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Autore: Seira95    23/11/2015    7 recensioni
Titolo molto probabilmente provvisorio.
Storia ambientata dopo la sconfitta dell'organizzazione. Shinichi spiega a Ran cos'è successo in quegli anni in cui lui era scomparso, ma omette un dato importante: l'APOTOXIN4869.
Ormai diplomanti, Shinichi e Ran stanno per finire le intemperie dell'università, dopo l'esame finale hanno intenzione di farsi una vacanza solo loro due. Per quest'occasione Shinichi vuol'essere completamente sincero con lei. Ci riuscirà? E lei come reagirà?
E se aggiungiamo un po' di scompiglio creato da dei genitori protettivi e da dei suoceri gelosi, come andrà a finire?
Dal prologo:
“Ma perché hai detto ai tuoi della nostra vacanza?”
“Perché non avrei dovuto? Non credo che sia una cosa da nascondere.” Rispose lei.
“Sì invece! Se lo viene a sapere mia madre, non so cosa ci possa combinare!” Ribatté subito lui.
Lei lo guardò confusa. “Shin, smettila di pensare male di tutto. I nostri genitori non combineranno nulla.”
Lui alzò un sopracciglio. “Non conosci mia madre"
Spero che vi abbia incuriosito, una buona lettura.
Ps. questa storia è collegabile alla mia one-shot:"Sboccio Di Un Amore In Una Notte D'inverno"
Seira
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore vero è indistruttibile '
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Capitolo 2

Interferenze...




