospetto del misterioso uomo incappucciato. Sul viso la solita espressione, la bocca contratta nella sua solita smorfia divertita, anche se in quel momento pareva volere qualcosa di più che vedere Len costretto a decidere. Non si mosse, Len non rispose. I due lasciarono che il silenzio tornasse ad essere totale, quasi assordante. Dei due, il primo che avrebbe dovuto fare il primo passo, sarebbe dovuto essere Len.

Lei è da suo padre, lo sai?” cominciò l'uomo, fingendo nella voce commozione e empatia.
E con ciò? È stato un suo desiderio... Presto tornerà anche sua madre...”
L'uomo ridacchiò e si passò una mano sulla bocca asciutta, da cui era possibile intravedere l'arcata dei denti superiori. Mosse la testa di lato e mormorò i suoi complimenti al ragazzo che era stato in grado di mantenere il sangue freddo fino a quel momento, sempre in bilico sulla ruota del destino.

Allora? Hai deciso?”
Len gli diede le spalle e tornò a fissare la stanza di Rin, dove presto parte della sua magia sarebbe svanita, sempre a patto che lui decidesse di andarsene. Miku, Kaito, Luka e Gakupo, le sue amate bamboline sarebbero tornate ad essere tali, immobili e inanimate...
Queste avvertirono il disagio di colui che aveva dato loro la vita e lo fissarono intensamente, da una parte confusi e dall'altra determinati a non lasciare la loro padroncina da sola.

Rin non potrà continuare a fare affidamento su di voi in eterno, dovrà trovarsi dei veri amici...”
E qualcuno appartenente al suo mondo da amare, non credi?” aggiunse l'uomo in un ghigno cinico.
Che intendi dire?”
Facile! Magari tu non te ne sei accorto, ma ti guarda proprio con gli occhi di una ragazza innamorata persa!”
Len arrossì e abbassò lo sguardo, stringendo con forza i pugni. Non dovrebbe... Non può succedere... pensò con impresso nella mente il sorriso di Rin quando fu in grado di mettersi in piedi e camminare. Quell'immagine lo aveva accompagnato per tutto il tempo da quando aveva esaudito il suo desiderio: lei pareva un angelo e i suoi occhi azzurri avevo ripreso a brillare di quella luce che le aveva visto per la prima volta quella notte di pioggia, quando la sfortuna lo metteva alla prova ogni singolo giorno della sua vita.

Hai poco tempo per decidere... Questa sarà la notte dove tutto torna alla normalità!
Hai di nuovo intenzione di sparire? Hai detto la tua frase d'effetto, è tempo di lasciare il palco?” fece Len sarcastico, stufo di quella situazione e di tutte le conseguenze che sarebbero derivate dalla sua decisione. L'uomo incappucciato rise di gusto e agitò il dito indice davanti al viso.
Se vuoi che rimanga a farti compagnia, dillo pure!”
Len scosse la testa: “No, grazie... Rispondi solo a una mia domanda, ma non mi fraintendere... Non mi interessa sapere cosa ne sarà di me o perché mi hai coinvolto in questa faccenda... Voglio solo sapere se una volta finito tutto, mi lascerai mai in pace.”

Può darsi, sempre che tu non voglia di nuovo giocare con me!”
Il ragazzo scosse la testa e lo congedò con un 'forse' che parve una promessa campata per aria, senza nessun vero e proprio desiderio di rivederlo. Ciò che in quel momento importava non era ciò che sarebbe successo a lui o ciò che sarebbe venuto dopo: per Rin, lui solo avrebbe potuto prendere la decisione più giusta per entrambi.
Il silenzio era assordante, il vento aveva smesso di soffiare e la luce riflessa dalle tende si era fermata, facendo sprofondare la stanza in un'immobilità quasi innaturale. I suoi occhi azzurri si posarono sulle leggere tende di tulle e sentì il peso della sua decisione gravare sulle sue spalle. Non avrebbe permesso che Rin soffrisse ancora, ma sapeva che sarebbero bastati un altro paio di desideri e la sua vita sarebbe tornata alla normalità, prima che il suo egoismo lo portasse a intromettersi con lo scorrere del destino.

