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Autore: Benio Hanamura    23/11/2015    3 recensioni
Quasi tutte coloro che hanno visto l'anime di Candy Candy o che hanno letto il manga odiano il personaggio di Susanna Marlowe, perché pur non essendo ricambiata da Terence è riuscita in qualche modo a legarlo a sé ed a separarlo da Candy: la puntata in cui ciò avviene è entrata a far parte delle puntate più tristi mai viste in TV, non solo considerando questo, ma anche tantissimi altri anime! Io però non riesco ad odiare questa ragazza, che nonostante abbia avuto grosse colpe prova per Terence un amore molto profondo, che ha pagato a carissimo prezzo ed in nome del quale inizialmente era davvero intenzionata a sparire per il bene di tutti, almeno prima che Candy e Terence giungessero a salvarla all'ultimo secondo... Ho perciò tentato di ricostruire i pensieri di Susanna in quel momento così drammatico, almeno secondo il mio punto di vista!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Gloomy Sunday (1)
 
 
   C'è un vento fortissimo che mi sferza il viso, il gelo mi entra nelle ossa e sono tanto stanca, ma devo resistere: il più è fatto, ho superato due piani di scale e sono arrivata in terrazza, ancora pochi metri e raggiungerò il parapetto. Questa bufera di neve mi impedisce di vedere nitidamente, ma che importa? Qualunque direzione è uguale, anche se mi piacerebbe sapere da che parte potrei arrivare più in fretta alla meta, per porre fine alle mie sofferenze...
   Un attimo solo per riprendere fiato, non voglio rischiare di svenire. Certo, potrebbe funzionare anche così, anzi, dicono che in questo modo la fine sia più dolce, che si passi dal sonno alla morte senza nemmeno rendersene conto! Però sarebbe meno sicuro, perciò preferisco non rischiare di mandare tutto all'aria dopo tanto sacrificio.  Chiudo gli occhi, nella speranza che sia la mia memoria a darmi un po' di sollievo, ed il mio pensiero va al parco della mia casa imbiancato dopo un'abbondante nevicata. Quanto mi piaceva quello spettacolo quando ero bambina, anche se ero ancora più felice se riuscivo a sgattaiolare fuori quando la neve non aveva ancora smesso di cadere, ed allora amavo danzare su quel manto bianco con quella pioggia lieve di fiocchi che sembravano petali, sentendomi leggera come una fata! A quei tempi suscitavo non poca ansia a mia madre, che mi sentiva spesso parlare da sola e perciò temeva che ci fosse qualcosa che non andava in me; invece non era minimamente preoccupato mio padre, al quale somigliavo anche nella passione ardente che fin da allora sentivo per il teatro, e che perciò riconobbe facilmente gli autori dei discorsi che declamavo, i protagonisti delle storie che mi raccontava la sera per farmi addormentare che altro non erano che celebri brani delle opere che probabilmente lui stesso aveva interpretato.
   Stavo quasi per fare lo stesso, lasciarmi andare e fingermi la regina delle fate, ma qualcosa mi riporta bruscamente alla realtà, alla consapevolezza che non potrò mai più danzare, non potrò più nemmeno camminare, nella neve né da nessuna parte. Un improvviso dolore lancinante, proveniente dalla mia gamba destra, quella schiacciata dal riflettore. Evidentemente è di nuovo cessato l'effetto della morfina, perché si tratta dello stesso terribile dolore che mi ha risvegliata giorni fa (settimane? mesi? ho perso la cognizione del tempo ormai!) nella stanza d'ospedale da cui poi non ero più uscita fino ad oggi, col timore che fosse fratturata. Timore che poi si è rivelato infondato, ma allora perché l'espressione sconvolta di mia madre, lo sguardo disperato velato di lacrime che aveva rivolto al dottore, per lunghi istanti anche lui incapace di dare una spiegazione alla mia semplice domanda? Una cosa del genere a pochi giorni dalla prima avrebbe potuto impedirmi di recitare nel ruolo che avevo da sempre desiderato più di ogni altro, essere Giulietta accanto all'unico grande amore della mia vita, ma io sarei stata disposta ad andarci anche sulla gamba rotta, continuando a sentire quel dolore per tutta la durata dello spettacolo, ed a costo di mettere a rischio la mia carriera!