Sentì uno strano solletico lungo il collo, provocato da un tocco leggero che gli donò una scarica di calore lungo la colonna vertebrale: un tocco unico, che lui conosceva molto bene.
Sorrise e allungò un braccio verso la parte sinistra del letto, si stupì di non trovare la fonte di così immenso calore. Sbuffando allungò il braccio verso destra dove, teoricamente, non ci dovrebbe essere nessuno, poiché il letto finiva dove era sdraiato lui.
Arrivò a toccare con una mano, una coscia calda e soda.
“Sei dalla parte sbagliata del letto.” Si lamentò sbuffando e incominciando ad accarezzare la coscia, sulla quale la sua mano non si vuole spostare.
Sentì un sorriso.
Quanto erano belli i suoi sorrisi?
Peccato che quello lì non prometteva nulla di buono.
Sentì una mano insinuarsi fra i suoi capelli, sospirò quando essa prese ad accarezzarli.
“Perché oggi dobbiamo andare a mare. Già è tardi.” Perché doveva rovinare un bel momento come quello?
“Vieni qui.” La supplicò con gli occhi ancora chiusi.
“No o va finire che non usciremo di qui neanche dopo pranzo.” Ribatté lei con la sua voce già ben sveglia.
Magari, sospirò lui. Non vedeva il motivo di andare a mare se l'unico posto in cui voleva stare era con lei in quella camera di albergo.
Sentì la mano, che prima accarezzava i suoi capelli, scostarsi per allontanarsi, ma lui, ancora con gli occhi chiusi, la prese prontamente e si voltò a pancia in su, spingendo il suo angelo sopra di lui. “Non mi alzo da qui fin quando non mi dai un buongiorno come si deve.”
Lei sorrise sulle sue labbra. “Buongiorno, cucciolone.”
L'attimo successivo depositò le sue labbra su quelle di lui, in un bacio dolce e leggero. Lui sorrise e con una spinta di reni, capovolse la situazione, portandola sotto di lui. Solo
in quel momento aprì gli occhi incontrando quelli di lei azzurro cielo.
“Quanto sei bella.” Le sussurrò osservandola: indossava solo una camicia di lui della sera prima e un paio di slip, troppo ammaliante per i suoi gusti, impossibile resistere.
“Ruffiano.”
Non rispose alla provocazione, si limitò a sorridere ed ad unire le sue labbra a quelle di Ran per perdersi in un nuovo intenso bacio.
Avvertì le braccia di lei circondargli il collo e le gambe allargarsi per fargli spazio. Lui accettò volentieri l'invito posizionandosi meglio tra le sue gambe che subito gli circondarono il busto in un caldo ed eccitante invito.
Accarezzò con il palmo ben aperto tutta la lunghezza della coscia della sua fidanzata, si allontanò dalle sue labbra per lasciare dolci ma intensi baci lungo la guancia e il collo.
Ran era così: gli diceva che voleva scendere a mare, ma anche lei voleva tutto ciò che desiderava lui. Il punto era che si imponeva di combattere quel loro desiderarsi e Shinichi si chiedeva ogni volta il perché...
“Shin...” Amava sentirsi chiamato soprattutto con quel tono di voce.
Alzò il viso per poter guardare i suoi occhi. Ma con suo dispiacere non vide ciò che si aspettava.
Lei gli sorrise accarezzandogli la guancia incolta. “Avevo ragione?”
Shinichi sbuffò appoggiando la testa tra il collo e la spalla di Ran, stando attento a non farle troppo peso.
Ran sorrise per quel gesto e prese ad accarezzare la nuca e i capelli corvini di Shinichi. “Proprio non ti piace andare a mare?”
“Mi piace andare a mare, ma non si può mettere a paragone con lo stare con te.” Sospirò ancora una volta Shinichi, sapeva che di lì a poco si sarebbero alzati.
“Te lo ricordi ancora il nostro compromesso, vero?” Gli chiese Ran con dolcezza.
Alzò la testa per poterla guardare negli occhi. “Tu lo sai che non ha senso, vero?”
Ran corrugò la fronte. “Il senso ce l'ha eccome! Non possiamo stare tutto il giorno rinchiusi in camera.”
“Nessuno ce lo vieta.” Ribatté Shinichi.
“Tu hai troppa dipendenza!” Rispose a tono, sostenendo il suo sguardo.
Shinichi sorrise, malizioso. “Cosa posso farci se ho una ragazza così bella e così attraente, così che è impossibile desiderare di non toccarla. Sono completamente dipendente da lei!” Le rivelò teatrale, forse fin troppo.
Ran scoppiò a ridere dandogli una piccola pacca sulla spalla.
“Devo ritenermi offeso?” La guardò confuso Shinichi.
“Scusa... E'... che eri troppo... teatrale.” Riuscì a rispondere Ran ancora scossa dalla risa spontanea.
Imbronciato Shinichi s'alzò da lei e si sdraiò a pancia sotto accanto a lei affondando la testa nel cuscino.
