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Autore: Ace of Spades    23/11/2015    3 recensioni
Raccolta di due one-shot dedicata al gerderswap.
Nella prima Doflamingo dovrà vedersela con Lady Crocodile, nella seconda toccherà a Sir Crocodile tenere a bada Miss Donquixote.
< Ma come sempre il karma, il fato o come lo volete chiamare, si diverte a giocare scherzi alle persone, giusto per prenderle un po’ per il culo.
E cosa poteva fare ad uno come lui se non farlo innamorare?
Ridicolo eh? >
-
< Era da anni che cercava di scoprire l'identità del suo rivale in affari, uno dei pochi che si permetteva di soffiarle i clienti da sotto il naso e farla franca.
"Ed ora è il mio vicino di casa"
Non resistette oltre e scoppiò a ridere. La situazione era troppo paradossale. >
Genere: Comico, Demenziale, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
Capitoli:
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   Addicted
 

 

“ Alla base dell'assunzione delle droghe, di tutte le droghe, anche del tabacco e dell'alcol, c'è da considerare se la vita offre un margine di senso sufficiente per giustificare tutta la fatica che si fa per vivere. Se questo senso non si dà, se non c'è neppure la prospettiva di poterlo reperire, se i giorni si succedono solo per distribuire insensatezza e dosi massicce di insignificanza, allora si va alla ricerca di qualche anestetico capace di renderci insensibili alla vita. Ed è per questo motivo che tutti dipendiamo da qualcosa, da un amore, da una donna, dagli amici, dal sesso, dal potere e altro ancora.  ”

Umberto Galimberti, L'ospite inquietante, 2007










 

Principalmente il mondo fa schifo quindi non puoi aspettarti che la tua vita sia tutta rosa e fiori.
Nasciamo pieni di speranza, pieni di buone intenzioni, con piani per il futuro e nessuna preoccupazione perché ci sentiamo invincibili, come i supereroi nei fumetti che ottengono sempre il loro lieto fine.
Poi arriva.
Non si sa quando ma la prima sberla da parte della vita arriva sempre.
Si perde qualcuno che si ama, si rompe l’automobile, si viene licenziati, non si hanno soldi a sufficienza, il tuo partner ti tradisce ecc ecc.
È un continuo sprofondare nella merda.
È qui che la popolazione umana si divide in due macro categorie: la prima, quella dei perdenti, che si lasciano sopraffare dagli eventi o che si lasciano semplicemente trascinare dalla corrente; la seconda, di cui fanno parte pochi eletti, è quella dei vincenti, che capiscono come va il mondo e ne approfittano.


Perché non sempre sono gli eroi a sopravvivere nel mondo reale, anzi, il più delle volte sopravvivi solo se sei il cattivo, quello che non guarda in faccia a nessuno pur di vivere.
 

Il cattivo nasce buono, poi capisce come va il mondo. 
 

Lui era uno di quelli, si era fatto strada tra la merda uccidendo e usando i corpi degli altri per restare a galla.
Aveva capito fin da subito che nessuno ti regala nulla.
La sua epifania era stata la morte di sua madre, un essere tanto bello quanto gentile; e allora perché una malattia aveva dovuto portargliela via quando aveva 8 anni?
In quel momento aveva compreso che non esisteva nessun Dio misericordioso, e che, se volevi qualcosa, allora dovevi diventarlo tu un Dio.
Si era macchiato di diversi crimini crescendo, aveva cominciato anche a spacciare droga e dopo i vent’anni si era costruito un’organizzazione criminale di tutto rispetto.
Aveva compiuto atti indicibili - omicidi su commissione, incendi dolosi, furti, distruzione di opere d’arte, traffico di armi, prostituzione e molto altro - ma l’attività che ancora lo divertiva di più era spacciare droga.
Per quello ne aveva creata una nuova chiamandola “Smile” e l’aveva immessa sul mercato (con ottimi risultati).

Non biasimava affatto chi si faceva; per affrontare un mondo così schifoso dovevi per forza sviluppare una dipendenza da qualcosa. Le più diffuse erano la dipendenza dalla nicotina, dall’alcol e appunto da sostanze stupefacenti.
In gioventù aveva provato di tutto ma la droga non gli forniva la scarica di adrenalina che lo faceva sentire vivo.
Il tabacco riusciva a rilassargli i nervi ma per poco tempo.
L’alcol gli annebbiava la mente e non gli piaceva molto perdere i sensi o vomitare.
No, da adolescente la sua dipendenza era un’altra: il sesso.


Com’era quel detto?
‘Bacco, tabacco e Venere riducono l'uomo in cenere.’
Molto azzeccato
.


