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Autore: Simok    23/11/2015    1 recensioni
"Quasi mille anni sono passati da quando Son Goku abbandonò il ventottesimo Torneo Tenkachi assieme ad un piccolo ragazzino dalla carnagione scura di nome Ub. E proprio lui, beneficato di una vita incredibilmente lunga grazie ai poteri di Majin Bu, sarà il protagonista di questa storia. Un eroe solitario dedito alla protezione del suo pianeta e della pace nell'universo, ma non più il dolce ragazzo che lottava per guadagnarsi il pane per la sua famiglia. Costretto a vedere tutti i suoi amici, e i loro figli, ed i figli dei loro figli morire, il suo animo è stato indurito dal tempo e dai lutti sino ad essere nulla di più di un freddo guardiano di pietra dalla potenza incredibile. Senza neppure la possibilità di procreare a causa delle cellule che gli donano quel potere spaventoso, la sua vita subirà una brusca deviazione quando troverà un neonato abbandonato, con una misteriosa coda di scimmia. Passato e presente si mescoleranno in quella che sarà l'ultima avventura di colui che il Leggendario Son Goku proclamò come suo erede a protettore della Terra".
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ub
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 8: Vecchie Amicizie

 



«E direi che siamo tutti pronti per il primo emozionante scontro di questi quarti di finali!» con la sua solita voce enfatica il presentatore, uno strano alieno dalla pelle verde e con occhi talmente neri da farli sembrare occhiali da sole (che tra l'altro si abinavano con grande stile al completo con giacca e cravatta che indossava), fece partire uno strano macchinario.

«Ehi Bu fammi un favore, so che ci tieni a combattere con me, ma prima vorrei affrontare quell'androide » sussurrò l'eroe errante al suo rosa amico che sapeva essere in grado di manipolare i sorteggi. Bu annui un po' perplesso da quella richiesta, non poteva intuire quanto fosse curioso Ub di scoprire la potenza di quell'androide che era l'unico partecipante di cui non conoscesse la forza.
Otto palline vorticarono a gran velocità dentro un globo di verto prima che due venissero espulse. Fu lo stesso presentatore ad annunciare il primo scontro.

«E per aprire le danze si scontrerannoo....Crood contro Kogu!» dei fischi si alzarono per lo stadio oltre a qualche sommesso applauso. Non era sicuramente uno degli scontri più attesi dell'evento, ma qualcuno si preoccupava di far comunque sentire la propria presenza.

«Finalmente, tutto questa mess'in scena aveva iniziato a darmi sui nervi!» disse Kogu balzando oltre la recinzione dell'arena prima di mettersi in posizione di combattimento. Di fronte a lui l'alieno faceva lo stesso, anche se a modo suo. Nessuno poteva testimoniarlo, ma quell'alieno somigliava incredibilmente a Freezer nella sua ultima forma. Come uniche differenze aveva una colorazione tendente all'azzurrino e una specie di piccolo corno sulla fronte . Si alzò levitando a qualche centimetro dal suolo, i palmi delle mani aperti verso l'esterno e le braccia distese.

«Che lo scontro...Abbia Inizio!» esplose il commentatore.

«Fatti sotto moccioso»

«Mpf...ti stenderò in una manciata di secondi»

Kogu si scagliò aggressivo contro il suo avversario tentando un colpo alla mascella, ma l'agile alieno si abbassò giusto in tempo per evitare il forte colpo. Portò entrambe le mani difronte al petto e con un sonoro «Ah!» esplose la sua energia in un'onda di discreta potenza che si espanse dinanzi a sé. L'allievo di Ub fu però rapido e saltò alle spalle del nemico prima che l'onda potesse colpirlo, per poi atterrare l'avversario con un potente calcio tra le scapole. I primi boati di gradimento si diffusero per lo stadio dopo quella discreta dimostrazione di abilità, mentre Crood si rialzava. Guardò quel moccioso, la sua potenza era notevole ed era quasi sicuro si stesse trattenendo.

