Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: Belieber_Jasmine_98_94    23/11/2015    0 recensioni
Alesha, una ragazza di 17 anni, piomberà nella vita del grande e famoso Justin Bieber, suo padre.
Tratto dal primo capitolo:
-Wilson dove mi manderà?.- Chiese col tono di voce più preoccupato che potesse avere.
-Mi dispiace...so che hai sempre voluto evitarlo, ma dobbiamo, tuo padre deve prendere le sue responsabilità.-
-No, no, giuro che non mi drogherò più, non ruberò più nulla, me ne starò buona ma non mandarmi da Bieber, ti prego.-
**.
Tratto dal capitolo 24:
-Mmh..- Si alzò, facendo cadere lo sguardo sul polso rotto.-Sei bellissima, sono preoccupato, quanti ragazzi proveranno a portarti via da me?- L'attirò verso di sé, appoggiando la fronte contro la sua.
Sorrise.-Nessuno mi porterà via da te.-
-Davvero?-
-Sì.-
-Promettimelo.- Avvolse le braccia attorno al suo corpo, annusando il suo profumo.
-Te lo prometto, ti voglio bene.-
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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I'm the daughter of Justin Bieber.
'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, nè offenderla in alcun modo'
11/01/2014
Si vive una volta sola. Ma se lo fai bene, una volta è abbastanza.
(Mae West)