"Perché non mi rispondete, dottore? E tu, mamma, perché nemmeno tu mi dici niente?"
Come scossa dal torpore che pareva averla colpita mia madre ha compreso le mie intenzioni ed è venuta  verso di me per bloccarmi, ma io sono stata più svelta di lei ed ho sollevato la coperta...
Dolore da arto fantasma, ne avevo già sentito parlare tempo fa, si tratta del dolore ad una parte del corpo che non c'è più. Non si sa a cosa sia dovuto, si sa solo che alcune persone hanno questa ulteriore disgrazia oltre a perdere una gamba o un braccio. Mi è sempre parsa una cosa orribile, ho sempre provato pena per quei poveretti, quasi sempre feriti di guerra, ma mai avrei potuto lontanamente immaginare fino a che punto fosse orribile e che un giorno avrebbe potuto riguardarmi direttamente! Non ho potuto interpretare Giulietta, hanno chiamato d'urgenza la mia sostituta, Karen, perché prendesse il mio posto, alla prima di oggi ed anche per tutte le repliche. E per tutte le altre nuove rappresentazioni, e forse nella vita, dato che si dice che le coppie che si sono amate sul palco come Romeo e Giulietta sono poi divenute coppie anche nella realtà...
    No, nella realtà no, a questo non ci credo. Karen non prova per Terence ciò che provo io, che non ho esitato a rischiare la vita pur di salvare la sua. E  Terence non ama Karen.
   Dunque ama me? Per questo motivo riponevo tanta speranza in questa rappresentazione, speravo che l'incantesimo del teatro e della tragedia più romantica fra tutte agisse anche su di lui, dandogli solo una piccola spinta? Non scorderò mai il modo in cui, bello come non mai, mi guardava fino ad appena pochi attimi prima che quel riflettore maledetto mettesse la fine a tutto, e le ultime parole che mi ha rivolto...
   Oh, ch'ella insegna perfino alle torce come splendere di più viva luce! Par che sul buio volto della notte ella brilli come una gemma rara pendente dall'orecchio di una Etiope. Bellezza troppo ricca per usarne, troppo cara e preziosa per la terra!
 Ella spicca fra queste sue compagne come spicca una nivea colomba in mezzo ad uno stormo per cornacchie.
Finito questo ballo, osserverò dove s'andrà a posare, e toccando la sua, farò beata questa mia rozza mano...
Ha mai amato il mio cuore finora? Se dice sì, occhi miei, sbugiardatelo, perché io non ho mai visto vera beltà prima di questa notte... (2)
   Non sono così sciocca. Era Giulietta che si rispecchiava in quegli istanti in quei suoi splendidi e profondi occhi blu pieni d'amore, non Susanna. Ed era Romeo che le rivolgeva quelle dolci parole, non Terence. Lui pareva tanto convincente soltanto grazie al suo straordinario talento, lo stesso che ha dimostrato fin da quando si è presentato al suo primo provino e che gli ha consentito di entrare tanto facilmente nella nostra prestigiosa compagnia teatrale, che ha rifiutato tantissimi giovani promettenti giunti prima di lui. Nella sua vita reale c'è una sola Giulietta, e sarà sempre e soltanto lei. A nulla è servito mentire a Candy quel giorno in cui andammo a Chicago e lei venne a cercarlo in albergo, e non è servito nemmeno nascondere a Terence le sue lettere nella speranza che pensasse che si fosse dimenticata di lui: da quando è giunto qui a New York e recitiamo nella stessa compagnia Terence si è sempre impegnato al massimo per sfondare come attore, ma una parte del suo cuore è sempre rimasta con lei, nonostante la distanza fra loro...