Tentò una serie di calci al busto ma il ragazzo fu rapido a schivare, finché colto di sorpresa dalla coda dell'alieno non si ritrovò sbalzato di diversi metri, ma ancora in piedi. Sfruttando quel breve momento di vantaggio Crood si spostò rapidissimo dietro al suo avversario per colpirlo alle gambe e farlo cadere, ma Kogu fu più rapido e saltò in aria per poi posizionare la sua mano ad un palmo dal muso dell'alieno.
«Questa volta tocca a me!» disse sorridente, prima che una grande onda blu investisse il suo avversario alzando un polverone.

Sicuro della sua vittoria iniziò a tornare verso il suo maestro che lo guardava con soddisfazione, ma si accorse ben presto che l'aura del suo avversario era ancora lì, decisamente indebolita ma ancora presente. Si voltò gusto in tempo per schivare un velocissimo raggio verde che scaturì dall'indice del suo avversario, seguito subito da numerosissimi altri raggi. In una specie di danza iperveloce, il ragazzo schivò tutti i colpi del suo avversario e lo colpì in pieno volto con una gomitata. Pronto ad assestare il colpo di grazia caricando un ki blast, però, il suo braccio fu afferrato dalla coda di Crood e strattonato. Senza rendersene conto si ritrovò prima il pugno e poi il ginocchio destro dell'altro rispettivamente contro il suo zigomo e il suo fianco sinistro. Sorpreso dal colpo Kogu arrancò indietreggiando, momentaneamente senza fiato, mentre l'altro cercava di assestare nuovi colpi, energetici e non, riuscendo a colpire ripetutamente, seppur in maniera leggera, il saiyan.

«Ora Basta!»

Fu solo un lampo giallo agli occhi degli spettatori, poi Crood fu visto al tappeto e Kogu davanti a lui, il pugno ancora teso per l'impatto contro lo stomaco del suo avversario e i capelli che ricadevano sul volto come se prima fossero stati tirati su da una qualche forza sconosciuta. Solo i partecipanti si erano resi conto dell'accaduto: il ragazzo si era trasformato raggiungendo una potenza incredibile e aveva steso Crood con un solo pugno al plesso solare per poi tornare quello di sempre.

«Wow! Una grande apertura! Il vincitore di questo primo match è Kogu, degno allievo del Leggendario Ub!» riecheggiò la voce del presentatore per tutta l'arena, mentre  boati della folla erano evidenti.
Dal canto suo Kogu era stizzato, anche se vinceva rimaneva sempre e soltanto l'ombra del suo maestro. Fu proprio lui a rivolgerli la parola per primo quando vi si avvicinò.

«Perché ti sei trasformato? In forma normale ti saresti divertito di più e avresti dato più spettacolo» lo quasi ammonì il suo mentore.
«Non ho tempo da perdere con esseri deboli come quello» rispose il ragazzo secco prima di appoggiarsi al muro con le braccia incrociate fissando l'arena dove presto si sarebbe tenuto il prossimo scontro. Ub lo guardò truce: era evidente che qualcosa non andava per il ragazzo. Se solo lui fosse stato bravo a leggere nei cuori delle persone come lo era stato Goku, come lo era stato anche lui secoli prima, forse avrebbe capito l'opprimente sentimento che pressava il cuore del suo giovane allievo. Ma aveva perso quell'abilità da troppo tempo ormai, e si limitò a lanciargli l'ennesimo sguardo ammonitorio.
 
«Il prossimo incontro sarà....» due nuove palline uscirono dal globo di vetro «Il Generale Zatron contro...Arthiom il Rivoluzionario! Una sfida scritta nelle stelle!» già, uno scontro di grande importanza per tutti, che fu accolto con un'acclamazione seconda solo alla presentazione di Ub. Anche l'eroe era entusiasta dello scontro a cui avrebbe assistito: il più grande generale dell'esercito contro quello che era stato sia il più grande nemico dell'esercito ma anche il più grande generale anni addietro. Nessuno poteva sapere che il legame che univa quei due combattenti era un tempo stato il più forte al mondo. Entrambi i concorrenti salirono sul ring.

