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Autore: _Kurama_    22/11/2015    5 recensioni
Salve gente, premetto che sono nuova nel fandom di Detective Conan, ma mi sono immediatamente innamorata della coppia Shiho&Shinichi, e di un'altra che sarà una sorpresa, a meno che non l'abbiate già capito xp
Ci saranno momenti comici ed altri leggermente più tristi e malinconici, e non mancheranno alcuni What if...(E se...)
Spero di riuscire a rendere bene le varie situazioni e i vari personaggi durante la scrittura.
Mi piacerebbe se mi deste la vostra opinione o anche qualche piccolo consiglio per migliorare, sia la tecnica sia con i vari contesti e le situazioni...
Dal primo capitolo:
“Non sono tenuta a risponderti”
“Ah no?”
“No.”
“Sei impertinente”
“E tu sei invadente, e anche molto”
“Bisognerebbe rispondere alle domande che ci vengono poste.”
“Non è cortese scontentare la richiesta di una signorina.”
“Non è cortese mandare al diavolo chi si interessa di noi”
“Per quale motivo mi fissavi?”
“Perché mi piace”
Lei inarcò un sopracciglio, scettica
“ Ah sì?”
Sorrise.
“Sì”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti, Yukiko Kudo, Yusaku Kudo | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     I protect you...
                             
                              Honey...

   
 
Alle quattro e un quarto del mattino le strade di Tokyo erano completamente deserte se non fosse per qualche giovane ubriaco che era appena uscito dalla discoteca, ma la strada che Shiho aveva intrapreso non prevedeva locali per ballare o bar notturni, solo piccoli negozi naturalmente chiusi, era quasi arrivata a destinazione, le grandi cancellate di ferro a sbarrarle la strada, accanto c’era un piccolo chiosco di fiori, ovviamente le serrande erano sbarrate.
 
Shiho si guardò intorno, nelle aiuole circostanti riuscì a scorgere una pietra abbastanza grande la raccolse e, con un colpo assestato con forza e una precisione
quasi millimetrica, riuscì a forzare il lucchetto che teneva chiusa le serranda, con un salto che aveva qualcosa di felino scavalcò il piccolo davanzale trovandosi all’interno di quello spazio angusto, venne immediatamente colta dal forte profumo di tutti i fiori presenti in quella stanza, ma la prima cosa che vide fu un vaso, poggiato di fianco alla cassa, dentro c’erano delle camelie rosse.
Shiho sorrise amaramente, era la prima volta che le rivedeva da quel giorno, ne prese una, e con un dito tracciò delicatamente il contorno del petalo vermiglio, sorrise portandolo alle labbra, ma non appena quella sensazione di ebbrezza si fu calmata, spalancò gli occhi e allontanò il fiore poggiandolo delicatamente nella tasca interna del giubbino di pelle. Ne raccolse un altro paio prima di saltare nuovamente il davanzale e tirare la serranda verso il basso.
Quando fu di fronte al cancello di ferro, sentì una strana sensazione, una morsa attanagliarle lo stomaco, quasi le veniva da vomitare; scacciò via quel pensiero e, avvicinandosi al cancello cinse le sbarre prima con una mano poi con l’altra, e con un paio di spinte sulle cosce si ritrovò aggrappata alle sbarre nel tentativo di scavalcare.
Quando fu dall’altro lato il volo di un pipistrello che minacciava dritto verso la sua fronte le fece perdere l’equilibrio e cadere di petto sul terreno umido
 
 
“Dannazione, è troppo tempo che non lo faccio, mi sono davvero arrugginita, ora non riesco neanche a saltare da un cancelletto da quattro soldi” borbottò poggiando il peso della spalla destra sul gomito cercando di rialzarsi.
Si rimise in piedi in pochi secondi cercando di togliersi il terriccio dai capelli, poteva sentire una piccola gocciolina d’acqua scivolarle sul collo e sparirle tra il solco dei seni. Probabilmente era rugiada.
 
Riprese a camminare, gli anfibi neri provocavano un rumore sordo alle sue orecchie, troppo impegnate ad ascoltare il battito cardiaco che non faceva altro che aumentare. Scorse il punto di arrivo della sua camminata, il nervosismo non fece altro che aumentare, facendole conficcare le unghie nel palmo della mano.
 