Mentre cercava di trattenersi, si voltò di fianco verso di lui. “Ti sei offeso?”
“Lasciami dormire. Tu vai a mare.” Rispose secco.
Ran si stese su tutta la sua schiena e con le labbra raggiunse il collo baciandolo, sorrise quando lo sentì rabbrividire. “Scusami Shin, e che mi ha fatto ridere come l'hai detto, non cosa hai detto.”
Lui fece per scacciarla via, ma lei si tené ben stretta. “Ciò non toglie che ti faccio un complimento e tu ti metti a ridere, scemandolo. Non te ne faccio più.”
“No! Mi piacciono tanto.” Gli sussurrò Ran ammaliante.
Shinichi non rispose ignorandola.
Ran fece scorrere una mano lungo la schiena di lui, lo sentì sospirare. “Lo sai cos'altro mi piace?”
Shinichi non rispose ancora una volta, chiuse gli occhi per godersi le carezze di Ran e la sua voce cristallina.
“Mi piacciono i tuoi occhi, le tue labbra, le tue mani, il modo in cui mi fai sentire con un solo tocco o con un solo sguardo. Mi piace il tuo sguardo sul mio corpo, mi piacciono le tue labbra che mi baciano non solo le labbra, le tue mani così calde che sono capaci di farmi provare brividi inimmaginabili.”
Shinichi si mosse un po' per sistemarsi. Sentire la sua voce così ammaliante lo destabilizzava più delle parole da lei usate.
“Mi perdoni?” Chiese timidamente Ran appoggiandosi con il mento sulla spalla di Shinichi.
Lui si voltò supino ed accarezzò con una mano il viso di Ran ora appoggiato sul suo petto. “Cedo troppo facilmente.”
Lei gli sorrise e si sporse donandogli un bacio a fior di labbra.
“Ma non scendo lo stesso a mare.” Ritornò al discorso Shinichi.
Ran sporse infuori il labbro inferiore. “Perché?”
“Non mi va.” Rispose secco Shinichi distogliendo lo sguardo da Ran.
Ran sbuffò, perché si era innamorata di un ragazzo così orgoglioso?
Per sua fortuna era a conoscenza dell'unica cosa che poteva abbattere il suo orgoglio.
Si alzò mettendosi in ginocchio sul letto. “Rimani qui a fare l'asociale! Troverò chi mi tiene compagnia!” In realtà lei non ne aveva nessuna voglia di stare in compagnia se non c'era lui, ma questo Shinichi non poteva saperlo.
Shinichi spalancò gli occhi e si alzò su i gomiti guardandola meglio.
Lei non gli diede il tempo di parlare: si sporse verso di lui lasciandogli un bacio a fior di labbra sulla bocca e si alzò, svelta raccolse il costume e corse in bagno a cambiarsi.
Shinichi sbuffò rumorosamente passandosi le mani tra i capelli. Perché doveva fare così? Non le piaceva stare con lui nella loro stanza a baciarsi e a coccolarsi?
Non poteva costringerla a rimanere, ma non l'avrebbe neanche lasciata sola con qualche branco di allupati che girovagavano nel loro albergo!
Si alzò di mala voglia e prese dalla valigia un costume a slip e un paio di bermuda a quadratini e se li mise.
In quel momento esce Ran dal bagno e lo guardò con un sorriso smagliante, si sentì vincitrice. “Hai cambiato idea?”
“Sì.” Si limitò ad un grugnito scocciato, abbassandosi per prendere una polo dalla valigia.
“Se non ti va, non sei obbligato.” Gli ricordò Ran spegnendo il suo sorriso da vincitrice, dispiaciuta da quel suo comportamento, mentre si pettinava i capelli davanti allo specchio della loro camera.
Prima di mettersi la polo, Shinichi si mise in tasca il portafoglio e il cellulare dopo una breve occhiata sull'ultimo. “Ho detto che vengo, Ran.”
Lei sospirò e si voltò, appoggiandosi alla scrivania sotto lo specchio, verso Shinichi che si stava avvicinando a lei. “Allora, perché sei seccato?”
“Non sono seccato.” Le rispose meccanico, prendendo la polo che aveva appoggiato vicino a Ran.
Gli bloccò il braccio impedendogli di mettersi la polo. “Ci devo credere?”
Con un sospiro Shinichi finì di infilarsi la polo e si avvicinò ancor di più a Ran. “Voglio stare con te. Qualunque sia il luogo.”
Sentì il respiro di Shin vicinissimo al suo viso, gli sorrise e gli appoggiò le mani su i suoi pettorali ben presenti. “Grazie, Shin.” Gli sussurrò sulle labbra per poi dargli un bacio, ma prima che lei potesse approfondire Shinichi si allontanò.
“Finisci di prepararti, io vado un attimo in bagno e poi scendo giù alla reception.” Le disse con un sorriso.
Ran si limitò ad annuire, stranita da quel comportamento. Che si era davvero arrabbiato per non essere rimasto in stanza?
Con uno sbuffo continuò a prepararsi, voleva fare in fretta non voleva lasciarlo solo per troppo tempo.