Presto mi dimenticherà... Vivrà la sua vita...” Oppure no? La domanda sorse spontanea nella mente del ragazzo, che in un primo momento non aveva valutato le conseguenze delle sue azioni: ciò che credeva sarebbe successo era che avrebbe fatto ammenda per gli errori che aveva commesso, soprattutto per liberarsi dal senso di colpa dovuto al suo stupido egoismo da una parte anche lecito.
Di nuovo, Len si ritrovò stretto nella morsa del tempo che per la seconda volta non era dalla sua parte. Troppo poco tempo per pensare, troppo poco per decidere e per capire cosa provasse il suo cuore, ma purtroppo per lui la decisione doveva essere presa.

*****


Non riesco ancora a crederci, Len!” fece Rin portandosi le lenzuola fin sotto il naso, nascondendo un radioso sorriso che avrebbe potuto illuminare la stanza. Il mago oltre lo specchio annuì, sovrappensiero e nascosto nella penombra del suo Limbo. Si morse il labbro e cercò di dire qualcosa, ma le parole gli si bloccarono sul fondo della gola, destando sospetti nella ragazza sdraiata nel letto.
Va tutto bene? Hai realizzato un mio grande desiderio, voglio festeggiare con te il ritorno di papà e la fine della guerra!”
Adesso no... Vai a dormire, è tardi...” mormorò Len, con voce talmente basa da costringerlo a ripetere la frase alla ragazza. Rin bofonchiò qualcosa e saltò giù dal letto come faceva da bambina, prima della malattia, e raggiunse il suo mago, guardandolo con quei dolcissimi occhi da cerbiatta che sembravano voler scrutare l'anima di lui. Per la prima volta da quando lo aveva conosciuto, Rin notò sul volto di Len l'insicurezza e la preoccupazione. Il volto sicuro e pieno di sé, capace di farla sentire al sicuro in quel momento non c'era. Volle quindi esprimere il desiderio che tutto ciò che turbava il ragazzo sparisse, ma lui intercettò il suo sguardo con degli occhi talmente tristi da far accapponare la pelle della giovane.
Che ti succede?” chiese poggiando la mano destra sulla lastra di vetro, in cerca di quella del mago che però la ritrasse.
Il tempo passato con te è stato bellissimo...” fu la risposta di Len, che suscitò in Rin un terribile brivido lungo la schiena. Sentì le gambe cedere e la vista appannarsi, spaventata da quello che sarebbe successo. Suo padre era tornato e non se ne sarebbe più dovuto andare, sua madre l'avrebbe raggiunta a breve e avrebbe riavuto di nuovo la sua famiglia, ma non voleva che Len se ne andasse.
L'idea della sua partenza le sorse spontanea, non aveva nulla su cui basarla, ma dentro di sé lo sentiva forte e chiaro; solo, non lo voleva accettare Anche l'altra mano raggiunse quindi lo specchio e chiese, tremante, cosa significassero le sue parole.

Quanto tempo è passato dal nostro primo incontro? Te lo ricordi?”
La ragazza rispose affermativamente. Da quando si erano conosciuti, era passato un mese esatto: un mese in cui lei aveva imparato a conoscere a fondo una persona quando prima era sola al mondo, un mese in cui questo giovane ragazzo aveva fatto battere il cuore della giovane dietro lo specchio in modo diverso, forse con un battito in più che le aveva restituito la voglia di vivere a pieno la propria vita.