Lui amava scopare.
Donne, uomini, era del tutto indifferente quale apparato riproduttore avesse il suo partner, l’importante era godere.
Ogni giorno si portava a letto una persona diversa, e lui poteva farlo non solo perché era a capo della famiglia Donquixote, una delle più temute nel mercato nero, no, Doflamingo riusciva nel suo intento semplicemente perché era bello e ci sapeva fare.
Alto più della media, fisico scolpito, pelle bronzea, capelli corti biondi e un sorriso perverso a troneggiargli sulle labbra.
Unica pecca erano gli occhiali da sole che portava perennemente calati sugli occhi verdi smeraldo.
Ora si può ben capire perché all’epoca nessuno gli dicesse di no.
Con gli anni si era dato una calmata anche se quello rimaneva il suo passatempo preferito.

Ma come sempre il karma, il fato o come lo volete chiamare, si diverte a giocare scherzi alle persone, giusto per prenderle un po’ per il culo.
E cosa poteva fare ad uno come lui se non farlo innamorare?

Ridicolo eh?

Ed invece era proprio così che era andata.





“Donquixote, era da un bel po’ che non la vedevo in uno dei miei casinò” commentò una voce calma mentre sul suo viso si apriva un sorriso sghembo.
La donna che si trovava di fronte a lui - e che era la proprietaria di tutti i casinò nella zona, nonché sua rivale in affari - lo osservava senza nascondere un certo fastidio.
Lady Crocodile, quello era il suo nome, era la definizione vivente di ‘femme fatale’; bella, da togliere il fiato, usava il suo aspetto e le sue movenze calcolate ed eleganti come carta vincente, anche se il suo asso nella manica rimaneva la dialettica. Con le parole era una vera maestra, tanto che girava voce che avesse agganci perfino in politica.
Capelli lunghi neri come una notte senza stelle, occhi azzurri con riflessi dorati che le donavano uno sguardo fiero, labbra carnose e magra con le curve al posto giusto, era un vero spettacolo per gli occhi.

Si ritrovò immerso in pensieri dalla dubbia natura, finendo per non accorgersi che si stava leccando le labbra.
Da quando le aveva messo i bastoni fra le ruote in un caso di opere d'arte, lei se l’era legata al dito e aveva anche cercato di ucciderlo - ok, ucciderlo forse no perchè se avesse voluto gli avrebbe davvero piantato un proiettile in testa, invece si era limitata a sparargli sfiorandogli una guancia e dicendogli che da quel momento era guerra aperta -.

Indicativo come l’unica persona che l'abbia mai rifiutato abbia anche catturato il suo interesse.
Perché prima di farle quel dispetto (a lui non importava niente di quei quadri) ci aveva provato con lei ricevendo un bel due di picche.
Il colpo di grazia era stato appunto lo sparo e le parole di odio.
Nessuno si era mai permesso in tutta la sua vita a rivolgergli quelle parole, tutti lo temevano e gli leccavano il culo per paura che lui potesse annientarli o per cercare di avere qualcosa.


È stato in quel momento che Donquixote Doflamingo si è innamorato di Lady Crocodile.




 

Quello che provava quando aveva quel paio di occhi azzurri puntati su di lui era meglio di qualsiasi sigaretta si fosse mai fumato.
Ogni volta che ne aveva l’occasione la provocava apposta solo per avere la sua attenzione, che si trattassero di insulti o minacce poco gli importava.
 

“Doflamingo!” una donna entrò nel suo ufficio mentre lui stava parlando al telefono con uno dei suoi spacciatori.
“Buonasera mia cara, a cosa devo l’onore di una tua visita?” fece rivolgendole un sorriso smagliante.
“Poche ciance. Sai perché sono qui, stronzo. Ridammi le mie armi” sbottò sbattendo un pugno sulla sua scrivania.
“Armi? Non so di cosa parli dolcezza~” rispose facendo scivolare il suo sguardo sulle gambe scoperte della mora.
Portava un bel vestitino nero corto e aderente con sotto una camicia bianca.
“Non farmi perdere la pazienza” sibilò lei appoggiandosi sui gomiti e assottigliando lo sguardo. “dimmi dove sono e chiuderò un occhio sul fatto che stai organizzando di spacciare anche nella mia zona”

Aveva i primi bottoni della camicetta aperti e poteva godersi appieno la visuale del suo-

“Hai visto qualcosa che ti piace?” ringhiò Lady Crocodile facendogli alzare lo sguardo.
“Oh sì, lo sai che ho un debole per te, potresti approfittarne” commentò divertito avvicinandosi al volto della donna e venendo investito dal profumo avvolgente di lei.
‘Iris’ pensò immediatamente.
Il suo preferito.