Arrivato alla reception, con un sospiro fece il numero della persona che gli era passata in testa quella mattina. Non la sentiva da tre giorni...
Mentre il cellulare squillava si diresse verso la grande vetrata che dava sulla bellissima spiaggia riservata all'albergo.
-Chi non muore si risente...- Shinichi mandò giù un boccone d'aria: incominciava bene.
“Forse era: 'Si rivede.'” Provò a scherzarci su Shinichi, ma dal grugnito che sentì a traverso il telefono, capì subito di aver sbagliato. “Toccava a te chiamare.”
-Secondo te, sapendo che eri in luna di miele con la tua fidanzata ti chiamo? Magari interrompendo qualcosa.- Aveva perfettamente ragione.
“Scusami.” Sospirò in fine, sapendo di essere nel torto.
Sentì chiaramente un sorriso provenire dall'altra parte della cornetta. -Bando alle ciance, come va? Te la spassi?-
Sorrise anche lui, l'era mancata sentirla. “Sì abbastanza, anche se il mare non mi attira più di tanto.”
-Lo so io cosa ti attira, o meglio chi.- Rise, prendendolo in giro.
“Shiho...”
-Scusa, scusa mi è venuto naturale.- Ma ancora la sentiva ridere.
Infondo aveva ragione. “Vorrei che se ne accorgesse Ran, invece.”
-Io dico che lo sa abbastanza bene. Lei non vuole ridurre tutto ad una camera da letto, capisci? Vuole vivere la vostra relazione.-
“Anche io, ma-”
-Non credo che tu sia in astinenza...-
“No, per niente-” Ran era fantastica in tutto e per tutto e come diceva anche lei era lui ad essere incontentabile.
-Non continuare! Non voglio sapere i dettagli della tua vita sessuale!- Scherzò lei.
“Non te li direi mai! A proposito, tu non hai nulla da raccontarmi?” Chiese lui con voce indagatrice.
-Shin, no! Smettila!-
“Sarei felice se tu avessi qualcuno...” Rivelò in fine lui, erano cinque anni che combatteva per la stessa identica storia, dopo la fine dell'organizzazione lei andò in America per farsi una nuova vita con il lavoro che l'appassionava di più. Lui s'era detto molto d'accordo sul fatto di fare nuove conoscenze, ma lei era come restia.
-Non è come pensi tu. Solo che non ho trovato ciò che cerco e lo sai che non perdo molto tempo se una persona non mi interessa.-
Shinichi annuì come se lei lo potesse vedere da oltre oceano.
-E poi io ho te, no?- Continuò lei, la vecchia, fredda, calcolatrice Shiho Miyano ormai non esisteva più. Al suo posto c'era una giovane donna di venti-tre anni aperta alla vita in cui la dolcezza aveva fatto casa nel suo cuore.
Shinichi sorrise. “Sì tu hai e avrai sempre me, per qualunque cosa.”
-Basta con queste smancerie! Mi ha fatto piacere sentirti, ora ti lascio nelle mani della tua dolce fidanzata.-
“Anche a me ha fatto piacere sentirti.”
-Ti voglio bene, Shin.- Il suo ultimo saluto di quella telefonata.
“Te ne voglio anche io, piccola testarda.” E con quelle parole dette con dolcezza chiuse la chiamata.
Non fece neanche in tempo a mettere il cellulare in tasca che una voce ben familiare gli domandò “Lavoro?”
Lui scosse la testa, voltandosi verso il suo angelo. “No, ho chiamato Shiho e da un po' che non la sentivo.”
Ran annuì pensierosa.
“Ehi.” Shinichi si avvicinò a lei, mettendo il telefono in tasca. “Cosa c'è?”
Ran scosse la testa. “Nulla, andiamo?”
Annuì distratto e le alzò il mento con due dita, regalandole un bacio sulle labbra. “Andiamo.”
Per raggiungere la spiaggia dovevano attraversare un viale coperto da degli archi ricoperti con dei piccoli fiori di ogni tipo e di ogni colore.
A metà del viale, appesantito da quel silenzio insensato della sua ragazza, le prese il polso e la fece voltare verso di lui, fermandola. “Mi dici cosa ti succede?”
“Nulla.” Rispose di getto Ran scostando lo sguardo dal suo.
Con l'altra mano le spostò delicatamente il mento verso di lui, costringendola a guardarlo negli occhi. “Mi dici cosa ho fatto? Perché io veramente non capisco!”
Lei sorrise, osservando la sua inquietudine, gli accarezzò il viso. “Shin, veramente, non hai fatto nulla. Ero semplicemente in sovrappensiero.”
Con uno sbuffò si allontanò da Ran, seccato e riprese a camminare verso la spiaggia.
“Shin, sto dicendo la verità!” Cercò di fermarlo Ran.
A quelle parole lui si girò velocemente verso di lei, non potendole tollerare. “Non parlarmi di verità ora! Dimmi che non ti va di parlare fai meglio! Ma ora non mi dire che mi stai dicendo la verità!”
Ran abbassò la testa colpevole sapendo che lui aveva ragione. “Scusami, hai ragione.”
Notandola con la testa china, gli venne un nodo di tenerezza. Perché aveva tutto questo ascendente su di lui?!
Si avvicinò e le alzò il mento, sorridendole in modo dolce. “Cos'è che ti ha turbato tanto da indurti a mentirmi?”
Ran con un sospiro si fece coraggio ed espose i suoi dubbi. “Cos'è per te Shiho?”
Lui strabuzzò gli occhi molto più che confuso. “Ran, ti ho già detto che è una mia amica!”
“Che senti molto spesso.” Ribatté lei scostandosi da lui con un passo indietro.
“Perché abita in America! Per me è come se fosse la mia sorellina.” Si giustificò lui, irritato da quel discorso che facevano troppe volte.
Lei strinse i pugni, la gelosia la stava travolgendo dalla testa ai piedi, prese un lungo respiro per controllarsi e dopo si incamminò verso la spiaggia.
Lui rise sarcastico. “Non ci credo! Ti sei davvero arrabbiata perché ho chiamato Shiho? Dimmi che stai scherzando!”
Lei non si voltò neppure per rispondergli. “Mi dispiace deluderti, Shin. Ora scusami vorrei godermi questa vacanza.”
Con un sbuffò contrariato la seguì, senza fare alcun commento di nessun genere. Era meglio evitare, quando le venivano attacchi di gelosia immotivata, poteva gravemente nuocergli alla salute e poi lui sapeva come prenderla, ormai.
Arrivati in spiaggia presero le due sedie a sdraio e un ombrellone che spettavano a loro. Entrambi si svestirono dei propri vestiti, rimanendo in costume.
Lui la guardò nel suo bikini: era nuovo o si sbagliava? Quando l'avrebbe acquistato quel coso? Deglutì...