«Ciao Zatry, pronto a perdere come quella volta?» disse sorridente il Rivoluzionario, ricodando avvenimenti di un lontano passato mentre metteva in moto le sue membra metalliche.
«Non credo proprio...all'epoca ero solo un Primo ufficiale, e tu un Capitano...ora siamo entrambi Generali, le cose andranno diversamente» il soldato riscaldava l'articolazione del polso muovendo il gigantesco spadone in orbite circolari. Per lui sarebbe stato un modo per dimostrare a sé stesso, oltre che a tutta la galassia, che anche se a Hidar era stato Kogu a sconfiggere Arthiom, anche lui sarebbe stato in grado di farlo.

«Sempre fissato con i gradi eh? Be' mi dispiace ma io non sono più un Generale...ma rimango il più forte!» senza alcun preavviso Arthiom si lanciò contro il suo ex compagno d'armi, impattando il suo pugno contro il piatto della lama del suo avversario. L'onda d'urto del colpo riecheggiò in tutta l'arena mentre Zatron stringeva i denti, evidentemente sorpreso da tanta potenza. Era chiaro che il cyborg aveva deciso di dare il tutto per tutto sin da subito.

I colpi dei due si susseguirono rapidi e potenti, la spada del Generale era fatta dello stesso metallo di gran parte del corpo dell'altro, ma ciò non voleva dire che colpendo le articolazioni con adeguata forza non avrebbe potuto staccargli un braccio, una gamba, o chissà magari anche la testa.

Ma non era la potenza, né la resistenza del cyberumano a renderlo un arduo avversario, quanto la quantità di congegni che il suo corpo possedeva. Il piatto della spada di Zatron parò ancora una volta una lunga serie di proiettili sparati dal cyborg mentre Ub moriva dalla voglia di confrontarsi contro quei grandi combattenti. Avrebbe voluto combattere al primo turno, ma Bu gli aveva detto che avrebbero combattuto per ultimi perché voleva vedere bene tutti gli altri. Che triste sorte dover assistere a tutte quelle avvincenti lotte senza poter scaricare l'adrenalina che aveva in corpo.

I suoi pensieri furono interrotti da un'esplosione, seguita da molte altre. Arthiom aveva scaricato la sua prima batteria di missili sull'arena, mandando buona parte della pavimentazione in frantumi. Uscendo dal fumo Zatron si rivelò in parte ferito e sanguinante, anche leggermente abbrustolito dall'attacco. Nonostante tutto ciò, sorrideva, entusiasta della battaglia. Certo il suo avversario era un cyborg incredibilmente potenziato, con un corpo considerato indistruttibile dalla maggior parte della gente, e una forza, oltre che un'esperienza di battaglia, di gran lunga superiore alla sua. Ma non si sarebbe arreso tanto facilmente. Dopo la battaglia di Hidar si era sentito un incapace, e si era allenato senza sosta per questi tre lunghi anni. Certo non aveva neppure lontanamente raggiunto il livello di Ub o di quel mostro che aveva tentato di farli saltare tutti in aria, ma era comunque diventato molto più forte. Concludendo inoltre che non avrebbe mai raggiunto il livello del guerriero Z, si era concentrato sul creare una tecnica in grado di danneggiare seriamente anche avversari molto più forti di lui. E dopo migliaia di tentativi ce l'aveva fatta.

«Taglio del Drago!» radunando tutta la sua energia nello spadone, un gigantesco fendente di fiamme fu scagliato da Zatron colpendo in pieno petto un sorpreso Arthiom ed infliggendogli la prima seria ferita dello scontro. D'altro canto, Zatron era già pieno di lividi, tagli e ustioni sparse un po' per tutto il corpo. Aveva anche la sensazione che un precedente attacco del cyborg gli avesse lussato se non fratturato due costole.

Il fumo che cirondava il Rivoluzionario si diradò. Ub era sorpreso: la maglia di Arthiom era squarciata, i brandelli erano in fiamme, ma soprattutto sul suo petto metallico c'era un profondo solco da cui emergeva qualche cavo elettrico. Quell'attacco era stato devastante, con una potenza di taglio senza precedenti non dissimili da quelle del Kienzan. Se Arthiom non si fosse trovato ad oltre dieci metri da Zatron, probabilmente a quest'ora sarebbe stato diviso in due. "Se io o Kogu avessimo subito quel colpo avremmo riportato danni ben più seri" si disse incredibilmente sorpreso dalle potenzialità che aveva dimostrato il generale, e che lui di certo non si aspettava.