-Toc, toc!- Justin sospirò, immergendosi maggiormente nell’acqua calda della vasca, provando, inutilmente, ad ignorare la fastidiosa voce di Alesha.
-Justin! Devo fare la pipì-
-Ci sono altri quattro bagni in questa casa e tu devi proprio venire qui?-
-Ma in questo c’è la vasca idromassaggioo.- Rispose allungando la ‘o’.
-Beh, non credo tu debba fare la pipì nella vasca idromassaggio, quindi va via-
-Ma non è giusto! Questo bagno è più bello..-
-Ed è anche occupato via!-
Nonostante fosse dall’altro lato della porta riuscì a vederla mentre incrociava le braccia e puntava un piede a terra arrabbiata.-No io voglio questo bagno.-
-Non puoi, sciò, vattene.-
Imbronciata, tirò fuori la forcina dai capelli, si inginocchiò davanti alla serratura e iniziò a trafficare con essa, riuscendo ad aprire la porta.-Sii!- Alzò le mani in aria, chiudendosi la porta alle spalle.-E adesso faccio la pipì- 
-Alesha! Ma come diavolo hai fatto ad entrare?- Il ragazzo ringraziò il cielo, per aver deciso di tenere la tendina della doccia e non averla tolta come prima desiderava , ora c’era una barriera tra di loro.
-Non te lo dico.- Rispose mentre liberava la vescica.-Alle tre devo uscire.-
-Bene...vuoi che ti accompagni?-
-Sì.-
-Okay, per le tre sarò pronto. Chiedi di farti preparare il sacco con la merenda, non siamo sicuri di riuscire a mangiare fuori.-
-Lo preparo io il sacco.-
-No, tu esageri, prepareresti un intero zaino.-
-Non è vero..- Si lavò le mani, avendo finito.-Me lo dai un bacio sulla guancia?-
-No, sto facendo il bagno.-
-Ma io voglio il bacio sulla guancia.-
-te lo dò dopo,ora fuori-
-mi tratti sempre male.-
-Fuori.-
.*.*.*.*.*.
-Alesha vai ad aprire la porta!- Justin svuotò lo zainetto che la figlia aveva riempito da sola, alzando gli occhi al cielo per la troppa roba che c’era dentro.
-Va bene!- I suoi passi rimbombarono per tutta la casa nell’andare ad aprire la porta. -Chi è?- Chiese sporgendo la testa fuori dalla cucina. 
Ma ormai, aveva già richiuso la porta. -Nessuno- Fece per tornare di sopra, ma il padre la intercettò, montandola sulle spalle.
-Aah! Justin!- 
-Ora vediamo a chi hai chiuso la porta- Disse tenendola stretta con un braccio, mentre con l’altra apriva la porta.
-Hey Jaxon.- Sorrise, mettendosi di lato per farlo entrare.
-Mi hai chiuso la porta in faccia!- Urlò, rivolto ad Alesha, che cercava ancora di liberarsi dalle grinfie del padre.
-Beh, sediamoci no? Fuori fa freddo, vuoi qualcosa di caldo?-
-Sì grazie…- Rispose seguendolo in cucina.-Justin mettimi giù-
-Mi prometti che non scappi?-
-Te lo prometto.- Rispose mangiucchiando l’unghia del pollice. Fedele al patto, la fece scendere, tenendola comunque sulle sue ginocchia.
-No tesoro, ti ammalerai più facilmente, ci sono i batteri.- Le tirò via il pollice, pulendolo velocemente con un pezzo di carta.
-Ti va di preparare a tutti e tre una cioccolata calda?- le soffiò nell’orecchio, provocandole una piccola risata.-Sì.-
-Brava, io ci voglio pure i marshmallow.-
-Allora le faccio.- Gli lasciò un bacio sulla guancia e si alzò, per fare ciò che gli era stato chiesto.
-Jaxon seguimi di là- Ordinò al fratello, doveva assolutamente parlargli di Alesha.
-Senti..non so cosa provi per lei, ma è una ragazza molto fragile ok? Non voglio che soffra...-
-Justin io sono fottutamente innamorato di lei. Me ne sono accorto solo ora! Non riesco a levarla dalla mente cazzo, ogni volta che chiudo gli occhi lei è lì.- Si alzò, con le mani tra i capelli.-Mi sono stancato di questa situazione, glielo devo dire.- 
-Innamorato di lei!?- 
-Non urlare! Deve saperlo da me.-
-Oddio, io..scusami è che ci sono rimasto..di merda. Non sapevo neanche che sapessi cosa fosse l’amore-
-Beh grazie,- Rispose acido.-Non mi è mai successa una cosa simile. La penso ogni giorno, me la sogno la notte, cavolo..io, non so più cosa fare. Lei ora mi ignora, fino a poco tempo fa mi ha praticamente chiesto di fare sesso in uno sgabuzzino Justin! Ti prego, dammi una mano.-
-Justin! Ho trovato delle fette di torta alle carote. Ti piace?- Posò il vassoio, accorgendosi solamente dopo del viso sconvolto di Jaxon.
-Va tutto bene?- Andò da lui, passandogli la piccola mano tra i capelli biondi.-Sembra che tu stia per svenire da un momento all’altro.- Avvolse le braccia attorno al suo collo, stringendolo in un forte abbraccio. 
Jaxon trattenne il respiro, chiudendo gli occhi per godersi quel momento di pace.
-Ti voglio bene.- Sussurrò lui inclinando il viso per baciarle la tempia destra.
-Sul serio?- 
-Sì, ti voglio bene, ti voglio tanto bene.-
-Alesha io ti…- 
Un colpo di tosse lo bloccò dal dire la fatidica frase -La cioccolata si sta raffreddando.- 
Sciolsero l’abbraccio e Alesha andò a sedersi vicino al padre.-Cambia canale, c’è Doraemon.-
-Okay tesoro.-
-Che ore sono?-
-Le due e trentacinque.-
Annuì, spazzolando via torta e cioccolata in un attimo.-Vado a cambiarmi.- 
-perchè non mi hai lasciato fare!? le avrei detto quello che provo.-
-la spaventeresti, non ha mai amato nessuno e l’ultima persona che le ha detto che l’amava è sparita. Mi ha raccontato tutto.-
- In che senso?- 
-Lo ha praticamente sbattuto via dalla sua vita-
-Perchè?-
-Perchè nessuno glielo aveva mai detto prima, oltre ai suoi veri genitori e a me. Le ha fatto male.-
-Okay, allora non le dirò che la amo. Perchè uscite? dove andate?-
-non lo so, non l’ho ancora capito. Credo debba fare spese-
-Posso venire?-
-Come preferisci.-
-Justin! Guarda che carina che sono.- 
-Ma guarda che bella, fatti vedere.- Le prese le mani, attirandola verso di lui. Indossava un vestito pesante, ma corto fin sopra il ginocchio. La parte superiore era nera, con delle decorazioni floreali, mentre la gonna rosa si espandeva libera dalla vita in giù, stretta da una grande cintura.-Hai messo le calze pesanti vero?-
-Sì, fuori fa freddo.- Disse sistemando la giacca nera sulle spalle.-Andiamo?-
-Certo, ricordati lo zainetto.-
-Vaa bene.- Si allungò verso di lui, alzandosi sulle punte per stampargli un bacio veloce sulle labbra.

flashback:

-no cazzo, l’hanno fermata, so solo che è stato difficile farlo- spiegò al telefono.-Sono arrivato ora, Selena è già dentro.- Riagganciò a sua madre, tirando su i pantaloni prima di entrare nella scuola di sua figlia.
-Senta! Lei non può permettersi di parlarci così!- Sgranò gli occhi nel sentire la voce della sua fidanzata urlare così forte ed aumentò il passo, fino ad arrivare nell’ufficio della preside.
Selena, col piede puntato fermamente verso terra, stringeva la piccola mano di Alesha, che la guardava stupita.
-Mia figlia ha un fottuto occhio nero e voi volete sospenderla!? Un ragazzino più grande e forte..-
-Signora! Mi dispiace interromperla ma questo ragazzino grande e forte è ancora in infermeria!-
-Alesha! fa vedere il tuo occhio.- Justin la raggiunse, voltandola bruscamente verso di lui. Un grosso alone nero le circondava l’occhio sinistro e il labbro inferiore era gonfio e rosso.-Dio...chi ha iniziato?-
-Lui ha iniziato a parlare male di papà e io l’ho insultato, poi non ricordo- Fece spallucce, toccandosi timidamente il labbro.
-Quante volte ti ho detto che con la violenza non si risolve nulla? Dobbiamo ricominciare con lo psicologo?.-
-Non lo faccio apposta..-
-Non è colpa sua, è la scuola che non si prende le proprie responsabilità. Voglio che Alesha cambi scuola.-
-Sìì!- Strillò alzando i pugni in aria.
-Cosa? Non stiamo esagerando?-
-Justin si sono picchiati a sangue per più di dieci minuti e nessuno è intervenuto in tempo!-
-Non dico questo..hai ragione tu, solo…. è meglio parlarne più tardi.-
Prima di lasciarla rispondere, l’abbracciò, provando a tranquillizzarla.-Va tutto bene, rilassati..-
Rilasciò l’ossigeno che stava trattenendo, chiudendo gli occhi.-Okay, hai ragione.-
-Il mio occhio brucia..- 
-Tranquilla tesoro, ora andiamo a farti visitare.- Sua madre sorrise, finalmente più rilassata.
-Non pensare di passarla facilmente Alesha, domani prenderò appuntamento per vedere uno specialista, magari riuscirà a darti una calmata.-
-Antipatico…-
-Cosa?-
-Niente!-
-Aspetta che ti prendo e poi vedi.-
-Justin! sei tu che la contagi con la violenza!-
-Non è vero, non l’ho mai picchiata.-
-Sì invece, mi tiri sempre le sberle sul sedere e sulla testa- 
-Te le meriti, và dall’infermiera e fatti visitare.-
-Ti voglio bene.- Gli urlò dietro, uscendo di corsa dalla stanza. ‘’


-Voglio un cagnolino...- Ruppe il silenzio Alesha, giocando con gli anelli del padre.-Non ti prenderò un cagnolino Alesha, smettila.-
-Voglio una scimmietta...- Abbassò lo sguardo, imbronciandosi.-No.-
-Non mi prendi mai niente.- Sbatté le più volte le palpebre, scacciando via le lacrime. -Non sai curare te stessa, figuriamoci un animale.-
-Me la sono cavata da sola per anni, voglio un animale.-
-No-
-Non ti parlo più e non portarmi mai più allo zoo.- Innervosita, si allontanò, per a salire su di sopra, in camera.
-No, no, dai Alesha.-  Provò ad afferrarla, non riuscendoci.-Alesha.- La richiamò, indeciso sul da farsi. Prenderle un animale o lasciar stare?
Chiuse gli occhi, sdraiandosi completamente sul divano. Avere una figlia così difficile non era semplice, a volte gli pareva quasi un adulta, altre una bambina capricciosa.
Che non fosse normale?
In passato aveva avuto diversi psicologi, ed entrambi avevano detto le stesse cose, 'paura dell'abbandono' e varie insicurezze verso se stessa.
-Alesha?- Tentò di chiamarla ancora, fallendo.
Doveva portarla da uno specialista?
Perché il suo comportamento non era di certo normale. Va bene essere un po' infantili, ma così tanto..a volte non si ricordava nemmeno delle cazzate che sparava.
Un forte urlo ruppe il silenzio che si era creato in casa.-Merda..- 
Justin scattò in piedi, correndo dritto nella stanza da cui proveniva l'urlo, il bagno.
-Mio dio Alesha, che succede?- Spalancò la porta, afferrò un asciugamano e si inginocchiò davanti alla vasca, dove lei stava facendo il bagno.-S-sta affogando..- Balbettò indicando un punto preciso nell'acqua.-affoga davanti a me, di nuovo.- ed iniziò a piangere, singhiozzando rumorosamente.
-Tesoro, qui non c'è nessuno, ecco, guarda.- affondò la mano nella schiuma-troppa schiuma- dimostrandogli che non c'era nulla.
Con le mani, si coprì gli occhi , tentando di calmarsi.-Io l'ho vista, Selena era lì.
Justin si irrigidì, nel sentir pronunciare quel nome.
Ora aveva pure le allucinazioni, perfetto.

  
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