 


Nel frattempo a pochi metri di spiaggia da loro...
“Credo che quel bamboccio abbia fatto qualcosa alla mia Ran!!” Sbuffò irritato il detective.
“Ti ricordo che stai parlando di mio figlio! E poi in una coppia capita di litigare, tu non litighi mai con Eri?” Ribatté Yukiko.
“Ogni giorno.” Le diede corda l'interpellata.
Kogoro strabuzzò gli occhi. “Ti metti anche tu contro di me?”
“Stai calmo, mio figlio ha sbagliato in qualche cosa saprà come rimediare...” Disse con estrema sicurezza Yusako.
La moglie sorrise sapendo a cosa intendeva. “Il metodo Kudo?”
Lui annuì strizzandole l'occhio. “Il metodo Kudo!”
“E che sarebbe?” Chiese Kogoro ma ottenne risposta continuando a guardare i due ragazzi e vide ciò che mai avrebbe voluto vedere. “Glielo faccio vedere io invece il metodo Kogoro!” e si diresse sparato verso i due ignari ragazzi.
“Aspetta Kogoro!” gli urlarono in coro, ma lui non li ascoltò.


 



“Dovresti metterti la crema protettiva, il primo sole può essere-”
“Lo so, Shin.” Lo interruppe lei, chinandosi sulla sua borsa per prendere la crema.
Lui si avvicinò a lei. “Se vuoi ti do una mano a passarla.”
“No grazie, faccio da sola.” Gli rispose rialzandosi con la crema tra le mani.
Lui scosse la testa divertito. “Anche sulla schiena?”
Ran sbuffò e ignorandolo incominciò a passarsi la crema sulle braccia.
Shin le cinse la vita da dietro e la strinse a sé. “Non voglio che ti bruci.”
Lei con un sospirò annuì.
Le sorrise e si sedette sulla sdraio allargandosi le gambe le fece segno di sedersi, Ran lo accontentò ancora una volta con un altro sospiro.
Quando fu in mezzo alle sue gambe la strinse con entrambe le braccia. “Quando smetterai di pensare che per me esistano altre ragazze all'infuori di te?”
“Ti puoi limitare a mettermi la crema, per favore?” Ribatté acida Ran.
Lui con un sospiro eseguì l'ordine datogli da Ran; le passò la crema in tutta la schiena e in alcuni punti metteva una leggera pressione in più, come un massaggio; poi passò al collo, le spalle, lungo le braccia. Quando le sue mani raggiunsero la pancia, non resistette oltre: la baciò dietro l'orecchio e respirò nei suoi capelli, stringendola di più a se, facendo aderire la sua schiena al petto.
“Shin...” Sussurrò Ran, mettendogli le mani sulle braccia.
“Scusami non resisto, ho una voglia matta di te che non riesco a fermare...” Le sussurrò Shinichi all'orecchio.
Lei cercò di darsi un contegno. “Shin, siamo in spiaggia.”
“Non m'importa...” Continuò a passargli la crema sulla pancia e sulle gambe.
“Shin...” Il respiro le si fece pensante, mentre un dito di lui saliva lentamente sul suo interno coscia.
“Questa sì che è una sorpresa! Buongiorno!!” Ruppe bruscamente la loro bolla una voce che sembrava tutt'altro che felice.
Riconoscendo subito la voce Shinichi si irrigidì e tolse subito le mani dal corpo di Ran, ma lei prontamente le intreccio alle sue e le appoggiò sulle cosce, infastidita dall'improvviso mancato contatto delle sue mani.
Shinichi si schiarì la voce, rimanendo con tutti gli arti contratti. “Mouri-San, anche lei qui?”