«Vedo che hai imparato a combattere sfruttando le tue doti, generale» disse un affannato Arthiom.
«Dopo aver visto di cosa è stato capace Ub oltre che il tuo amico con la coda, mi è sembrata la cosa più saggia da fare» rispose l'altro con un sorriso, orgoglioso della sua nuova tecnica.

A questo punto le sorti della battaglia erano tutt'altro che prevedibili. Se in un primo momento Arthiom era stato in vantaggio, ora era seriamente danneggiato, anche più del suo avversario. Ma nessuno dei due avrebbe rinunciato a combattere fino all'ultimo respiro. Dopotutto non si combatteva per un Torneo dove sapevano avrebbero perso se non ora, in finale contro Ub. Combattevano per quella singola battaglia, combattevano per tutto quello che ne sarebbe derivato. Non c'erano ordini da dare ai soldati, non c'erano comandi da dover impartire alle truppe. Non c'erano strategie di assalto da mettere in atto, non torrioni da difendere. C'erano solo loro due. Loro due e il loro orgoglio.

«AAAAAAH!» con un urlo incredibile i colpi dei due si scontrarono di nuovo e di nuovo, con potenza e furore inaudito. La loro potenza ormai era quasi la stessa, e Arthiom conoscendo la nuova tecnica del suo avversario non poteva di certo permettersi di abbandonarsi alla pura forza bruta come aveva fatto poc'anzi. Un pugno colpi il mento del Generale, poi lo spadone dello stesso impattò contro la coscia del suo avversario. Quell'incredibile coreografia di tecnica perfetta e potenza sconvolgente andò avanti per svariati minuti, mentre ora anche onde di energia venivano indirizzate dai palmi del rivoluzionario verso il suo avversario che rispondeva con fendenti di fuoco. Lo scontro era emozionante, e dopo tutto quel tempo di accesa battaglia nessuno dei due sembrava volerla dare vinta all'altro. Dopo oltre mezz'ora di battaglia sfruttando a pieno le loro capacità i due si concessero un momento di riposo. L'energia di Arthiom era pressocché infinita, sì, ma le ferite che aveva riportato non erano indifferenti.

«Dobbiamo concludere questa battaglia Zatron» disse ansimante il cyborg, il suo corpo graffiato o squarciato in più e più punti.
 Il suo braccio si spostò in avanti e si aprì in numerosi cannoni: era pronto per eseguire la sua mossa finale. «Hell's Cannon!» una  moltitudine di sfere energetiche venne scagliata contro il suo avversario e anche in maniera casuale per tutta l'arena, di certo non con buona mira.

«Sono più che d'accordo» rispose l'uomo, meno ferito dell'altro ma decisamente più stanco, quasi sfinito .«Perciò preparati ad essere sconfitto, traditore!» con un misto di nostalgia, furore, adrenalina ed euforia Zatron si scagliò verso il suo avversario con la lama ben salda in pugno, davanti a lui.

Quel traditore non era stato messo lì a caso. Un tempo quei due erano stati grandi amici, uniti dal un legame forte e apparentemente indissolubile. Avevano condiviso tutto, gioie e dolori, avevano vissuto insieme al fronte per anni. E quando il cyborg aveva disertato, l'uomo si era sentito profondamente tradito nell'anima. Aveva provato disprezzo per il rivoluzionario, in un primo momento, poi sostituito dal rancore. Gli aveva dato la caccia per anni, anche se non si erano mai scontrati direttamente. Poi, dopo che il cyborg era stato arrestato, gli aveva spiegato le ragioni di tutte le sue azioni. E i sentimenti che provava erano stati sostituiti da una grigia e fredda tristezza.

