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Autore: angioletta2901    23/11/2015    1 recensioni
Chi crede alle sirene? Se ne parla in miti, leggende e fiabe, ma chi crede veramente nella loro esistenza? Di sicuro non Lydia, una sedicenne londinese con i capelli rossi e un carattere impetuoso e infuocato come la sua chioma.
O almeno, non ci crede finché non scopre di essere lei stessa una sirena, così come la sua migliore amica e il ragazzo per cui, nonostante tutto, si è presa una cotta. Non solo: è anche destinata ad essere la regina delle sirene.
Ma una minaccia incombe: per vendetta, gli eredi di una potente famiglia sono disposti a tutto pur di complicare la vita alla ragazza, anche a tornare indietro dalla morte...
Tra intrighi, bugie, lezioni e riti inquietanti, Lydia dovrà convincere i nobili del regno, e se stessa, di essere forte abbastanza. E oltretutto dovrà tenersi ben stretta il bel principe a cui è destinata...
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Deep Ocean

NUOVE CONOSCENZE E BRUTTE SCOPERTE

Era il 13 settembre. Poche date si ricordano alla perfezione, ma quello fu il giorno in cui la mia vita cambiò per sempre.

Quella domenica, io e la mia amica Susan eravamo a fare shopping, un po' per consolarci della fine dell'estate, un po' per festeggiare in anticipo il mio compleanno, che sarebbe stato l'indomani. Eh già, chi non ha sognato un milione di volte che il suo compleanno cadesse il primo giorno di scuola? No, dico sul serio, è deprimente.

Comunque, quel giorno passammo davanti a un negozio di abbigliamento particolarmente interessante, e ci perdemmo a commentare tutti i vestiti esposti in vetrina. Eravamo così assorte che non ci accorgemmo di stare andando praticamente addosso a un ragazzo. Cioè, ce ne accorgemmo. Dopo.

Io e questo tizio ci scontrammo, e per un pelo io non finii a terra. Fui salvata solo dal summenzionato tipo che mi fermò prima che capitombolassi sul pavimento.

Stavo già per chiedergli scusa, quando mi fermai. Cavoli, da dov'era uscito un tipo fantastico come quello?

Il ragazzo era alto, con gli occhi azzurrissimi e i capelli biondo scuro che gli ricadevano sulla fronte in un ciuffo disordinato. Se fosse stato solo bello, avrei potuto superare la cosa. Peccato che fosse spaziale. Aveva un fisico scolpitissimo, e la sua maglietta nera aderente lasciava ben poco all'immaginazione.

-Scusami, io...non stavo guardando.- balbettai arrossendo. Accidenti! Il giorno dopo avrei compiuto sedici anni e mi comportavo come se ne avessi undici!

Il tipo favoloso mi squadrò da capo a piedi, poi si girò e se ne andò senza dire una parola.

La cosa mi irritò parecchio, e la commentai con Susan- Ma chi cavolo si crede di essere? Voglio dire, poteva almeno rispondere! Non è che perché sembra uscito direttamente da un film può essere così cafone!-

Susan annuì. Sapeva per esperienza che quando ero così arrabbiata, la cosa migliore da fare era lasciarmi sfogare.

Dalla rabbia passai presto all'ammirazione- Però hai visto che fisico! E avesse avuto solo quello! E invece no, ha anche un viso da angelo, con quegli splendidi occhi azzurri!-

Susan sospirò, poi mi sventolò una mano davanti al naso- Terra chiama Lydia Blackmore! Ci sei? Ti ricordo che hai un ragazzo, che tra l'altro è un gran bel ragazzo? Ti dice niente il nome Ian Van Buren? Hai presente, il tuo ragazzo, quello con cui sei stata a letto solo qualche settimana fa...-

Mio malgrado fui costretta a tornare con i piedi per terra- Ok, Susy. Hai vinto.-

Poco dopo tornammo a casa, ma io continuai a pensare per tutta la sera al ragazzo del centro commerciale. Peccato che fossi già fidanzata.

Avevo conosciuto Ian il primo anno delle superiori, e al secondo ci eravamo messi insieme. Io avevo una cotta enorme per lui, e lui...beh, non ero sicura, ma pensavo che per lui fosse la stessa cosa.

In più, solo qualche settimana prima avevo perso la verginità con lui. Quindi, era un rapporto abbastanza importante. E uno sconosciuto non poteva, non doveva essere in grado di metterlo in crisi.

Mi addormentai con questi pensieri che mi passavano per la testa, e ovviamente dormii malissimo. La mattina dopo mi sentivo uno straccio, e un'occhiata allo specchi mi dimostrò che non mi sbagliavo.

Sbadigliando, mi preparai per il primo giorno di scuola. Indossai i miei jeans preferiti, li abbinai ad una maglia a maniche corte di un bel verde luminoso, mi legai i riccioli rossi che mi arrivavano alla vita in una bella coda alta ordinata e nascosi le occhiaie con un po' di correttore. Dopo di che, non avevo un così cattivo aspetto.

Quando arrivai in classe, mi sedetti nel banco vuoto di fianco a Susan e guardai il resto dei miei compagni entrare nell'aula.

C'eravamo tutti. Mi ero appena rilassata, che di colpo rischiai di svenire: il tipo del centro commerciale era appena entrato. Mai come in quel momento ringraziai il cielo che il mio ragazzo fosse una classe più avanti.