T-Te ne vai? -chiese in un sussurro- N-Non p-puoi! Sei stato con me per poco tempo, resta di più!”
Le sue parole uscirono con un crescendo di tristezza, finché le lacrime non iniziarono a rigarle il viso. Perché?, fece nella sua testa. Perché? Non volevo più piangere...
Len rimase in silenzio per una decina di secondi che gli parvero interminabili, come se la sua gola fosse stretta in una morsa che non gli permetteva di parlare. Non poteva raccontarle del suo mondo, del vero motivo per cui aveva fatto irruzione nella sua vita, ma doveva pur dirle qualcosa. Di nuovo si ammonì per il suo egoismo, lo stesso che aveva causato tutte le sventure di Rin e pensò per un attimo di rinunciare alla sua vita e rimanere con lei, ma il pensiero di sua madre lo fece desistere; qualsiasi cosa avrebbe fatto, altre vite avrebbero sofferto, lui in primis, ma ormai aveva parlato e non poteva più tornare indietro. La ruota del destino necessitava di riprendere il proprio corso originario, dopo la brusca svolta del mago.

Dentro di me, ero sicuro che intuissi che questo giorno sarebbe arrivato, dopotutto sei la mia controparte, oltre questo specchio...”
Rin non capì a cosa si riferisse, ma il suo presentimento si rivelò subito fondato, con una concretezza talmente spaventosa che si sentì soffocare. Aveva salutato quegli anni di solitudine con l'arrivo di quel ragazzo dai capelli legati color del grano; i suoi occhi azzurri come il cielo estivo parevano aver scacciato il grigiore della sua vita e pareva che il sole fosse tornato, ma adesso tutto quanto andava sgretolandosi di fronte ai suoi occhi.
Scosse energicamente la testa, trattenendo più possibile la sua disperazione e il grido di dolore legato a quella partenza. Cosa avrebbe visto poi, oltre quello specchio? Solo la sua immagine e nient'altro? Non voleva succedesse, voleva poter continuare a vederlo o magari che riuscisse a superare quella barriera che li divideva.

P-Perché devi andare via? Non puoi restare?”
Lo vorrei tanto, ma se lo facessi si spezzerebbe l'incantesimo...” fu la bugia del giovane mago, che comunque era lecita: si spezzerebbe ciò per cui lui aveva lavorato, sia nel suo mondo, sia per Rin, che si sarebbe ritrovata a dipendere totalmente da lui e a farlo diventare la sua unica fonte di felicità; Len voleva che riprendesse in mano la sua vita e rimanere lì con lei non glielo avrebbe permesso.
N-non mi importa... - replicò tra i singhiozzi- A-Anche se tu f-fossi senza magia, io sarei felice lo s-stesso... Solo perché sei accanto a me...”
Non piangere...”
Come faccio a non piangere?! Mi stai lasciando da sola, non voglio più rimanere sola!”
Rin, ascoltami...”
La ragazza alzò lo sguardo e vide Len sorridere dolcemente, con il dito indice alzato a indicare il volto di lei. La sua espressione era calma e contenuta, era pronto e aveva accettato la situazione; in cuor suo, sapeva che era la cosa giusta. Intanto, nella tasca dei suoi pantaloni, l'orologio ticchettava inesorabile fino all'ora della separazione o della prigionia: aveva poco tempo per i saluti e un secondo in più avrebbe fatto la differenza.

Oltre questo specchio, c'è un mondo dove tutto è al rovescio e come tale i nostri destini non si sarebbero dovuti incrociare... Ti ho fatto un enorme torto e sono venuto qui per rimediare... Ma allo stesso tempo, non ti sto permettendo di riprendere in mano la tua vita...”
N-non capisco... Cosa mi avresti fatto di male?” chiese Rin, che finalmente stava ricevendo la risposta che tanto agognava, ma non nel tipo di situazione che si era immaginata.
Non posso dirtelo, perché altererei ancora di più il corso del destino... Ma sono felice di essermi intromesso, perché così ho avuto l'occasione di conoscere la meravigliosa persona che ho davanti.
Tu magari non te ne sei accorta, ma mi hai dato tantissimo e ti ringrazio... Il tuo sorriso, le tue lacrime, la tua risata... Non potrò mai dimenticarli!”