Kogoro lo guardò torvo. “Sì, mia moglie mi ha convinto a prendere una settimana di ferie ed ora siamo qui.”
Nello stesso posto dov'erano loro?? Shinichi non voleva crederci.
Cercò di sciogliere le mani dalla presa di Ran, intimorito dal suocero, ma lei non glielo permise.
“Come mai proprio qui, papà?” Gli chiese Ran, cercando di rimanere calma.
Lui alzò le spalle. “Buon prezzo, ottimi servizi, buon mare. Ottimo posto per una bella settimana di relax.”
Lei si limitò ad unire.
Il padre si schiarì la voce. “Bene, ora vi lascio soli. Ci vediamo in giro, in caso passiamo qualche giornata insieme.” Più di un evento di piacere, sembrava una velata minaccia.
“Certo papà, salutami la mamma.” Lo salutò.
Una volta che Kogoro se ne fu andato, Ran si alzò di scatto voltandosi verso Shinichi, incenerendolo con lo sguardo. “Non permetterti mai più a fare quello che hai fatto!”
“Scusa, non sono riuscito a controllarmi.” Tentò di scusarsi, ma sapeva che quella volta aveva passato il limite.
Lei lo guardò dubbiosa, poi si rese conto cosa intendeva. “Non a quello! Ma quando ti sei allontanato subito da me, mi hai fatto sentire vuota in un attimo!”
Shinichi strabuzzò gli occhi stupito. “Ma tuo padre-”
“Vivo con te da tre anni ormai!” Lo interruppe bruscamente. “Non pensi che anche lui quattro conti non se li sia fatti?”
Shinichi sbuffò alzandosi dalla sdraio. “Sei sempre sua figlia e non credo che un padre voglia vedere certe cose, per me è una questione di rispetto.”
Se lo sguardo potesse incenerire in quell'attimo Shinichi sarebbe stato bruciato vivo. “Non ci credo... Ti spaventi ancora di mio padre?”
Si passò una mano tra i capelli. “Senti, tu magari non te ne accorgi, ma è come se fossi ancora la loro bambina da proteggere e io sia l'uomo cattivo che ti vuole portare via da loro, sono protettivi nei tuoi confronti. In più le minacce velate di tuo padre durante gli anni hanno sortito il loro effetto.”
Ran sospirò e si avvicinò a lui, ma Shinichi fece un passo indietro, gli sorrise. “Ora che sai che ci sono i miei genitori nei paraggi dobbiamo mantenere anche la distanza di sicurezza?”
Le sorrise scuotendo il capo e avvicinandosi. Ran gli cinse il busto con le braccia e appoggiò la testa sul suo muscoloso torace. Lui la avvolse in un abbraccio stringendosela di più a sé.
“Sei uno stupido.” Sussurrò ed entrambi risero, intorno a loro un'area più leggera.


 


“Ti devo fare i miei complimenti Kogoro, il tuo intervento li ha aiutati a fare pace.” Si complimentò Yukiko. Il diretto interessato sbuffò. “Onestamente, volevo ottenere il contrario. Scusami, ma tuo figlio mi da proprio sui nervi.”
Yusako gli regalò un pacca sulla spalla. “Suvvia Kogoro, ormai i nostri figli sono cresciuti e devi solo accettarlo. Poi non mi sembra triste tua figlia nello stare con mio figlio.”
Eri rise. “Vi ricordo che siamo venuti qui solo per controllare, non per interromperli.”
Yukiko ci pensò su poi scosse la testa. “No stare solo a guardare non mi piace. Un po' di azione ci vuole sempre!”
Il resto, di quello strano gruppo, scosse la testa sconsolato.