 
Masami Hirota, era quello  il nome inciso su quella lapide di marmo, si chinò poggiando le ginocchia fasciate dal jeans chiaro sul terriccio, posò le mani sulle iscrizioni tentando di graffiarle arrivando a spezzarsi le unghie dipinte di rosso.
 
 
“Non le hanno neanche restituito la sua vera identità”
Mormorò una voce alle sue spalle, Shiho si bloccò sul colpo, gli occhi spalancati le si inumidirono, le labbra si incresparono in un ghigno, si voltò lentamente
“Non immaginavo ti saresti rifatto vivo, tantomeno in questo posto, Shuichi”
“Perché non avrei dovuto?” sussurrò lui carezzandogli una guancia, lei gli carezzò la mano
“Perché l’hai fatto, perché sei qui ora?”
“E’ il 9 ottobre”
“Secondo i patti stabiliti con l’organizzazione in questo giorno, un anno e mezzo fa, avrebbe riavuto la libertà”
“Già”
Shuichi mise le mani in tasca, rimasero l’uno accanto all’altro a fissare quel nome inciso sul marmo, fu l’uomo a rompere quel silenzio
“Come va con Kudo?”
“Direi che me la cavo, e tu, stai nuovamente con la Starling?”
“Sesso occasionale” Shuichi increspò le labbra in un sorriso
“Con la Starling?”
“Con tutte.”
Si sorrisero, grazie a quel rincontro avevano riscoperto quella complicità, di amici, di fratelli che avevano conosciuto non appena si erano incrociati.
“Honey,mi sei mancata” sussurrò l’uomo stringendo la testa di Shiho sul proprio petto
“Anche tu Lion”
Shuichi sorrise a quel soprannome, la prima volta che lo  chiamò così si giustificò con la frase “i tuoi capelli, sono i tuoi  capelli, sono lunghi, ricci e ora che hai fatto la doccia sembri come un castagno che ha appena fatto esplodere le sue foglie.”
 
“I tuoi  capelli sono più chiari, quasi ramati, Lion”
“Ho fatto un giretto sulle coste del Brasile”
Shiho rise, no il suo fratellone non aveva di certo perso l’umorismo, le era mancato, le era mancato molto, il suo profumo selvatico, i suoi occhi rassicuranti, i suoi capelli, e anche il suo saperla mettere a suo agio in qualunque situazione, la faceva sentire protetta, e lui non aveva mai deluso nemmeno una della sue aspettative.
Certo, lei aveva Shinichi, ma quello che provava per Shuichi era completamente diverso, era un amore fraterno, lui la teneva al sicuro senza soffocarla, la rimproverava urlandole dritto in faccia ciò che doveva, senza mezzi termini, era suo fratello. Punto.
 
Ed era l’uomo che amava sua sorella. E ora era lì.
 
“Promettimi che verrai quando avrò bisogno di te, ti prego Shuichi…”
“Io verrò sempre per te, ti proteggerò Honey…”
“Ti voglio bene Lion…”
Shu le posò la mano grande sulla guancia e le schioccò un bacio sulla fronte
“Alla prossima Honey- la salutò mentre si girava per andarsene- ah, dimenticavo! Tieni pure il cappello!”
 
Shuichi le lanciò il suo cappello, che lei afferrò al volo.
“Lion!”
“mh?”
“Le camelie… ho le camelie rosse” Shiho si strinse le mani al seno
“Prendine una, l’altra la terrò io, e questa…. Questa è per Akemi” mormorò poggiando il fiore sulla tomba
“Sai credo che se si fosse sposata avrebbe fatto in modo di rivestire tutto con delle camelie” mormorò lasciandosi sfuggire un risolino
Quando si girò Shuichi era già andato, con la sua camelia.
La ragazza strinse a sé tutto quello che ora aveva di lui, avrebbe aspettato il loro prossimo incontro…
 
 
 
 
 
 
 
 
Da tutt’altra parte, un uomo era appollaiato sulla ringhiera di un balcone e guardava un ragazzo dormire circondato dai cuscini.
Sorrise quando lo sentì pronunciare il nome della sua fidanzata
“Abbi cura di lei fino al mio ritorno, Kudo.”
  
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