Rin tentò di fermare il ragazzo, avrebbe voluto esprimere un altro desiderio, ossia quello di farlo rimanere e poi quello di poter finalmente toccare la sua mano, ma sul vetro di fronte alla giovane si formarono diverse crepe, la cui origine si trovava esattamente sul punto colpito dal giovane mago.

Quindi, non dimenticarti di me...”
L-Len...” riuscì appena a pronunciare la ragazza sola in una stanza appena illuminata da un lumino tremolante. Gli occhi erano spalancati, il suo corpo impietrito per lo stupore, mentre di fronte a lei la sua immagine si rifletteva sulle numerose schegge di vetro. Allungò ancora la mano in cerca di quella del ragazzo che non trovò, incontrando solo il riflesso di se stessa. “Non piangere” aveva detto mentre lei lo implorava di restare, ma il tono della voce di lui pareva volerle dire molto di più.
Con le dovute attenzioni, afferrò quindi il pezzo di vetro più grande, con la speranza di rivedere anche per un solo secondo gli occhi di Len, assolutamente identici ai suoi, in quel momento in tutto e per tutto: la luce prima brillava solo in quel cielo racchiuso nello sguardo del mago, ora brillava anche negli occhi di Rin. Una luce che per troppo tempo era mancata, ma che dopo quell'amicizia, forse infatuazione, aveva ripreso a brillare.
Lo aveva capito, non le ci volle molto per arrivarci. Il dolore per quella separazione era grande e spaventoso, simile a quello che aveva sempre provato prima, ma la consapevolezza del perché delle azioni di Len le aveva reso tutto più facile da sopportare. Qualsiasi cosa lui le avesse fatto di male, lui l'aveva cancellata, dandole quella spinta di cui necessitava per riprendere a vivere.

Continuerò a conservare questo specchio per ricordarmi tutto ciò che hai fatto per me... Grazie”
Dette quelle parole, Rin sorrise.



Intanto, oltre lo specchio, un giovane dai capelli dorati guardava in basso, con le mani strette a pugno attorno ad un orologio da taschino dello stesso colore della sua chioma. L'orologio aveva smesso di ticchettare. Fermo, immobile come l'aria della stanza che lo circondava. La luna piena brillava alta, la sua luce di diffondeva con delicatezza colpendo un mucchio di lenzuola bianche gettate a terra. Dei raggi argentei si riflettevano su numerose schegge di vetro, prima appartenenti ad un specchio, di cui era rimasta solo la cornice.
Il ragazzo non disse niente, l'unico suono era quello dl suo respiro irregolare rotto da singhiozzi sommessi. Le spalle si alzavano e abbassavano in continuazione, mentre dentro di sé un grido di dolore veniva intrappolato sul fondo della sua gola.
La stanza pareva essere rimasta esattamente come quando se ne era andato, ma sapeva benissimo che la vita era andata avanti senza di lui. Sapeva di aver fatto soffrire la madre e tutti coloro che dipendevano da lui, ma era tornato pronto a riprendere le redini.
I suoi occhi si spostarono quindi alla luna e gli tornò in mente quel volto, che fece contrarre le sue labbra in un debole sorriso.

Mi chiedo, se oltre lo specchio, tu stia sorridendo...”


Angolo di Zenya

Beh, eccoci qui alla fin fine! Questo è l'ultimo capitolo della mia piccola mini-long, lasciato un po' in sospeso, con un finale abbastanza aperto (?)
Diciamo che non so esattamente cosa dire, ma spero che questa storia vi sia piaciuta, per quanto frammentata e legata ai momenti salienti delle canzoni Magical Mirror e Mirror's Magic.
Vi ringrazio di cuore per aver seguito questo mio lavoro! Un ringraziamento speciale va a _
ClyssiasChange_ che ha recensito e preferito questa storia e a FullMoonEris e RinYumeChan_Yandere che l'hanno messa tra le seguite; e ovviamente un grazie a tutti i lettori silenziosi che sono arrivati alla fine con me!


Alla prossima e grazie ancora!

   
 
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