“Non farò mai una cosa del genere. Hai perso un’occasione per starmi simpatico” disse abbassando tono e alzandosi raggiungendo la porta.
“Davvero ti sarei stato più simpatico?” chiese guardandole il fondoschiena.
La donna si fermò e gli rivolse un ghigno strafottente.
“Ovviamente no”

Doflamingo rise fino a che non gli mancò il respiro.






 

Quello che provava ogni volta che le sue mani lo toccavano era molto meglio di qualsiasi alcolico avesse mai bevuto.
Gli faceva girare la testa e il suo battito cardiaco accelerava; per quello provava in ogni modo a farle perdere il controllo.
 

“Buonasera splendore!” esclamò Doflamingo salutando la donna che, in quel momento, stava uscendo dal bagno.
“Che cazzo ci fai in casa mia?” ringhiò allacciandosi l’asciugamano e dirigendosi verso un mobile.
“Cazzo, cazzo, cazzo, hai sempre quella parola sulla bocca, prima o poi ti ci metto il mio~” commentò tranquillo il biondo alzandosi dalla poltrona in pelle nera mentre un vento tiepido entrava dalla finestra dalla quale era entrato.
“Quando avrò finito con te non avrai più neanche quello” sibilò Crocodile estraendo un coltello dal cassetto e mettendosi in posizione di difesa.
“Esci da casa mia. Ora.”

Era appena uscita dalla doccia, aveva ancora i capelli bagnati e le gocce d’acqua non si facevano alcun problema a scorrere tranquillamente su quella pelle bianca e perfetta.
Aveva solo un asciugamano striminzito a coprire le sue grazie e quello sguardo carico d’odio che gli stava rivolgendo cominciava ad avere effetti collaterali.

“Oh, ma se sono appena arrivato! Non mi offri da bere?” disse deglutendo e facendosi più vicino fino a che non fu a pochi centimetri dal volto della mora, con il coltello appoggiato sulla sua gola.
Sapeva che era un azzardo.
Sapeva che lei non avrebbe esitato un solo secondo a recidergli la carotide.
Eppure aveva corso il rischio, perché l’adrenalina nel suo corpo era decisamente troppa; proprio il fatto di sapere di essere in pericolo di vita lo faceva fremere di eccitazione.

La mora indietreggiò fino a che la sua schiena non incontrò il muro; non era un’idiota e sapeva che, anche armata, non avrebbe potuto molto contro di lui.
In casi estremi avrebbe fatto valere la sua cintura nera in aikido e gli avrebbe spezzato il collo con una di quelle tecniche militari che tanto le piacevano.

Doflamingo posizionò una mano di fianco al suo volto mentre il coltello non si spostava di un millimetro, qualche goccia di sangue colò dal taglio.
“Vattene” sussurrò direttamente sulle sue labbra.
“Resto” rispose lui sorridendo.
“Sì, un cretino” ghignò Crocodile.
Il biondo proruppe nella sua caratteristica risata gutturale, che scatenò una serie di brividi lungo la schiena della donna.

‘Il freddo, è colpa del freddo’ pensò lei sentendo lo sguardo dell’altro che le faceva una radiografia completa.

“Hai finito?”
“Di fare cosa?”
“Di guardarmi in quel modo”

Doflamingo piegò la testa finchè non ebbe sulle labbra la pelle morbida del collo di Crocodile, che, instintivamente, aveva allentato la presa sul coltello.
Il biondo se ne rese conto e se ne compiacque, soprattutto sul fatto che lei continuasse a mantenere salda la presa.
Morse e succhiò quanta più pelle possibile, mentre la mano libera della mora le sfiorava il lobo dell’orecchio e andava a strattonargli i capelli.
Crocodile si morse le labbra per trattenere anche il respiro che si stava facendo via via più pesante.
La mano dell’uomo scese fino al suo fianco, dove saggiò la consistenza di quell’indumento che stava cominciando ad odiare.
Con uno strattone slacciò l’asciugamano, che cadde per terra lasciando la mora nuda di fronte a lui.
Non era la prima volta che la vedeva senza vestiti, ma era sempre uno spettacolo; si prese qualche momento per osservarla attentamente, dai suoi seni ai suoi fianchi stretti, dove amava mettere le mani per tenersi saldamente mentre si spingeva dentro di lei.
Crocodile si lasciò osservare, tenendo il coltello ancora premuto contro il suo collo, per lei non era un problema essere al centro dell'attenzione.
Essendo rivali in affari, ognuno dei due aveva fatto ricerche sull’altro per scoprire punti deboli e punti di forza e qualsiasi cosa potesse essere utile alla vittoria.
Per quello si conoscevano fin troppo bene.