Il tizio si sedette in una posizione strategicamente perfetta perché io continuassi a fissarlo ipnotizzata. L'aveva fatto apposta? Non sapevo dirlo.

Quando la prof di italiano lesse l'elenco degli allievi, afferrai il suo nome: Conrad De Vere. Un nome signorile, da nobile.

Non riuscii a fermare la mia immaginazione prima che partisse a briglia sciolta, quindi passai il resto delle lezioni a fantasticare su Conrad.

All'intervallo uscii in corridoio e incrociai quasi subito Ian- Ehi, Lydia!-

Non feci neanche in tempo a salutarlo che mi abbracciò forte.

Normalmente, sarei rimasta estasiata dalla cosa. Ma non in quel caso, perché Conrad era appena uscito dall'aula, e ovviamente aveva visto l'intera sequenza. Stranamente, digrignò i denti, come se fosse in procinto di tirare un pugno in faccia a Ian.

Se ne accorse anche lui- Amico, c'è qualche problema? Sto abbracciando la mia ragazza. Se la cosa non ti sta bene, possiamo risolverla alla vecchia maniera.-

Oh, merda. Ian aveva lanciato il guanto di sfida, e per di più dritto in faccia a Conrad. Non sapevo perché si fosse arrabbiato vedendomi con Ian, ma dovevo fermarli.

-Ehm, Ian- improvvisai- perché non mi vai a prendere una bella cioccolata calda alla macchinetta del piano di sopra? Sai che mi piace solo quella.-

Per un attimo temetti che non avesse funzionato, ma poi lui si avviò verso le scale, e io lasciai andare il respiro che non mi ero resa conto di aver trattenuto.

Poi mi voltai verso Conrad- Senti, momentaneamente la rissa è stata evitata. Se non ti sta bene che Ian sia il mio ragazzo, beh, non so cosa dirti. Ma evita di farlo infuriare di nuovo, chiaro?-

Non aspettai nemmeno che mi rispondesse. Semplicemente, mi girai e me ne andai.

Nei giorni successivi, Conrad non mi rivolse quasi la parola, e io feci lo stesso con lui.

Invece, le cose si complicarono un po' con Ian. Senza sapere perché, io divenni sempre più insofferente nei suoi confronti. Non sopportavo nemmeno di vedermelo intorno. Per non parlare poi del fatto che squadrava ogni ragazzo che mi guardava una volta di troppo con uno sguardo davvero perfido. Aveva cominciato anche a controllare con chi uscivo.

Ma niente di tutto questo fece traboccare il vaso. No, l'ultima goccia fu una Coca Cola.

Eravamo fuori insieme, e lui aveva insistito per comprarmi una Coca Cola, sapendo che ero quasi dipendente da quella roba, e me l'aveva portata già aperta e con la cannuccia.

Stavo già per bere il primo sorso quando all'improvviso qualcuno rovesciò apposta con la mano la lattina.

Mi girai. Conrad, naturalmente.

-Ma che cosa vuoi adesso?- sbottai irritata.

Lui mi guardò- Io non avrei bevuto quella bibita. Sai com'è, ho appena visto il tuo ragazzo perfetto versarci dentro una polverina rosa.-

Mi girai di scatto verso Ian- È vero?-

Lui sostenne il mio sguardo- Era uno zucchero particolare, che ho comprato apposta per te.-

Mi voltai e me ne andai infuriata, ma feci ancora in tempo a sentire Ian che diceva- Ti pentirai di questo, amico.-

Tuttavia non capii la risposta di Conrad, perché Ian coprì la sua voce correndo per raggiungermi- Lydia, io...-

Ne avevo abbastanza- Sai cosa c'è, Ian? C'è che sono stufa. Stufa della tua gelosia e dei tuoi controlli, stufa di questo tuo starmi attaccato tutto il tempo. E adesso hai anche provato a rifilarmi chissà quale sostanza strana. Ti informo che non sei più il ragazzo per cui avevo una cotta. E, oh, notizia dell'ultima ora: tra di noi è finita. E vivrei meglio se non ti vedessi più per il resto della mia esistenza.-

E dopo questo sfogo me ne andai.

Poco dopo, ero al telefono con Susan, a sfogarmi e singhiozzare. Non tanto per la rottura con Ian,quanto per...beh, per tutto il resto.

Non a caso Susan era la mia migliore amica. Anche in quel frangente, infatti, trovò le parole giuste per consolarmi, e quando riattaccai, mi addormentai senza fare sogni.



Angolino dell'autrice:
Fin da bambina, le sirene mi hanno sempre affascinato, quindi perché non scrivere una storia con una di loro come protagonista? Beh, ecco che cosa ha partorito la mia mente psicotica.
se qualcuno ha già letto una mia storia, sa che sono fissata con le sedicenni (sinceramente, penso che sia un'età fantastica) e con Londra (tutta colpa di Shadowhunters Le Origini e degli splendidi personaggi di Cassandra Clare).
Okay, fine del momento in cui vi assillo col mio disagio.
Comunque, mi piacerebbe che recensiste numerosi, anche solo per dirmi che il mio stile non vi piace (le critiche le accetto tranquillamente, e anzi penso che possano aiutarmi a migliorarmi).
Spero che questa storia vi sia piaciuta e se avete delle domande o delle perplessità, contattatemi pure via e-mail.
Angioletta2901

   
 
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