«Perché non mi hai portato con te...perché non mi hai neppure chiesto se volessi seguirti...sai che l'avrei fatto» aveva detto Zatron, non piangendo le lacrime che aveva pianto per anni.
«Non volevo immischiarti in faccende troppo grandi per te». Per quanto lo avesse disprezzato, Zatron non poteva dimenticarsi quante volte Arthiom gli aveva salvato la vita. E aveva desiderato proteggerlo anche nel suo abbandono, voleva vederlo schierato con il nemico poiché temeva che se avesse perso la battaglia le sue decisioni avrebbero potuto ripercuotersi sull'amico.

Un clangore metallico assistette quel colpo, la spada di Zatron aveva perforato la spalla sinistra del cyberumano, tra la clavicola e la spalla. Arthiom non si era mosso. Il generale avrebbe potuto trafiggergli il cuore e ucciderlo, anche se sapeva sarebbe stato resuscitato dalle Sfere del Drago. Ma Arthiom in cuor suo voleva vedere se lo spadaccino avrebbe avuto il coraggio di ucciderlo.

«Sei diventato proprio forte...amico» il Rivoluzionario sorrise, mentre il suo pugno destro che precedentemente aveva sparato un po' a caso quelle sfere di energia si chiuse. D'un tratto Zatron si rese conto dell'errore commesso: quelle sfere che aveva facilmente evitato credendo che Arthiom avesse sbagliato il colpo si erano invece disposte tutt'intorno a lui. Inoltre ora che la sua spada era incastrata nel corpo del suo avversario non era in grado di difendersi. Chiuse gli occhi un istante prima che quell'ondata di ki lo investisse producendo una gigantesca esplosione dove lo stesso Arthiom fu sbalzato e ferito. Quando dopo qualche secondo il fumo si diradò il commentatore e tutti gli spettatori erano senza fiato dopo una battaglia di tale portata che di certo prima d'ora avevano visto solo in televisione. Zatron era a terra, incosciente, forse addirittura morto. Arthiom era anch'egli al tappeto, il braccio sinistro gli era stato staccato dall'esplosione e giaceva  assieme allo spadone dell'amico diversi metri più in là. «Sta diventando una moda staccarmi le braccia» disse tra sé e sé mentre recuperava il corpo del generale. Controllò il suo battito. Aveva avuto paura, ma alla fine Zatron si era dimostrato sufficientemente resistente e anche se incosciente era ancora vivo.

Ripresosi dallo shock il presentatore distolse quel grave silenzio.
«Il vincitore è...Arthiom il Rivoluzionarioooo!» la folla esplose tutto il suo entusiasmo in una baraonda che probabilmente avrebbe potuto essere avvertita da chilometri di distanza.

Dopo aver consegnato il corpo dell'amico ai medici, lo sguardo del cyborg cadde su Ub. "Bel lavoro!" disse con gli occhi l'eroe sorridendo.
Il suo ultimo sguardo prima di andare a farsi riparare, fu per Kogu. Il ragazzo intercettò il suo sguardo e i due rimasero così per qualche secondo, sorridenti, determinati.
Al prossimo turno, si sarebbero scontrati di nuovo. Al prossimo turno Arthiom avrebbe avuto la sua rivincita.










 
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E' finalmente iniziato questo incredibile torneo e abbiamo visto i due scontri. Il primo scontro si incentra sulle capacità del nostro Kogu, visibilmente cresciuto dall'esperienza contro la Rivoluzione, specialmente caratterialmente. Decisamente molto diverso dal ragazzino focoso e volenteroso di mettersi alla prova che era una volta. Ma non è questo il centro del capitolo. Vecchie Amicizie si riferisce in fatti ovviamente al legame tra Arthiom e Zatron, su cui avevo già riflettuto ai suoi tempi e che ho voluto valorizzare in questo capitolo. Due vecchi amici messi d'improvviso uno contro l'altro ma che hanno infine sfruttato quest'occasione che riappacificarsi. Personalmente spero che i combattimenti siano stati di vostro gusto, spero non troppo macchinosi e sono sicuro che i prossimi sviluppi vi stupiranno ^^
Spero che qualcuno continui a leggere la fiction anche perché avverto mancano pochi capitoli alla fine ^^
   
 
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