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Autore: AspiranteImbrattaAgendine    22/11/2015    3 recensioni
Essendo un fan di Batman, non posso non amare la pluricelebrata serie animata. Questa storia si basa sull'episodio Harley e Pam (Harley and Ivy in originale, appunto) che andrebbe guardato prima di leggere. L'episodio parla di un'amicizia che nasce fra Harley Quinn e Poison Ivy dopo che Harley viene scacciata dal Joker (Pasticcino). Non sono per nulla un fan delle FF con relazioni omosessuali improbabili e scritte volutamente per scandalizzare o liberare fantasie represse (poi per carità alcune sono anche ben gestite e scritte), ma in questa occasione a causa di alcune parti di episodio mi sembrava una cosa sensata e un buon materiale per una FF.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Harley Quinn, Poison Ivy
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Harley sospirava guardando gli avanzi nel piatto della colazione. Pensava al suo Pasticcino, ma al contempo provava come una sorta di repulsione per lui, come se stesse provando qualcosa di nuovo. Lei si sentiva appagata quando lui era felice, ma ogni qualvolta cercava di comportarsi come pensava avrebbe fatto lui, veniva rimproverata. Ancora adesso cercava di capirlo in ogni modo, come se volesse ancora scrivere il libro su di lui... chissà, poi forse lo avrebbe davvero scritto, ma solo dopo una gloriosa carriera di crimini.

Pamela stava annaffiando le piante, spensierata come sempre, e Harley iniziò a guardarla quasi con ammirazione. Le aveva insegnato molto in quella manciata di settimane, quasi più di quanto Pasticcino non avesse fatto in tutti quegli anni. Lei era gentile, protettiva, quasi materna con lei, sentiva che le doveva qualcosa. Tutti quei momenti delle classiche “cose da ragazze” che avevano vissuto insieme... come dimenticarli?

Non capiva perché Pamela si fosse affezionata così tanto a lei... ma le bastava la sua compagnia per sorridere. Pasticcino era affascinante, ma lei, lei era l'unica persona buona che aveva incontrato in tutti quegli anni... forse, forse non era la vita migliore per lei, forse non era quello che voleva davvero.

La sua relazione con lei era diventata sempre più stretta, non riusciva più a stare senza di lei, voleva passare con lei il resto della vita. Voleva quasi abbandonare il brivido ed il divertimento del crimine e scappare in qualche paese lontano per essere sicura di avere una vita tranquilla con lei. Le aveva insegnato cosa vuol dire amare se stessi e lei non capiva come aveva fatto ad essere così cieca, ma il suo Pasticcino le mancava, era confusa e non capiva più chi e cosa voleva.

Quando Pamela si voltò, vide Harley con la testa chinata e l'aria abbattuta e le disse in tono rassicurante «Cosa c'è, Harley, che cos'hai?» Harley alzò la testa e la guardò con aria confusa «Ivy... io... ho bisogno di un po' di tempo per riflettere su di me, capisci?»

Pamela si sedette vicino a lei e le cinse le spalle col braccio e le sussurrò all'orecchio «Sssshhhh... dimmi cosa c'è, vedrai che lo risolveremo insieme.» Harley si sentì quasi a disagio ma al contempo accolta e rilassata. Si sentiva in pace in quel momento, in una certa maniera. Chiuse gli occhi e disse “Ivy, perché andiamo così d'accordo, noi due? Perché sei stata così buona con me?» Pamela la guardò con compassione e disse «Se è colpa mia, dimmelo, farei tutto per te» Harley disse semplicemente «No, non è colpa tua... è merito tuo» e abbracciò Pamela istintivamente quasi buttandosi addosso a lei e appoggiò la testa sullle sue spalle come in cerca di conforto dopo un pianto.

Pamela non se lo aspettava, sapeva che Harley era in qualche modo attratta da lei, ma non pensava che entrambe ricambiassero lo stesso sentimento. Prima di incontrarla pensava di essere sopra ai vani piaceri amorosi, almeno con gli umani. Solo quando quella notte incontrò Harley aveva capito appieno il concetto di anima gemella.

La strinse più forte e anche lei appoggiò la testa sulle sue spalle, toccandosi le guance, i loro occhi si incrociarono per un momento e poi li chiusero. I loro respiri si incontravano in una sorta di sensuale ritmo. Rimasero così per molto senza proferire parola in una sorta di estasi silenziosa, un rilassamento profondo, capendo che finalmente avevano compreso appieno se stesse. Il loro cuore batteva più forte ma loro non se ne accorsero, la loro cognizione del tempo era dilatata e iniziarono a muoversi lentamente sempre attaccate l'un l'altra come se ballassero un lento, erano come in trance. Le loro mani scorrevano per tutto il corpo dell'altra con movimenti sinuosi e si stesero sul divano. Erano come in una perfetta sincronia, sapevano entrambe cosa l'altra avrebbe fatto, era solo una questione di farlo per primi.

Al tramonto stavano bevendo lentamente una tazza di the senza dirsi una parola, guardavano solo il sole e ogni tanto si scambiavano tenere occhiate reciproche. Harley non pensava più al suo Pasticcino, la loro testa era svuotata da ogni preoccupazione. Avrebbero voluto che quel the non finisse mai.

Ma purtoppo, ogni tazza, per quanto abbondante, finisce prima o poi.

Postfazione
Ho voluto essere breve e delicato con questa storia, credo che svilupperò uno stile non molto arzigogolato. Ho cercato di seguire i ritmi umani, del cuore, in un modo abbastanza realistico ma poetico. Non mi è parso il caso di essere troppo spinti perché, a parte per la mia giuofineh età e la mia scarsa conoscenza rischierei di sminuire o esagerare un atto bellissimo, quello dell'amore, ma perché lo trovavo inutile. Volevo che fosse un fugace sguardo alla loro vita che si adattasse all'episodio della serie, una specie di piccola fantasia e nulla più.  
   
 
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