   Dal giorno dell'incidente lui è diventato più gentile, ha continuato a lasciare fiori per me alle infermiere quando loro gli impedivano di incontrarmi a causa delle iniziali disposizioni di mia madre ed è stato tanto dolce e premuroso con me quando finalmente abbiamo potuto vederci, quando lei non è venuta perché costretta a casa dal raffreddore, ma certamente non lo ha fatto perché ha iniziato improvvisamente a ricambiarmi. Chissà che pena devo fargli, costretta ad abbandonare per sempre il palcoscenico e bloccata per tutta la vita su una sedia a rotelle senza una gamba!!! E poi ovviamente c'è il senso di colpa nei miei confronti, che la mamma non perde occasione per alimentare... Lei credeva che dormissi quando lo ha aggredito in quel modo, urlandogli di restituirmi la gamba, perché avrebbe dovuto esserci lui al mio posto; invece io la sentivo eccome, come l'avranno sentita in tutto l'ospedale, povero Terence! Probabilmente se la scena si fosse verificata nella mia stanza non avrei potuto fare a meno di sostenerla contro di lui, perché anch'io l'ho odiato con tutte le mie forze in quel terribile istante in cui ho guardato sotto il lenzuolo constatando che la mia gamba destra da sopra al ginocchio non c'era più, ma ora sono felice di non averlo fatto. Certo, non so se avrei avuto il coraggio di fare la stessa cosa per qualcun altro, perciò probabilmente se ad interpretare Romeo non fosse stato Terence ora non mi troverei qui ma sul palcoscenico; resta il fatto che nessuno mi ha costretta, non sono stata spinta sotto quel riflettore, ma ho deciso di rischiare tanto di mia spontanea volontà, sapendo che se lui fosse morto non avrei mai potuto sopportarlo. Sono stati i miei sentimenti la causa di tutto, ma lui non ha fatto mai nulla per indurmi ad amarlo, anzi: quanto rancore nei suoi occhi quando ha scoperto che gli avevo tenuto nascosta la lettera di lei!
    Ovviamente adesso mi è anche riconoscente per avergli salvato la vita, ma tutto questo non è amore: non c'è nulla da fare, amerà sempre e soltanto quella ragazza, non ha la minima intenzione di lasciarla perdere, a nulla sono valse le mie suppliche di ritirare il suo invito alla prima dello spettacolo, ed in questo stesso momento Candy è lì in teatro, seduta al posto che lui le ha prenotato, ad ammirarlo nel ruolo di Romeo! Chissà se quando è andato a prenderla alla stazione le ha detto qualcosa di ciò che mi è accaduto, ma questo non cambierà certo le cose, perciò spero tanto di no, non sopporto l'idea di dover essere compatita anche da lei! Non voglio che parlino di me, del triste destino della povera Susanna, la cui vita e carriera sono ormai distrutte... Per me ormai non c'è più alcuna speranza, alcuna aspettativa per il futuro, ma ho capito che non è giusto rovinare anche la vita di Terence, altrimenti il mio sacrificio si rivelerebbe inutile: per questo ho preso la mia decisione, e spero che anche la mamma capisca, che non soffra troppo, e non se la prenda ulteriormente con l'uomo che continuo ad amare più della mia stessa vita. Tanto vale che stia bene almeno lui, e sono certa che Candy saprà renderlo felice...
   Una volta che io sarò scomparsa per sempre mia madre non potrà più tormentarlo ed obbligarlo a starmi accanto contro la sua volontà. Lui non lo vuole, e se non lo vuole lui non lo voglio neanche io; del resto come può mia madre pensare che trascorrere tutto il resto della sua vita accanto ad un uomo legato a lei solo dal senso di colpa sia il meglio per sua figlia? Niente da fare, lei non ha mai compreso a fondo i miei sentimenti: ha lasciato che recitassi soltanto perché lo ha voluto anche papà, come per assecondare un nostro stupido capriccio, fosse stato per lei si sarebbe limitata a farmi studiare nel più prestigioso dei collegi femminili affinché potessi affermarmi nell'alta società e trovare in futuro un buon partito!
   Ma ormai questo non ha più nessuna importanza, fra poco tutto avrà fine...
 