 


Passarono l'intera mattina facendo il bagno a mare e stando sdraiati sulla sedia sdraio con Shinichi che stava a debita distanza da Ran e che per poco non le rivolgeva neanche la parola. Ran Non riusciva a concepire questa paura che lui aveva nei confronti di suo padre, gli bastava sapere che c'era lui nei paraggi per non avvicinarsi più a lei? Quando un attimo prima se n'era fregato di stare in una spiaggia pieno di gente.
Ora lui era sdraiato sulla sdraio sotto l'ombrellone a pancia in giù e lei non riuscì più a tollerare questo stacco fisico e mentale fra loro due.
Si alzò dalla sua sdraio e si sdraiò completamente sopra la schiena di Shinichi.
“Ran, cosa fai?” Le chiese lui stupito, girando la testa in modo tale da vederla.
Lei gli lasciò un bacio sul collo. “Mi manchi, Shin.”
Lui sorrise. “E io che per una volta tanto non volevo importunarti...”
“Si però non conosci la via di mezzo!” Lo rimproverò prendendo ad accarezzargli le spalle.
“Ran... Non credo che-”
“Devi smetterla di avere questa paura verso i miei genitori!” Lo interruppe. “Certo che sei incredibile, un colpo non smetti di provocarmi, poi basta che ci sia mio padre nei paraggi per smettere di desiderarmi.” Gli disse in una sorta di rimprovero, mentre le mani avevano vita propria lungo la schiena e i fianchi di Shinichi.
“Forse perché...” La paura di tuo padre supera il desiderio che ho per te. No, questo non poteva certo dirglielo.
“Oh, ma quanto siete carini!” Lo salvò in corner una voce femminile fin troppo familiare.
Shinichi strabuzzò gli occhi pensando di essersi sbagliato, poi si voltò verso la voce e scoprì che, purtroppo, non si era a fatto sbagliato. “Mamma! Tu non dovresti essere dall'altra parte dell'oceano?”
Ran sospirò rassegnata, non c'era proprio sorte... Si alzò dalla schiena di Shinichi e si mise seduta accanto a lui sul bordo della sdraio.
“Ma come Shin-chan! Una volta tanto che riesco a convincere tuo padre a fare una vacanza!” Sorrise sorniona da brava attrice che era. “Non potevo certo perdere questa opportunità.”
Lui si voltò a pancia in su e si sedette anche lui. “Ma di quanti alberghi c'erano, proprio questo dove dovevo andare io?”
“Beh, credo che sia una fortuna! Almeno potremmo passare un po' di tempo in vacanza insieme.” Ribatté fermamente convinta l'attrice.
“Quindi è in vacanza insieme ai miei genitori?” Intervenne Ran.
Yukiko fece un'espressione esageratamente colpita. “Oh ci sono pure Eri e Kogoro qui? Allora devo cercarli!”
Shinichi scosse la testa sconsolato. “Ti prego mamma, finiscila con questa falsa.”
“Shin-chan tu pensi sempre male! Ma ora sono curiosa di andarli a trovare, vi lascio soli. Magari un giorno di questi stiamo un po' tutti insieme e possiamo giocare anche a pallavolo!”
“Uh-Uh” Esultò ironico Shinichi. Ran gli diede uno scappellotto sulla spalla. “Con molto piacere, Muori-San.”
Una volta che si furono scambiati gli ultimi saluti, Yukiko li lasciò soli.
Entrambi sospirarono. Shinichi si lasciò andare sulla sdraio coprendosi gli occhi con un braccio. “Non per avere ragione, ma io te l'avevo detto!”
“Non voglio crederci...” Sospirò Ran ancora scioccata.
“Siamo circondati!”
“Shin...” Lo chiamò Ran. Lui tolse il braccio dal volto per guardarla. “Andiamo in camera? Non credo che lì ci possano raggiungere.”
Si sorrisero complici e con un cenno Shinichi annuì, presero le loro cose, si vestirono e si incamminarono verso la loro camera. Al meno lì, nessuno poteva interromperli, scoppiando la loro bolla dove loro si immergevano quando stavano a contatto l'uno con l'altra.
Mentre camminavano entrambi avevano un unico pensiero.
Sarà una lunga e tortuosa vacanza...


 
 

Note autrice:
Beh, che dire? Ciao a tutti :)
Piaciuto il capitolo? Ho voluto fare un'introduzione di questa vacanza fra Shinichi e Ran... 
Che poi sarà una vera vacanza? Ancora non si sa...
Guarda guarda... Spunta anche Shiho qui! Come avrete intuito si sono tenuti in contatto in tutti questi anni anche da oltre oceano, che ne pensate?
Vorrei ringraziare tutti quelli che mi stanno seguendo e leggono la mia storia.
Un grazie in particolare alle vostre recensione e all'aiuto che mi date per migliore sempre di più.
Non si finisce mai di migliorare
Ci vediamo alla prossima,
Un bacio.
Seira

  
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