La donna tolse gli occhiali da sole al biondo, che la lasciò fare, finché il verde smeraldo e l’azzurro cielo non si incontrarono.
Crocodile li lasciò cadere per terra beccandosi un’occhiataccia e un pizzicotto sul fianco.
Doflamingo si leccò le labbra slacciandosi la cravatta; la mora abbassò la guardia e lui ne approfittò per disarmarla e far finire il coltello ai loro piedi.
Schivò un montante diretto al mento e la spinse contro il muro, facendole serrare gli occhi; le legò i polsi con la cravatta e sorrise di rimando al suo sguardo infuocato.
“Brutto figlio di pu-”
Bloccò le parole unendo le loro labbra in un bacio poco casto, esplorando la bocca della donna con la propria lingua e succhiandole leggermente il labbro inferiore.
La mora lo morsicò sul labbro fino a sentire il sapore ferroso del sangue nella sua bocca.
Il biondo si allontanò di qualche centimetro e la fissò ansimando; lei si leccò le labbra imitando l’atto di poco prima.
“Tutto qui Donquixote?” commentò a bassa voce mentre con la gamba gli accarezzava l’interno coscia.
“Spero che tu non abbia impegni per le prossime 24 ore perché ho intenzione di fotterti finché non riuscirai neanche a camminare”
“Il tuo romanticismo mi sorprende ogni volta”
L’altro la guardò pensieroso, il che non era buon segno.
“La prossima volta ti devo del sesso romantico allora”
“Dio no ti prego”
“Troppo tardi”

 

Quella sera Doflamingo ricevette la sua dose giornaliera di droga e non bevve alcolici per giorni.








 

Quello che provava ogni volta che lei gli sorrideva e rideva era molto meglio di qualsiasi stupefacente si fosse mai fatto.
Per questo cercava sempre di intrufularsi in casa sua che, stranamente, era sempre meno sorvegliata.


 

Lady Crocodile si svegliò lentamente, aprendo le palpebre stiracchiandosi.
“Buongiorno tesoro~”
Lei pensò di aver sentito male, perché non era possibile che quell’affare le venisse a rompere le palle alle 7 di mattina.
Gli rispose con un grugnito e si rannicchiò sotto il lenzuolo cercando di scampare alla luce che entrava dalla finestra.
Doflamingo le appoggiò qualcosa di fianco e lei si sporse per vedere cos’era.
Un vassoio con un croissant fumante, un bicchiere d’aranciata, fragole fresche e un caffè gigante con tanta panna.
Si alzò a sedere e si sistemò i capelli all’indietro con un movimento fluido.
Il biondo le sorrise mettendole davanti la colazione e attese che iniziasse a mangiare.

“È avvelenato?” chiese con la voce ancora impastata dal sonno la mora.
“Non userei mai del veleno per ucciderti, preferisco metodi più violenti e fisici per eliminare qualcuno” rispose tranquillamente.
“Oh” disse Crocodile cominciando poi a mangiare sapendo che quello che aveva detto non era una balla.
Doflamingo la guardò memorizzando ogni minimo movimento.
“L’aranciata puoi berla tu, non mi va”
Quando la donna ebbe finito di bere il caffè lo appoggiò sul piattino e gli rivolse uno sguardo divertito mentre lui stava ancora finendo di bere.

“Non mi devi del sesso romantico?”
Doflamingo per poco non sputò l’aranciata per terra e tossì violentemente mentre la mora rideva - rideva! - appoggiandosi al cuscino.

“L’hai detto apposta per farmi andare di traverso l’aranciata” commentò prendendo boccate d’aria.
“E io che speravo che affogassi e morissi” rispose con una nota divertita Crocodile.
“Mi dispiace averti deluso” sibilò piccato il biondo mettendo su un broncio degno di un bambino di 3 anni.
La donna gli fece cenno di spostare il vassoio e di avvicinarsi; Doflamingo obbedì.
“Non vorrai farmi perdere altro tempo” sussurrò prendendolo per il collo della camicia e avvicinandolo. “pensavo fossi un uomo di parola”
Il biondo rimase con la bocca aperta a boccheggiare senza sapere cosa dire, così si avvicinò e la baciò annullando la distanza tra i loro corpi.

“Ah cerca di fare in fretta che tra un’ora devo essere al lavoro”
“Mi ero dimenticato del tuo spiccato romanticismo”
“Eh questo vuol dire che mi devi ancora del sesso romantico”
“A quanto pare”







 

Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.
E la sua non molto piccola pazzia era quell’uomo assurdo con manie di protagonismo e un debole per il rosa.
Ma questo Lady Crocodile non lo avrebbe mai ammesso.












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Ace of Spades

  
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