   Faccio un lungo respiro e riprendo a camminare faticosamente stringendo di più le stampelle, un passo dopo l'altro. La neve è ancora soffice, lo sarà anche giù nel cortile, ma da questa altezza non sarà certo sufficiente per attutire l'impatto. Dicono che anche se di sotto ci fosse un lago sarebbe come gettarsi su una lastra di marmo. Immagino che farà molto male, ma sarà questione di un attimo: tutto si concluderà prima ancora che abbia modo di sentire dolore. E comunque come potrei mai soffrire più di quanto non stia già soffrendo? Quale dolore potrebbe essere più insopportabile di quello che già provo adesso?
 
   Le forze mi stanno nuovamente abbandonando, questa terrazza pare non finire mai... Il dottore aveva detto che era ancora presto per usare le stampelle, è già assurdo che sia riuscita persino a salire le scale, infatti il mio passo si fa sempre più incerto, finché improvvisamente scivolo e mi ritrovo prona per terra. La neve ha attutito il colpo, è stato quasi come quando molte volte la sera appena entrata nella mia stanza mi lasciavo cadere sul letto, sfinita da una giornata di prove più lunga del solito. Nessun dolore nemmeno stavolta, eccetto quello alla mia gamba mancante, che pare quasi ardere di fuoco vivo, nonostante sia immersa in una così fitta coltre di neve. Ripensandoci, anche se ora mi fermassi non ci vorrebbe poi molto tempo perché la neve mi ricopra completamente e potrei ottenere lo stesso risultato evitando di straziare ulteriormente questo mio povero corpo. Ma purtroppo non posso provarci: fra non molto mia madre sarà qui e troverà la mia lettera d'addio, e non ho nemmeno richiuso la porta della terrazza appena uscita,così per loro rintracciarmi sarà ancora più facile!
   Rinuncio a recuperare la stampella destra, sfuggitami nella caduta e continuo ad avanzare strisciando, trascinandomi dietro la sinistra. Ci sono, sento il vento sempre più forte, mi basterà tendere le mani per toccare la ringhiera, ultimo ostacolo che ancora mi impedisce di lasciare questa vita d'inferno...
 
   La neve mi ha ormai infradiciato la camicia da notte e la vestaglia, avverto forti brividi, forse non solo per il freddo. No, non è la paura, semmai la grande eccitazione che provo all'idea di addentrarmi nel paese inesplorato dalla cui frontiera nessun viaggiatore fa ritorno(3), cosa ci sarà mai dall'altra parte? Magari potrò davvero librarmi in volo...
   Finalmente ce l'ho fatta. La mia unica gamba trema, sovraccaricata dall'innaturale e prolungato sforzo e resa ancora più instabile dalla neve, ma tengo ben stretta la ringhiera con le mani, sono pronta. Il viaggio sta per avere inizio, devo soltanto lasciarmi andare.
 
   Ho un unico rimpianto, che in questo momento estremo tu, Terence, non sei accanto a me. Come sarebbe più dolce morire,se i miei occhi potessero spegnersi sul tuo viso (4)!!! Ah, perché non sono morta quel giorno al teatro, senza dover affrontare tutto questo? Magari avrei potuto andarmene fra le tue braccia... Pazienza, in questo momento ti trovi  lontano da me, fisicamente e con il cuore, ed ancora prima che il sipario cali sull'ultima scena dell'ultimo atto io avrò già lasciato questo mondo, con la speranza che accanto a Candy tu possa vivere felicemente la vita che io ti ho salvato in cambio della mia. Ti prego soltanto di ricordare che anche dall'altro mondo io continuerò ad amarti... dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore! (5)
   Ecco, è l'ora dell'estremo commiato: buonanotte, buonanotte! Separarsi è un sì dolce dolore che dirò buonanotte finché non sarà mattina...(6)

 


 
Note:
(1) Gloomy Sunday (titolo originale ungherese: Szomorú vasárnap) è una canzone scritta dall'ungherese László Jávor e musicata da Rezső Seress nel 1933 in cui si fa riferimento al suicidio. Secondo la più accreditata delle versioni, nacque durante una cupa domenica parigina. Seress era piuttosto triste a causa di un litigio con la sua amata, dovuto ai suoi ripetuti (e vani) tentativi di sfondare nel mondo della musica.
La canzone, contrariamente alle altre da lui prodotte e inviate vanamente ai produttori parigini, fu un successo, ma tre anni dopo (1936) iniziò a circolare la voce che il brano avesse un effetto deprimente o addirittura inducesse al suicidio, come parevano testimoniare diversi casi apparentemente legati al suo ascolto.
Per altre informazioni sulla canzone vi reinvio alla pagina di Wikipedia; non ho letto il testo, ma presumibilmente non c'entra proprio nulla: questa non è songfiction.
Non so nemmeno se il tentato suicidio di Susanna si sia svolto esattamente di domenica, ma ho dato comunque questo titolo alla fanfiction perché deprimente com'è la canzone mi pareva adatto!^^'
Link:

https://it.wikipedia.org/wiki/Gloomy_Sunday
 
(2) Romeo e Giulietta, atto I, scena V: è la famosa scena del ballo, in cui i due giovani innamorati si conoscono, ed è appunto la scena che Susanna e Terence stavano provando quando il riflettore è caduto.
 
(3) E' una delle tante descrizioni che Shakespeare fa della morte.
 
(4) Altra citazione di Shakespeare: mi dispiace, ma non sono riuscita a trovare l'opera da cui è tratta!^^'
 
(5) Citazione dall'Amleto
 
(6) Da Romeo e Giulietta, scena del balcone.
Susanna è un'attrice, perciò ho pensato che questo potesse influenzarla in qualche modo anche in un momento come questo, ecco perché tante citazioni teatrali!^^'
  
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